La scimmia sul banco degli accusati


1925: PROCESSO ALLA SCIMMIA (Inherit the wind)- USA, 1988
regia: David Green (basato sul racconto di Jerome Lawrence e Robert e. Lee)

Nel 1925, una piccola cittadina del Tennessee, nel Sud degli Stati Uniti, improvvisamente si trova al centro della cronaca. Bertram Cates, un maestro elementare, è sotto processo per aver spiegato ai suoi studenti la teoria dell’evoluzione di Darwin, infrangendo così le leggi dello Stato. Cates è accusato dal procuratore Matthew Harrison Brady - candidato alla presidenza degli Stati Uniti - e difeso dall’avvocato Clarence Darrow.

Questo film, girato per la televisione, si rifà al cosiddetto "processo alla scimmia" tenutosi nel 1925 a Dayton (Tennessee): un’altra "pagina" di storia su cui riflettere.
In effetti, quello proposto è il remake piuttosto fedele, ma con toni meno esaperati, del film - ormai introvabile - Inherit the wind, (titolo in Italia: E l'uomo creò Satana) del 1960 per la regia di Stanley Kramer. L'adattamento teatrale, diretto da John Tillinger, è stato rappresentato al Royale Theater di Broadway.

locandina 9,4Kb I tentativi sempre più frequenti d’inserire l’insegnamento di concetti scientifici moderni nei programmi delle scuole superiori e delle Università, esasperarono quei gruppi di protestanti americani, forse la maggioranza, che credevano alla lettera nella veridicità del testo della Bibbia. Sebbene i difensori della religione dei padri non fossero tutti campagnoli dalla mente ottusa - alcuni erano teologi raffinati e di grande cultura -, è vero però che il fondamentalismo fu particolarmente forte nelle zone rurali del Sud e del Middle West. Nel Sud era in gioco qualcosa di più della religione: la teoria evoluzionista sembrava mettere in dubbio la stessa base concettuale del primato della razza bianca.

Dopo la prima guerra mondiale, i fondamentalisti, sotto la guida di William Jennings Bryan intrapresero una campagna propagandistica senza quartiere per l’introduzione di norme "ntievoluzionistiche", e nel 1925 ottennero l’approvazione di una legge del Tennessee che proibiva nelle scuole pubbliche l’insegnamento di qualsiasi teoria evoluzionistica non conforme alla versione della creazione contenuta nella Genesi.

Tutti i mali di cui soffre oggi l'America si possono far risalire alla teoria dell'evoluzione. Sarebbe meglio distruggere tutti i libri che sono stati scritti e salvare unicamente i primi tre versetti della Genesi.
W. J. Bryan (1924)

John Scopes 3,7Kb Sùbito dopo l’emanazione della legge, venne tratto in arresto John T. Scopes (a destra, nella foto), un giovane insegnante di biologia nelle scuole superiori della cittadina di Dayton, reo di aver insegnato le teorie di Darwin. Il processo fece sensazione, con un drammatico confronto tra le posizioni di Bryan, che si era subito dichiarato disponibile come consulente dell’accusa, e del più illustre patrocinatore del Paese, l’avvocato Clarence Darrow. Secondo Darrow e l’American Civil Liberties Union (l’associazione che intervenne per finanziare la difesa), il processo metteva in gioco la stessa libertà d’insegnamento. Comunque, Scopes venne giudicato colpevole e condannato al pagamento di un'ammenda. In appello fu confermato che la legge del Tennessee non violava la Costituzione, tanto che venne abrogata solo nel 1967. Poco dopo, in altri stati del Sud furono promulgate leggi contro le teorie evoluzioniste.
Ma il fondamentalismo aveva subìto un duro colpo: Bryan, presentatosi come esperto in materia biblica, era stato messo in ridicolo - durante il controinterrogatorio - dall’avvocato Darrow, che ne aveva evidenziato le idee incoerenti e l’esasperato puritanesimo, pochi giorni dopo morì per un colpo apoplettico.

Drummond chiede a Brady cosa pensa del fatto che la Bibbia parli genericamente di "un primo giorno" della Creazione.

Drummond: ma cosa ne pensa?
Brady: bèh..., non penso alle cose che... alle quali non penso mai.
Drummond: Oh, e le capita mai di pensare alle cose alle quali pensa?
Insomma, non è possibile che quel primo giorno possa essere durato 25 ore anziché 24? Non c'è modo di misurarlo? Non si può saperlo? Non può essere stato un giorno di 25 ore?

Brady: bèh, è possibile.
Drummond: Lei sta dicendo, davanti a questa giuria ed al mondo, che il primo giorno della Creazione è stato un giorno di una durata indeterminata?
Brady: no, no, no... sto dicendo che Dio non fa riferimento ad un giorno di 24 ore.
Drummond: può essere durato 30 ore, allora, o un mese, o un anno, o un centinaio di anni. O... dieci milioni di anni!

Secondo gli atti del processo, il dialogo tra Darrow e Bladley si sarebbe svolto in modo differente. Per questo, i creazionisti rifiutano sia la versione cinematografica che quella televisiva.

Darrow e Bryan - 5,2KbNel film, Bryan - in risposta alla domanda di Darrow - afferma che la creazione è avvenuta il 23 ottobre 4004 a. C. alle 9 del mattino. La trascrizione del processo è la seguente...

Darrow: signor Bryan, potete dirmi qual è l'età della Terra?
Bryan: no, signore, non posso.
Darrow: potreste in qualche modo avvicinarvici?
Bryan: Non vorrei fare un tentativo. Come scienziato è possibile farlo, ma io preferirei essere più accurato prima di tirare a indovinare.

Comunque si sia svolto il dibattito, occorre sempre tenere a mente che le riduzioni cinematografiche e televisive necessitano di dialoghi capaci di catturare l'attenzione del pubblico: per sottolineare questa esigenza, i nomi dei personaggi sono stati cambiati: Brady (per Bradley), Drummond (per Darrow), York e Cates (per Scopes, rispettivamente nel film e nel remake). Comunque, sebbene la sceneggiatura sia apparentemente di parte, i finali del film e del remake - tramite le parole di Darrow - sottolineano che lo spirito del processo non era sconfiggere il creazionismo, piuttosto difendere la libertà di pensiero.

Però, questo diritto non sembra tale. Tant'è che cinquantasei anni dopo, l’homo sapiens rifiutava nuovamente la sua discendenza animale...
Un’edizione del Times Newspaper del dicembre 1981, firmata dall’astronomo inglese Fred Hoyle, riferiva che le scolaresche dell’Arkansas, uno degli Stati più tradizionalisti d’America, si trovavano al centro di una singolare discussione, propagatasi anche a livello nazionale, fra darwinisti (sostenitori dell’evoluzione naturale) e creazionisti (che credono fedelmente nella Genesi).
Gli abitanti dell’Arkansas, che pagano tasse cospicue per finanziare il programma educativo, chiesero che nelle scuole non si tenessero lezioni in grado di ridicolizzare alcuni punti fermi delle loro convinzioni religiose. La legittimità di questa richiesta, veniva ricollegata allo spirito della legge americana, che delega la scelta ed il contenuto dei programmi educativi alla responsabilità dei singoli Stati, purché non siano in contrasto con la Costituzione. D’altra parte, la Costituzione non impone insegnamenti religiosi di qualunque natura nelle scuole, mentre gli abitanti dell’Arkansas volevano imporre la lettura della Bibbia. Insomma, si era creato un circolo vizioso. Lo Stato dell’Arkansas, recepì la mozione dei cittadini, che sosteneva l’impossibilità di spiegare ai giovani la natura dell’uomo senza il sostegno di concetti religiosi: se nelle scuole si dovesse insegnare solo un darwinismo rigoroso, ciò provocherebbe inevitabilmente una forma di denigrazione della religione, contrastando così - indirettamente - l’obbligo costituzionale di tenere i corsi educativi liberi da influssi religiosi. Ecco perché, sosteneva lo Stato dell’Arkansas, la natura dell'uomo e delle cose viventi va insegnata in modo bilanciato, con la presentazione agli studenti dei due punti di vista, il darwinismo e il creazionista.

caricatura Darwin 7,4Kb Così, con la disposizione 590, divenuta poi legge esecutiva dello Stato dell’Arkansas nel marzo 1981, si imponeva (come auspicato anche dall'allora Presidente degli Stati Uniti, Ronald Reagan) agli insegnanti di scienze naturali di presentare ai loro allievi con "trattamento bilanciato", ossia con equanime forza di persuasione, tanto la teoria evoluzionista che la creazionista. Il testo della legge, direttamente ispirato da frasi della Bibbia, caratterizzava l’ipotesi creazionista come un intervento diretto e recente di Dio nella creazione delle specie.

La discussione arrivò nelle aule del tribunale di Little Rock: L’Unione Americana per le libertà civili intentò causa contro lo Stato dell’Arkansas. Il processo fu per molte settimane al centro dell’attenzione ed i vari organi di stampa lo definirono, al solito con titoli di richiamo: "il processo a Darwin", "il processo alla creazione" e, perfino, "il processo alla scienza". Nel 1982, decine e decine di migliaia di predicatori, pseudoscienziati ed attivisti, condussero in America una lotta senza quartiere nelle assemblee parlamentari, nei consigli di gestione delle scuole, nelle chiese e nelle piazze per obbligare gli studenti delle scuole medie a studiare il racconto biblico della creazione e del diluvio come resoconti della storia aventi validità scientifica oltre che letterale. I creazionisti riuscirono a far passare in tre Stati dell’Unione leggi che obbligavano gli insegnanti a presentare come due dottrine scientifiche parallele il racconto biblico e la teoria dell’evoluzione.

Poi, il 5 gennaio 1982, a Little Rock, corredata da una motivazione che riempiva 38 cartelle, venne pronunciata la sentenza del giudice federale William R. Overton, che - dando ragione all’Unione per le libertà civili e torto allo Stato - abrogava la disposizione 590.

Alcuni fra i piú brillanti scienziati americani erano stati chiamati come testimoni, dall'una e dall'altra controparte, per avere lumi sulla scientificità delle teorie evoluzioniste, sulle prove sperimentali pro e contro, e su come distinguere tra spiegazioni scientifiche e credenze religiose. Ma il giudice Overton, evitò di sentenziare su questioni ove i filosofi di professione si sono scontrati per secoli. La sentenza venne saggiamente imperniata sul principio della separazione tra Stato e Chiesa: nessun gruppo, potente o marginale, in buona o in malafede, può utilizzare gli organi dello Stato, in particolar modo le scuole per imporre le proprie credenze religiose ad altri cittadini. Inoltre, tenendo presente che la teoria dell’evoluzione è una pilastro fondamentale dell’intero insegnamento scientifico, segue che, oggettivamente, lo sminuirla o il ridicolizzarla costituirebbe un handicap culturale per gli allievi, una volta pervenuti alle scuole superiori. Infine va contro i princípi delle libertà civili elementari costringere un insegnante a farsi garante di idee che ritiene intimamente errate.

Diciassette anni dopo, la vendetta... nei libri di testo delle scuole dello stato del Kansas verrà eliminato ogni riferimento alle teorie dell'evoluzione e del big bang. Secondo i responsabili della pubblica istruzione del Kansas, la teoria di Darwin in particolare, è un'ipotesi impossibile da verificare. Certo, nelle scuole elementari, medie e superiori agli insegnanti non sarà vietato (viva il progresso) parlare di evoluzione; tuttavia non avranno alcun supporto testuale ed in ogni caso dovranno puntualizzare che nessuno ha potuto confermare in laboratorio l'idea di uno sviluppo della vita verso forme più complesse.
Se pensate a come si possa spiegare lo sviluppo di ceppi batterici resistenti agli antibiotici, cucitevi la bocca, e anche il cervello: non è una prova di azione di forze naturali, ma la dimostrazione di quanto sia pericoloso l'intervento dell'uomo sulla natura.


A questo punto viene da chiedersi: se le prove geologiche e paleontologiche dell’età della Terra e dell’evoluzione animale sono insufficienti a schiacciare la teoria creazionista, evidentemente non devono essere conclusive. Eh no, sono ragionevolmente conclusive. Il fatto è che l'homo sapiens è anche "homo diabolicus": i creazionisti sostengono che i piani della creazione comprendevano anche una specie di storia dell’universo: fossili, sedimenti, ecc. In altre parole, Dio ha creato l'universo compreso di un passato che non è mai esistito!
Un’affermazione di questo tipo, non è confutabile. Certo, si possono invocare argomentazioni filosofiche e teologiche (perché Dio avrebbe voluto ingannarci?), ma senza una risposta conclusiva. In realtà, le polemiche fra creazionisti ed evoluzionisti sull’origine del mondo e della vita, sono solo marginalmente dibattiti scientifici: piuttosto costituiscono uno scontro tra due culture, due filosofie di vita in cui il valore delle prove e controprove scientifiche è del tutto secondario.
Perché l’accanimento contro la teoria dell’evoluzione è così acceso solo negli Stati Uniti? Perché la religione è prevalentemente protestante, non cattolica. E per i protestanti, la Bibbia è l’unica fonte di verità e lo Spirito Santo assiste ogni singolo credente nella lettura ed interpretazione del testo sacro. In Italia, dove la religione principale è quella cattolica, molte persone, pur in toni meno esasperati dei protestanti, non accettano la teoria dell’evoluzione nel timore di rifiutare gliinsegnamenti religiosi.
Ciò: dimostra che l’ignoranza di queste persone in materia di evoluzione va di pari passo con quella religiosa. Infatti, è vero che la teoria dell’evoluzione fu considerata, al suo nascere, antagonista del Dogma cattolico, per cui suscitò violente polemiche. Ma è anche vero che la Chiesa Cattolica, nel 1951, riconobbe che solo l’origine della vita e dell’uomo riguardano la Fede e che l'evoluzione non era contrastante con il Cattolicesimo. Nell’enciclica Humani generis, il pontefice Pio XII chiarì che mentre l’anima è frutto diretto dell’atto creativo, nulla è riportato nella Bibbia circa la creazione del corpo, per cui la scienza è libera di discutere l’origine dell’uomo.

In effetti, la Chiesa Cattolica (dopo lo scorno sancito dalla storia a proposito di Galileo Galilei) ha sempre chiesto grande cautela, nei semplici fedeli, nell’accostarsi alla Bibbia, ed ha richiesto che ogni edizione divulgativa avesse note esplicative, distinguendosi in questo dalle varie Confessioni protestanti, che sono rimaste fedeli ad un'interpretazione prevalentemente letterale del libro di Dio. La Bibbia non può essere presa alla lettera in ogni senso, in qualsiasi espressione; occorre anche tener presenti gli usi e i costumi, il livello di istruzione e di sensibilità dei popoli ai quali Dio, attraverso l’agiografo, si rivolgeva.
L’importante è individuare la sostanza del messaggio divino, al di là della forma in cui esso è espresso. E quanto a questo, molti cattolici e protestanti non hanno ancóra individuato, o rifiutano d’individuare, la natura del messaggio divino. Basta ricordare quel che succede in Irlanda, dove, a datare dalla sua indipendenza dall’Inghilterra (ottenuta nel 1921), i protestanti di origine inglese residenti nell'Ulster, che sono rimasti fedeli alla Gran Bretagna, si scontrano con le locali minoranze cattoliche (l’Irlanda è cattolica al 94 per cento). Niente è risparmiato: ogni bene di proprietà di avversari protestanti o cattolici permissivi (quelli che hanno per coniuge uno dell’altra parte) può essere obiettivo di un attentato.

La verità è che la teologia cristiana, come ogni altra teologia, non soltanto è contraria allo spirito scientifico, è anche contraria a qualsiasi tentativo di pensiero razionale. Non a caso il Genesi III fa padre della conoscenza un serpente: viscido, servile e ripugnante. E ancóra possiamo citare Orwell: <<l’ignoranza è forza>>. Tuttavia, presto o tardi anche i protestanti dovranno "digerire" la teoria dell’evoluzione, come i cattolici "ingoiarono" l’astronomia copernicana per un decreto del Sant'Uffizio l’11 settembre 1822, dopo quasi tre secoli che era stato pubblicato il De revolitionibus Orbis Celestium. Quando la ragione prevarrà, verrà meno lo strumento religioso per mascherare conflitti che di contenuto mistico hanno ben poco: finché le piccole comunità saranno occupate ad odiarsi, difficilmente cercheranno di capire le ingiustizie che hanno destato la parte rettile (più istintiva e aggressiva) nel loro cervello.

nemesi

copyright Marcello Guidotti, 1999
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