WOODSTOCK - LO STATO DELL'ARTE
|
L'enorme affluenza di pubblico,
da tutti gli States, ma anche dal Canada e perfino dall'Europa, mise in
crisi la manifestazione artistica. I performers erano bloccati negli ingorghi
e gli organizzatori dovettero noleggiare degli elicotteri per portarli
sul luogo del concerto. Tutto ciò sconvolse il programma, che a grandi
linee prevedeva una prima giornata dedicata al folk, una seconda all'hard
rock e la terza alla nuova corrente "pschichedelica".
C'erano poi le bizze degli artisti, che volevano fossero rispettate certe
"gerarchie". I più importanti doveva essere gli ultimi ad esibirsi, secondo
la pratica dei "normali" concerti. Jimi Hendrix, per contratto,
pretese di concludere il concerto. Joan Baez doveva essere il clou
della giornata folk. Avrebbe ceduto la posizione solo a Bob Dylan, se
questi avesse deciso di venire (ma non venne).
accesso
impossibile alla Yasgur's Farm...
|
In queste condizioni il programma saltò completamente, e il concerto divenne
un colossale happening. Il film che fu girato su quest'evento non poteva
ovviamente proporre tutti i numeri musicali. Già nelle premesse
si trattava di oltre 20 ore di musica (sarebbero poi state ben di più),
e quindi occorreva fare scelte drastiche per montare un film di 3 ore.
Il regista disse poi che non aveva abbastanza pellicola per filmare tutto,
così le scelte dovette farle a priori anziché in sede di montaggio.
Naturalmente ne fece anche in quella sede, e anni più tardi il materiale
scartato circolava in videocassetta col titolo Woodstock: The Lost
Performances.
Rispetto alla versione che fu diffusa nel 1970, l'edizione in DVD che
circola adesso ha comunque recuperato oltre mezz'ora di musica che era
caduta sotto le forbici dell'editor (un allora sconosciuto Martin Scorsese).
Ma è pur sempre troppo poco per afferrare il clima musicale del 1969.
L'esibizione dei Creedence Clearwater Revival è stata tagliata interamente,
così come quella dei Grateful Dead e di The Band: credo che pochi sappiano
che avevano partecipato anche loro (l'ho scoperto anch'io recentemente).
Per onestà, bisogna ammettere che lo scopo del film non era quello di
immortalare il particolare momento musicale, bensì il momento culturale.
I diritti del film vennero venduti a una scettica Warner Bros. per soli
100.000 dollari. Furono proprio gli organizzatori a suggerire alla produzione
la chiave di lettura dell'evento: mostrare agli americani i "freaks" dediti
alla musica, alla droga e all'amore libero, e scoprire che si trattava
dei propri rampolli, sarebbe stato uno choc non indifferente. E, aggiunsero
cinicamente, se tutto fosse finito in violenza e rivolta, tanto meglio...
Ne sarebbe venuto fuori un documento unico e inestimabile, vendibile in
tutto il mondo.
Così il regista si accinse a filmare il comportamento di quegli alfieri
della "controcultura", sul palco e fuori dal palco. In quest'ottica, i
numeri musicali interessanti erano quelli dal contenuto più politico e
provocatorio, e questo spiega sia l'assenza di numerosi interpreti dalla
scaletta del film, sia la mitizzazione di alcune performance oltre il
loro reale valore. La Warner Bros. si accorse ben presto di aver sottovalutato
l'evento, e cercò di rimediare acquistando decine di filmati amatoriali
in 8 mm., che furono mixati sapientemente con le riprese ufficiali, dando
così quell'impressione di happening così affascinante.
In fondo il mito di Woodstock non sarebbe cresciuto alle proporzioni attuali
senza quel bizzarro e affascinante film. La realtà, per chi aveva vissuto
l'evento in prima persona, era sembrata assai più prosaica e meno epica.
Con queste premesse, il film non è da considerarsi un documentario
nel senso classico del termine. Le performances musicali, oltre a essere
molto più numerose, non si erano svolte nell'ordine che vediamo nel film,
e ci sono voluti anni di studi e di ricerche per ricostruire il concerto
come in effetti si era svolto.
Al momento attuale questo è quanto si sa della cronologia delle esibizioni
sul palco di Woodstock:
Richie Havens. Il folk singer nero (uno dei pochi) non era un nome
di spicco. Tuttavia furono filmati due suoi numeri e Woodstock lo lanciò
nel mondo come una star. Fu un puro caso, era l'unico già sul posto il
pomeriggio del 15, e aveva fretta di andar via perché lo aspettavano ad
un altro concerto l'indomani. Fu buttato sul palco per primo e ci dovette
rimanere per un paio d'ore perché non c'era nessuno che potesse dargli
il cambio. Eseguì 9 canzoni, fra cui una versione di "Freedom" tirata
in lungo fino all'inverosimile per guadagnare tempo...
l'esibizione
degli Sweetwater
|
Sweetwater. Gruppo assolutamente minore, non venne filmato né
apparve mai nei vari bootleg dedicati a Woodstock. Praticava il rock psichedelico,
e avrebbe dovuto esibirsi domenica 17. Poiché aveva qualche trascorso
folk-rock, fu mandato sul palco a dare il cambio a Richie Havens ed eseguì
8 brani. Per saperne i titoli, si è dovuto contattare via e-mail i componenti
sopravvissuti. Nonostante l'oscuramento della loro presenza allo storico
raduno, ancora oggi il loro maggior vanto è quello di essere stati "la
prima band ad esibirsi a Woodstock".
Bert Sommer. Uno degli esordienti che avrebbero dovuto trarre vantaggio
dall'apparizione a Woodstock. In realtà la sua carriera si limiterà a
una canzone nelle classifiche del 1970 (We're All Playing In The Same
Band) e poi l'oblio, fino alla morte avvenuta nel 1990 (aveva 42 anni).
Sul palco cantò due canzoni, ottenendo un facile entusiasmo con una versione
di America di Simon & Garfunkel.
Tim Hardin. Era uno dei residenti a Woodstock Town, uno degli "immancabili"
a questa manifestazione. Nonostante il successo della sua If I Were
A Carpenter (che però fu più conosciuta attraverso la cover di Bobby
Darin) era un personaggio troppo schivo e modesto per diventare una star.
Cantò appena due canzoni come un esordiente qualsiasi, e non venne incluso
nel film. Morì di overdose nel 1980, a 39 anni, ma non bastò perché il
mondo si accorgesse di lui: non fu mai mitizzato al pari di Jim Morrison,
Janis Joplin e altri "giovani e dannati".
Ravi Shankar. Il chitarrista indiano, maestro di sitar,
era stato una delle attrazioni del Monterey Pop Festival, ma a Woodstock
non fece grande impressione. Eseguì tre medley, di cui l'ultima lunghissima,
oltre mezz'ora. Nemmeno lui venne citato nel film, e questo è veramente
strano, perché una spruzzata di misticismo orientale non mancava nella
"controcultura" dell'epoca. Era stato invitato apposta perché in perfetta
linea col programma di "peace & music", ma forse le delicatezze di cui
era capace il suo strumento erano inadatte a un'amplificazione per 500.000
persone...
Ravi Shankar
|
Melanie Safka
|
Melanie. Aveva inciso
un solo 45 giri fino a quel momento, Beautiful People, e pur potendo
vantare qualche passaggio in radio, nessuno la conosceva. Incontrò Michael
Lang nel momento in cui il concerto era ancora un'idea in embrione, e
chiese se poteva partecipare. Lang le disse di sì, e così lei venne a
Bethel. Ma Lang si era dimenticato di farle avere il pass degli artisti,
così Melanie, che pure era in lista per la prima giornata, dovette mostrare
la patente al servizio d'ordine per accedere al palco. Fu presa dal panico
guardando l'enorme folla, e dopo essere stata rinfrancata da Joan Baez
eseguì due canzoni in stato di trance. Melanie Safka cercò poi di sfruttare
al massimo questa occasione, ma pagò la mancata ripresa della sua
performance. Passato il momento, nessuno si ricorderà di lei.
Arlo Guthrie. Il figlio di Woody Guthrie stava cercando in tutti
i modi di rendersi degno dell'eredità del grande folk singer. All'epoca
era considerato un cavallo vincente, aveva anche interpretato un film
ispirato alla sua canzone Alice's Restaurant, e perciò un suo pezzo
(dei tre che eseguì) venne incluso nel film su Woodstock. Ma la sua fama
declinò rapidamente e oggi la sua apparizione appare immeritata, soprattutto
considerando la quantità e la qualità degli esclusi.
Joan Baez. La regina del folk doveva concludere la prima giornata,
e infatti la concluse, ma anzitempo, alla quinta canzone. Nessuno sa cosa
avesse in programma dopo. Ma alle 2 passate, sulle ultime note di We
Shall Overcome, un tremendo acquazzone si scatenò sul concerto, provocando
un fuggi fuggi generale. L'esibizione venne sospesa, e visto che diluviava,
vennero portati in salvo gli strumenti e gli amplificatori. Joan ebbe
comunque l'onore di due performance incluse nel film.
dopo
il mare di fango... ...
un bel bagno ristoratore!
|
Il mattino seguente l'enorme
folla affondava in un mare di fango. Molti ne approfittarono per andare
a lavarsi nel laghetto adiacente la fattoria (che non era White Lake,
ma uno più piccolo, chiamato Filippini's Pound) sotto l'occhio indiscreto
delle cineprese. Gli organizzatori erano in preda al panico, i viveri
non bastavano, la gente si agitava incazzata per il fango e la carenza
di servizi igienici, così pensarono bene di far iniziare la musica nel
primo pomeriggio per intrattenere la moltitudine prima che si mettesse
in testa idee pericolose... Però gli artisti stavano in albergo e non
avevano intenzione di fare gli "straordinari", così Lang e soci improvvisarono
un programma d'emergenza:
Quill. Erano un gruppo locale, gli organizzatori avevano offerto a
questi sconosciuti il ruolo di "collaudatori" degli impianti sonori per
ingraziarsi la popolazione di Bethel. Vennero mandati allo sbaraglio poco
dopo mezzogiorno, e non se la cavarono male. Eseguirono una sola canzone,
ma tantò bastò perché potessero vantare "a Woodstock abbiamo suonato anche
noi". Anche se incisero un album l'anno successivo, sparirono in fretta
dalla scena musicale.
Country Joe & The Fish. Joe McDonald era appena passato dal
folk alla psichedelia, ed era poco noto. Stava provando col suo gruppo
dietro al palco, quando venne spinto a forza davanti al pubblico per rilevare
i volonterosi Quill. Cantò quattro canzoni, e poi improvvisò una tiritera
anti-Vietnam che richiamò l'attenzione del regista Michael Wadleigh. Questi
stava caricando la cinepresa e non fu in grado di filmare la performance
dall'inizio, cosa per la quale si incazzò terribilmente con gli organizzatori,
rei di non averlo avvertito che quel tipo era un "contestatore" da tenere
d'occhio. Nonostante ciò, con quella canzoncina Country Joe McDonald si
conquistò un posto durevole nel mito di Woodstock.
John Sebastian. L'ex leader dei Lovin' Spoonful era giunto a Woodstock
(dice) per accompagnare alcuni suoi amici artisti. Sosteneva di essere
in crisi creativa e non era previsto che cantasse. Anche lui venne però
trascinato sul palco e dato in pasto alla folla. Per essere intervenuto
a sorpresa, sembra impossibile che la sua Younger Generation (unico
brano filmato dei quattro eseguiti) si ponesse così bene nella scia contestataria
di Country Joe. Il pubblico andò in delirio, e questa apparizione diede
una spinta alla carriera solista di Sebastian.
Keef
Hartley
|
Keef Hartley Band. Era un gruppo inglese, facente capo al batterista
Keef Hartley, veterano di decine di band del british blues. Nessuno è
stato in grado di sapere quante e quali canzoni abbia interpretato a Woodstock.
Doveva essere il gruppo d'apertura della seconda giornata, ma Country
Joe e John Sebastian avevano talmente scaldato l'ambiente, che tutto il
pubblico cantava in coro le loro facili filastrocche, e l'apparizione
di questa misconosciuta band passò del tutto inosservata.
Santana. La Carlos Santana Blues Band aveva abbreviato il suo nome
l'anno prima, ed era una delle attrazioni del Fillmore Theater di San
Francisco, il tempio della nuova musica psichedelica. Il suo lancio nel
firmamento delle superstar avvenne proprio a Woodstock, dove la sua esibizione
(4 brani) attirò l'attenzione del pubblico, ancora esaltato dai
provocatori numeri di Country Joe e di Sebastian. Il regista se ne accorse
e cominciò a filmare, nonostante il rock di Santana non avesse
implicazioni socio politiche... E fece bene, il virtuosismo delle percussioni
in Soul Sacrifice è uno dei pezzi forti del film.
Incredible String Band. Era un altro gruppo giunto dal Regno Unito
(scozzese per la precisione) che passò inosservato. Normalmente
era un trio, ma a Woodstock si presentarono in due. Eseguirono tre brani,
di cui un breve passaggio finì in The Lost Performances.
The
Incredible String Band
|
Canned Heat. Uno dei gruppi più popolari del momento, facevano
dell'ottimo rock-blues. L'anno precedente erano entrati nei Top 20 con
On The Road Again, che però non eseguirono a Woodstock.
Il regista Michael Wadleigh li ritenne comunque degni di una ripresa,
e filmò Going Up The Country, che divenne poi il loro più
famoso cavallo di battaglia. Fecero 5 brani in tutto, e sembravano avviati
verso il rango di superstar, ma l'anno successivo la morte di Alan Wilson,
il cardine della formazione, portò allo scioglimento della band.
Grateful Dead. I nuovi profeti della psichedelia, i trionfatori
del Fillmore Theater, fecero miseramente fiasco a Woodstock. Nel pomeriggio
di sabato si era rimesso a piovere, e stando a Jerry Garcia, il talentuoso
chitarrista del gruppo, gli strumenti restituivano improvvise scariche
elettriche che impedivano di suonare decentemente. Fecero i loro 4 pezzi
in qualche modo e scapparono via. I loro fans rimasero molto delusi, e
i Grateful non vantarono mai la loro presenza a Woodstock (anche perché
non ne avevano bisogno, erano lanciatissimi).
Creedence Clearwater Revival. Un altro gruppo che non aveva bisogno
di Woodstock erano proprio i Creedence. Erano fra i primi a essere stati
scritturati, e dovevano essere una delle tre maggiori attrazioni (con
i Jefferson Airplane e gli Who). Rimane un mistero il silenzio intorno
alla loro esibizione: fecero ben 11 pezzi, tutti smash hits di quel 1969,
ma nessuno di questi fu incluso nel film. Può darsi che le condizioni
del tempo impedissero pure a loro di suonare decentemente, fatto sta che
la loro presenza è documentata solo in qualche bootleg.
Janis Joplin. Dopo i Creedence, lo show fu interrotto per qualche
ora. Non era solo per la pioggia... Janis Joplin, The Who e i Jefferson
Airplanes non intendevano esibirsi. Volevano i loro soldi, e anticipatamente.
Con un giro di telefonate i soldi arrivarono, e Janis salì sul
palco tra le ovazioni della smisurata platea. Era un personaggio molto
amato, diventata una star già dal Festival di Monterey, quando
si era presentata come vocalist di gruppi dal nome impossibile.
Cantò tutti i suoi cavalli di battaglia (10 pezzi), e stupisce
che il film abbia immortalato un brano suggestivo ma in fondo "minore"
come Work Me, Lord.
Sly & The Family Stone. La performance di questo gruppo funk
di neri aggressivi e ribelli preoccupava non poco gli organizzatori. Sly
e soci erano abituati ad arringare il pubblico, a invitarlo a salire sul
palco, per gridare insieme la rabbia degli emarginati. Solo che normalmente
si esibivano in club e piccoli teatri, cosa sarebbe successo con una folla
di mezzo milione di persone? Vennero invitati alla calma, ma non ce ne
fu bisogno. Il pubblico era praticamente tutto bianco, e partecipava solo
per simpatia alle rivendicazioni dei neri. Non esplose proprio nessuna
rabbia quando Sly, dopo i primi 7 brani, intonò la provocatoria
I Want To Take You Higher, e l'esibizione filò via senza
problemi. Il regista comunque la filmò perché funzionale
al clima di protesta politica che Woodstock doveva rappresentare.
The Who. Era notte fonda quando il gruppo inglese salì sul
palco. Gli Who aveva appena scritto Tommy, la loro rock-opera,
ma erano un po' chiusi da altri gruppi in patria, e volevano conquistare
l'America. Non si risparmiarono e infilarono 24 brani uno dietro l'altro,
con un'energia tale che il regista Wadleigh, poco interessato alla scena
inglese (era lì in fondo per documentare una realtà americana)
volle immortalarne almeno qualche canzone. Pete Townsend gli diede molta
soddisfazione, spaccando chitarre come un ossesso (anche sulla testa di
un malcapitato che era salito sul palco, ed era nientemeno che il leader
del movimento Yippie).
Jefferson Airplane. Ed eccoli finalmente, i più attesi e
idolatrati eroi della musica psichedelica. A San Francisco gli Airplane
erano considerati un gradino sotto ai Grateful Dead, ma nel resto della
nazione non c'era competizione. Grace Slick sovrastava tutti con la sua
voce magica, fin dal debutto a Monterey. A Woodstock fu un altro trionfo,
con due canzoni incluse nel film. Sarebbero stati poi presenti anche ad
Altamont, ma in quell'occasione nessuno trionfò, se non la stupidità.
Comunque alla fine delle loro 8 canzoni, la voce di Grace salutava il
sole che spuntava dalle colline. Il secondo giorno era passato, e tutto
sommato le cose sembravano andare bene.
chi
dorme... chi
mangia... |
chi
beve... chi
fuma... e
chi... |
Durante la mattina non accade
nulla di particolare. La gente dormiva (se poteva), si aggirava in cerca
di cibo, si fumava ogni tipo di erba che gli capitasse a tiro... Gli Iron
Butterfly, uno dei primi gruppi di hard rock, erano intanto giunti
a New York, e chiedevano un elicottero per venire al concerto. L'elicottero
non fu mai mandato, e le versioni sull'accaduto discordano molto:
il solo fatto certo è che non vennero a Bethel e tornarono in California.
La scaletta del concerto era ormai saltata, e gli organizzatori fecero
la conta degli artisti che dovevano ancora esibirsi: erano solo una decina,
e non parve il caso di riprendere il concerto prima delle 17.
Joe Cocker. Uno degli autentici miracolati di Woodstock. Essendo inglese
e poco conosciuto, fu mandato sul palco per primo nel pomeriggio di domenica.
Aveva piovuto ancora e intorno al palco c'era poca gente. Come quinta
canzone, intonò un brano "minore" dei Beatles, With
A little Help Of My Friends, e ne diede una versione talmente elettrizzante
da stupire il mondo. Il brano, incluso nel film, è uno dei più
noti simboli di Woodstock, e lanciò Cocker come star da un giorno
all'altro.
Country Joe & The Fish. Il furbissimo Joe aveva capito che
Woodstock poteva fare e disfare le carriere degli artisti, e pretese di
cantare ancora, sostenendo che l'esibizione di due giorni prima era stata
improvvisata e non valeva. Doveva fare il suo show di domenica, e quindi
adesso toccava a lui secondo programma. Visto il successo riscosso precedentemente,
e poiché l'artista non pretendeva un doppio compenso, fu rimandato
sul palco, dove eseguì sei pezzi, riproponendo la sua filastrocca
Fish Cheer tra l'entusiasmo generale.
Mountain. Si trattava di un altro gruppo pioniere dell'heavy metal,
guidato dal chitarrista Leslie West. Eseguì 11 brani, di cui nessuno
appare nel film. Come negli altri casi, la mancata visibilità non
aiutò la carriera di questo gruppo, anche se il tardivo video Lost
Performances li mostrerà mentre suonano Southbound Train.
Alcuni titoli dei brani da loro eseguiti sono sconosciuti ancora oggi,
e nemmeno lo stesso Leslie West se li ricorda.
Johnny
Winter
|
Ten Years After.
Anche questo gruppo inglese avrebbe avuto lo stesso esito dei Mountain
se non fosse stata filmata la loro furiosa esecuzione di I'm Going
Home (10 minuti abbondanti!). Precedentemente avevano eseguito altri
tre brani, passati così inosservati che non finirono nemmeno nei
bootleg: per saperne i titoli si dovette chiederli ad Alvin Lee, il leader
della band.
The Band. Il mitico gruppo di accompagnamento di Bob Dylan aveva
fatto il suo debutto come band autonoma l'anno precedente, incidendo un
repertorio molto raffinato di folk-rock, scritto e arrangiato in quel
di Woodstock Town. Robertson e soci non potevano quindi mancare a un evento
che in qualche modo li riguardava, e suonarono 10 dei loro pezzi. Stupisce
che l'unico filmato (il celebre The Weight) sia poi stato scartato
in sede di montaggio, e non compaia nemmeno nella recente versione Director's
Cut ma solo in Lost Performances.
Johnny Winter. Era un altro dei debuttanti che originariamente
dovevano fare da contorno a pochi big. Chitarrista di talento,
aveva fondato un gruppo di nome Winter, ma non è chiaro
se a Woodstock si fosse presentato come solista. Comunque eseguì
una sola canzone (Mean Town Blues) che è presente in Lost
Performances.
Blood Sweat & Tears. Tra le prime formazioni di Jazz Rock,
la band newyorkese che faceva capo ad Al Kooper aveva proprio nell'estate
del 1969 un 45 giri in classifica, Spinning Wheel, che fu eseguita
come terza delle 5 presentate. Ma non ci furono né film né
bootleg per BS&T, un altro mistero inspiegabile...
Crosby, Stills & Nash (and Neil Young). Il gruppo californiano
è l'icona vivente del concerto di Woodstock, che fu la sua consacrazione
al rango di superstar. Fra le cose recuperate nel Director's Cut ci sono
ben due loro canzoni, in aggiunta alla celeberrima performance di Judy
Blue Eyes. Fu a Woodstock che il trio divenne un quartetto, grazie
all'immediata intesa che si sviluppò con Young. Questi partecipò
solo ad alcune delle 16 esecuzioni in veste di ospite, per cui l'esibizione
è accreditata ufficialmente al trio originale e non alla formazione
allargata CSN&Y.
Paul
Butterfield
|
Paul Butterfield Blues Band. Una delle più pure espressioni
dell'urban blues bianco di Chicago. Forse un po' fuori posto nella scaletta
del concerto, avrebbe dovuto esibirsi durante la prima giornata, fra le
star del folk sarebbe stato più a suo agio che fra quelle del rock.
Non è dato sapere il perché di questa sua collocazione,
forse la solita storia degli ingorghi stradali... Butterfield eseguì
i suoi 5 pezzi mentre spuntava l'alba di lunedì, davanti a un pubblico
stanco e distratto. Il primo di questi appare in Lost Performances.
Sha-Na-Na. Se avessero avuto il talento di Joe Cocker, anche gli
Sha-Na-Na sarebbero da considerare miracolati da Woodstock. Questi sconosciuti
reinterpretavano ironicamente il rock'n'roll anni '50, e quindi erano
ideali per il palcoscenico e gli spettacoli live. I 9 brani eseguiti eccitarono
il pubblico finché Wadleigh non si decise a filmarne almeno uno
(la classica At The Hop), facendoli diventare famosi in tutto il
mondo. Ma la cronica carenza di materiale originale li condannò
a un rapido declino di popolarità.
Jimi Hendrix. La star più pagata del concerto iniziò
la sua performance quando il sole era già alto, e gli spettatori
stavano raccogliendo le loro cose per andarsene via. E' stato calcolato
in 320.000 il numero delle persone che quel lunedì mattina erano
già andati via prima della sua esibizione. Molto professionalmente
Hendrix non si risparmiò ed eseguì un programma di 16 pezzi.
Memorabile, e diventata un'altra classica icona di Woodstock, la sua irriverente
versione di The Star-Spangled Banner, davanti a uno scenario da
disastro post atomico.Una lugubre allegoria della situazione sociopolitica
del momento...
|
Alla resa dei conti, avevano
partecipato 31 fra gruppi e solisti, eseguendo non meno di 210 canzoni.
Il film, anche nella versione estesa chiamata The Director's Cut, presenta
28 brani di 18 diversi artisti. Appare evidente che l'eco della partecipazione
a Woodstock si sarebbe spenta presto se non ci fosse stato il film a perpetuarne
il mito. Basti pensare ai bei nomi del rock di cui non ci si ricorda più
la presenza perché non inclusi nel film...
Michael Wadleigh fece le sue scelte da uomo di cinema, non da critico
di musica rock, e così le fortune e i flop di alcuni dei partecipanti
all'evento musicale più importante del secolo, sono da addebitare
in ultima analisi proprio a un cinematografaro che di musica non capiva
molto più di un qualsiasi fan.
|