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Le Ricerche
fine pagina Personaggi vari

1.Imhotep
2.Harwa
3.Neferirkara

 

fine paginainizio paginaintroduzioneImhotep

Imhotep nacque ad Ankhtue, un sobborgo di Menfi, il 16º giorno di Epifi (il nostro 31 maggio) intorno al 2800 a.C. Il suo nome significa "colui che viene in pace". Sua madre, Keredu-Ankh, era originaria di Mendes e suo padre, Kanofer, era un architetto. Siccome in Egitto era comune tramandare il mestiere di padre in figli, fu proprio seguendo le orme del padre che Imhotep divenne architetto.
Platone parla di lui come di un diretto discendente di Atlantide che, perciò, possedeva una religione di tipo monoteista.
Sotto il regno di Zoser, Imhotep ricoprì la carica di gran visir di Eliopoli (tale carica gli è attribuita senza però essere supportata da prove certe). Il visir, nell'Antico Egitto, era il vicere, l'uomo tuttofare del faraone. Egli si occupava dell'amministrazione fiscale, giudiziaria ed edilizia oltre che sostituire il faraone in sua assenza.
Imhotep, divenuto famoso per aver progettato e costruito la piramide a gradoni di Zoser, fu il primo ad utilizzare la pietra per costruire edifici. In una galleria della piramide di Zoser fu ritrovato un sigillo con scritto "il carpentiere di Nekhen" che è il titolo con il quale veniva identificato Imhotep.
Il suo nome è comunque legato anche ad altre strepitose capacità come il riordino del calendario. Imhotep, che fu divinizzato nella XVIII dinastia, era anche un uomo dalle grandi conoscenze in fatto di medicina (anche quì non esistono documenti che provino che egli sia stato un medico). E' Manetone il primo a ricordarlo come medico al tempo di Zoser. Sembra che avesse anche scritto alcuni libri e delle poesie. Viene accreditato di molti titoli come sacerdote-lettore capo o ritualista, saggio, scriba, astrologo e mago. Una leggenda racconta che Imhotep, grazie al titolo di visir (è da quì che si pensa che ricoprì anche questa carica), pose fine a 7 anni di carestia.
Nel papiro di Oxyrynchus si afferma che il primo ad instaurare il suo culto fu Micerino. Con Amenofi III, gli scribi, prima di iniziare il loro lavoro, facevano cadere ina goccia di liquido dal calamaio in onore di Imhotep, in offerta al suo spirito. Col Medio Regno gli scribi iniziano a celebrarlo come grande letterato, mentre in epoca saitica (XXIV-XXVI dinastia) raggiunge il culmine della sua notorietà come dio guaritore. "Durante lo svolgimento di 6 feste annuali veniva fatto oggetto di culto particolare" (Kurt Sethe Hurry). La terrazza superiore del tempio di Hatshepsut è stata consacrata per Imhotep e Amenhotep, architetto di Amenofi III. I Greci, dal canto loro, lo divinizzarono in quanto dio della medicina accostandolo al un loro dio Asclepio, mentre alcuni imperatori romani, Tiberio e Claudio, scrissero lodi a lui dedicate. Imhotep fu anche accreditato di essere figlio diretto degli dei. I Greci pensarono che egli fu frutto dell'unione tra Efesto e una donna terrestre di nome Khrotionakh.
Un aneddoto racconta che, per guarire sua moglie Apopi da una malattia agli occhi, sperimentò con successo una cura antibatteriologica. Apopi, infatti, soffriva di una forma di congiuntivite molto diffusa in Egitto, grazie al clima molto asciutto, e particolarmente pericolosa per la vista. "La malattia è provocata da vermi piccoli che non si vedono" questo capì Imhotep con grande intuito e deduzione. Dopo vari tentativi realizzò una pasta verdastra composta di alcune particolari sostanze che, spalmata sugli occhi, guarì completamente la moglie. Imhotep aveva cominciato ad intraprendere una strada che solo 40 secoli dopo, con l'aiuto del microscopio, avrebbe portato alla batteriologia.
Alcuni ritrovamenti di utensili medici dimostrano come già al suo tempo i malati venivano operati chirurgicamente. Sembra persino che Imhotep operò con successo alcuni casi di tumore.
Si può affermare con buona certezza che Imhotep visse fino al regno di Huni, cioè fino al termine della III dinastia. La sua tomba dovrebbe trovarsi nei dintorni dell'Asklepleion, una cappella che si trova a Saqqara o a Menfi, all'interno di una necropoli denominata Ankh-tawi, dove sorge un santuario a lui dedicato.
Per il Canone di Torino, Imhotep è il figlio di Ptah.
Il nome di Imhotep è stato rinvenuto su una statua di Zoser e su alcuni vasi di pietra all'interno della piramide a gradoni. Oltre alla piramide di Zoser, progettò anche un tempio dedicato al dio-sole di Eliopoli di cui però non rimangono altro che alcuni frammenti. Altre testimonianze di Imhotep compaiono sul muro di recinzione della piramide incompiuta di Sekhemkhet che di Zoser fu il successore.

fine paginainizio paginaintroduzioneHarwa

Figlio di Nestaureret e di Padimut, Harwa abbraccia la carriera del padre. Alcune scritte rinvenute su una statua che lo raffigura affermano che era un giovane sacerdote quando Piankhy conquista l'Egitto. Probabilmente abbracciò la causa nubiana durante l'avanzata del re Piankhy per mantenere la propria posizione all'interno del clero di Tebe.
E' impossibile determinare con precisione quando Harwa divenne gran sacerdote, ma la sua figura è già menzionata con Amenirdis I, la sorella di Piankhy, che fu divinizzata proprio durante il regno del re nubiano. Harwa fu gran sacerdote per circa 40 anni, da Piankhy a Taharqo (690-664 a.C.). Durante quest'ultimo periodo fece costruire la sua tomba. Il ritrovamento nel luogo di sepoltura di un notevole numero di statuette e di papiri (tra cui il capitolo 6 del Libro dei Morti lo menziona come "Grande fra i grandi"), conferma il grande potere che Harwa possedeva indicandolo come il vero governatore della regione di Tebe che, a differenza del resto dell'Egitto, viveva un periodo fiorente. Un graffito ritrovato vicino ad Assuan potrebbe far riconsiderare la posizione di Montuemhat e Petamenofi (le cui tombe furono ritrovate accanto a quella di Harwa) che consideravano Harwa loro antenato. La disposizione delle tombe dei vari sacerdoti di quell'epoca che le vuole in qualche modo collegate alla tomba di Harwa getta una luce diversa sulla dinastia nubiana. Alcuni studi condotti dal professor Tiradritti, che sta portando a nuova vita la tomba di Harwa, sembrano dar credito all'ipotesi che potrebbe essere esistita una dinastia di funzionari nata proprio con Harwa. Alcuni ushabty rinvenuti all'interno della tomba riportano insegne regali che rinforzano l'ipotesi che Harwa ricoprisse in tutto e per tutto il ruolo di faraone senza però esserne incaricato ufficialmente. Inoltre, in alcuni documenti, Harwa veniva chiamato dagli stranieri "Uhr-uhru" ossia "faraone", mentre Montuemhat viene indicato come re dal re ittita Assurbanipal. Se questa tesi fosse confermata bisognerebbe anche riconsiderare la posizione di Montuemhat e Petamenofi che di Harwa erano i successori. La successione avveniva per nomina.

fine paginainizio paginaintroduzioneNeferirkara

Del faraone Neferirkara si sa molto poco. Egli fu il terzo faraone della V dinastia. Regnò dopo Userkaf e Sahura tra il 2446 a.C. e il 2426 a.C.
L'origine della V dinastia è narrata nel famoso papiro di Westcar dove un tale di nome Djedi, che la leggenda vuole sia una sorta di mago, profetizza la nascita di tre bambini, figli del dio Ra e di Redjedet (moglie di un alto prelato di Eliopoli), che sarebbero stati destinati a regnare sull'Egitto. Djedi, che confidò questa sua profezia al faraone Cheope, rassicurò il suo interlocutore affermando che l'evento si sarebbe verificato solo dopo il regno di suo figlio e di suo nipote, cioè Chefren e Micerino. Gli studi sembrano aver accertato che i primi due sovrani, Userkaf e Sahura, fossero figli di Shepseskaf (ultimo faraone della IV dinastia) e di sua moglie Khantkaus I, figlia di Micerino.
Altri studi sembrano invece dimostrare che Neferirkara fu il secondo figlio di Khantkaus I, dopo Sahura, a regnare sull'Egitto. Non si conosce con esattezza l'identità del padre che potrebbe anche essere Userkaf.
La vita di Neferirkara è poco nota, salvo per il fatto che, forse, fu il primo sovrano dopo Radjedef ad adottare nuovamente il titolo di "Figlio di Ra" nel protocollo reale. Sposò Khentkaus II, di cui si ignora la provenienza, ed ebbe due figli, Neferefra e Niuserra. Il suo nome è stato rinvenuto anche in Nubia e a Biblo.
La durata del suo regno è stata perduta sul Canone di Torino, mentre la Pietra di Palermo, che sembra sia stata compilata proprio sotto il regno di Neferirkara, è rotta dopo il decimo anno di reggenza. Manetone gli assegna 20 anni di governo che, in seguito alle opere eseguite, sembra piramide di Neferirkaraaccettato da tutti gli studiosi.
Sotto il regno di Neferirkara visse il grande funzionario provinciale Ti. Ti era il "capo parrucchiere della casa reale" e amministrava i possessi funerari del faraone. Sposò la principessa Neferhetepes e morì sotto il regno di Niuserra. Nello stesso periodo visse anche il sacerdote Rawer. Nella sua tomba rinvenuta a Giza le iscrizioni parlano di un curioso episodio: durante una cerimonia venne accidentalmente urtato da un bastone del re. Il faraone, per risparmiargli la vita, dichiarò la casualità dell'accaduto e, quindi, l'impunibilità di Rawer.
In un'altra occasione, la visita di Neferirkara ad un cantiere diretto da Uashptah, vi fu un imprevisto. L'architetto e visir Uashptah fu colto da malore e rimase ferito. Venne soccorso da un ausiliario medico che lo medicò con una "fasciatura provvisoria". Il malessere si manifestò nuovamente durante il discorso del sovrano. Neferirkara, consapevole delle precarie capacità mediche sul posto, fece trasportare il malato al palazzo ed inviò con lui "i bambini del re, gli amici, i ritualisti e i capi dei medici". Così, circondato da medici e da maghi, Uashptah si trovò nelle migliori condizioni per guarire.
Un terzo episodio coinvolse il gran sacerdote Ptahshepses a cui venne concesso di baciare il piede del faraone anzichè la terra che precedeva il cammino del sovrano.
Tra le decisioni amministrative, Neferirkara esentò i templi dal pagamento delle tasse.
Sotto il suo regno, come per quelli successivi, si registra il progressivo aumento di potere dei funzionari provinciali che, alla fine della VI dinastia, getteranno l'intero Paese nel disordine politico e amministrativo.
Neferirkara, come Sahura e Niuserra (che di Neferirkara era forse il figlio), scelse Abusir quale luogo ideale per il proprio tempio funerario. Tale scelta è quasi sicuramente da attribuirsi alle origini del faraone, ossia alla città di Sakhebu.
La piramide di Neferirkara, il cui nome è piramide dello spirito Ba, si trova ad Abusir accanto a quelle di Sahura e Niuserra e porta il nome di "Neferirkara è manifesto". Non venne mai completata, come dimostra lo strato inferiore della struttura realizzato in granito, a causa della prematura morte del faraone e, in tempi successivi, la metà inferiore del passaggio sopraelevato fu adattata per il faraone Niuserra. All'interno della piramide di Neferirkara furono rinvenuti numerosi papiri scritti in un corsivo molto particolare e di difficile interpretazione che furono molto utili per ricostruire la storia dell'Antico Regno da Isesi a Pepi II.

Piramide di Neferirkara
Tempio di Neferirkara

SEZIONE DELLA PIRAMIDE

a. ingresso
b. corridoio
c. camera sepolcrale

MISURE DELLA PIRAMIDE

Altezza originale: 70 m
Lunghezza della base: 105 m
Angolo d'inclinazione 53° 7' 48"

PIANTA DEL TEMPIO FUNERARIO

a. ingresso
b. vestibolo
c. cortile centrale
d. sala a 5 cappelle
e. santuario
f. magazzini
g. piramide di Neferirkara

Le ricerche pubblicate nel 1976 da Posener-Krieger evidenziano il contenuto di questi papiri. Essi riguardano l'amministrazione dei magazzini (depositi e prelievi di lino, natron, stoffe, grasso di bue, vasi), il personale alle dipendenze del faraone, le operazioni economiche, i prodotti alimentari, le vivande, il grano, le stoffe, la distribuzione dei viveri, l'architettura del tempio, lettere ed altri documenti.
Tutti i documenti del magazzino sono organizzati così:

  1. anno del documento
  2. indicazione del regno
  3. soggetto del documento
  4. organizzazione del documento:
    - data del servizio
    - annuncio delle
    - organizzazione degli uomini di servizio
    - nomi degli uomini di servizio

Questo modello rimane pressoché invariato ad eccezione del punto 4.
Altri interessanti papiri elencano le feste sostenute da Neferirkara:

Nome della festa
Descrizione
Festa di Sokar
Festa di Hathor
Festa degli emblemi divini
Festa indeterminata
Festa di Min
Festa Sed
Festa wdnt-ihj
Festa della notte del re
BIBLIOGRAFIA
Les archives du temple funeraire de Neferirkara Kakai (vol. I e II) Krieger-Posner
Conferenze del prof. Tiradritti a Legnano (MI) nel 2000 e a Milano presso il Circolo Filosofico nel 2002
inizio paginaintroduzione Altri argomenti: storia, cronologia, valle dei re, faraoni, erodoto, donna