...Tutto quello che gli appassionati e i denigratori di shoujo manga dovrebbero sapere!

di Martina Smercian 

da 

*Shoujo Manga Outline*

****

Definizione
Uno shoujo manga e' un fumetto pubblicato su una rivista per ragazze: si tratta di una classificazione che avviene in base al pubblico e non al genere di storia.
In Giappone praticamente tutti i manga che vengono realizzati sono prima pubblicati su una rivista e poi in volumetto monografico detto 'tankoubon'.
Come molti di voi gia' sapranno, il Giappone e' l'unica nazione al mondo in cui tutte le fasce d'eta', di sesso e di classe sociale leggono i fumetti e dove di conseguenza i dati di vendita raggiungono cifre da capogiro.
Ogni rivista si rivolge ad un target ben preciso e ad ogni target sono dedicate riviste che trattano dei temi piu' disparati: dal sentimento all'azione, dal pachinko al lavoro d'ufficio,dal porno all'educazione dei figli.
Ogni mese escono piu' di 100 di riviste di shoujo manga, ogn'una di queste riviste contiene all'incirca 15 manga diversi, sono paragonabili a degli elenchi telefonici vista l'enorme quantita' di pagine e la bassa qualita' della carta. Ad ogni fascia d'eta' sono rivolte delle precise riviste: ci sono quelle dedicate alle bambine fino ad arrivare alle riviste dedicate alle signore.
E' assolutamente sbagliato definire gli shoujo manga come un genere con tematiche ben definite e riproducibili. Anche stabilire che un manga sia shoujo in base allo stile o alla storia puo' portare a conclusioni erronee poiche' uno shoujo manga puo' spaziare tra i generi piu' diversi oltre alla commedia sentimentale che i lettori occidentali ben conoscono: fantasy, horror, azione, avventura, storico, umoristico. E' quindi sbagliato dire che "un manga e' molto shoujo" o "e' uno shoujo ma ha elementi d'azione".
Non si deve pensare che Maison Ikkoku, Video Girl Ai e Rough siano shoujo perche' mettono al centro della storia i sentimenti e non e' nemmeno giusto dire che una stora e' "molto shoujo" o "e' shoujo ma ha anche elementi d'azione".
Nonostante gli shoujo manga siano in pratica fumetti creati da donne e rivolti a donne, sono aprezzabili anche dal pubblico maschile, o almeno da quella parte di pubblico maschile che non si fa condizionare dai pregiudizi. Soprattutto negli ultimi decenni molti shoujo manga si sono dimostrati universalmente apprezzabili grazie alla varieta' di temi e alla validita' delle storie.
Ritengo che definire dei canoni e delle caratteristiche a livello grafico che contraddistinguono gli shoujo manga sia praticamente impossibile se non addirittura sbagliato. Molto spesso, nelle definizioni di shoujo manga si trova il riferimento ai cosiddetti stereotipi grafici come l'uso dei fiori, cosa che ormai e' in disuso da piu' di un decennio. Ad esempio, se dicessi che negli shoujo manga gli sfondi sono pressoche' assenti sarei immediatamente smentita dai manga di tante autrici come Youko Matsushita, Fuyumi Souryo o Kouyu Shurei. Se dicessi che il tratto degli shoujo e' molto sottile, sarei smentita dai tantissimi manga di 20 anni fa che hanno invece un tratto decisamente spesso (vedi autrici come Yumiko Igarashi e Chieko Hara). In pratica, per ogni caratteristica che solitamente viene usata per definire uno shoujo manga esistono veramente troppe eccezioni per poter essere considerata 'universale'.
Volendo trovare una costante e generica differenza tra gli shoujo e gli shounen, la piu' evidente puo' essere sintetizzata in due parole chiavi,per gli shoujo la parola chiave e' "relazioni interpersonali", per gli shounen e' "conquista". Mentre i ragazzi usano i fumetti come simulazione di un obiettivo da realizzare, le ragazze li utilizzano come simulazione di relazioni interpersonali, che tengo a precisare non si esemplificano automaticamente come 'relazioni amore', nonostante esse siano comunque presenti in larga misura.  
Storia e tendenze degli shoujo manga  
Anni '50
I primi shoujo manga sono apparsi contemporaneamente agli shounen nel 1950 e l'artista che e' considerato il 'padre' di entrambi i filoni e' Osamu Tezuka.
Allora la maggior parte degli shoujo manga era creata da uomini e rivolta a bambine delle elementari; il numero delle mangaka donne si contava invece sulle dita di una mano (la piu' conosciuta era Hideko Mizuno,che 10 anni piu' tardi avrebbe realizzato ''Fire'',il primo shoujo a trattare di "sesso,droga e rock 'n' roll"). In quel periodo le storie avevano come protagoniste delle bambine delle elementari e si dividevano in 3 categorie: commedia umoristica, horror e strappalacrime. Le relazioni madre-figlia avevano un ruolo preminente mentre le relazioni ragazzo+ragazza erano ancora piuttosto rare vista la tenera eta' delle protagoniste.  
Anni '60
Nel 1963, il rivoluzionario cambio di serializzazione degli shoujo da riviste mensili a settimanali determino' la richiesta di un maggior numero di artisti.
Inoltre era diventato chiaro che le mangaka donne erano piu' abili degli uomini ad incontrare le richieste delle lettrici ormai cresciute e ad incrementare le vendite.
Il debutto che piu' degli altri attiro' l'attenzione fu quello di Machiko Satonaka, il cui primo manga apparve nel '64, quando l'artista aveva solo 16 anni! Questo spinse tantissime ragazze della sua generazione che amavano i fumetti a tentare la via professionale. In un batter d'occhio, manga di tutti i tipi incominciarono a vendere come non era mai accaduto prima e il numero delle riviste aumento' drasticamente. Alla fine degli anni '60 le mangaka donne avevano monopolizzato il filone shoujo e gli artisti uomini, incapaci di competere, dovettero abbandonare il genere e dedicarsi esclusivamente ai manga per ragazzi. Autrici come Masako Watanabe, Miyako Maki e Toshiko Ueda debuttarono con successo.
Mentre per gli shounen manga la rivista settimanale rimase il formato tradizionale, negli shoujo manga incomincio' ad imporsi il formato mensile.
Questo perche' la rivista settimanale spingeva le autrici a concentrarsi sull'azione forzandole a lavorare ad un ritmo che impediva di raggiungere la profondita' che molte di esse ricercavano. Da allora le autrici hanno la possibilita' di disegnare episodi piu' lunghi ad un ritmo meno febbrile, sviluppando e curando i rapporti tra i personaggi, gli stati d'animo e le ambientazioni che contraddistinguono gli shoujo manga.  
Anni '70
Fin dai primi anni '70 l'attenzione fu catturata da un gruppo di giovani mangaka conosciute come ''Le favolose del 49'' perche' molte di loro erano nate nel 1949. Le piu' imortanti furono Ryoko Ikeda (autrice di Versailles no Bara), Keiko Takemiya (Kaze to Ki no Uta), Moto Hagio (Thoma no Shinzou), Yumiko Ooshima e Ryoko Yamagishi. Queste mangaka incominciarono a sperimentare nuove tematiche, storie e stili, rifiutando i limiti della definizione tradizionale di shoujo manga e rivolgendosi a lettrici piu' adulte. Introdussero nuovi sottogeneri come la fantascienza e il fantasy ed esplorarono alcune delle piu' importanti questioni dell'esistenza umana.
Rivoluzionarono gli shoujo manga affrontando tematiche come l'identita' sessuale e dando vita al sottogenere conosciuto come 'shounen-ai' (amore tra ragazzi).
Anche le storie d'amore ragazzo+ragazza subirono un cambiamento: molte storie drammatiche furono sostituite da commedie scolastiche piu' allegre, con ragazze giapponesi come protagoniste. Fu sempre in questi anni che gli shoujo ambientati in Occidente, soprattutto nei secoli passati, ebbero la piu' grande diffusione diventando popolari anche qui in Italia.   
Anni '80
Gia' dalla fine degli anni '70 gli shoujo manga avevano cessato di essere un genere omogeneo e monolitico. Sottogeneri come il fantasy, l'horror, la fantascienza, lo sport o le storie che si incentrano sull'amore omosessuale tra due ragazzi, si erano affermate definitivamente distinguendosi dalle commedie sentimentali tradizionali. Le stesse storie d'amore erano divenute piu' sofisticate e meno soggette ai tabų e agli stereotipi, rappresentate in modo realistico.
Le protagoniste avevano cominciato a trasformarsi in personaggi liberi, spensierati e leggermente incentrati su di se', ben diverse dalle eroine di un tempo, sempre pronte al sacrificio.
Mentre buona parte della nuova generazione di mangaka continuava a seguire le orme dei grandi temi introdotti dalle "favolose del '49", altre-tra cui Taku Tsumugi-hanno spostato l'attenzione sulla vita di tutti i giorni, esaminando dettagliatamente le vite interiori dei loro personaggi: ragazze qualsiasi del Giappone contemporaneo, personaggi che avevano molto in comune con le lettrici di questi manga.
Dato che l'eta' delle lettrici di manga continuava a crescere, negli anni '80 si e' imposta una maggior specializzazione e un target piu' specifico di lettrici, divise rigorosamente per eta'. Ad esempio, come ancora oggi accade, poche ragazze superati gli 11-12 anni comprano Nakayoshi (fatta eccezione per le fans di SailorMoon, Rayearth,Card Captor Sakura e simili). Molte altre smettono di leggere Ribon verso la fine delle medie mentre molti appassionati occidentali di shoujo manga comprano soprattutto queste due riviste, pur avendo piu' di 20 anni!
Il mercato e' diventato ancora complesso per la crescente richiesta da parte di donne adulte di manga nei quali possano rispecchiarsi. Le prime riviste che si sono rivolte a questo tipo di lettrici sono apparse nei primi anni '80 ed erano strettamente indirizzate a giovani "office ladies" (impiegate) e casalinghe.
Il contenuto era per molti aspetti simile alle soap opera americane, si trattava insomma di storie per lo piu' piatte e superficiali. Verso la fine degli anni '80 era diventato chiaro che questa formula piaceva soltanto ad una piccola parte di lettrici, le case esitrici si erano rese conto che molte giovani donne non compravano questi nuovi "ladies comics" ma le stesse riviste che amavano alle superiori.
Anni '90
Le case editrici, avendo compreso l'errore di rivolgere al pubblico di donne adulte soltanto dei manga-soap opera, hanno incominciato a proporre una varieta' di sottogeneri indirizzati a delle specifiche "tipologie" di donna. Essi spaziano dalle pubblicazioni piu' "alternative" come Feel Young fino al conservativo e vendutissimo YOU, al piu' nuovo e popolare Chorus, al pornografico Comic Amour o alle riviste dedicate a temi come la gravidanza e la crescita dei bambini. Altre riviste ancora, tra cui Dessert, sono portavoci di vere e proprie denunce sociali e trattano temi quali droga, anoressia e violenze familiari.
Anche le riviste che trattano di shounen ai/yaoi sono aumentate incredibilmente: molti di questi manga sono decisamente piu' espliciti rispetto a quelli del passato, e i motivi di questo successo sono molteplici. Attraverso questa tecnica gli shoujo manga sono stati in grado per la prima volta di descrivere il sesso per com'e', come impulso, piuttosto che come una fonte di turbamento e vaga paura, o come fine procreativo. Nel mondo degli shounen ai il sesso, lo stupro, l'incesto e la prostituzione fanno la loro comparsa. Ed e' importante notare che nelle vicende in cui i protagonisti sono maschi, le lettrici possono leggere senza angoscia, senza il peso dell'identificazione. Non e' cosa da poco inoltre che la popolarita' di questi fumetti abbia contribuito a diminuire il disagio che alcune persone provano nei confronti dell'omosessualita'. Le lettrici giapponesi di shoujo manga sono effettivamente diventate le lettrici piu' tolleranti del mondo, e non solo per quanto riguarda l'omosessualita'.

Come abbiamo visto, ci sono manga che soddisfano praticamente i gusti e gli interessi di ogni lettore: allora come possiamo continuare a pensare a fiorellini e a storie strappalacrime quando si parla di "shoujo", come possiamo continuare a limitarci a quella ventina scarsa di shoujo conosciuti in Italia quando potremmo usufruire di una  verieta' di scelta praticamente illimitata?  
Gli shoujo manga in ItaliA
l primi shoujo manga apparsi in Italia, anche escludendo le edizioni stravolte di shoujo manga come Candy Candy negli anni '80, sono state opere classiche.
Lady Oscar e' apparsa nel 1993 mentre l'anno successivo Georgie di Yumiko Igarashi e' stata pubblicata dalla Star Comics. E' ormai cosa risaputa che questi shoujo siano stati un vero e proprio flop e che abbiano precluso la pubblicazione di nuovi titoli per qualche anno.
Il motivo principale per cui queste opere non hanno venduto non sta tanto nel fatto che fossero tutte datate e piuttosto melodrammatiche ma che in quegli anni le lettrici di manga erano pochissime mentre negli ultimi anni sono sensibilmente aumentate. Infatti quasi la meta' dei lettori attuali di shoujo manga si e' avvicinata al mondo del fumetto nipponico soltanto dopo il 1995, ovvero dopo gli insuccessi di Lady Oscar, Georgie e Caro Fratello.
Non si puo' quindi paragonare la situazione attuale a quella di 7 anni fa: le lettrici e i lettori di shoujo sono aumentati cosė come e' aumentata la richiesta di piu' opere.
Ma soprattutto mi chiedo come le case editrici si siano potute basare sulla pubblicazione di 3 shoujo manga dello stesso genere per sentenziare *categoricamente* che gli shoujo manga non possono avere successo, sebbene esistano generi di shoujo manga completamente diversi l'uno dall'altro.
L' iniziale insuccesso di Proteggi la mia terra pubblicato da Planet Manga dal '96 si e' rivelato un piccolo successo una volta spostato in libreria con un aumento di prezzo, tanto che verranno pubblicati altri shoujo manga nello stesso formato.
Per quanto riguarda le successive pubblicazioni shoujo manga, non ci sono piu' stati insuccessi: il contenitore Amici e' sempre  stato a meta' nelle classifice di vendita dei manga Star Comics, Marmalade Boy e' stato il manga piu' venduto della Planet Manga dopo Bastard!!, anche Gokinjo Monogatari ha venduto bene, tanto che verranno pubblicate altre opere dell'autrice. Anche un'operazione a rischio come lo shounen ai di Marimo Ragawa si e' conclusa positivamente tanto che anche la Star Comics ha annunciato l'imminente pubblicazione di due shounen ai. Giungiamo poi agli ultimi mesi e vediamo che Mars, esaurito in molte fumetterie, ha avuto un grande successo e che Card Captor Sakura e' diventato mensile visto l'insuccesso dello shounen manga BT'X.
Pregiudizi e realta'
In Italia "shojo" e' una parola abusata e senza un significato ben preciso. Da noi "shojo" e' considerato un genere, spesso ha una valenza negativa, ed e' ritenuto sinonimo di "romantico": di solito si pensa che uno shoujo manga possa essere soltanto una storia d'amore o di magia. Insomma, in Italia la parola "shojo" non ha lo stesso significato che le viene attribuito in Giappone.
In Italia gli shoujo manga vengono spesso sottovalutati se non bersagliati dai pregiudizi.
Proprio come quelli che pur non avendo mai guardato un anime si permettono di giudicare l'intera produzione animata nipponica classificandola come scadente, fatta al computer e oscena, numerosi lettori di fumetti disprezzano gli shoujo manga classificandoli come qualcosa di melenso, infantile o di scarsa qualita'.
Ci sono altri manga-fan che pur avendo apprezzato diversi titoli tra i pochi shoujo manga disponibili in italiano, continuano a definirsi 'non estimatori del genere in se' credendo erroneamente che tutti gli shoujo manga siano un *genere* che comprende soltanto manga esattamente identici a quei 5-6 che hanno letto. Troppo spesso nelle riviste specializzate si trovano discriminazioni che rivelano una totale ignoranza in materia, presunzione e vera e propria disinformazione. E perfino molti di quelli che si considerano appassionati di shoujo manga ne hanno una visione distorta e riduttiva.
Il problema di fondo e' che fin dall'inizio le case editrici hanno presentato gli shoujo manga come un genere unico e classificabile entro canoni ben precisi, spesso limitandosi a definire shojo una storia 'dai tratti aggraziati che presenta vicende d'amore'. Con gli shounen manga invece non si e' mai fatta un'operazione (ghettizzazione) simile e di conseguenza viene universalmente accettato il fatto che tra gli shounen manga si trovino titoli impegnati ed altri spudoratamente commerciali, con le tematiche e i generi piu' disparati e stili molto diversi tra loro.
E' per questo che ancora oggi gli appasisonati italiani di shoujo manga si sentono "costretti" a comprare qualsiasi cosa sia "shoujo": si sa che se un singolo shoujo manga non avra' successo c'e' l'alta probabilita' che tutti gli shoujo manga vengano di nuovo etichettati come impubblicabili.
La causa di molti pregiudizi e' da ricercare anche nei primi shoujo pubblicati in Italia: Versailles no Bara di Ryoko Ikeda e Georgie di Yumiko Igarashi.
Questi manga sono piuttosto datati e la loro storia, intensa e drammatica li ha resi un must per molte ragazze, ma ha anche allontanato parecchi lettori da qualsiasi shoujo manga, classificato a priori come 'fiori e svenevolezze' e 'lucine negli occhi'.
Come se non bastasse,pochi anni dopo sono stati pubblicati una serie di manga per bambine come Sailor Moon e Miracle Girls, accomunati da un tratto approssimativo e confuso, una trama infantile e ripetitiva, con caratterizzazioni psicologiche pressoche' nulle. A questo punto molti lettori hanno creduto sufficiente aver letto questi manga per poter giudicare tutto il mondo degli shoujo manga.
Non pensate che sia arrivato il momento di cambiare le cose?

Purtroppo,come accade in tutti i paesi occidentali che pubblicano manga, le case editrici tendono quasi sempre a scegliere tra i titoli piu' famosi sia per quanto riguarda gli shoujo che gli shounen manga. Per questo motivo si perdono le opere che in realta' meriterebbero molto di piu' di quelle che troviamo nel mercato nazionale. Oltre a pubblicare i titoli piu' conosciuti, (in pratica quelli da cui e' stratto tratto un anime) i responsabili dovrebbero proporre piu' spesso qualcosa di nuovo e diverso rispetto a cio' che abbiamo visto fin'ora. Si tratta di cercare delle opere di alto livello sia dal punto di vista grafico che narrativo, lasciando da parte il fatto che siano conosciute o meno. E' proprio con questo spirito che i Kappa Boys hanno pubblicato Mars, un'opera che ha piacevolmente stupito tutti gli appassionati di shoujo manga e non, e che si e' rivelato un 'fulminante successo' (cf. Kappa magazine 92). Non e' affatto vero che uno shoujo manga non puo' avere successo se non ha una serie animata conosciuta in Italia. Mars, essendo un manga sconosciuto di un'autrice altrettanto sconosciuta ne e' la lampante dimostrazione. Il numero di shoujo manga pubblicati in Giappone e' talmente illimitato  che e' assurdo pensare che non esistano opere in grado di eguagliare il successo di Mars.
L'opera di Fuyumi Souryo potrebbe essere il primo passo per un cambiamento in positivo della situazione italiana degli shoujo, gia' migliorata grazie ad autrici come le Clamp e all'arrivo di nuovi lettori e lettrici.
Spero veramente che questo e gli altri siti che si propongono di andare oltre la concezione nostalgica e anacronistica di shoujo manga, possano dare un contributo effettivo alla diffusione degli shoujo in Italia.
E' essenziale che i lettori italiani che condividono questo punto di vista facciano sentire la loro voce alle case editrici. Perche' soltanto insistendo, e facendo conoscere gli shoujo manga ad un numero sempre maggiore di persone, potremo leggere piu' shoujo manga e sconfiggere quei pregiudizi cosė duri a morire.
 
Martina Smercian
Fonti:
Matt Thorne Home Page
http://www.ky.xaxon.ne.jp/~matt/
Fujimoto Yukari
A LIFE-SIZE MIRROR: WOMEN'S SELF-REPRESENTATION IN GIRLS' COMICS.
Lila-Asia Pacific Women's Studies Journal, 01-01-1994