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da L'UNIONE SARDA 21 Maggio 2011

ANALISI DEL VOTO.

Sulla sconfitta elettorale oggi conferenza

stampa di Nizzi

Sanciu non si fa azzannare

Lettera dalla Provincia con 15 firme: noi compatti

Posta in gioco e veleni. Obiettivo: cacciare Fedele Sanciu dalla Provincia. La sfida pesa già 29 righe. A firmare la paginetta dattiloscritta sono i 15 della maggioranza. Ovvero, gli stessi finiti nel mirino dell'asse sinistra-destra che ha espugnato il Comune e adesso punta al raddoppio in via Nanni. Ma ecco la risposta di Pdl, Udc, Riformatori, Psd'Az e Udc: «A prescindere dal significato politico che si vuole attribuire alle elezioni di Olbia - si legge - non si registrano motivazioni di ordine politico o amministrativo che possano minare la stabilità dell'attuale assetto». Ieri, intanto, Settimo Nizzi si è visto coi suoi, per la prima volta dopo la sconfitta.Olbia US 210511stat
IL DOCUMENTO Dunque, Sanciu e alleati non hanno alcuna intenzione di farsi mandare a casa. «Un grande senso di responsabilità - hanno scritto - caratterizza tutti gli appartenenti alla maggioranza, impegnata, con la necessaria responsabilità, a condurre l'Ente a favore dell'intera comunità». Di qui una rasoiata: «È anche per questo che vengono rigettati gli squallidi e ridicoli tentativi di destabilizzare il quadro politico. Azioni intentate da quanti, evidentemente, non hanno a cuore le sorti del territorio. Bensì intendono raggiungere scopi personalistici che appaiono di basso profilo politico ed etico».
GLI EQUILIBRI DI VIA NANNI Hanno un destinatario, le 29 righe del centrodestra. Sono i 12 della minoranza. Così divisi: 6 Pd, più due a testa per Upc, Idv e Fli. Ovvero, uno scranno in meno rispetto alla maggioranza che ne ha 13. Ma quella di via Nanni è soprattutto una battaglia anti Pdl. Per una serie di ragioni, a cominciare dal fatto alle comunali di domenica e lunedì il partito berlusconiano ha smarrito il 13,67 per cento di consensi. Così rispetto al 2007. Segni di cedimento che gli avversari vogliono sfruttare, perché si colgono anche in Provincia. Quindi, l'obiettivo è trasformarli in onda lunga. Infatti: i pidiellini di via Nanni candidati a Olbia erano due: Pietro Carzedda e Gigi Carbini . Carzedda, assessore all'Ambiente, è stato rieletto. Carbini no, diventando così un capogruppo con poco peso politico, quindi facilmente attaccabile. In quota minoranza promossi invece Gesuino Achenza (Upc) e i democratici Marino Achenza e Antonio Loriga . Capitolo a parte per Gesuino Satta , l'Udc che si contende il seggio coi Riformatori. Di certo, l'asse sinistra-destra dà la sensazione di voler sfruttare ogni falla aperta in casa Pdl. Buchi neri che, in tempi di consensi in calo, rischiano di sbilanciare la maggioranza. Per ora, tuttavia, il blocco di via Nanni si mostra compatto. Lo dimostrano le firme in calce. E ci sono tutte. Oltre gli olbiesi, ecco gli altri due Udc Salvatore Taras e Paolo Pilu ; i Riformatori Salvatore Marrone e Luca Montella ; i Psd'Az Quirico Sanna e Mario Scampuddu . Infine: Tonino Braccu (Dc) più i Pdl Francesco Pala (presidente del Consiglio), Mario Mulas e Andrea Nieddu .
IL VERTICE PDL Ieri, è cominciato alle 18 il faccia a faccia sulle comunali. Nizzi si è messo subito in discussione (oggi lo farà in una conferenza stampa). Al setaccio ha passato i suoi incarichi: è deputato, presidente del Cipnes e vicecoordinatore del Pdl sardo. Caselle che la pancia votante della città ha digerito poco, punendo anche Francesco Sanciu , fratello di Fedele, il senatore-presidente che, quanto a poltrone, è l'altro dominus del partito. Ieri, però, nessuno ha messo in discussione la leadership di Nizzi. Anzi: gli eletti Marzio Altana , Angelo Cocciu e Tiziano Pinna si sono schierati con Nizzi, riconfermando il ruolo di guida. Idem Carzedda, ma anche l'escluso Giampiero Palitta . E via via molti altri. La questione degli incarichi l'ha sollevata pure Tonino Pizzadili , uno degli 11 premiati alle urne e non nuovo nel reclamare una diversa gestione del Pdl (Pizzadili ne ha digerite parecchie: per esempio doveva essere lui il candidato presidente delle provinciali). Insomma, dal carro degli sconfitti non è sceso ancora nessuno. E sembra questa la ricetta condivisa per ripensare il partito che, hanno detto in tanti, deve aprirsi di nuovo alla città.

Alessandra Carta

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da L'UNIONE SARDA 21 Maggio 2011


IL CASO.
Liliana Pascucci

Voti spariti: «I conti non tornano»

US pascuc 210511

Capogruppo uscente del Pd in Consiglio comunale, una delle principali tessitrici del dialogo del centrosinistra con Gianni Giovannelli, sostenitrice convinta della Coalizione e della lista carrarmato dei democratici: Liliana Pascucci, protagonista della nuova stagione politica, per ora resta fuori dall'Aula. Un'assenza che non durerà molto: è prima dei non eletti e, con le nomine degli assessori, il posto in Consiglio (se non in Giunta) ci sarà.
Nella sua bacheca facebook denuncia problemi nel conteggio delle preferenze. Cosa è successo?
«Diverse persone che mi hanno votato si sono accorte, guardando il sito del Comune, che il loro voto non risultava. Sono stata subissata di telefonate. Ho scritto quel messaggio ai miei elettori, per spiegare che ancora si stanno facendo i conteggi. È successo a me e ad altri. Privare i cittadini della certezza del loro voto, per una macchina elettorale che non ha funzionato, è antidemocratico. Credo che questa vicenda aprirà la strada a una serie di ricorsi».
Qual è stato l'elemento fondamentale nel successo della Coalizione?
«Il progetto e il sindaco. Nella Coalizione c'è stato da subito lo spirito giusto, abbiamo fatto una scelta che andasse al di là del sistema tradizionale dei partiti e delle vecchie ideologie, costruendo, in nome di quello che ci univa, un progetto per Olbia. Crediamo tutti nella giustizia sociale e nel rispetto della persona e questo penso vada al di là delle ideologie. Gianni Giovannelli era la persona giusta per unire le forze e concretizzare la nostra idea di città».
In Consiglio ci sono quattro donne e almeno altre due sono in pole position, tutte in maggioranza, e il sindaco ha garantito che ce ne saranno anche in Giunta. Che ruolo svolgeranno?
«Questa è forse la più grande rivoluzione. Le donne avranno un peso importante in questa amministrazione. Tra l'altro si tratta di persone molto impegnate nelle professioni e nel sociale che porteranno una grande energia e una visione nuova dei problemi. È la nostra occasione per trasformare la città».

Caterina De Roberto

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da La Nuova Sardegna VENERDÌ, 31 LUGLIO 2009

 Presidente del Fondo ambiente
Chi è la signora dell’ecologia

nuova310709 (3]Giulia Maria Mozzoni Crespi, erede di una dinastia di imprenditori tessili, tra gli ultimi esponenti della grande borghesia lombarda, prima di dedicarsi all’ambiente fu ai vertice del Corriere della Sera quindi del gruppo l’Espresso. Nel ’75 dà vita al Fai, il Fondo per l’ambiente italiano, che da allora presiede. E’ sostenitrice dell’agricoltura biodinamica, coltivazioni basate sul recupero e senza chimica, sperimentata in Lombardia quindi nella zona di Palau, dove da molto tempo ha una casa.
 

da La Nuova Sardegna VENERDÌ, 31 LUGLIO 2009

Giulia Maria Crespi: «Sul piano casa fate un passo indietro»

La politica ambientale di Soru e quella di Cappellacci «L’isola si può salvare ma bisogna tornare alle regole»

Occorre puntare su un turismo di qualità e disciplinato, sui prodotti tipici e sulle primizie, su artigianato, zootecnia e agricoltura Non è il mattone la soluzione alla crisi

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di Antonello Palmas
 PALAU. «Sono in Sardegna da 50 anni e l’amo un po’ come se fosse la mia terra. Ne ho vissuto tutti i passaggi. Quel che sarebbe importante è mantenere per le future generazioni un patrimonio che altri vogliono distruggere». E’ la premessa di Giulia Maria Crespi, presidente del Fai, nella sua casa di Palau prima di una lunga chiaccherata che verte attorno ai problemi di un’isola che ha adottato e che l’ha adottata.
 - Signora Crespi, non ha mai nascosto di apprezzare la politica ambientale di Soru.
 «Trovo che Soru avesse fatto delle norme che proteggevano l’isola dalle mire dei palazzinari. La verità è che chi vuole speculare in Sardegna sono i continentali. Sulla pelle di chi ci abita».
 - I sardi stanno cedendo alle lusinghe dei cementificatori?
 «Mi sembra che il territorio sia in mano agli speculatori, guardate cosa vogliono fare in Costa Smeralda, Ma non mi pare che ci siano troppi proprietari sardi. Certo l’isola è molto poco aiutata. Ad esempio: un mio vicino agricoltore in primavera ha visto andare in malora i suoi campi perchè mancava l’acqua. Eppure il Liscia è pieno, ma mi dicono che non è stata prevista l’irrigazione per le coltivazioni sulle riva del fiume, come altrove. Eppure ci sono i rondò con l’erbetta inaffiata e le ville con le piscine piene».
 - Soru cercò di cambiare le regole: Cappellacci le sembra altrettanto riguardoso delle esigenze ambientali?
 «Le regole davano fastidio a molti. Col progetto della nuova Giunta aumentano le volumetrie sino al 20%, anche in sopralevazione; +30% con la riqualificazione dell’immobile; entro i 300 metri dal mare si può costruire il 10% in più. Si può avere il 30% in più per abbattimento e ricostruzione, il 40% per abbattimento entro i 300 metri con trasferimento di cubatura in lotti compatibili previe delibere comunali e cessione dell’area. E dove mettiamo l’autocertificazione dei costruttori? Basta la firma di un professionista qualunque».
 - Se Soru difendeva l’isola, perchè l’hanno bocciato?
 «Non sono una politica per dirlo. Forse ci sono stati errori nella comunicazione. Il fatto è che la gente pensa solo all’immediato e non pensa al domani. Ma il domani arriva. Quando sarà troppo tardi ci si renderà conto dei disastri compiuti. L’errore che si fa è pensare che a quest’isola occorra il turismo di massa. Ma non porterebbe soldi per davvero».
 - E cosa serve, allora?
«Un turismo di qualità, un turismo disciplinato, rispetto per i piani paesistici».
 - Che suggerimento darebbe a chi sta per approvare il Piano casa sardo?
 «Di fare un passo indietro. Di ripensare. Di non avallare l’autocertificazione. Di aiutare piuttosto l’agricoltura, la zootecnia; di favorire e aiutare i prodotti tipici locali, l’artigianato, di promozionarli».
 - Lei che in Sardegna è di casa, può dirci se e come l’ha vista cambiare?
 «Certo che l’ho vista cambiare. Terribilmente in peggio. Ho visto troppe costruzioni, brutture di ogni tipo. La conseguenza è che anche il turismo negli ultimi anni non va poi così bene. La Sardegna ha un patrimonio di siti antichi non valorizzati, anche quelli nuragici e prenuragici. Tutto questo non fa molto bene. La ripresa in grande stile della piaga degli incendi contribuisce a peggiorare le cose: un incendiario io lo metterei in cella per anni, ci sono stati morti e danni enormi ma tutti se ne infischiano. La proposta dell’ergastolo? Lo sostengo da anni. Perchè questi fenomeni prima non si verificavano?»
 - Che interessi ci sono dietro questi fatti?
 «Ci sono in mezzo un po’ di vendette, un po’ di speculazioni e un po’ di “divertimento”. Ci vorrebbero delle leggi speciali, con una notevole rivalutazione del ruolo della Forestale. I ritardi nell’arrivo degli aerei e elicotteri da cosa dipendono? Le disfunzioni nell’apparato di intervento sono state tantissime».
 - Signora Crespi, sta facendo un quadro poco rassicurante. La Sardegna ha parte del territorio intatto, si può ancora salvare?
 «La Sardegna è talmente bella, talmente straordinaria, che in molti punti si può ancora salvare. Ma occorre cancellare la mentalità per cui io vendo mio figlio per fare cassa. È una delle regioni che ha recepito nella maniera peggiore il Piano casa nazionale, perchè? Stanno svendendo la Sardegna facendo credere che in questo modo si incentiva la ripresa. Aver dato alle regioni la possibilità di darsi ciascuna le sue regole è come dividere l’Italia in pillole, per dirla con Einaudi. Una cosa triste, L’Italia è una sola, con bellissime specificità. Occorrono regole unitarie: piani paesistici, piani regolatori, puc».
 - Il mattone come unica soluzione alla crisi?
 «Certo qualche soldo in più entrerà. Ma a che prezzo? No, non c’è solo il mattone. Non ci si occupa delle campagne, si potrebbe puntare sulle primizie e non viene fatto. Invece si combinano un sacco di stupidaggini, costruendo nelle zone fluviali, deviando le acque, così da provocare disastri come le alluvioni di qualche mese fa».
 - Si rende conto che parlare di ambiente non è molto di moda. C’è la crisi...
 «Infatti un’ambientalista come me è considerata una specie di cretina. Ma di questi cretini al mondo ce ne sono sempre di più. E vedremo cosa succederà se si permette la distruzione. La distruzione significa che una cosa è distrutta e basta. Ma i cementificatori saranno felici. E’ come un padre che rende la figlia puttana per fare soldi. Vabbene che le puttane ultimamente sono piuttosto in voga... Come dire: piacciono».
 - Berlusconi e la crisi?
 «Preferisco non parlare di politica».
 - Un bene il G8 spostato all’Aquila? Lei se lo sarebbe ritrovato a domicilio.
 «A Palau sono arrabbiati per questo. Probabilmente è un’occasione persa. A La Maddalena sono stati spesi dei soldi per dei lavori, spero che ora non distruggano anche l’arcipelago con la scusa di rilanciare l’economia. Ma le economie sono tante, c’è ad esempio quella dei pescatori che sono sempre meno, hanno sempre meno pesce, e devono fare i conti con l’inquinamento».
 - A proposito di inquinamento, la chimica sarda rischia di chiudere.
 «Se parliamo di Porto Torres, ci sarebbe da rilevare che la chimica ha distrutto una zona stupenda da sfruttare per il turismo. Però c’è il problema dei tanti disoccupati. Occorre programmare una riconversione, riportare la gente nelle campagne. Invece chi lavora nei campi è considerato di seconda categoria. E’ un lavoro duro che ha una resa limitata. Ma qui in Sardegna ci sono prodotti straordinari, primizie, prosciutti, formaggi, ricotte, miele. Non rendono come un condominio. Ma attenzione, molte case cominciano a essere vuote. Guardiamo cosa succede in Spagna, in che stato si è ridotta con tutti i suoi vani sfitti. Ma i palazzinari, loro sì, possono sorridere».
 - Vuol dire che l’isola rischia di fare lo stesso?
 «Dipende da chi Cappellacci vuole accontentare. Io mi limito a osservare. Il Piano proposto mi spaventa molto. Occorre tornare alle vie legali. Invece cosa si fa? Si educa il cittadino all’immoralità. Chi segue la prassi regolare è un imbecille. Ma la società è anche piena di gente onesta. Qui ne conosco tanta ed è per questo che l’amo questo posto. Come se nelle mie vene scorresse quel sangue sardo che invece non ho».
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Nuova pagina 1

 da La Nuova Sardegna GIOVEDÌ, 19 MARZO 2009

L’INDUSTRIA DEL MARE

Un altro anno boom per la regina delle cozze

I produttori riuniti in consorzio adesso chiedono nuove aree per gli allevamenti

di Luca Rojch

  12 ol cozze 190309   13 ol cozze 190309

OLBIA. La cozza tira più della Fiat. L’industria dell’oro nero continua a crescere, più forte della crisi. Profitti da record per la fabbrica sui flutti. La crisi economica non svuota il piatto di chi vive tra i filari. Coltivatori del mare che ondeggiano sul loro capitale. Sorvegliano le loro fattorie blu pronti a moltiplicare gli incassi. Il 2009 sarà un anno d’oro per chi semina tra le onde. Ma i re Mida che trasformano l’acqua in oro nero rischiano di scomparire. Stritolati dalle navi di linea, dalle crociere, dalla nautica. Il golfo diventa troppo stretto e gli agricoltori del mare, simbolo della città, sembrano destinati all’estinzione.
 I produttori chiedono più spazio. Ogni anno tirano su 50 mila quintali di cozze. Un giro di affari da 10 milioni di euro che dà lavoro a oltre 300 persone. Solo il 10 per cento delle cozze rimane in città. Il resto viene venduto tra i mercati dell’isola e quelli della penisola. Numeri da record, ma la crescita è finita. La produzione intensiva ha raggiunto i limiti del sistema. Per far crescere la grande fabbrica della cozza servono nuovi spazi vitali. Il futuro delle 10 aziende gioiello che hanno anche creato un consorzio è legato al piano regolatore del porto. Una sorta di bibbia del golfo che deve decidere quali spazi assegnare a ogni attività. «Per ora sono dedicati alla mitilicoltura 100 ettari - dice il presidente del consorzio dei produttori, Raffaele Bigi -. È chiaro che se si vuole puntare su questa attività anche in futuro si devono assegnare spazi adatti. Per questo abbiamo un pacchetto di proposte da fare all’autorità portuale. Il 23 ci sarà un incontro. Noi chiediamo che vengano date una parte delle aree interne dall’isola del Cavallo fino alla Peschiera. Sono aree di alto pregio naturale che non potranno essere utilizzate per farci passare le navi. Noi le utilizzeremo solo nei mesi invernali».
 Bigi mette in evidenza un altro aspetto. «La stagione sarà buona come le altre, ma se vogliamo far continuare una delle attività più radicate e prestigiose della città serve un piano concreto. Le nostre attività hanno anche una funzione ecologica fondamentale. Senza l’attività degli stabulari l’attività di filtraggio delle acque verrebbe meno. Si interromperebbe un ciclo vitale per il golfo. Non si può tralasciare questo aspetto se si vuole salvaguardare la salute del golfo. Per questo chiediamo che il piano regolatore del porto tenga conto anche delle nostre richieste».
 Un po’ per non cancellare un pezzo della storia romantica della città, un po’ per non gettare in mare 10 milioni di euro prodotti dalle imprese dei mitilicoltori consorziate, la politica non può ignorare il suo oro nero.

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 «Fate attenzione ai taroccamenti»

14 ol coz tar 140309OLBIA. L’ultimo pericolo è la cozza taroccata. Frutti di mari stranieri, che nel golfo non sono stati neanche sciacquati, fatti passare per prodotti autoctoni. Nati e cresciuti nelle acque chete di Cala Saccaia. L’allarme contro l’invasione della cozza contraffatta arriva dal presidente del consorzio Raffaele Bigi. «Capita che vengano messe in commercio partite di cozze e vengano spacciate come locali - spiega Bigi -. In realtà non lo sono. I consumatori devono stare attenti a cosa acquistano. È facile capire se il prodotto che si compra è di Olbia. C’è il marchio del consorzio a fare da garanzia. Il bollino è già presente nelle fascette delle confezioni e dà la certezza che la cozza è di Olbia. Ma anche che si sono seguiti standard di produzione e pulizia molto rigidi e previsti nel disciplinare del consorzio. Noi già applichiamo il protocollo richiesto dall’Igp. Una tutela per il consumatore finale». Il consorzio mette in guardia dalle possibili truffe. Anche per questo ha avviato il processo per ottenere l’indicazione geografica protetta dall’Unione europea e porta avanti da oltre un anno un protocollo molto rigido. Entro la fine dell’estate verrà anche nominato un supervisore dal ministero che garantirà la trasparenza di tutte le procedure. (l.roj)
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 «Dalla Regione 300mila euro»

20 ol sanna 180309OLBIA. In giro racconta di essere un virtuoso della cozza. L’assessore alle Attività produttive Vanni Sanna è tra i maggiori sostenitori del progetto per far avere al consorzio dei produttori del golfo il marchio di indicazione geografica protetta. «Un’idea che parte da lontano - racconta Sanna -. Da quando il sindaco Gianni Giovannelli era consigliere regionale. Fu lui tra i primi a lanciare l’idea. Non si può dimenticare il grande impegno dell’ex assessore Gian Piero Palitta che negli anni del suo mandato ha posto le basi per il riconoscimento del marchio Igp. Io ho raccolto l’eredità di Palitta e ho cercato di portare avanti il progetto». Ma l’assessore porta notizie positive.
 «L’agenzia regionale per l’agricoltura ha stanziato 300 mila euro per portare avanti l’iter per ottenere l’Igp dall’Unione europea - continua Sanna -. Ma il Comune non si limita ad ascoltare le esigenze dei produttori per quello che riguarda un marchio. So che hanno avanzato anche delle proposte per migliorare il piano regolatore generale del porto. Ascolteremo nel dettaglio le loro esigenze e cercheremo di non creare una frattura tra le loro richieste e quelle che arrivano dalle altre realtà produttive. Nautica, collegamenti di linea e crociere». (l.roj.)

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 da La Nuova Sardegna GIOVEDÌ, 19 MARZO 2009

Anche il Consorzio turistico contesta le strategie dell’Stl

L’associazione si era sciolta anni fa, ora si riunisce davanti all’immobilismo dell’ente

OLBIA. Doveva svegliare comuni, provincia e imprese dal torpore. Ma forse i vertici del Sistema turistico locale hanno ci hanno messo troppo vigore, senza sapere che il clima era già elettrico. La scossa è diventata un elettrochoc che rischia di fare bruciare i vertici dell’Stl. La ricetta proposta dalla società di promozione del territorio batte altre vie.
 Snobbato l’inutile turismo delle crociere. Cancellate le ultra inflazionate fiere, buone al massimo per sprecare biglietti da visita. Svalutato il significato messianico dei dati sulle presenze. Non servono per indicare il successo di una stagione, secondo i vertici dell’Stl. Molto più utile controllare come si muovono i tour operator e quali sono i risultati dei grandi gruppi legati all’accoglienza. Via anche le rotte low cost imposte dai vettori verso mete che non hanno nessun riflesso reale sui conti dell’isola. La ricetta proposta dall’Stl somiglia a un’eresia nella bibbia codificata delle regole per la promozione del turismo. La sollevazione di popolo è guidata da Comune, Provincia e Confindustria. Ma tra i contestatori anche il redivivo Consorzio turistico di Olbia, che era stato sciolto quando era nata l’Stl. Inutile fare doppioni. Rinato in questi giorni, dopo la conferenza dell’Stl. «Alcuni anni fa abbiamo interrotto l’esperienza del Consorzio - spiega in un documento il direttivo guidato dal presidente Mario Mancini -, nella convinzione che l’Stl ci avrebbe sostituito con progetti validi. Ma le iniziative sono pochissime. Leggiamo solo di critiche alle persone che in questi anni si sono date da fare per promuovere il territorio. Siamo lieti che arrivino le crociere, che al di là dell’immediato indotto, è uno strumento per diffondere l’immagine del territorio. Ben vengano le compagnie low cost che non trasportano solo turisti con il portafoglio vuoto, ma anche vacanzieri che scelgono strutture a cinque stelle. Per questo abbiamo scelto di rilanciare l’attività del consorzio che racchiude molte attività turistiche legate al territorio». Un altro colpo per i vertici dell’Stl che in questi giorni hanno visto compatto scagliarsi contro le proposte quasi tutto il mondo delle imprese e delle istituzioni. Ma un successo lo hanno ottenuto, contro le previsioni dei detrattori. Tutti parlano dell’Stl. (l.roj.)
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 da La Nuova Sardegna GIOVEDÌ, 19 MARZO 2009

di Tiziana Simula

Un laico al servizio della Chiesa: Giovanni Degortes sarà diacono

21 ol diac 190309 22 ol diac 190309

OLBIA. La fede ha sempre accompagnato la sua vita, un lungo cammino di conversione diventato negli anni sempre più forte, arrivato oggi alla sua tappa finale: con l’imposizione delle mani, il vescovo lo ordinerà diacono permanente. Giovanni Degortes, sarà un laico al servizio della Chiesa. «Non avrei mai chiesto al vescovo di diventare diacono ma la logica del Signore non segue la nostra: è lui che ti mette vicino le persone giuste che ti indirizzano e ti fanno arrivare laddove lui ti vuole», dice quasi incredulo Giovanni, 72 anni, marito, padre e nonno, con un passato da ex sottufficiale dell’aeronautica.
 Quand’era ancora in servizio, pensava che una volta andato in pensione si sarebbe buttato a capofitto a coltivare i suoi hobby: curare la vigna, dipingere, fare sculture. Ma lassù, qualcuno ha provveduto a scombinare i suoi piani. Un dono che stasera sarà motivo di festa nella comunità parrocchiale della chiesa della Salette, che Giovanni Degortes frequenta da trent’anni. È qui, che ha portato avanti la sua vocazione, passata attraverso i ministeri del Lettorato e dell’ Accolitato, e che culminerà con l’ordinazione diaconale, ministero che gli verrà conferito durante la celebrazione eucaristica (ore 18) dal vescovo monsignor Sebastiano Sanguinetti. Un evento importante per la parrocchia che vive per la prima volta l’esperienza del diaconato permanente e per la chiesa olbiese che oggi conta cinque diaconi, quattro ordinati a novembre mentre il sesto sarà ordinato a San Simplicio a fine marzo. «È un segno della presa di coscienza da parte dei laici del ruolo che possono avere nella chiesa», dice l’accolito. Che sottolinea come questa missione di fede non impoverisca la vita coniugale e familiare piuttosto la consolidi, parole pronunciate da chi è padre di tre figli e nonno quattro volte.
 Della sua “chiamata” Giovanni racconta poco. Ma ricorda gli anni passati vicino ai Gesuiti, «con cui ho iniziato a intuire qualcosa», il suo impegno come catechista, l’ordinazione come ministro dell’eucarestia, fino a quando nel’99 l’allora vescovo Paolo Atzei lo invitò a frequentare l’Istituto di scienze religiose, oggi Euromediterraneo, «per capire se il Signore mi stava chiamando a qualcosa di più importante». Ora, dopo cinque anni di studi, è arrivato il momento del diaconato, «ma la formazione continua, con un doppio cammino: quello personale e quello comunitario», dice. Da stasera, sarà al servizio della Chiesa: non potrà confessare nè consacrare l’eucarestia ma potrà distribuirla, potrà tenere l’omelia durante la messa, amministrare il battesimo, benedire le nozze, presiedere i riti funebri e la preghiera liturgica.
 «Questa celebrazione - dice il parroco, don Giuseppe Delogu - dev’essere un’occasione per sollecitare tutti a essere, come dice San Pietro, delle “pietre vive per la costruzione dell’edificio spirituale che è la Chiesa”. A essere, cioè, protagonisti per una comunità viva, in cui gli uni portino i pesi degli altri, ciascuno secondo i suoi doni e le sue possibilità concrete e le opportunità che gli offre la vita. È un incoraggiamento perché ognuno viva la gioia del vangelo».
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 da La Nuova Sardegna MERCOLEDÌ, 18 MARZO 2009

Sfiorata la rottura a Roma, ma l’incontro tra l’azienda e i sindacati riprenderà oggi

Tregua notturna tra Meridiana e assistenti di volo

Riesce la mediazione del ministero i licenziamenti per ora non scattano

6 mer 180309 7 mer 180309

OLBIA. Un’altra notte di trattative, quando i licenziamenti sembravano il drammatico sbocco della crisi di Meridiana. Poco prima della mezzanotte, azienda e sindacati degli assistenti di volo hanno deciso di bloccare il conto alla rovescia: si sono concessi una pausa nelle trattative, durate ore, e oggi alle 9.30 si rivedranno per arrivare a un accordo. L’oggetto del contendere sono i soldi: hostess e steward sono pronti a fare sacrifici altissimi, pur annullare i tagli.
 Ore 14, primo incontro. Due ore dopo l’orario fissato, l’azienda e i sindacati si incontrano nella sede del ministero del Lavoro a Roma. La delegazione di Meridiana è composta dall’ad Gianni Rossi, dal consigliere d’amministrazione Claudio Miorelli, dal direttore centrale Sergio Rosa, dal direttore del personale Stefano Sedda. Filt-Cgil, Uilt, Anpav, le tre organizzazioni degli assistenti di volo, sono rappresentate dai dirigenti nazionali, da quelli territoriali e da quelli aziendali.
 Meridiana ripropone il suo diktat: o gli assistenti di volo accettano il contratto Eurofly oppure i licenziamenti saranno inevitabili. L’azienda si sente forte: i piloti hanno detto sì al taglio dei loro stipendi del 7%, permettendo così a Meridiana di risparmiare 6 milioni all’anno per quattro anni. I sindacati degli assistenti di volo dicono no a Eurofly, ma si impegnano a sottoscrivere un accordo per scongiurare i licenziamenti.
 Ore 17, vertice sindacale. I sindacati decidono di riunirsi tra di loro per mettere a punto un nuovo piano da proporre all’azienda. Sul no al contratto Eurofly, il fronte è compatto. Il management di Meridiana (Miorelli non è più presente) pensa che possa esserci una spaccatura - Cgil da una parte, Uil e Anpav dall’altra - e ipotizza di firmare un’intesa con le ultime due sigle. Così non è. I rappresentanti delle tre sigle lavorano sulla normativa e sugli stipendi. Alla fine, dopo una serie di concessioni sul primo e sul secondo punto, Cgil, Uil e Anpav elaborano una proposta che farebbe risparmiare a Meridiana i 5 milioni richiesti dall’azienda per chiudere la trattativa.
 «Abbiamo fatto tutto ciò che potevamo per evitare i licenziamenti - dice una fonte sindacale durante la pausa delle trattative - ma, con questi sacrifici, non sappiamo se i lavoratori diranno sì all’intesa».
 Ore 19, riprende la trattativa. «Sì, stiamo trattando, proviamo sino alla fine» dice un’altra fonte, alla ripresa del confronto. I sindacati portano all’attenzione dell’azienda la nuova proposta. E’ vicinissima a quella che Meridiana voleva, ma, incredibilmente, l’amministratore delegato Rossi non la trova soddisfacente. Per lui, vale solo il contratto Eurofly. O i sindacati firmano quello niente, nessuna intesa. I rappresentanti di Cgil, Uil e Anpav sono sorpresi (non più di tanto). Non capiscono l’ostinazione di Rossi sul contratto di Eurofly. «L’Aga Khana aveva chiesto ai suoi manager di aprirsi alle nostre proposte - racconta sempre un sindacalista -. Ebbene, abbiamo fatto tutti gli sforzi possibili, siamo vicini a quello che voleva l’azienda e ora ci sentiamo dire di no. E’ evidente che ormai, per Rossi, è una questione ideologica». La rottura è a un passo, i licenziamenti anche, poi i mediatori chiedono e ottengono un’altra pausa.
 Ore 22, in campo il ministero. Poco prima delle 22, prende posizione il dirigente del ministero, Francesco Cipriani. Ricorda all’azienda che non è quella la sede per il confronto sul rinnovo del contratto di lavoro ma che al ministero va chiusa la vertenza sui licenziamenti annunciati. Visto che ci sono stati degli sviluppi che incoraggiano l’ipotesi di un’intesa, il dirigente propone che azienda e sindacati stabiliscano un rinvio e si prendano ancora dei giorni per concludere la vertenza con una stretta di mano. Ma l’ad Rossi dice di no, poi, pressato, accetta di valutare l’offerta dei sindacati, impegnandosi a rispondere entro la mezzanotte. «La palla è nella mani dell’azienda, tocca a lei decidere» dicono i sindacati.
 Ore 23.45, la pausa. L’azienda risponde, ma ripropone il contratto Eurofly. Rossi dà tempo ai sindacati per valutarla. Oggi alle 9.30 le parti si rivedranno. Che cosa faranno i sindacati? Secondo una fonte aziendale, potrebbero dividersi tra il sì e il no della Cgil.

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 da La Nuova Sardegna MERCOLEDÌ, 18 MARZO 2009

IL SISTEMA TURISTICO LOCALE

di Luca Rojch

16 ol 180309 17 ol 180309 18 ol 180309

Tutti bocciano la ricetta per le vacanze dell’Stl

Dal sarcasmo di Satta: «Genii incompresi», alle accuse di Sanna: «Sono inutili»

Dopo l’atto di accusa dei vertici della società che promuove il territorio scatta una rivolta generale di Comune e Provincia

19 ol satta 180309 Satta  20 ol sanna 180309 Sanna  21 ol stl 180309 Turisti

 22 ol stl 180309                                  «Ostacolati dalla loro inefficienza»

OLBIA. Nella guerra di Stl contro tutti ci finisce anche l’Expo. Rea di avere organizzato una manifestazione discutibile per accogliere i corcieristi. “Sapori di Sardegna”. Il presidente Gian Mario Giua risponde in modo deciso alle critiche. «Comune e Provincia, in accordo con Autorità portuale e Cna, hanno dato mandato all’Expo di occuparsi dell’accoglienza - dice -. Doveva farlo l’Stl ma non era stato in grado. La società che guido deve fare utili. La manifestazione era stata un’iniziativa positiva per le casse e gradita dai turisti».

23 ol stl 180309 «Continuerò ad andare alle fiere»

PALAU. Le scosse telluriche del terremoto mediatico della conferenza stampa dell’Stl arrivano fino a Palau. L’assessore al Turismo del Comune di Palau, Antonio Deiana, contesta in modo duro la scelta dei vertici dell’Stl di criticare in modo così deciso e senza contradditorio l’attività doi promozione portata avanti dai Comuni. «Sono convinto che la scelta di Palau - dice Deiana -, come altri Comuni, di essere presente alle fiere, come alla Bit. Non credo che con un atteggiamento simile si possa fare promozione del territorio».

OLBIA. Rivoluzionario come Copernico o ciarlatano come l’alchimista che ha inventato la formula per trasformare il piombo in oro. La differenza è una questione di sfumature. L’Stl si lancia nell’eresia suprema. Critica braccia e cervelli che hanno disegnato il modello di turismo in Gallura. Un po’ come entrare in un museo e dire che ai muri ci sono solo croste. Nichilismo ai limiti del suicidio. Inutili le crociere, le fiere, i voli low-cost, il conteggio delle presenze, il circuito dei tour operator.
 Le critiche arrivano più veloci delle prenotazioni. Il direttore dell’Stl, Tomaso Giagoni, e i due rappresentanti del cda, Gigi Astore e Franco Anziani, fanno una operazione coraggiosissima. Sparano, ma la canna del fucile è in parte puntata contro di sé. Facile dare un nome alle vittime del fuoco amico. Comune, Provincia, Geasar, Confindustria, Autorità portuale, Expo. Caustico l’assessore al Turismo, Vanni Sanna. Lui, mentre i vertici dell’Stl accusavano gli assessori in fiera, era a Berlino. Per una fiera. «Sono molto sorpreso dalla pochezza delle affermazioni dei vertici dell’Stl - dice Sanna -. Non ricordo cosa abbiano fatto in questi anni. Mi chiedo anche cosa abbiano fatto dei 126 mila euro che nel 2008 il Comune ha dato loro. Mi pare nulla. Io avrei fatto 13 fiere, come minimo. Io, Paolo Piro, Lele Ciaravola, ci sediamo intorno a un tavolo. Studiamo strategie, cerchiamo di trovare soluzioni. Ci mettiamo in discussione. Dovrebbero farlo anche loro. Non è corretto dire che le crociere non servono a nulla e non lasciano un euro. Né che ho speso soldi per mega concerti. Ricordo poi che le mete low-cost tanto criticate da Giorgioni sono ossigeno per i flussi turistici. Difficile fare credere che Londra, Manchester e Berlino siano località depresse. O che Stoccarda, Parigi e Vienna siano città di Stati con un pil da fallimento». Le affermazioni dell’Stl stuzzicano anche l’ironia. «Francamente non sapevo che tra noi c’è chi ha una ricetta in tasca per un turismo straordinario - dice il vicepresidente della Provincia, Antonio Satta -. Faccio loro i miei complimenti. Non sapevamo di avere così grandi luminari del turismo e non avere capito nulla. Vedere la conferenza stampa della Stl che non ha sentito nessuno tra Comuni e Provincia mi fa un po’ di effetto. Negativo. Serve un intervento immediato per formare un nuovo cda. Ci sono dei ritardi che saranno colmati. La Stl deve essere espressione del territorio. Dobbiamo mettere in campo una società che risponda agli indirizzi dei soci, non a quelli di un direttore e di un comune. Come assessore al Turismo ho parlato con la presidente Murrighile, non lasceremo passare un giorno in più per risolvere la questione Stl. C’è già un accordo di massima».
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  da La Nuova Sardegna MERCOLEDÌ, 18 MARZO 2009

Un documento firmato dal presidente Stefano Lubrano

Confindustria durissima: «Loro lontani dalla realtà»

29 ol conf 180309OLBIA. L’Stl riesce a fare sistema. Non per la promozione turistica, ma per la demolizione mediatica della società. Tutti contro il Sistema turistico locale. Una guerra di reazione. Di sicuro non manca coraggio ai tre contestatori in doppiopetto. A subire le critiche feroci sono per la maggior parte gli azionisti di maggioranza dell’Stl. «Non capisco questa presa di posizione da parte del direttore pro tempore dell’Stl - dice il sindaco Gianni Giovannelli -. Il Sistema diventerà una delle priorità della agenda del Comune negli incontri con la Provincia». Ma lo stesso cda dell’Stl è felicissimo del cambio di passo del Comune. Per il 30 è stata fissata l’assemblea degli azionisti dai due rappresentanti del Cda per modificare lo statuto della società e nominare un presidente. Suona come eresia anche l’altra teoria portata avanti dal direttore Giagoni. Inutile attaccarsi al numero delle presenze, che non sarebbero il vero indice del successo della stagione. Molto più corretto analizzare i dati di chi lavora nel settore. «Il gruppo Delphina ha registrato un calo del 20 percento delle prenotazioni - dice Giagoni -, Alpitour non investe più in Gallura e non propone nessun pacchetto ai vacanzieri. Dobbiamo prendere atto di questi dati». Confindustria non gradisce e in un preciso comunicato ribatte punto su punto. «Le parole dei vertici dell’Stl dànno la conferma del distacco tra chi è alla guida della società e gli operatori - dice il presidente di Confindustria nord Sardegna, Stefano Lubrano -. I membri del Cda non gradiscono le azioni che il territorio porta avanti per sostenere l’economia. Per queste persone è assurdo che imprenditori, amministrazioni, Regione, aeroporti, autorità portuale, privati, si siano dati da fare in sinergia per l’isola. Forse questo fastidio nasce dal fatto che altri stanno facendo il lavoro che dovrebbe fare l’Stl, per il quale sono stati stanziati fondi pubblici, che fino ad oggi hanno generato solo costi, non risultati. Confindustria nord Sardegna e la Regione hanno organizzato un evento a Manchester. La Sardegna è l’unica regione italiana presente in un mercato con un bacino di 8 milioni di clienti attratti dai collegamenti low cost. Non l’inflazionata Londra, che vive la crisi, ma il nord della Gran Bretagna, che ha realizzato una riconversione produttiva verso il terziario avanzato e che si presenta con una notevole crescita della propria capacità di spesa. Mentre altri parlano in modo offensivo noi in 2 eventi abbiamo raccolto 3500 contatti diretti. Molti già conoscevano la Sardegna grazie a una crociera con sosta a Olbia». (l.roj.)
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Nuova pagina 1
da La Nuova Sardegna LUNEDÌ, 16 MARZO 2009

IL CENTRO STORICO IN AGONIA

Cantieri immobili, la città chiude per fallimento

Bloccata da mesi la macchina dei lavori pubblici. I commercianti in affanno  

 Braccio di ferro con la Tor di Valle

LO SCOLASTICO

7 ol cant 160309 OLBIA. I lavori per la nuova sede del Comune nell’edificio dello Scolastico nel cuore della città sono fermi da alcuni mesi. La società che gestisce l’appalto, la Tor di Valle, chiede all’amministrazione un ritocco verso l’alto dei prezzi. Dopo un primo scontro, le trattative vanno avanti da diversi mesi tra le parti, ma l’intesa non è stata ancora raggiunta. Nel frattempo il cantiere rimane fermo.

Ancora uno stop per la copertura

PIAZZA MERCATO

8 ol cant 160309OLBIA. In piazza Mercato, il simbolo delle incompiute in città, i lavori sembravano a una svolta. Pavimentata la piazza, manca ancora la copertura. Il Comune deve trovare un’impresa pronta a montarla. Deve essere concluso anche il bar-fontana, che l’amministrazione tenta di costruire nella piazza. Nell’attesa le attività commerciali continuano a fallire nella piazza dimenticata.
 

 

Il simbolo delle incompiute

VIA DELLE TERME

9 ol canti 160309OLBIA. In questi mesi ha scalato la classifica delle incompiute fino a diventarene un simbolo. I 200 metri di via delle Terme sono un monumento alla burocrazia. L’impresa che li portava avanti, la Pana, è fallita quattro mesi fa. Da allora il Comune ha lottato contro le contorte leggi dello Stato per far subentrare nei lavori la seconda classificata nella gara d’appalto. I soldi ci sono, l’accordo quasi.
 

10 ol cant 160309 11 ol cant  160309

di Luca Rojch

 OLBIA. Il silenzio come colonna sonora dei cantieri del centro. Dopo quasi tre mesi tutto è ancora fermo nel cuore della città. Il motore dell’economia si è fermato, complicato farlo ripartire. Pistoni arrugginiti dalla crisi. A gettare sabbia nel motore si mette anche un’altra crisi, tutta politica. L’assalto alle poltrone lanciato dai dissidenti del Pdl ha paralizzato il passo non troppo spedito della macchina amministrativa. Come una calamita la guerra tra le maggioranze ha attirato tutte le energie su di sé.
 Mentre il centrodestra litiga, la città reale rimane immobile. In via Acquedotto continua la lenta agonia dei negozi. Una sorta di eutanasia delle insegne che si spengono in modo inesorabile una dopo l’altra. Negli ultimi mesi altre tre attività hanno chiuso. Nessuna forma di compassione. Piazza Mercato continua a rimanere una quasi compiuta. La maggioranza sembrava pronta al cambio di passo. Il sindaco Gianni Giovannelli aveva fatto capire di essere in stretto contato con la società che doveva subentrare alla Pana, l’impresa fallita che aveva lasciato a casa i lavoratori e a metà i cantieri. I contatti con la seconda classificata nella gara di appalto erano al rush finale. La Gedi, che doveva subentrare negli appalti, stava per chiudere l’accordo. Ma la crisi, fatta esplodere il giorno dopo che la giunta regionale è stata completata, ha paralizzato tutto. Poco conta se da mesi tutti sapevano che gli equilibri precari che tenevano in sella Giovannelli sarebbero saltati appena le urne si sarebbero chiuse. Puntale la bomba a orologeria è scoppiata. Ma a restare ferita in questa guerra fratricida sembra essere la città. Le commissioni, già in stand-by per tutto il periodo elettorale, ora sono di nuovo bloccate. Gli effetti si vedono anche sui lavori al centro. Via delle Terme è uno dei monumenti alla lentezza. Da oltre sei mesi chi vive nei 200 metri che partono da via Porto Romano attende che il Comune completi i lavori. Per ora la strada resta un insieme di buche, terra battuta, tubi di pvc e cavi scoperti. L’istantanea di un cantiere immobile da troppo tempo. La pazienza dei commercianti è finita e anche le attività commerciali della via sono vicine al collasso. «Ho perso il 50 per cento del giro di affari - spiega il proprietario della lavanderia Apegreen, in via delle Terme -. Da mesi attendiamo che i lavori riprendano. A noi sono rimasti solo i disagi. Delle promesse non sappiamo più cosa fare. Io guardo i fatti. Lo scarico delle acque nere è coperto solo da una lastra di ferro. I profumi non troppo gradevoli invadono la via. Provate voi a convincere qualcuno a passare qua. A piedi. Perché le auto non possono più entrare da più di un anno». Il disagio dilaga nel centro storico mentre le insegne delle attività commerciali si spengono e la politica lavora per decidere chi dovrà sedersi nella poltrona di assessore.
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 da La Nuova Sardegna LUNEDÌ, 16 MARZO 2009

Oggi l’autopsia del caporale

Maurizio Loi si è schiantato a Tempio con la sua moto

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OLBIA. Il corpo di Maurizio Loi, il giovane militare, morto nello scontro tra la sua moto e una Fiat Multipla nella zona industriale di Tempio, è stato trasportato a Sassari per l’autopsia che avverrà in mattinata. Nessun giallo, ma una procedura standard. I funerali del caporale della Brigata Sassari non sono stati ancora fissati. La città è sotto choc dopo la morte del giovane di 27 anni che con la sua Yamaha R6 si è scontrato con una Multipla in un lungo rettilineo della zona industriale. L’auto svoltava a sinistra per entrare in un autolavaggio, Maurizio in sella alla sua moto aveva già impostato il sorpasso. Impossibile evitare l’urto violentissimo. La moto si è disintegrata nello scontro con il lato sinistro della macchina. Il militare è stato sbalzato dalla Yamaha ed è morto sul colpo. I volontari del 118 non hanno potuto fare nulla per lui. L’uomo che guidava la macchina, Antonello Meloni, 39 anni, di Calangianus, ha riportato un trauma cranico e alcune ferite, ma non è in pericolo di vita. I carabinieri sono al lavoro per ricostruire la dinamica e capire di chi siano responsabilità dell’incidente.
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Nuova pagina 1

da La Nuova Sardegna SABATO, 14 MARZO 2009

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 da La Nuova Sardegna SABATO, 14 MARZO 2009

LA VERTENZA PER LA SASSARI-OLBIA

CAPPELLACCI

«Berlusconi ha sollecitato i ministri»

OLBIA. Il governatore Cappellacci dice che Berlusconi, ieri in consiglio dei ministri, ha sollecitato il titolare delle Infrastrutture Matteoli e quello delle Regioni Fitto a predisporre le pratiche per il via libera alla Sassari-Olbia. Restano da capire due cose. Come farà il Governo a trovare i soldi? Farà partire i lavori prima del G8?
 Alla prima domanda, l’esecutivo potrebbe rispondere usando i Fas, i fondi per la aree sottoutilizzate (o sottosviluppate). Proprio avant’ieri, il ministro Fitto ha raggiunto l’intesa con le Regioni per la suddivisione delle risorse, pari a 27 miliardi di euro. Ma non mancano i malumori e le polemiche. L’accusa più allarmante è quella mossa dalla Sicilia, regione di centrodestra. «La crisi è ormai alle nostre porte e l’Italia come reagisce? Rapina i fondi Fas che sono Fondi per le aree sottosviluppate e con la complicità del ministro Fitto, che sembra ormai essere vittima delle sindrome di Stoccolma, li utilizza per le opere da realizzarsi al Nord del Paese». Questo ha dichiarato ieri afferma l’assessore siciliano all’Industria Pippo Gianni. Cosa prevede la delibera sulla assegnazione dei fondi Fas? E, soprattutto, quanti soldi spettano alla Sardegna? Ci sono anche i fondi per la Sassari-Olbia?
 Chiarito il primo punto, Governo e Regione devono rispondere a un’altra domanda fondamentale: i cantieri per la strada apriranno prima del G8? Ieri a Oschiri il leader degli industriali del nord Sardegna, Lubrano, è stato chiarissimo: «Non ci interessa avere i fondi e vedere la strada costruita fra 40 anni. Vogliamo i soldi subito e, soprattutto, vogliamo che sia appaltata, come promesso, con le procedure veloci del G8».
 Effettivamente il G8 è una grande occasione, anzi, unica: la struttura di missione può fare delle gare veloci, saltando passaggio burocratici che, in Italia, hanno paralizzato centinaia di opere. Ma la sua “missione” scade a giugno. C’è poco tempo da perdere. (g.pi.)
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 da La Nuova Sardegna SABATO, 14 MARZO 2009

dall’inviato Guido Piga

«Vogliamo la strada e la vogliamo subito»

Oschiri, dai sindaci del nord Sardegna una voce compatta contro il governo

Destra e sinistra unite nella lotta La Giudici: «Questa è la nostra forza»

9 ol stad 140309OSCHIRI. «Le strade non sono di destra né di sinistra, i morti non sono di destra né di sinistra, il dolore delle famiglie non ha colore» dice Antonio Perinu. Sarà per l’amplificazione dell’altoparlante, sarà per la scuola democristiana, il suo è un sermone ecumenico per tenere insieme la folla che lo ascolta davanti al “suo” municipio di Oschiri. Lì sulla piazza c’è di tutto, amministratori del Pd e del Pdl, berlusconiani e antiberlusconiani, sindaci e parlamentari, piccolo esempio di leghismo senza estremismi cementato dal territorio e dalla rivendicazione numero 1 da avanzare a Berlusconi: la Sassari-Olbia a 4 corsie.
 E’ il nord della Sardegna senza rappresentanza, senza più potere, che si ritrova a Oschiri, paese al centro della Sassari-Olbia vecchia e di quella nuova, linea di confine tra il nord-est di destra ignorato e il nord-ovest di sinistra punito. Perinu, sindaco che questa mobilitazione l’ha voluta e organizzata, lascia la parola a colleghi di Sassari e di Olbia, città marginali rispetto a Roma e ora anche rispetto a Cagliari.
 Il no al finanziamento alla strada è il primo esempio di questa politica indifferente alle periferie.
 «Il consiglio comunale di Sassari si è espresso all’unanimità, questo è un fatto raro e ancora più importante, perché il governo rispetti gli impegni sulla 4 corsie, sui tempi di realizzazione. Questo vogliamo» dice Ganau. «Olbia c’è» aggiunge poco dopo Giovannelli, sottolineando che la sua amministrazione, di destra, è pronta a tutto per «chiedere al Governo le giuste contropartite sul G8», per cancellare «l’inaccettabile bugia» sui finanziamenti.
 Anche Tempio c’è, con il vicesindaco Masu che rimette al centro la rivendicazione della «Tempio-Olbia, non dimenticatela». Anche La Maddalena dice la sua, «noi, al centro del G8, possiamo offrire a tutti i sindaci un’ottima platea per rivendicare la costruzione della strada a 4 corsie» propone il sindaco Comiti.
 Sul palco niente consiglieri regionali, niente parlamentari. Marella Giovannelli, portavoce del sindaco di Olbia, chiede, “lo scriverete vero, che ci sono due assenti?”. Fa notare a tutti che Nizzi e Sanciu, deputato e senatore del Pdl, un tempo in guerra tra di loro e ora uniti contro Giovannelli, hanno marcato visita. «Condivido la protesta, sto lavorando per sbloccare i fondi» chiarisce il primo di pomeriggio. «Condivido la protesta, ero a Roma per seguire l’incontro Governo-Regione sulla strada» spiega il secondo.
 Sul palco è l’ora dei presidenti. Murrighile per la provincia Gallura, «il Governo ha dato i soldi a Cagliari per la metro, noi vogliamo quelli per la strada», e la Giudici per quella di Sassari, «la nostra forza, stavolta, è l’unità». E sembrano superate le incomprensioni e le ostilità fra le due prime donne, almeno su questo. C’è pure la Regione, la rappresenta il neoassessore al Turismo Sannitu, con fascia tricolore da sindaco di Berchidda: «Non arretreremo di un millimetro, la giunta regionale vuole la strada e Cappellacci sta lavorando per questo». Il sindaco di Monti vuole andare avanti, invece. «Ho riunito il consiglio comunale, faremo un ordine del giorno per chiedere al Governo di costruire la strada e così, credo, dovrebbero fare tutti i consigli» spiega Raspitzu. C’è tempo per i sindacati, per le associazioni di categoria. Per gli industriali del nord, parla Lubrano ed è netto, pratico. «A noi non interessa avere i soldi e realizzare la strada fra 40 anni. Li vogliamo subito e vogliamo i cantieri aperti con il G8, solo questo ci farà sentire sereni».
 Poi parte il corteo a piedi verso la strada, un centinaio di persone bloccano la Sassari-Olbia dalle 12.20 per 20 minuti. «Un blocco da nulla, qui tutti i giorni è peggio» dice un autotrasportatore, lui sì che sa di cosa parla.
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da La Nuova Sardegna SABATO, 14 MARZO 2009

L’ex assessore Mannoni a Olbia

«Quei fondi Fas sono nostri, debbono ridarceli»

10 ol fond 140309di ENRICO GAVIANO
 OLBIA. I fondi scomparsi per la Sassari-Olbia hanno reso vano il lavoro fatto dalla giunta Soru. Ma, una soluzione c’è. «Far partire comunque gli appalti. Anche se non ci sono soldi, guadagniamo tempo, in modo da acchiappare comunque le procedure accelerate del G8». Parola di Carlo Mannoni (foto), ex assessore regionale ai lavori pubblici, invitato ieri dai giovani democratici nella sede del Pd a illustrare la storia dei finanziamenti per quella che lui stesso definisce la «strada dei sardi». Mannoni ha raccontato tutto l’iter della progettazione, partendo da un punto fondamentale. «Lo Stato non impegna mai soldi suoi per le strade sarde. Per questo la Giunta ha deciso di mettere i fondi destinati alla Sardegna. Nel 2007, è stato firmato un accordo fra Soru e Di Pietro, allora ministro alle infrastrtutture. I 2200 milioni dei fondi Fas per la Sardegna del periodo 2007-2013 per infrastrutture: strade, porti e ferrovie».
 «Una scelta di campo - ha continuato l’ex assessore -. L’attenzione per la Gallura è stato dimostrato dal fatto che quasi un quarto di questa cifra è stato impegnato quì: la quattro corsie Sassari-Olbia, l’allungamento della pista dell’aeroporto, il ponte sul Padrongianus, eccetera».
 A quel punto è partito il treno della progettazione. «Avevamo iniziato - ricorda ancora Mannoni -, con fondi del 2003 dimenticati dalla giunta Masala. Quindi abbiamo approfittato delle procedure accelerate legate al G8 per andare avanti speditamente: progetti fatti, discussi con la popolazione, modificati. E ancora la conferenza di servizi. I bandi, otto lotti, circa 820 imprese interessate. Un’impresa immane ed esaltante».
 Poi il disastro. «Ad agosto l’ordinanza del governo che assegna i fondi, in ottobre invece questi finanziamenti vengono nuovamente tolti - dice Mannoni -. Sino alla riunione del Cipe del 6 marzo, che ratifica la scomparsa dei 520 milioni. Perché? Lo Stato ha bisogno di soldi. La crisi economica, l’avventura Alitalia, l’eliminazione dell’Ici. Casse vuote. E dunque Berlusconi sposta i denari dal meridione, che ha diritto al 70 per cento dei fondi Fas, al nord».
 Sulla stanza aleggia lo spettro delle elezioni vinte dal Pdl. Viene proiettata l’immagine di Berlusconi che a Cagliari, alla chiusura della campagna elettorale di Cappellacci, dice: «Ci sono 1200 milioni per la Carlo Felice, 720 per la Sassari-Olbia». Smorfia di disgusto di Mannoni. «Con queste promesse hanno vinto le elezioni - osserva -. Noi ora dobbiamo arrabbiarci. Più di quanto ho visto alla manifestazione di Oschiri, un po’ troppo molle. Non serve l’unanimismo ma incalzare il centrodestra, perché i soldi devono essere restituiti. La strada non ha colore, ma ha un colore politico il governo che ci ha tolto i soldi». Mannoni se la prende infine anche con Nizzi. «A un dibattito tv ha detto che i soldi sono stati persi da Soru: umiliante per un deputato un pressapochismo del genere. I fondi Fas sono disponibili solo quando arrivano».
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 da La Nuova Sardegna SABATO, 14 MARZO 2009

Collegamento indispensabile ma pericolosissimo tra est e ovest dell’isola

Negli ultimi 5 anni più di 50 morti

SASSARI. Più di cinquanta vittime negli ultimi cinque anni. E non può essere solo un dato statistico, perchè le persone non sono numeri e dietro ogni nome c’era una vita, una storia, un insieme di speranze e di sogni che sono stati spazzati via. La Sassari-Olbia è la strada dove i sindaci e le istituzioni hanno protestato platealmente almeno in altre tre occasioni pubbliche per rivendicare quelli che dovrebbero essere diritti fondamentali: sicurezza dei cittadini e sviluppo economico della Sardegna. Purtroppo non è cambiato niente, perchè le risorse finanziarie promesse - fino alle ultime nel piano per le opere del G8 - appaiono e scompaiono come se si trattasse di un gioco. Si dice che la strategia la fanno le priorità, e i morti della Sassari-Olbia non devono essere sembrati ancora un riferimento così forte da fare scattare la corsia preferenziale. Più che di priorità, in effetti, si dovrebbe ormai parlare di opera indispensabile.
 Perchè la 597 è una delle prime strade costruite in Sardegna: circa 100 chilometri per unire due territori e collegare due aeroporti (Fertilia e Olbia), tre porti (Porto Torres, Olbia e Golfo Aranci), nove aree industriali, centomila ettari di territorio irrigato tra la Nurra, Chilivani, Liscia e la bassa valle del Coghinas, due parchi nazionali e quattro regionali. Aggrapparsi ai morti, alle tragedie già accadute e che si potevano in larga parte evitare, forse non è neppure giusto. Ma serve per non dimenticare che la Sassari-Olbia è una «zona di guerra». Qui il 20 luglio 2006 ha perso la vita Alessandro Fiori, vice prefetto di Sassari, e un mese dopo Mario Fadda, giovane ingegnere di Serrenti. Storie e persone che si incrociano: l’11 agosto dello stesso anno una delle tragedie più gravi con quattro morti: una Porche centra in pieno una Renault Clio, a bordo ci sono tre operai di Codrongianos che si recano al lavoro nei cantieri della Costa Smeralda (Giacomo Meloni, Pier Paolo Chessa e Mimmia Budroni), le loro vite spazzate via in un attimo. Muore anche Sergio Visioli, sassarese, che viaggia a fianco dell’autista della Porche, Gavino Ligios (salvato da un camionista). Il 3 giugno 2008 la Sassari-Olbia si prende anche due ragazzi di 20 anni, Francesco Gavino Congiatu e Lidia Cerutti, finiti con l’auto contro un taxi. E quattro giorni dopo, vicino a Ardara, Smart contro camion, muoiono due ragazzi di Olbia, Gabriele Mignogna e Giovanni Maludrottu. (g.b.)
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 da La Nuova Sardegna SABATO, 14 MARZO 2009

Si mobilitano cinquemila utenti di Facebook

In campo il popolo web

SASSARI. La protesta viaggia da qualche tempo anche sui social network e conta ormai più di cinquemila aderenti. Un fiume di persone destinato a crescere. Per denunciare la vergogna della Sassari-Olbia e sostenere la necessità di avviare la realizzazione della nuova strada, inizialmente sono stati creati due gruppi su Facebook: il primo guidato da Irene Pischedda, denominato «Olbia-Sassari, la strada maledetta», e il secondo ideato da Alessandra Sanna e intitolato «Niente Olbia-Sassari? Lottiamo, meglio la vita!».
 In entrambi i gruppi - come sottolinea Fabrizio Solinas, fratello di Lorenzo, morto in un incidente stradale vicino a Oschiri quattro anni fa - «si riscontra una forte partecipazione degli iscritti, con migliaia di adesioni e numerosi parenti di persone che, purtroppo, a causa delle insidie mortali di quella strada, oggi non ci sono più».
 I due gruppi si sono recentemente uniti fino a formare un Comitato cittadino di azione al quale parecchi olbiesi (ma anche ragazzi di Sassari e Arzachena, di varie zone della Sardegna e partecipazioni anche da altre regioni) hanno aderito per mettere in atto «una lotta attiva e rivendicare il riconoscimento dei fondi per l’ammodernamento della quattro corsie che collegherà Olbia con Sassari».
 Il Comitato, formato principalmente da giovani, accoglie persone di tutte le età e nasce senza alcun schieramento politico. Si riunirà per la prima volta la prossima settimana e si pone l’obiettivo di organizzare iniziative di forte impatto sociale al fine di unire tutte le forze possibili e cercare di ottenere quanto prima «quello che è un diritto dei sardi». La speranza è quella di condurre una battaglia ordinata e di convincere il Governo e la Regione a riportare i fondi stanziati dal Cipe nelle mani dei legittimi proprietari: i sardi». (g.b.)
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 da La Nuova Sardegna DOMENICA, 15 FEBBRAIO 2009

IMMIGRAZIONE E SALUTE IN GALLURA

«Siamo pronti alla disobbedienza civile»

I medici unanimi: anche se ci sarà la legge ci rifiuteremo di denunciare i clandestini

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di Luca Rojch

OLBIA. Disobbedienti in camice bianco, ribelli con lo stetoscopio a tracolla e la laurea incorniciata nella parete alle loro spalle. I medici di base in Gallura sono pronti alla rivolta contro il provvedimento del governo che vuole trasformare i guardiani della salute in guardoni. Gli sciamani con il ricettario non vogliono diventare poliziotti pronti a prescrivere gli antibiotici e a segnalare alla questura il diverso. Delatori razziali. Tutti pronti alla disobbedienza civile, alla ribellione di classe se il provvedimento dovesse diventare legge dello Stato. Per gli immigrati la scelta tra salvavita e salvacondotto.
 In Gallura, la più multietnica delle province, in cui gli stranieri sono già una grossa fetta dei residenti, la legge che vuole trasformare i medici in sceriffi non trova sostenitori. Per i camici bianchi una pillola amara, un veleno di Stato che non vogliono mandare giù. Quasi tutti ammettono di avere curato clandestini più volte in questi ultimi anni. Il giuramento di Ippocrate mantiene ancora la sua forza. I missionari in bianco non rinnegano lo spirito della loro professione. Sono loro la faccia amica del pianeta medicina. Al posto di stanze sterili, anonime provette, asettici moduli, ci mettono il cuore, stringono mani, ascoltano. Sono l’ultimo fortino alla sanità dei manager e dei bilanci in attivo. Da loro parte la contestazione alla legge. «Sono pronto alla disobbedienza civile - dice Giovanni Barroccu, medico di base e rappresentante provinciale dell’associazione dei medici -. A ignorare una legge dello stato che va contro il codice deontologico. Siamo medici, non poliziotti. Credo che prima vengano gli uomini. Non vorrei che l’obbligo si rivelasse un’arma contro i medici. Si potrebbe rischiare l’accusa di omissione di atti d’ufficio. Questa legge sarebbe in contrasto anche con l’articolo 32 della costituzione. Immaginiamoci cosa potrebbe accadere se immigrati con l’epatite, la tubercolosi o la lebbra andassero in giro senza controlli sanitari e cure». Nessuno vuole prendere parte a una deriva igienico-genetica, che ha inquietanti precedenti. Sulla stessa linea un altro medico di base che da sempre lavora a Olbia. «Non condivido questa legge - afferma Pietro Giagheddu -. Esprimo una forte critica personale che ricalca quella di tutto l’ordine dei medici. Noi dobbiamo curare le persone, non chiedere loro i documenti. Per quanto mi riguarda non applicherò questa normativa neanche se dovesse diventare legge. Più volte mi è capitato di curare extracomunitari, molti di loro sono miei pazienti. Mi sembra paradossale domandare a qualcuno il permesso di soggiorno. A noi basta il codice fiscale, poi il resto non mi interessa. Il codice deontologico mi impedisce di denunciare un clandestino. Sulla carta sarei obbligato a curare anche un latitante in pericolo di vita». La sconfessione della legge arriva anche da medici che accanto allo stetoscopio hanno la tessera di partito. La condanna è bipartisan. A criticare in modo aspro la legge è Sebastiano Beccu, medico di base ad Arzachena e consigliere provinciale del Pd. Il provvedimento è contestato da Tore Marrone, anche lui medico di base, ma a Buddusò e consigliere in Provincia dei Riformatori. «Io sono del tutto contrario - spiega Beccu -. Noi medici non possiamo denunciare chi viene a chiederci aiuto. Il nostro primo compito è difendere la salute e la vita delle persone, non fare gli ispettori. L’effetto di un simile provvedimento sarà la riduzione del numero di stranieri che si rivolgono a noi e l’aumento incontrollato delle patologie. In estate nella zona di Arzachena gli extracomunitari si moltiplicano. Credo sia semplice immaginare le dimensioni di un’emergenza sanitaria che questa legge favorisce. Io ho tantissimi pazienti stranier, molto spesso curo extracomunitari. Non mi è mai venuto in mente di chiedere se sono clandestini. Non rispetterò mai una legge che ritengo ingiusta». Ma anche da medici che militano nelle fila del centrodestra arriva una bocciatura al disegno di legge. «Dobbiamo esaminare la questione al di là delle posizioni politiche - spiega Tore Marrone -. Nessun medico denuncerebbe un suo paziente. Chi viene da me a Buddusò sarà assistito. Mi rifiuto di chiedere i documenti alle persone che devo curare. Salvare la vita degli altri rimane la priorità della mia professione. La mia guida resta la deontologia, il giuramento di Ippocrate. Non possiamo diventare spioni per decreto. Ho curato spesso extracomunitari senza chiedere documenti. Mi sembra normale e non applicherò imposizioni che vanno contro l’etica».
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Nuova pagina 1
da La Nuova Sardegna SABATO, 14 FEBBRAIO 2009

A Roma prima intesa ma si continuerà a trattare. Sì anche al piano di rilancio

Spiragli a Meridiana, nessun licenziamento

La compagnia non applicherà il contratto Eurofly ma annuncia che il costo del lavoro sarà ridotto

1 ol merid 140208di GUIDO PIGA
 OLBIA. Niente licenziamenti, niente contratto di Eurofly. Meridiana non si taglia le ali né i ponti. Dopo una giornata tesissima, la dirigenza decide di sospendere i tagli a piloti e assistenti di volo e di trattare con i sindacati per un’intesa (entro il 23 febbraio) sul rilancio della compagnia aerea.
 Ieri, a Roma, sede del ministero del Lavoro, era l’ultimo giorno utile per evitare i licenziamenti (145 posti di lavoro in meno, nove aerei a terra) e un radicale ridimensionamento dell’azienda. Alla fine ha prevalso, come direbbe Claudio Miorelli, in consigliere d’amministrazione chiamato alla mediazione, il buon senso. La trattativa per evitare i tagli continuerà fino al 23 febbraio e, nonostante le divisioni aziendali e sindacali, avverrà su nuove basi. Raccogliendo l’indicazione dell’Aga Khan e le richieste dei sindacati, i dirigenti hanno deciso di ritirare l’imposizione del contratto di Eurofly (stipendi più leggeri del 30 per cento). E’ una svolta: per mesi e mesi, Meridiana ha sempre posto l’accettazione delle condizioni di Eurofly come unica alternativa ai licenziamenti. L’azienda chiede comunque una riduzione del costo del lavoro per essere al passo con i concorrenti, Alitalia in primis. «Oggi il costo del lavoro è di 100 milioni di euro, dobbiamo ridurlo di 16» dice Miorelli dopo la lunga giornata di incontri e scontri.
 E’ un passo in avanti verso un accordo con i lavoratori. L’intesa con i piloti è vicina, tanto che potrebbe essere sottoscritta subito. Quella con gli assistenti di volo è più lontana, ma non irraggiungibile. Anche se ieri le sigle si sono spaccate. «Mentre eravamo impegnati al ministero, altre organizzazioni sindacali stavano trattando con l’azienda in un’altra sede. E’ un atto gravissimo che di fatto esclude di fatto Filt Cgil dalla trattativa e non rispetta le relazioni sindacali» aveva dichiarato Mauro Rossi, segretario nazionale dei trasporti della Cgil. L’incontro contestato è quello tra l’amministratore delegato Gianni Rossi con Uil, Cisl e Anpav nella sede romana di Meridiana. Una trattativa nella trattativa, dunque. Negata dalla Uil nazionale: «Smentiano categoricamente le dichiarazione della Cgil, non c’è stata alcuna trattativa separata con l’azienda Meridiana».
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da La Nuova Sardegna SABATO, 14 FEBBRAIO 2009

Sui panetti lo stemma della squadra di calcio del Barcellona

Da Roma a Olbia 51 chili di hascisc

I finanzieri arrestano un «corriere»: la droga era su un furgone

2 ol drog 140209 3 ol drog 140209di GIAMPIERO COCCO
 OLBIA. Viaggiava da Roma su un camioncino imbottito di droga. Torquato Ceccarelli, 51 anni, un maniscalco che gestisce una piccola azienda sulla Casilina, è finito alla Rotonda dopo che i baschi verdi della finanza hanno “scoperto”, nei longheroni del suo autocarro, 51 chili di hascisc.
 Lo stupefacente, suddiviso in panetti che recavano impresso lo stemma catalano del “Barca” - il Barcelona football club - è di ottima qualità, e se immesso sul mercato illegale (al quale era destinato) avrebbe fruttato, oltre che migliaia di spinelli, qualcosa come 400mila euro agli spacciatori. Nell’abitazione dell’uomo attigua alla sua azienda artigianale, sulla via Casilina di Roma, gli uomini della guardia di finanza diretti dal capitano Cesare Antuofermo hanno trovato altri due chili di «barçeloneta», un tipo di hascisc richiestissimo dal mercato per la sua alte qualità da sballo.
 «L’inchiesta è ancora in corso, non possiamo dare altri particolari sull’operazione» ha spiegato ieri l’ufficiale della guardia di finanza che, con i suoi uomini, ha inferto duri colpi alle bande di trafficanti e spacciatori sequestrando in pochi anni centinaia di chili di sostanze stupefacenti nei porti e aeroporti di Olbia e Golfo Aranci.
 A bloccare l’uomo sono stati i baschi verdi che, quotidianamente, controllano i varchi portuale dell’isola Bianca. Quando il Fiat Daily guidato da Torquato Ceccarelli è sceso dal traghetto i finanzieri lo hanno fermato per uno dei tanti controlli di ruotine. L’uomo, dopo aver consegnato i documenti, è però apparso nervoso e anche infastidito da quella perdita di tempo. I cani antidroga, nel frattempo, fiutavano l’autocarro e davano segnali inequivocabili. Poco più tardi il ritrovamento: nascosti nei longheroni del cassone (un ripostiglio ritenuto più che sicuro) c’erano 51 chilogrammi di hascisc, tantissimi panetti che recavano il loro del Barcellona calcio.
 Torquato Ceccarelli si è trincerato dietro un silenzio assoluto, e dopo le formalità è stato accompagnato nel carcere della Rotonda. Nelle prossime ore il corriere della droga dovrebbe essere interrogato dal gip nel corso dell’udienza di convalida. La droga, una volta recuperata, è stata messa sotto sequestro.
 Quello di ieri è il piu grosso quantitativo di hascisc “intercettato” nell’isola dall’inizio dell’anno.
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da La Nuova Sardegna SABATO, 14 FEBBRAIO 2009

Un milione di euro per eliminare l’amianto

L’azione della Provincia con il finanziamento della Regione e l’apporto della Asl

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di ENRICO GAVIANO
 OLBIA. La battaglia contro l’amianto, partita con i finanziamenti erogati dalla Regione e condotta da Asl2 e provincia Olbia-Tempio comincia a dare i suoi frutti. Tutto nasce dal piano che nell’arco del triennio 2005-2008 ha visto l’amministrazione regionale mettere a disposizione della provincia gallurese poco più di un milione di euro. Di questi, 957 milioni sono destinati agli edifici pubblici o comunque aperti al pubblico, mentre altri 178 milioni, invece, sono destinati agli edifici privati.
 Il primo passo della Provincia, in particolare l’assessorato all’ambiente, dopo aver ricevuto i finanziamenti, è stato quello di sapere su quali edifici intervenire. Il censimento è stato condotto dall’Asl2 ed è stato completato a novembre dello scorso anno. La mappa comprende 46 siti, di 19 soggetti diversi. E’ stata composta anche una graduatoria di questi siti, che comprende diversi parametri di valutazione, il primo dei quali è la condizione dell’amianto. Per fortuna, in tutti i siti localizzati dall’Asl, si tratta di amianto compatto, dunque più facilmente recuperabile e, per altro verso, meno facile da disperdere nell’ambiente come invece accade a quello friabile o polverizzato.
 Sino a questo momento, comunque, alla Provincia gallurese sono pervenute le domande di accesso ai contributi per lo smaltimento dell’amianto, da parte di 8 soggetti pubblici o privati che però hanno strtutture aperte al pubblico, per un totale di 20 siti sui 46 censiti. La spesa prevista è di 551 milioni. Dunque l’ente di via Nanni si ritrova ad avere a disposizione ancora 404 milioni di euro e per questo la Provincia ha deciso di riaprire i termini per la presentazione delle domande, per poter impiegare il finanziamento residuo.
 Nel frattempo, la Provincia Olbia-Tempio sta anche mettendo in cantiere la fase successiva dell’operazione «eliminazione amianto». A cura dell’ente, ci sarà un censimento-mappatura degli edifici privati interessati dalla presenza di amianto da bonificare.
 «La cifra attualmente a disposizione - ricorda l’assessore provinciale all’ambiente, Pierfranco Zanchetta - è di quasi 180 milioni di euro. Ma chiederemo alla Regione un ulteriore finanziamento per questo scopo. Il censimento, comunque, partirà in questo mese e sarà anche accompagnato da una campagna informativa realizzata con il coinvolgimento di Asl2 e dei 26 comuni galluresi. Si baserà sulle autodichiarazioni dei proprietari degli edifici e determinerà anche in questo caso una graduatoria per stabilire le priorità di intervento».
 Per concludere, Zanchetta ricorda anche che «a seguito del completamento della fase di censimento mappatura dell’Asl di Olbia, per scoprire le aree produttive che presentano amianto da bonificare, la Provincia intende realizzare il Piano provinciale di protezione, decontaminazione, smaltimento e bonifica dell’ambiente ai fini della difesa dai pericoli derivanti dall’amianto».
 Per questo motivo, all’interno del piano di gestione deirifiuti urbani, è stata compresa anche l’identificazione di zone idonee o meno alla localizzazione di discariche da utilizzare per lo smaltimento dei rifiuti di amianto.
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 da La Nuova Sardegna SABATO, 14 FEBBRAIO 2009

In casa il market dell’eroina: coppia di spacciatori in carcere

7 ol coppia 140209 8 ol coppia 140209OLBIA. Giovedì pomeriggio a San Pantaleo i carabinieri hanno arrestato Massimiliano Masala, olbiese classe 1965, e la sua convivente, Barbara Azzena di Arzachena, classe 1971. I due si sono visti recapitare un’ordinanza di custodia cautelare firmata dal Gip di Tempio con l’accusa di spaccio di sostanze stupefacenti. Masala e la Azzena, infatti, da qualche mese avevano avviato nella piccola frazione un florido traffico di eroina, con un continuo via vai di consumatori nel bilocale affittato dalla coppia. Un piccolo supermarket della droga (lo stupefacente era venduto in singole dosi, per non destare sospetti nelle forze dell’ordine, ma l’afflusso di compratori era continuo), messo in piedi in maniera semplice ed efficace, senza bisogno di una particolare forma di organizzazione vendita della droga. Fin troppo facile per i carabinieri di Olbia che, nei mesi di novembre e dicembre 2008, avevano pazientemente filmato il commercio, controllando poi gli acquirenti e rinvenendo le dosi appena acquistate dai due spacciatori.
 Ai diversi recuperi effettuati della sostanza stupefacente, era poi seguita richiesta di applicazione di una misura cautelare nei confronti dei due, emessa poi dal Gip incenzo Cristiano. Masala, già noto alle forze dell’ordine per precedenti specifici, è stato condotto nel carcere della Rotonda a disposizione dell’autorità giudiziaria, mentre a Barbara Azzena sono invece stati concessi gli arresti domiciliari.

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da La Nuova Sardegna GIOVEDÌ, 12 FEBBRAIO 2009

Il commissario del G8 replica al ministro: non è vero, il premier si è impegnato a trovare i soldi

Sassari-Olbia, guerra nel governo

Matteoli in visita elettorale attacca Bertolaso: «Dirottati i fondi»

NUOVE POLEMICHE I 470 milioni per la strada restano ancora bloccati

1 ss-ol 120209 2 ss-ol 120209di GUIDO PIGA
 OLBIA. I ministri democristiani litigavano sulla paternità delle opere pubbliche (fatte). Quelli del governo Berlusconi, lo fanno su quelle bloccate. La Sassari-Olbia di oggi è pericolosa per gli automobilisti, quella di domani (se e quando ci sarà) lo è per il ministro delle Infrastrutture Matteoli. Che innesta un incidente con Bertolaso. Bilancio: il secondo “spezza” il primo.
 In visita elettorale a Sassari, Matteoli spiega che la quattro corsie l’ha inserita lui nella «legge obbiettivo», anno 2001, che «è la tra le opere prioritarie per la Sardegna e che non ci saranno problemi per la sua realizzazione». A parte il concetto di priorità, tutto da approfondire (l’opera, otto anni dopo, è ancora sulla carta), il ministro perde il controllo della situazione quando va a urtare contro il collega Guido Bertolaso, capo della protezione civile, commissario del G8, ma anche sottosegretario nell’esecutivo Berlusconi.
 «I fondi per la Sassari-Olbia non sono mai stati nella disponibilità del mio ministero - rivela Matteoli - ma erano a disposizione della protezione civile. Ora stiamo lavorando per trovare le risorse che la protezione civile ha dirottato da un’altra parte».
 Praticamente, una “bomba”. Tutti hanno sbagliato bersaglio. Se i soldi non ci sono più e i cantieri non possono aprire, la colpa non è di Berlusconi. Renato Soru non aveva capito niente, il vicepresidente Carlo Mannoni neppure, il capogruppo del Pd alla Camera Antonello Soro meno ancora. «Dopo tre mesi gli impegni assunti dal governo non sono stati in alcun modo rispettati» scrive giusto ieri Soro a Berlusconi. Si riferiva all’impegno preso da Berlusconi di portare al Cipe l’approvazione del finanziamento di 470 milioni per la quattro corsie, passaggio decisivo per sbloccare l’opera.
 Niente di tutto questo: a sentire sulle televisioni, e a leggere sulle agenzie, le dichiarazioni di Matteoli, il responsabile del grande danno è uno solo: Bertolaso.
 Proprio lui, quello che più di tutti ha difeso la scelta della Maddalena come sede del G8 fatta dal governo Prodi, quello che più di tutti ha rischiato la faccia garantendo al governo Berlusconi che le opere sarebbero state completate, come è infatti avvenuto. La rivelazione di Matteoli è sconvolgente: Bertolaso aveva i soldi per la Sassari-Olbia ma non solo non li ha spesi, li ha addirittura dirottati altrove. Un’accusa gravissima: per un politico di professione magari no, per Bertolaso sì, eccome. Il commissario aspetta una rettifica di Matteoli, una sola dichiarazione, «mi sono sbagliato», «mi hanno capito male», «colpa dei giornalisti». Come usa fare quotidianamente, del resto. Che male c’è, no? Siccome quella frase non arriva, a metà pomeriggio incarica il suo ufficio stampa di smentire il ministro. «La Olbia-Sassari non rientra tra gli interventi connessi con l’organizzazione del G8, tutti in regola con le tempistiche - è scritto nella nota della protezione civile -. E’ stato più volte precisato che al momento dell’apertura del vertice, probabilmente i lavori saranno appena iniziati, in quanto per la Sassari-Olbia si sarebbero potute utilizzare le procedure acceleratorie e nulla di più».
 Bertolaso chiarisce poi che, «come più volte affermato dal capo del governo, alla prima riunione del Cipe potrà essere deliberato l’utilizzo dei fondi necessari per l’opera». I soldi c’erano (ordinanza di Berlusconi, agosto 2008) e non ci sono più (legge di Berlusconi, ottobre 2008). Ma possono essere rimessi in circolazione, sottolinea Bertolaso: come appunto “più volte affermato dal capo”, anche di Matteoli. Al quale, con tutti gli accorgimenti del caso per limitare i danni di una brutta figura di quelle serie, il capo della protezione civile dice questo: «E’ inesatta, pertanto, l’affermazione attribuita al ministro Matteoli, in quanto i fondi necessari per la Olbia-Sassari non sono mai stati nella disponibilità della protezione civile, che non ha competenza né, ovviamente, li hai mai “dirottati da un’altra parte”».
 Ha detto Gianni Letta qualche giorno fa, sulle tante, troppe esternazioni della maggioranza: «Forse è meglio il silenzio...».

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 da La Nuova Sardegna GIOVEDÌ, 12 FEBBRAIO 2009

Il polo della nautica in Gallura affonda la crisi

Confindustria conferma anche per il 2009 il trend positivo delle attività dei cantieri

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17 ol naut 120209di Luca Rojch

OLBIA. Il black-out è finito. L’interruttore del mercato si è riacceso e ora la Gallura che si alimenta di nautica naviga spinta da un vento di ottimismo. Il cuore nero della tempestosa crisi sembra già superato. Carezzati da ordini che si moltiplicano con il 2009, da una virata del mercato dei cantieri che in città sembrava precipitare nel gorgo della recessione. Le 200 imprese che a Olbia vivono dalla nautica vedono sereno. Le richieste riprendono ad arrivare e Cala Saccaia ritorna vanitosa a essere il polo della nautica che trascina la Sardegna.
 Lo stato di ibernazione da gennaio sembra essere finito. Il mercato legato all’acquisto di imbarcazioni e ai servizi di rimessaggio e assistenza riprende a girare. Passi sempre più decisi. A fare il punto della situazione il responsabile di Confindustria per la nautica, Roberto Azzi, che è anche l’amministratore dell’Ibs, società regina tra gli yacht. Lui è un po’ il guru del settore. Mente e braccio del pianeta dei cantieri. «Dobbiamo guardare oltre questo momento - spiega Azzi -. Confindustria fa proprio questo. Già pensiamo a come migliorare la performance. Per prima cosa puntiamo a creare un settore charter. Vogliamo dare omogeneità all’offerta. Una garanzia di trasparenza e qualità dell’offerta». L’Ibs da questa primavera gestirà anche il porto turistico di Olbia Mare. «Un tassello in un’offerta che deve diventare globale - continua Azzi -. Non serve a nulla andare da soli. Inutile procedere per compartimenti stagni. Bisogna fare sistema, dare un’offerta che sia competitiva. È impossibile avere una stagione nautica lunga un anno, ma gli effetti della stagione si possono estendere per dodici mesi sull’economia. Dobbiamo puntare a migliorare il polo della nautica che è già di eccellenza».
 Azzi non ha dubbi. «Cala Saccaia può diventare un comparto ancora più solido se si continua a investire - spiega Azzi, che è anche responsabile di Confindustria nord Sardegna -. Iniziative come quella della zona franca urbana che dovrebbero abbracciare sia l’area dei cantieri, sia quella del porto daranno un forte impulso. Ma come Confindustria portiamo avanti anche una serie di progetti. Per prima cosa un consorzio regionale che deve servire come volano, come centro di aggregazione delle imprese».
 In questi mesi anche la politica ha tentato di portare avanti progetti globali per aiutare il settore. Si tenta di sostenere il polo della nautica in città. Un circuito nobile che fa girare tutta l’economia, non solo chi guadagna dalla costruzione o dalla manutenzione degli scafi, ma anche molte altre imprese che non sembrano avere apparenti legami con la nautica. Per questo l’imperativo diventa fare sistema.
 «Ad andare avanti da soli si fa una fatica terribile e si è condannati alla sconfitta - continua Azzi -. Dobbiamo convincere i nostri clienti che è meglio lasciare la barca in inverno in Sardegna. Affidarla ai cantieri in città. Non portarla in Spagna. Ma per fare questo dobbiamo offrire un servizio migliore a un costo inferiore. In Gallura abbiamo l’80 percento del mercato della nautica. Dobbiamo sfruttare il know-how delle nostre imprese. L’esperienza di 15 anni di lavoro all’interno di un distretto che deve ancora svilupparsi. Sono convito che la Sardegna sia una terra di servizi e non di prodotti. Il turismo è la nostra industria. Ma dobbiamo creare le condizioni migliori per far crescere l’economia».
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da La Nuova Sardegna GIOVEDÌ, 12 FEBBRAIO 2009

Il regno dei maxi yacht è ancora Porto Cervo

di SERENA LULLIA
 PORTO CERVO. Il crollo dell’economia internazionale avrà l’effetto di una brezza più che di un uragano sul business delle suite del mare. La nautica di lusso si prepara a domare l’onda lunga della crisi mondiale. Magnati, sceicchi e industriali non rinunciano al relax sotto il sole a bordo di un hotel galleggiante. Le prenotazioni per l’estate in Costa Smeralda cominciano ad arrivare da tutto il mondo. Il mercato della vacanza sul mare per nababbi si muove, abbandona i ritmi frenetici di qualche anno fa e adotta una andatura più lenta. I leader del settore non negano qualche segnale di flessione rispetto al passato, ma garantiscono la tenuta del business sulle onde.
 Negli uffici della Sardinia Yacht Service le prenotazioni non mancano. La società di Renato Azara, che dà assistenza all’80 per cento delle imbarcazioni di lusso che arrivano a Porto Cervo, affronta col sorriso la stagione 2009. «Sono sicuro che in questo particolare momento la stagionalità del settore ci favorirà - dice Azara -. Credo che il picco di questa crisi sia in questi primi mesi dell’anno. Per il mercato degli yacht e dei mega yacht è inevitabile qualche leggera flessione, in particolare per lo stretto legame con i magnati russi. Sono però convinto che le prenotazioni arriveranno, così come già accade. Non con ritmi frenetici, ma con più lentezza. Non dico che sarà un anno da exploit, ma per la nautica di lusso nonsarà certo una debacle». Sulla stessa linea Roberto Azzi, amministratore della International boat service, gruppo leader nella vendita di maxi yacht. «Fra i mesi di ottobre e gennaio abbiamo registrato un calo - spiega Azzi -. Ma nelle ultime due settimane c’è stata una evidente ripresa. Il mercato si sta sciogliendo. Riceviamo molte chiamate, ci vengono confermati i preventivi, alcuni clienti che avevano pensato di non cambiare la barca ora hanno deciso di farlo. Sono certo che ci sia la luce in fondo al tunnel». Azara e Azzi invitano però a una riflessione sul momento di crisi e sulla necessità di strategie comuni per consolidare il mercato della nautica. «Dobbiamo trarre una grande lezione da questo momento di difficoltà a livello mondiale - aggiunge l’amministratore di Ybs -. Serve una promozione capillare e professionale del settore della nautica, senza aspettare che i clienti ci cadano dal cielo. Questo è il momento giusto per fare sistema. Servono strategie comuni non solo per conservare la clientela, ma per catturare quelle fette del diportismo di lusso che oggi scelgono altre destinazioni». I due re della nautica a cinque stelle sono stanchi di essere dimenticati dalle istituzioni, ignorati o snobbati dalla politica. «Si continua a parlare di turismo inteso come ricettività alberghiera, ristoranti e bed & breakfast, ma ci si dimentica del segmento della nautica - afferma Renato Azara -, che in Costa Smeralda si concentra l’80 per cento della nautica isolana. Il nostro è un settore trainante per l’economia sarda e vorremo essere presi in considerazione quando si parla del futuro turistico dell’isola. Fino a oggi le iniziative in questo campo sono state sostenute solo dall’impegno dei privati. Sarebbe ora che anche le istituzioni facessero la loro parte».
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da La Nuova Sardegna GIOVEDÌ, 12 FEBBRAIO 2009

«Creiamo un registro delle imprese del mare in Sardegna»

Si vuole realizzare anche un eco bollino ambientale per le grandi imbarcazioni

18 Pcervo 120209PORTO CERVO. Una anagrafe fai da te delle aziende del mare nell’isola. Ybs e Sardina yacht service si preparano a censire le imprese della nautica in Sardegna. «Perchè si abbia una percezione reale dell’importanza del settore, delle ricadute in termini di indotto e di occupazione e quindi si capisca il peso che questo segmento del turismo avrà nel futuro economico dell’isola è fondamentale sapere quanti siamo - dice Renato Azara -. Allo stato attuale non esiste un dato affidabile. Come privati sosteniamo questa iniziativa, passo fondamentale per elaborare nuove strategie di mercato». Ma i promotori del registro nautico vorrebbero dire basta alle imprese in solitaria e collaborare con le istituzioni. «Alla coalizione che vincerà le elezioni regionali chiederemo di istituire una consulta del turismo regionale - aggiunge Azara -, un organismo che coinvolga i rappresentanti di tutti i segmenti del turismo isolano e che veda finalmente protagonisti anche noi imprenditori della nautica. L’isola ha bisogno di un tavolo di discussione permanente in cui elaborare nuove strategie di mercato e progetti sinergici per valorizzare l’industria del mare». Azara mostra poi la sua anima verde e ricorda che l’equazione maxi yacht, salvaguardia è ancora possibile. «Le tematiche ambientali sono strettamente legate allo yachting - conclude -. Per navigare nelle acque dei Caraibi le grosse imbarcazioni devono avere una particolare certificazioni, un bollino che garantisce che nessuna sostanza inquinante verrà scaricata in mare. In Italia non esiste una normativa ad hoc. Potrebbe essere la Regione a farsi promotrice di questa iniziativa e a garantirne il rispetto attraverso una attenta azione di monitoraggio delle acque». (se.lu.)
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 da La Nuova Sardegna GIOVEDÌ, 12 FEBBRAIO 2009

Don Andrea Raffatellu un premio alla bontà

21 ol don 120209OLBIA. Andrà a don Andrea Raffatellu il “Premio bontà Antonio Degortes”, giunto alla seconda edizione. La cerimonia si terrà dopodomani alle 11.30, nella sala giunta del comune di Olbia, dove il sindaco Gianni Giovannelli consegnerà il premio al sacerdote che, da decenni, lavora per aiutare i tossicodipendenti a recuperare la loro vita.
 Lo scopo dell’iniziativa, intitolata a un giovane olbiese prematuramente scomparso, è quella di premiare chi, a Olbia, si è distinto per l’impegno sociale e umanitario. L’anno scorso il premio fu assegnato a Francesco Gambella, per i suoi aiuti all’Africa.

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 da La Nuova Sardegna MARTEDÌ, 10 FEBBRAIO 2009

Il nuovo piano di Pittulongu subito in consiglio

Nota del presidente Pizzadili alla commissione perché il regolamento arrivi in aula

 12 ol pitt 100209 13 ol pitt 1020209 14 ol pitt 100209

15 ol pitt 100209di Luca Rojch

OLBIA. Non si vedono cowboy a cavallo con pistole e speroni. L’assalto alla diligenza, alla terra da conquistare, si fa in doppio petto. Armati di codice e carta bollata. Pittulongu come il far west in cui l’unica certezza è l’incertezza delle regole. Il rischio che la legge sia diversa per tutti si materializza giorno dopo giorno. La commissione urbanistica gira alla moviola e non riesce a discutere il piano di risanamento. I tribunali dànno ragione a chi chiede la licenza per costruire. Il monte dei metri cubi diminuisce, prezioso cucuzzolo, era già una mezza collina. Tra un po’ diventerà una spianata. Il cemento si conterà solo con il contagocce.
 Un paradiso senza regole, con più progetti che cemento a disposizione. Il piano di risanamento rimane incagliato nella burocrazia. Ora anche il presidente del consiglio comunale, Tonino Pizzadili, invia una nota di richiamo alla commissione. Lascia da parte i guanti istituzionali e mette i guantoni. Con la gentilissima missiva informa il presidente che vuole portare subito in consiglio comunale il nuovo piano di Pittulongu. Terremoto assicurato. Da una parte i consiglieri di minoranza sono felici, si parla del piano che deve dare le regole al quartiere fantasma. Dall’altra lanciano l’allarme di una approvazione a scatola chiusa del piano. Si rischia di dare il via libera a un piano di cui si conoscono solo una minima parte dei contenuti. «Non è un rischio remoto - dice Carlo Careddu, Pd -, ma una realtà molto concreta. Da tempo chiediamo che si discuta il piano di risanamento di Pittulongu. Per mesi abbiamo assistito a una melina della maggioranza che non ha voluto discutere. Nello stesso tempo il Tar dà ai proprietari la possibilità di costruire. In molti casi si passa dallo sportello del Duap. Con un’autocertificazione si comincia a costruire in 20 giorni. Così si mangia il monte delle volumetrie».
 Il caso della Polo holding, che dimezzato le volumetrie per trovare un accordo con il Comune, è solo uno dei tanti che l’amministrazione deve gestire. La società è pronta a scendere da 16 mila metri cubi a 7 mila pur di portare avanti il suo progetto intorno allo stagno. Per rendere più convincente l’offerta sul tavolo del sindaco c’è anche una eventuale richiesta danni da 5 milioni di euro che la società chiede all’amministrazione. Di fatto il Comune aveva già firmato una convenzione con la società. Un contratto in cui dava alla Polo holding il via libera.
 Ma lo stagno non entra nella contropartita offerta dalla società in questo accordo. Di fatto lo stagno dello Squalo è già del Comune. Lo è dal 2004. Difficile che ora l’amministrazione possa considerare una vittoria l’avere un bene che è già suo.
 «Dobbiamo discutere a fondo sul piano di risanamento di Pittolungu - dice Giorgio Spano dei Cristiano popolari -. Dobbiamo avere un approccio di metodo. Per oltre un anno abbiamo fatto la battaglia perché il piano di risanamento venisse discusso in commissione urbanistica. La maggioranza ha preso tempo. Ora c’è questa accelerazione che rischia di esautorare la commissione dal suo compito. Il richiamo del presidente del consiglio comunale deve essere rivolto a chi presiede la commissione, non a noi. Il Comune agisce in modo schizofrenico. Da una parte tratta con la Polo holding, la società che vuole costruire intorno allo stagno di Pittulongu, dall’altro si porta in aula un piano in cui per la società non è previsto neanche un metro cubo. Nella ripartizione dei volumi, tutta l’area intorno allo stagno dello Squalo è classificata come inedificabile». L’ultimo colpo di scena nella telenovela infinita che fa sprofondare nell’incertezza il quartiere con le radici sul mare.
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 da La Nuova Sardegna MARTEDÌ, 10 FEBBRAIO 2009

ADDIO ALLA STAZIONE

Confronto serrato tra il sindaco e il nuovo comitato

16 ol staz 100209OLBIA. Meglio di una miss in bikini. Il cemento continua ad affascinare, a catalizzare l’attenzione su di sé. I metri cubi che nasceranno al posto della stazione continuano a far discutere la città. Il confronto organizzato dal comitato «Salviamo il cuore di Olbia» ha avuto un effetto calamita. Poca gente comune, molti big della politica. A parte l’esercito di candidati che si è fiondato per trovare una solida platea, c’erano anche i rappresentanti di Comune, Provincia, Cgil, Cna. Un incontro a tratti anche ruvido sul tema principe in città. Il mattone. Il comitato espone le sue idee. Nelle aree libere lasciate dall’arretramento della stazione sognano aree verdi, piste ciclabili, metropolitana di superficie. Ma più realista del re prende la parola il sindaco Gianni Giovannelli. «Sono aperto a qualsiasi dibattito - dice il primo cittadino -, a qualsiasi discussione, ma non si possono dimenticare alcuni presupposti fondamentali. Per prima cosa non esiste l’esproprio proletario. I nove ettari liberati dall’arretramento della stazione sono di una società privata. Rfi. Non scartiamo l’ipotesi di acquistare quei terreni, ma quell’area non è nostra. Non possiamo essere noi a decidere. Quelle aree hanno un valore commerciale. Si può costruire. Sarà il consiglio comunale a valutare la validità e la bellezza dei progetti. Per quello che mi riguarda non trovo scandaloso se si pensa a una riqualificazione che abbia aree verdi, piste ciclabili, ma anche palazzi alti, 30, 50, 80 metri. Mi fa piacere che esista un comitato che dia gambe a un progetto generale». La stazione accende il confronto. Quasi un miracolo in una città che sembra rimanere imperturbabile. Impermeabile alle emozioni. «Si dà vita a una speculazione edilizia - dice Marco Varrucciu, Pd -. In questo modo si rubano metri cubi al monte disponibile per la città. Sono 180 mila metri cubi che si regalano a un privato». Si parla anche di metropolitana di superficie. Rimane per ora un unico binario che porta da Olbia a Golfo Aranci. Molti ritengono inutile il collegamento che trasporta al massimo 100 passeggeri al giorno e al suo posto sognano una metropolitana di superficie. Ma è indispensabile creare dei muri di sbarramento che spaccherebbero in due la città. (l.roj.)
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 da La Nuova Sardegna MARTEDÌ, 10 FEBBRAIO 2009

A 15 anni con la coca in tasca

Baby spacciatore arrestato in centro dai carabinieri

17 ol baby 100209OLBIA. Spacciatore a 15 anni. Quasi incredibile. Beccato con la polvere bianca in tasca, nell’età in cui si dovrebbero tirare calci a un pallone, e non le strisce di coca. Bambini senza infanzia, persi in cunicoli di disperazione, in modelli distorti. Testa vuota e coca in tasca. I carabinieri lo hanno seguito e pedinato. Lo hanno notato al centro della città mentre alle 3 del mattino andava avanti e indietro in una delle vie più trafficate.
 Movimenti sospetti che hanno attirato l’attenzione di alcuni agenti in borghese. I carabinieri della sezione operativa del reparto territoriale di Olbia, guidati dal colonnello Giovanni Spirito, alla fine lo hanno arrestato, nella notte tra sabato e domenica. L’accusa è detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Nelle tasche aveva 10 grammi di hascisc e un grammo di cocaina. È bastato perquisirlo per far scattare l’operazione. I carabinieri hanno deciso di controllare anche l’abitazione in cui il ragazzo vive con i genitori. Nella sua cameretta tra poster e libri i militari, coordinati dal tenente Luigi Bramati, hanno trovato avvolti dentro il cellofan, 120 grammi di hascisc, divisi in due panetti.
 Davanti ai militati i genitori increduli. Il ragazzo è stato arrestato per detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Per decisione della Procura per i minorenni di Sassari il giovane è stato portato al centro di accoglienza per minorenni. I carabinieri non dànno dettagli ulteriori della vicenda. Per prima cosa si vuole tutelare il minore al centro della vicenda. Ma in città è il secondo caso in pochi giorni di arresto di un minore coinvolto nello spaccio di droga. In casa del ragazzo erano stati trovati due panetti di hascisc.
 Forse è troppo presto per parlare di allarme droga tra i giovanissimi, ma questi due casi tanto ravvicinati fanno crescere l’attenzione delle forze dell’ordine verso i baby spacciatori. Ancora più inquietante è stato trovare nelle tasche del giovane anche cocaina. Segno che la droga pesante si diffonde con sempre maggiore forza anche tra i giovanissimi e la sua pericolosità non viene avvertita. I carabinieri hanno intensificato i controlli vicino ai locali, ma anche nelle strade della città. (l.roj.)
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da La Nuova Sardegna MARTEDÌ, 10 FEBBRAIO 2009

EMERGENZA, LE PROPOSTE DEI MEDICI

Strade pericolose, triste record degli incidenti

In Gallura il numero delle vittime è raddoppiato dal 2005. Pala: serve più prevenzione

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di STEFANIA PUORRO
 OLBIA. Aumentano i lenzuoli bianchi sulle strade, stesi per coprire i morti dell’asfalto. Quella di Olbia Tempio è la provincia dell’isola che, nel 2007 (dati Aci-Istat), ha registrato un “primato” negativo: dal 2005 è raddoppiato il numero delle vittime degli incidenti stradali (si è passati da 9 a 22). Anche il 2008 è stato un anno nero e in questo primo scorcio del 2009, in Gallura, si sono contati già tre morti, due dei quali sulla Olbia-Sassari. Proprio quella maledetta e trafficatissima arteria per la quale non ci sono più i finanziamenti inzialmente concessi dallo Stato alla Regione.
 Non solo. Gli incidenti stradali sono la causa principale dei traumi di elevata gravità: in Gallura se ne registrano tre ogni mille abitanti e la mortalità è pari allo 0.8%.
 Questo vuol dire che su 100mila abitanti, ci sono 80 morti all’anno, e nel 90 per cento dei casi si tratta sempre di incidenti stradali. Nell’unità operativa di rianimazione e anestesia del Giovanni Paolo II, il 25% dei ricoveri riguardano pazienti feriti sulle strade (spesso giovani) e, di questi, il 40% ha esiti gravi. «Questo vuol dire che il problema è veramente grosso - dice il primario Franco Pala, “stanco”, insieme con la sua équipe, di continuare a vedere tanti genitori piangere la perdita di un figlio -. Migliorare le condizioni delle arterie è un passo fondamentale e assolutamente indispensabile, ma non può bastare. Bisogna pensare a nuovi modi di fare prevenzione, cominciando dalle scuole. E come unità operativa di rianimazione siamo disposti a metterci in gioco: siamo cioè disponibili a dare il nostro contributo a chi ha in mano l’educazione stradale per attuare un progetto serio e condiviso. Che vada ad aggiungersi al gran lavoro delle forze dell’ordine sulle strade, all’inasprimento delle pene e alle iniziative organizzate dagli enti locali con servizi navetta per le discoteche. Quando si parla di incidenti, nella maggior parte dei casi le cause sono sempre le stesse: alcol, droga, eccessiva velocità. E a rimanere coinvolti sono soprattutto i ragazzi. E’ a loro che ci si deve rivolgere per fare prevenzione ma è soprattutto ai giovani del futuro e quindi ai bambini di oggi che si deve cominciare a parlare di come comportarsi per evitare le tragedie della strada. Serve una nuova coscienza sociale ma, per raggiungere l’obiettivo, tutti devono essere coinvolti». Quindi: prevenzione e strade sicure prima di tutto. Ma non solo. Secondo Pala, ci sono anche altre emergenze da risolvere. «Una riguarda la ristrutturazione della rete di soccorso del nostro territorio. Ci sono zone “periferiche” della provincia dove dovrebbe essere potenziato il 118. Un esempio: la Buddusò-Alà è una strada ad alta densità di traffico pesante. Ma dal punto di vista del soccorso, c’è solo un’ambulanza di volontari».
 Un’ultima cosa, non meno importante delle altre. «Si deve lavorare, come in altre parti d’Italia, per creare un registro regionale dei traumi - dice Pala -: non ne esiste uno nazionale, ma se la Sardegna lo avesse, avremmo un quadro più preciso dei traumi che, oggi, vengono solo segnalati e qualificati senza sapere quanti di questi sono gravi e quali sono le cause».
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 da La Nuova Sardegna DOMENICA, 08 FEBBRAIO 2009

TRIBUNALE

Un avvocato gallurese chiamato a riformare l’Ordine

18 ol avv 080209TEMPIO. Prestigioso incarico per l’avvocato Arrigo Filigheddu, presidente dell’Ordine forense di Tempio e dell’Unione regionale degli Ordini forensi della Sardegna. Da poco infatti è stato chiamato a far parte della commissione consultiva per l’esame del disegno di legge di riforma dell’ordinamento professionale forense istituita dal consiglio nazionale per fornire indicazioni in merito al ministro della Giustizia Alfano.
 La commissione comprende una trentina di membri in rappresentanza delle varie specialità della professione forense. Essa dovrà concludere i lavori e riferire al Guardasigilli entro la fine di questo mese. Di qui tutto un intenso calendario, apertosi già da qualche settimana, di incontri e di riunioni a Roma presso la sede del consiglio nazionale.
 Il disegno di legge in questione tende ad apportare modifiche all’ordinamento che regola la professione forense in relazione soprattutto ad alcune specifiche attribuzioni degli Ordini, apparsi spesso bersaglio dell’accusa di autioreferenzialità, in particolare tutte le volte per esempio che sono chiamati a processare comportamenti tutt’altro che onorevoli dei loro appartenenti. E quindi di costituire una sorta casta, com’è capitato di sentire nel recente passato a seguito dell’emanazione di decreti governativi sulla liberalizzazione delle professioni.
 «Si tratta di concepire e introdurre delle modifiche tese innanzitutto a svecchiare aspetti dell’ordinamento forense che rispecchiano il passato ma che risultino alla fine sagge ed equilibrate e rispettose di tutte le esigenze, quando queste sono profonde e fondate» dichiara, senza entrare nel merito specifico della questione, l’avvocato Filigheddu. A commento, al di là del fatto personale, non può non ritenersi un motivo di soddisfazione per tutti i galluresi la chiamata a far parte di un alto consesso di un professionista espresso dal contenuto ma non per questo intorpidito mondo che fa capo prevalentemente al Tribunale di Tempio. E c’è chi ogni tanto si sveglia chiedendone o la chiusura o, alla meglio, lo spostamento. (t.b.)
 

da La Nuova Sardegna DOMENICA, 08 FEBBRAIO 2009

Indagato per tentata violenza sessuale su minore

L’uomo ha 40 anni, il ragazzo 16, massimo riserbo degli inquirenti sul caso

8 ol 080209 7 ol ind 080209di LUCA ROJCH
 OLBIA. La storia è protetta da magistrati e forze dell’ordine in una bolla di pudore e rispetto. Filtrano solo pochi dettagli, spiragli in una vicenda difesa a maglie strette, che rimane nell’ombra. Un uomo di 40 anni di Olbia ha ricevuto un avviso di garanzia con l’accusa di tentata violenza sessuale e tentata induzione alla prostituzione nei confronti di un ragazzo di 16 anni.
 Dell’episodio non filtrano ulteriori dettagli. Sia perché le indagini sono ancora in una fase iniziale, sia perché uno dei protagonisti è un minore. Dalla Procura della repubblica di Tempio che ha in mano la delicatissima inchiesta non trapelano altri dettagli. Poche le certezze da cui partire per la ricostruzione. Pezzi ancora sparsi di un puzzle. L’episodio su cui si vuole far luce sarebbe avvenuto a Olbia e risale ai primi di gennaio. Non si conoscono altri dettagli. L’unica certezza è che è stato recapitato un avviso di garanzia a un uomo di 40 anni di Olbia e che nella vicenda sarebbe coinvolto un ragazzo di 16 anni. Ma i contorni restano indefiniti. Nessuna possibilità di mettere a fuoco la vicenda, di andare al di là di una generica collocazione spazio temporale. La tutela dei diritti del minore prevale su ogni altra istanza. Si resta aggrappati ai pochi dati oggettivi. Dall’avviso di garanzia arrivato in questi giorni all’uomo.
 La conferma arriva anche dal suo avvocato, Cristina Cherchi, che non dà ulteriori dettagli su ciò che è accaduto. Le indagini sono ancora in una fase iniziale, forse si cercano ulteriori riscontri che confermino le ipotesi di indagine portate avanti dai carabinieri del reparto territoriale di Olbia, guidati dal colonnello Giovanni Spirito. Alla cronaca restano timidi brandelli di una verità difesa con forza dagli inquirenti. Il resto della storia è fatto solo di ipotesi investigative che per ora rimangono ancora nascoste.
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 da La Nuova Sardegna DOMENICA, 08 FEBBRAIO 2009

Cena col morto, è giallo fitto

Gli avvocati attendono ancora i risultati dell’autopsia

9 ol cena 080209OLBIA. Una cena avvolta nel giallo. Il mistero sulle ultime ore di vita di Massimiliano Porcu rimane fittissimo. Una parte della verità è nell’esito dell’autopsia, che per ora rimane top secret. La certezza sulla causa della morte chiarirà il giallo fitto fitto. Roba da Agatha Cristhie. Si riparte dai fatti, dal fratello che ha trovato l’operaio morto, riverso nel letto. Dalla cena con tre amici la sera prima e dall’avviso di garanzia che la Procura ha recapitato ai commensali sopravvissuti.
 «Un atto dovuto - dice l’avvocato Antonio Secci -. Per ora dobbiamo avere maggiore chiarezza. Il mio cliente è indagato per omicidio colposo, non sappiamo molto altro. L’accertamento tecnico scioglierà il nodo. capiremo se Porcu è deceduto per cause naturali o abbia assunto delle sostanze stupefacenti consumate quella sera». Si parte dai riscontri oggettivi. Dalle tessere del puzzle. Il corpo sul letto. La cena con tre amici nella sera del 24 gennaio. La chiamata ai carabinieri fatta di primo mattino dal fratello della vittima che ha ritrovato il cadavere. La decisione del magistrato di fare eseguire l’autopsia e gli avvisi di garanzia. Segno che qualche mollica che indica la strada giusta nel dedalo di vie i magistrati devono averla trovata. Gli inquirenti seguono la pista della droga. Di una cena sbagliata, sballata, deragliata in tragedia. A risolvere almeno una parte del giallo sarà l’autopsia che il procuratore della Repubblica, Mario D’Onofrio, ha chiesto al medico legale Salvatore Lorenzoni per accertare le cause che hanno provocato la morte del giovane. Porcu era un uomo sano, di fibra forte, faceva l’operaio edile. Era separato. I carabinieri partono dalle tracce trovate all’interno della casa. Gli inquirenti vogliono far luce sull’episodio e puntano sull’ipotesi che in casa ci fosse della droga. Se i magistrati hanno deciso di aprire un’indagine e inviare un avviso di garanzia a 3 persone con l’accusa di omicidio colposo per la morte dell’operaio di 35 anni devono avere dei riscontri oggettivi. L’uomo viveva da solo alla periferia di Su Canale da almeno cinque anni. (l.roj.)
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da La Nuova Sardegna DOMENICA, 08 FEBBRAIO 2009

Piano di risparmi per 21 milioni di euro

All’offerta dei sindacati l’azienda dice no a 5 giorni dai licenziamenti

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di GUIDO PIGA
 OLBIA. Meridiana potrebbe risparmiare 21 milioni di euro all’anno se il management accettasse le proposte fatte per evitare i 145 licenziamenti. Una cifra pari all’ultimo aumento di capitale che l’Aga Khan ha fatto per salvare Eurofly. Ma le offerte non sono state prese in considerazione, neppure per contestarle nel merito, eventualmente. Il capo delle trattative, Sergio Rosa, ha scartato quella di hostess e piloti solo due giorni fa, nonostante Karim avesse detto, poche ore prima, che «c’è l’assoluta disponibilità dell’azienda a valutare le proposte delle parti sociali».
 Un «comportamento schizofrenico dei dirigenti» (la definizione è di Marco Bardini della Uil) che sembra avere un unico sbocco: i tagli. Per trovare un’alternativa ai licenziamenti, l’azienda e i sindacati hanno a disposizione soltanto cinque giorni a partire da domani. Senza un’intesa, dal 13 febbraio Meridiana potrà infatti far partire le prime lettere: a rischio ci sono 145 posti di lavoro tra piloti e assistenti di volo.
 Al momento, quella dei tagli è l’ipotesi più probabile alla luce dell’atteggiamento del management. Da una parte c’è chi, come Claudio Miorelli, delegato alle trattative, mostra ottimismo. Sua la formula dell’accordo possibile anche in zona Cesarini. Dall’altra c’è chi, come Sergio Rosa, dirigente centrale, uomo dell’ad Gianni Rossi, mostra i muscoli.
 L’ultimo esempio è arrivato venerdì scorso a Roma, nella sede di Assaereo. Gli assistenti di volo, rappresentati dalle sigle Cgil, Uil, Anpav, hanno presentato la loro offerta: tra maggiore produttività e ricorso ai contratti di solidarietà, hanno offerto all’azienda un risparmio annuo di 11 milioni di euro per il 2009. Che va ad aggiungersi a quello di 10 milioni di euro all’anno contenuto nella proposta avanzata dai piloti.
 In tutt’e due i casi, il management si è espresso negativamente. Ha detto non senza entrare nel merito. E ha ribadito agli assistenti di volo che l’offerta aziendale è sempre la stessa: o c’è la firma sul contratto Eurofly o ci saranno i licenziamenti. Una posizione sorprendente, che ha ha azzerato le aperture fatte dall’Aga Khan nell’incontro ad Aiglemont con i sindacati e gli amministratori comunali. «Un comportamento schizofrenico» l’ha definito non a caso Marco Bardini, della Uil.
 Che cosa vuole Meridiana? Qual è il suo obbiettivo? Qualche ora prima del faccia a faccia in Assaereo, Karim ha dettato la linea al cda. «Assoluta necessità di individuare ogni possibile percorso di condivisione con le parti sociali. Assoluta disponibilità dell’azienda a valutare le proposte delle parti sociali»: questi i due obbiettivi fissati da Karim, nero su bianco, in un comunicato ufficiale di Meridiana. Due pagine in cui Karim non ha mai fatto riferimento al contratto di Eurofly e in cui ha confermato il suo via libera a far ripartire le trattative da zero.
 Poi, è vero, l’Aga Khan ha aggiunto che, «qualora non ci fossero i termini per un accordo in linea con l’esigenza di ridurre i costi», la decisione di licenziare risulterà «indispensabile». E’ sembra questa la parte che il management ha più apprezzato, e che infatti ha preso alla lettera, riproponendo ai sindacati il diktat per loro inaccettabile di un taglio dello stipendio del 30 per cento.
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da La Nuova Sardegna DOMENICA, 08 FEBBRAIO 2009

Donna in preda a una crisi blocca il passaggio a livello

15 ol donna 080209 OLBIA. Impossibile non notare la donna che in pieno centro, nel passaggio a livello tra via Mameli e via Vittorio Veneto, spostava con attenzione piccoli pezzi di legno. Sradicava piante, radici, che crescevano tra i binari. Seduta, ha continuato a zappettare il terreno con cura maniacale. Ha impedito a chiunque di avvicinarsi e con la sua determinazione ha tenuto per oltre mezz’ora il passaggio a livello sotto scacco. Il traffico si è paralizzato mentre la donna, una senza tetto straniera, ha continuato con calma olimpica a estrarre radici, spostare legni. A farla agitare l’arrivo degli uomini della polizia, guidati dal vicequestore Fernando Spinici. È iniziata una lunga trattativa con la donna che non voleva nessuno vicino a sé e gli agenti che cercavano di neutralizzarla. La signora è già stata protagonista in passato di esplosioni di violenza. Gli agenti la conoscono per questo cercano di tranqullizzarla. Nel frattempo arriva anche un’ambulanza dei volontari. Con calma cercano di avvicinarsi alla donna, riescono ad afferrarla. La donna viene messa su una barella e portata in ambulanza al pronto soccorso del Giovanni Paolo II. Nessun problema fisico per lei, solo un po’ di calmante.
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 da La Nuova Sardegna VENERDÌ, 06 FEBBRAIO 2009

DUE SCOSSE DI LIEVE ENTITA’

L’epicentro a 20 chilometri di profondità. Paura e telefoni roventi, ma nessun danno

Il sisma (magnitudo 3,6) è stato avvertito sulla costa orientale fino a Siniscola

Ma in molti hanno pensato agli effetti di un’esplosione

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OLBIA. Linee sovraccariche e telefoni roventi. Il terremoto ha fatto vibrare soprattutto i cellulari. La scossa di magnitudo 3,65 è sembrata poco più di un leggero tremolio alla maggior parte della popolazione. Roba che non sposta di un millimetro neanche un centrotavola. Ma in tanti in città hanno sentito la terra tremare. Nessun ferito, né danni alle cose. Solo tanta curiosità da parte delle persone che hanno chiamato con insistenza il centralino dei vigili del fuoco. Ma dalla stazione del 115 non è uscito neanche un mezzo per dare assistenza. Gli unici costretti al superlavoro sono stati i centralinisti.
 Il tam tam dei telefonini ha sparso la notizia per tutta la città. La scossa è stata avvertita in modo particolare da chi abita nei piani alti dei palazzi (come accade in tutti i terremoti), ma non ha provocato alcun tipo di disagio né al porto, né all’aeroporto.
 17.02, prima scossa. La scossa è stata registrata alle 17.02 dagli strumenti sofisticatissimi della rete sismica nazionale dell’Istituto di geofisica e vulcanologia, l’Ingv. Intensità non elevata: magnitudo 3,65 della scala Richter. Gli esperti hanno individuato l’origine del sisma nel distretto «Tirreno centrale», non distante dalla costa della Sardegna nord orientale a una profondità di 20 chilometri, in un tratto di mare aperto a est della costa gallurese.
 18.43, la seconda. Nella stessa area, un’ora e mezza dopo (precisamente alle 18.43) gli strumenti dell’Ingv hanno registrato un altro sisma di magnitudo inferiore (2,8), tale da risultare impercettibile sulla costa. Anche in occasione della prima scossa, pochi in città hanno creduto che fosse davvero un terremoto. Chi abita nella zona intorno a viale Aldo Moro ha creduto fossero le cariche esplosive che vengono fatte brillare per sbriciolare i banchi di granito e gettare le fondamenta della questura. Ma anche per chi vive nella zona del porto la spiegazione era a portata di mano. Ogni giorno decine di esplosioni si susseguono ai lati della banchina dell’Isola Bianca in cui si costruisce un nuovo molo. I più curiosi si sono gettati su internet per cercare verifica della scossa tellurica durata appena qualche secondo, e oltre a trovare conferma del mini terremoto che ha scosso Olbia ieri pomeriggio hanno potuto scoprire che il 17 gennaio scorso, alle 11.12, appena un po’ più al largo del punto in cui la terra ha tremato ieri, c’era stato un altro piccolo sisma, magnitudo 3,3.
 Bassa intensità. Si tratta di intensità comunque molto basse: ogni giorno nel mondo si registrano circa 130 scosse di magnitudo 3, buona parte delle quali restano inavvertite. Molto più significativo fu il terremoto del 26 aprile 2000, circa venti miglia a est al largo di Capo Comino, con magnitudo 4,2/4,8: a quei livelli il fenomeno viene percepito nitidamente, dentro le case piatti e bicchieri tintinnano. Si possono anche registrare lievi danni.
 Falsi allarmi. Non è raro però che fenomeni di altro tipo (esplosioni in cave o cantieri, passaggi aerei a bassissima quota) diano l’impressione di un terremoto. Anche il 14 ottobre scorso, per esempio, i centralini dei vigili del fuoco e delle forze dell’ordine erano stati bersagliati di segnalazioni. Ma l’apparato dei sismografi dell’Ingv (in Sardegna ci sono quattro stazioni di monitoraggio) non aveva registrato scosse e il tremolio avvertito nelle case della costa orientale non aveva trovato spiegazioni.
 Paura in Baronia. La scossa delle 17.02 è stata percepita in diverse località della costa orientale, giù fino a Siniscola. Il micro-terremoto ha fatto sussultare più di una persona, anche se il grosso della popolazione non si è accorto di alcunché. «Ero a casa - racconta Paola Lai, di Siniscola - quando le finestre hanno iniziato a vibrare. Ho avuto la sensazione fisica di compressione, quasi una stretta alla testa. Mi sono spaventata. La scossa è durata pochi istanti, e ho capito subito che era un terremoto. Le tende di casa hanno continuato a muoversi per diversi secondi». Del sisma si sono accorti anche nello stabilimento Buzzi-Unicem. Un’impiegata, al secondo piano, ha sentito la scossa in maniera nitida. «I vetri hanno vibrato per alcuni secondi - racconta la donna - e ho pensato ad un camion che transitava all’esterno. Mi sono affacciata ma il piazzale era libero. Solo dopo ho saputo del terremoto e ho ricollegato l’episodio». A Budoni la scossa sismica ha messo in allarme un negozio di ceramiche, dopo che gli articoli hanno iniziato a tentennare nelle teche di esposizione. La scossa si è sentita anche a San Teodoro e Posada. In molti, spaventati, hanno chiamato i carabinieri, anche se di danni non se ne registrano. Diversi social network di internet riportavano i messaggi lasciati da chi ha percepito le scosse chiaramente. Ben più lunga la sfilza di internauti che non si sono accorti di niente. (ha collaborato Salvatore Martini)
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 da La Nuova Sardegna VENERDÌ, 06 FEBBRAIO 2009

Il divieto resta per le aziende nel raggio di 20 chilometri dai focolai di Sant’Antonio e Santa Teresa

Lingua blu, via il blocco in Gallura

Permessa la movimentazione del bestiame verso il Nord Italia

L’EPIDEMIA L’assessorato alla Sanità ha emanato una circolare

17 ol best 060209OLBIA. Con una circolare dell’assessorato regionale alla Sanità è stata sbloccata ieri la movimentazione bovina, ovina e caprina dalla Gallura verso le regioni del Nord Italia: Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Friuli, Province di Trento e Bolzano e Veneto. Resta la restrizione per le zone entro i 20 chilometri dai due focolai scoperti a Sant’Antonio e Santa Teresa di Gallura.
 La situazione si è sbloccata tre giorni fa. In una riunione dell’Unità di crisi nazionale, convocata a Roma, sono state tecnicamente argomentate dai rappresentanti dell’assessorato le istanze formulate nella lettera che gli assessori alla Sanità Nerina Dirindin e all’Agricoltura Francesco Foddis hanno inviato il 30 gennaio scorso ai ministri Zaia e Sacconi.
 Tra queste, proprio l’alleggerimento delle restrizioni alla movimentazione in ambito nazionale come riconoscimento dell’affidabilità dei controlli veterinari regionali.
 L’Unità di crisi nazionale - ha sottolineato l’assessorato alla Sanità in una nota - ha preso atto del lavoro fatto in questi anni dai veterinari regionali per far fronte alla blue tongue e riconosciuto che il sistema di sorveglianza nazionale risulta più severo di quello comunitario».
 Nella lettera ai due rappresentanti del governo, Dirindin e Foddis avevano anche chiesto parità di trattamento tra gli allevatori sardi e quelli comunitari, oltre a sollecitare il governo a una maggiore attenzione nella stipula di accordi unilaterali con Paesi europei, in deroga alle restrizioni della movimentazione attualmente vigenti.
 A fine dicembre in Gallura era arrivato il nuovo allarme lingua blu. Un contagio spinto a quanto pare dalla Francia, il virus del sierotipo 8 è diffusissimo. Per gli allevatori era stato un colpo di scure: dopo l’allarme infezione, sedici- diciottomila capi erano rimasti bloccati nelle nelle aziende del Limbara. Un fermo estremamente dannoso per gli allevamenti che si erano visti nell’impossibilità di spedire il bestiame nei centri per l’ingrasso e di venderlo.
 Il virus responsabile, del sierotipo 8, che non era ancora presente in Sardegna, era stato stato isolato su alcuni capi di bestiame in due aziende a Sant’Antonio di Gallura e Santa Teresa. Subito i due allevamenti e quelli che rientravano nel raggio di quattro chilometri dalle loro stalle erano finiti sotto la lente del servizio veterinario della Asl numero 2. Il clima di tensione nelle aziende zootecniche galluresi era diventato alto, le conseguenze economiche di una nuova epidemia si sarebbero abbattute su un settore già in difficoltà.
 La mobilitazione degli allevatori e delle associazioni agricole ha fatto il resto. Chiesto l’intervento della Regione, gli assessorati competenti hanno fatto la loro parte e da ieri gran parte del bestiame della Gallura potrà finalmente lasciare l’isola.
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 da La Nuova Sardegna VENERDÌ, 06 FEBBRAIO 2009

Lo Squalo, la Polo holding dimezza il progetto

Il Comune vuole tagliare le cubature, ma rischia di pagare i danni: 5 milioni di euro

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OLBIA. Lo Squalo divora il cemento. Lo stagno di Pittulongu è salvo e ora si prende la sua rivincita. Diventerà patrimonio del Comune, area protetta. Un piccolo paradiso sfuggito alla legge del metro cubo. Il tesoro della città sta per entrare nella cassaforte dei beni preziosi. Quelli che non si vendono, che non si placcano di calcestruzzo. La società che sulla zona umida aveva sogni fatti di mattone è pronta a rinunciare all’area, per avere il via libera a costruirci intorno. Dopo che il muro di carte bollate ha schiantato il mega progetto di far nascere 91 villette nella zona umida l’impresa si è seduta intorno a un tavolo per ridiscutere il piano.
 Per dare molto più fascino a tutto il dibattito sul tavolo del sindaco c’è anche una richiesta di danni da 5 milioni di euro che la società, la Polo Holding, è pronta a presentare in caso di rottura della trattativa. L’impresa aveva già firmato la convenzione con il Comune. In altre parole aveva firmato un contratto in cui l’amministrazione si impegnava a concedere il via libera per costruire un residence in quell’area. Per questo la società ha ottime possibilità, in caso di guerra davanti a un tribunale, di ottenere un ricchissimo risarcimento. Il Comune lo sa e vuole raddrizzare una situazione complicatissima.
 Il progetto prevedeva che la Polo holding costruisse 91 villette in un’area in cui in parte erano comprese anche le zone dietro lo stagno dello Squalo, i fiumi di Sa Minda Longa e Sos Travos. In tutto dovevano essere gettati 16 mila metri cubi di cemento. Il progetto era stato stoppato dal commissario nominato dalla Regione che doveva esaminare la pratica. Il funzionario aveva bocciato il progetto.
 Con saggezza le parti hanno evitato il muro contro muro e si sono messe a dialogare lontano dai riflettori. La trattativa non è chiusa, ma sembra vicina a una conclusione. Il sindaco Gianni Giovannelli non smentisce la notizia. «È vero, dialoghiamo con l’impresa che ci ha presentato un progetto interessante - spiega il primo cittadino -. Tutta l’area degli stagni viene ceduta al Comune, e le volumetrie vengono ridotte in modo sensibile». Si parla di un calo di oltre il 50 per cento dei 16 mila metri cubi di cemento iniziali.
 «Mi sembra una proposta ragionevole - continua Giovannelli -, ma siamo ancora in una fase di trattativa, non mi sembra corretto scendere nei dettagli. Posso solo dire che abbiamo stabilito un dialogo con la Polo Holding che ha presentato un progetto coerente con le indicazioni della Regione. In questo modo si salvano anche gli stagni. Penso che si possa trovare un accordo. L’intervento mi sembra che rispetti anche i delicati equilibri dell’ecosistema degli stagni». Ma Giovannelli precisa subito. «È chiaro che qualsiasi progetto dovrà essere approvato prima in commissione urbanistica, poi in consiglio comunale - spiega -. Il piano deve essere condiviso da tutta la maggioranza».
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 da La Nuova Sardegna VENERDÌ, 06 FEBBRAIO 2009

LA STORIA

«Il quartiere gioiello nato senza regole e gestito dai tribunali»

4 ol sind 030209OLBIA. Pittulongu come una polveriera. Il quartiere nato in modo selvaggio ha divorato metri cubi preziosi. Un paradiso mattonato, appesantito dal cemento. Difficile cercare di mettere le regole. Il piano di risanamento è impantanato a metà tra le aule dei tribunali e quelle della commissione urbanistica. La vicenda delle villette sullo stagno dello Squalo è solo una delle tante pratiche incagliate nelle maglie della burocrazia. L’incertezza del diritto diventa il simbolo di Pittulongu. Il marchio di fabbrica della spiaggia che si specchia su un muro di cemento. Pittulongu continua a crescere sulla base di una variante al piano di risanamento urbano che ha fatto sobbalzare dalla sedia anche la magistratura. Se non bastasse, il progetto che individua le zone a rischio inondazione è stato giudicato incompleto dalla Regione. Lacuna sulla laguna. Lo stagno è un bene di solito demaniale. In questo caso il Comune cerca di rientrarne in possesso. Mentre si cerca di approvare il piano da oltre un anno, il Tar, a cui tutte le imprese si rivolgono, continua a rilasciare d’imperio concessioni edilizie. Aspetto non trascurabile perché si attinge al totale dei metri cubi che viene eroso dal rilascio delle concessioni. Il nuovo piano di risanamento prevede una diminuzione dei metri cubi del 10-14 percento. Ma l’analisi del decremento delle volumetrie è stato fatto tanti metri cubi fa. Da quel momento sono state date tante concessioni. In molti si sono rivolti al Tar. Hanno mangiato una fetta del monte dei metri cubi.
 Chi ha atteso il nuovo piano vede crescere la soglia dei tagli circa al 20 per cento. Ma nello stesso tempo sale alle stelle la Bucalossi. Per costruire si rischia di pagare più del triplo rispetto al passato. Si potrebbe passare dai 70-80 euro di oggi a 300 euro al metro cubo. Cresce la Bucalossi e diminuiscono le volumetrie. Difficile accettare una disparità simile di trattamento. La Regione nel mentre ha chiesto una robusta integrazione al piano che individuava le zone a rischio idraulico, che deve essere definito prima dell’approvazione del Pru. (l.roj.)
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da La Nuova Sardegna VENERDÌ, 06 FEBBRAIO 2009

SI APRE UNA NUOVA VERTENZA

Hanno lavorato per 3 anni, la paura è che la compagnia aerea non riconfermi il contratto

Meridiana, a rischio i 60 precari del call center

L’appello al sindaco di Olbia su Facebook: il 1º aprile potrebbero ritornare a casa

Gianni Giovannelli ne ha parlato all’Aga Khan durante l’incontro ad Aiglemont

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DALL’INVIATO GUIDO PIGA
 PARIGI. La globalizzazione, tradotta in liberalizzazione, ha gli anticorpi dentro di sé, almeno a livello di denuncia dei suoi mali. E’ bastata soltanto una mail, via Facebook, per accendere il faro su un’emergenza di Meridiana, e non solo, che finora era stata oscurata dall’ipotesi di licenziamento di 145 tra piloti e assistenti di volo.
 Un gruppo di dipendenti (precari) del call center della compagnia aerea ha scritto al sindaco di Olbia, assiduo frequentatore del social network, per metterlo a conoscenza di una data, il 31 marzo, che rischia di far saltare una sessantina di posti di lavoro.
 «Caro sindaco, ti scriviamo per chiederti di porre in evidenza, oltre ai rischi che stanno correndo piloti e assistenti di volo, su cui giustamente si è concentrata tutta l’attenzione di questi mesi, anche quelli che corriamo noi, operatori del call center con contratti a tempo determinato».
 I pericoli, paradossalmente, arrivano da una legge, voluta dal governo Prodi, per stabilizzare i lavoratori precari. E’ la 247 del 207: impone alle aziende di assumere a tempo indeterminato tutti i lavoratori che, con le stesse mansioni, hanno avuto un contratto a tempo determinato per 36 mesi, indipendemente dai periodi di interruzione. Questo vuole dire che i dipendenti del call center che hanno avuto un rapporto con Meridiana per 3 anni, anche prima del 1º gennaio 2008, potranno lavorare ancora fino al 31 marzo di quest’anno. Ma se lavoreranno un solo giorno in più, per esempio il 1� aprile, l’azienda dovrà assumerli stabilmente. «Il contratto dovrà intendersi trasformato a tempo indeterminato» recita la legge.
 In questa condizione si trovano, secondo i calcoli dei lavoratori, una sessantina di loro. Donne, per la maggior parte, il genere che maggiormente subisce gli effetti della precarizzazione del lavoro (e della vita). Le assunzioni in massa sarebbero per Meridiana una mazzata, almeno nella sua ottica. E infatti, secondo la “denuncia” circolata su Facebook e raccolta da Giovannelli, sta facendo in modo di garantire la continuità del servizio di prenotazione telefonica dei biglietti, ma senza confermare il contratto ai candidati a diventare lavoratori fissi.
 «Noi siamo tra quelli che, dal 31 marzo, non avranno più un lavoro. Perché al nostro posto Meridiana assumerà altri lavoratori, con contratti a tempo. Ci può aiutare, sindaco?».
 Giovannelli ha risposto alla mail nel giro di un’ora, ha accennato del problema, come promesso, all’Aga Khan nell’incontro di Aiglemont e poi ha chiesto ai sindacati, già a conoscenza dell’emergenza, di tenere conto anche di questo tema.
 Chissà se la globalizzazione buona (Facebook) potrà qualcosa contro quella cattiva (lavoro precario). Ma, se non altro, la discussione su Meridiana, e sulle migliaia di aziende italiane nella stessa condizione, è aperta. (g.pi.)
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da La Nuova Sardegna VENERDÌ, 06 FEBBRAIO 2009

Karim punta in alto Lufthansa o gli inglesi

DALL’INVIATO
 PARIGI. Lufthansa o British Airways. L’Aga Khan punta in alto, per Meridiana. Sfumata la vendita ad Air France nel 2000, diventati ora i francesi gli azionisti di maggioranza di Alitalia, Karim vira sui tedeschi o sugli inglesi per rafforzare il ruolo della propria compagnia aerea nel mercato del trasporto aereo italiano. Agli amministratori e ai sindacalisti ricevuti ad Aiglemont, ha confermato che il suo obbiettivo è quello di portare dentro Meridiana, una delle due major dei cieli. Ha proprio fatto i nomi, Karim, non un generico riferimento alla futura apertura del capitale.
 Del resto, quelle sono le due compagnie interessate a entrare in concorrenza con Air France-Italia, alleati nel network Sky team. I tedeschi, per ora, hanno fondato una loro società, Lufthansa Italia, dentro l’alleanza globale Star, e hanno aperto rotte soprattutto su Malpensa. Gli inglesi, alle prese con la possibile fusione con Iberia (le due compagnie fanno parte dell’alleanza Oneworld), potrebbero avere più di una ragione per stringere un patto con Meridiana e non lasciare ai francesi campo libero. «Ho molte conoscenze a livello mondiale, anche nel settore del trasporto aereo, e posso lavorare per un’alleanza che rafforzi il ruolo di Meridiana in Italia e in Europa - ha detto Karim alla delegazione arrivata avant’ieri da Olbia -. Ma, prima, dobbiamo fare in modo, tutti insieme, che Meridiana sia competitiva». Karim ha posto le sue condizioni, «più produttività e più qualità», e ha fatto un’apertura che ha azzerrato il quadro: «Fateci delle proposte, noi siamo pronti a rivedere la nostra». Un segnale chiarissimo: si riparte da zero per evitare i licenziamenti e rilanciare la compagnia. Una sconfessione netta della linea di chiusura tenuta fin qui dall’amministratore delegato Gianni Rossi. Una svolta molto apprezzata dai sindacati. I piloti la loro proposta l’hanno già fatta: se applicata, secondo i loro calcoli, permetterà all’azienda di risparmiare 10 milioni all’anno. Gli assistenti di volo ci stanno lavorando, ma l’idea è, come riassunto da Marco Bardini, Uil, “lavorare di più, guadagnare uguale”. «E’ il percorso che noi abbiamo sempre seguito e che avevamo fatto con Miorelli. Adesso possiamo concretizzarlo» conclude Mauro Rossi, segretario nazionale della Filt-Cgil. (g.pi.)
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 da La Nuova Sardegna VENERDÌ, 06 FEBBRAIO 2009

Un caro carissimo candidato

Dal furgoncino allo spot, tutti i costi della celebrità

11 ol cost 060209 12 ol cost 060209OLBIA. Sorridono dalle colonne dei giornali, dai muri, dai furgoncini, dallo scatolone televisivo. I candidati più che persuadere cercano di prendere i loro elettori per sfinimento. Una guerra di nervi in cui i pubblicitari tentano di piazzare il prodotto. Il candidato capace di sconfiggere lo sporco impossibile del partitismo, di dare quel sapore in più a ogni piatto della politica. Ma il grande fratello è anche una grande macchina capace di divorare migliaia di euro.
 Il tetto lo ha messo la Regione, massimo 27 mila euro a candidato, ma quasi nessuno rispetta al limite. Solo per pagare la pubblicità nella parte bassa di una pagina di giornale per un mese si spendono 28 mila euro. Un mese di spot in televisione, quattro volte al giorno, costano da 10 a 12 mila euro. Il resto in confronto è solo fatto di spiccioli. Per stampare 50 mila santini, pane quotidiano da infilare in ogni tasca del proprio elettore, si spendono 2 mila euro, per i manifesti vanno via altri 2 mila euro, per i più ricchi c’è anche la possibilità di piazzare i 6 metri per 3. Costo 2 mila euro. Per mandare in giro il poco ecologico furgoncino per le strade della Gallura con il faccione sorridente del candidato servono 1500 euro per 10 giorni, benzina esclusa. Ma oltre al costo base nel kit del perfetto candidato ci sono un corollario di inviti, cene, feste, spese collaterali difficili da documentare e tenere sotto controllo.
 Una serata in un locale all’insegna del pericolosissimo «pago tutto io» costa al candidato dai 2500 ai 3 mila euro. Tante speranze, e tante spese per salire sulla poltrona di consigliere regionale. Ma messi da parte spin doctor, tattiche di seduzione, grandi fratelli, a trionfare è il vecchio sistema della questua porta a porta. (l.roj.)
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 da La Nuova Sardegna VENERDÌ, 06 FEBBRAIO 2009

Blitz della guardia di finanza: sequestrati i Gratta e vinci truffa

13 ol lotter 060209OLBIA. La truffa corre sul Gratta e vinci e la guardia di finanza sequestra in un centro commerciale cittadino ben 200 tagliandi irregolari del concorso «Lo scrigno d’oro». Le tesserinme della fortuna (del costo di 2 euro l’uno) stavano per essere acquistati da ignari giocatori. Il titolare dell’esercizio commerciale è stato denunciato per esercizio abusivo di gioco riservato allo Stato, truffa ai danni dell’erario e frode in commercio. Altri blitz sono stati effettuati anche in altri centri galluresi per prevenire simili fenomeni illeciti e truffe ai cittadini.
 All’operazione «Scrigno d’oro» le fiamme gialle lavoravano da tempo. I finanzieri della compagnia di Olbia al comando del capitano Cesare Antuofermo, infatti, negli ultimi giorni hanno effettuato una serie di interventi finalizzati a prevenire e reprimere il ricco mercato illegale che si cela dietro i popolari Gratta e vinci. Secondo le disposizioni impartite dal comando provinciale sono stati infatti intensificati i controlli negli esercizi e negli stand che espongono e vendono tali tipologie di prodotti molto in voga tra gli amanti del gioco e della cabala. In particolare, l’attenzione dei baschi verdi si concentrata su uno stand in un centro commerciale dedicato esclusivamente alla vendita di Gratta e vinci e varie lotterie. Nel corso del controllo le fiamme gialle hanno individuato 200 tagliandi riguardanti il concorso a premi «Lo scrigno d’oro» che, in seguito ad accertamenti con l’amministrazione autonoma dei Monopoli, è risultato già dichiarato irregolare dal 15 febbraio 2008. Dunque, i biglietti non potevano assolutamente essere venduti al pubblico. I tagliandi sono stati quindi sequestrati (con successiva convalida da parte dell’autorità giudiziaria), mentre il titolare dell’esercizio è stato denunciato alla procura della Repubblica per le seguenti violazioni: esercizio abusivo di gioco riservato allo Stato, truffa ai danni dello Stato, frode nell’esercizio del commercio.
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da La Nuova Sardegna GIOVEDÌ, 05 FEBBRAIO 2009

ANCORA SANGUE SULLA STRADA KILLER

Tragico schianto: muore pensionato di Monti

Coinvolto nell’incidente Renato Mura, direttore dell’azienda mista di Sassari

11 ol muor 050209 12 ol muor 050209 13 ol muor uom 050209

14 ol muor 050209di STEFANIA PUORRO
 OLBIA. Un altro morto. Sulla strada maledetta. Uno schianto terrificante, sulla Olbia-Sassari, a poca distanza da Su Canale, quando non erano ancora le 18,30 di ieri. La disperazione di chi si è salvato, la corsa dell’ambulanza che trasportava l’unico ferito gravissimo, un pensionato di Monti. Ma Giovanni Careddu, 71 anni, non ce l’ha fatta: il suo cuore si è fermato all’ospedale. Coinvolto nell’incidente Renato Mura, direttore generale dell’azienda mista di Sassari. E’ rimasto illeso, così come il suo compagno di viaggio Michele Corda, agente di commercio di Monti. Il manager della Asl, che con la sua Alfa Romeo 159 stava per raggiungere Olbia, nulla ha potuto fare per evitare quella Fiat Punto spuntata da una stradina laterale, alla sua destra. L’impatto, violentissimo, è stato inevitabile. E le due auto sono volate dall’altra parte della strada.
 Renato Mura, 63 anni, originario di Paulilatino ma residente da anni a Sassari, ha percorso quella strada migliaia di volte.
 E’ stato infatti a lungo primario della divisione di Chirurgia all’ospedale di Olbia, poi è diventato direttore sanitario della Asl 2. Fino al settembre del 2008, quando è stato nominato direttore generale dell’azienda mista di Sassari.
 Ieri pomeriggio, appena aveva finito di lavorare, si è messo in macchina per raggiungere Olbia.
 Al suo fianco, un suo caro amico, che si è offerto di accompagnarlo per non farlo viaggiare da solo. E’ lo stesso medico a raccontare, visibilmente scioccato, che cosa è accaduto.
 «Non andavo veloce, non viaggiavo nemmeno a cento chilometri orari. Ma quando ho visto quella Punto sbucare improvvisamente da destra, da una stradina laterale, non ho potuto fare nulla per evitarla. Me la sono trovata di fronte, è stato inutile frenare: l’ho presa in pieno e ho pensato di morire. Uno scontro violentissimo che ci ha catapultati dall’altra parte della strada. Se io e Michele Corda ci siamo salvati - continua Renato Mura -, è stato grazie all’airbag. Ma a quel punto è sopraggiunta un’altra paura: credevamo che la macchina potesse esplodere da un momento all’altro. Avevamo difficoltà a slacciare le cinture, sembrava che stesse passando un’eternità, invece in pochissimo tempo siamo riusciti a uscire dall’abitacolo e ci siamo precipitati dal conducente dell’altra macchina. Era incastrato, non riuscivamo a tirarlo fuori. E mentre chiamavamo il 118 e la polizia, ho infilato un braccio in quell’auto e ho provato a sentire il polso dell’uomo. Ma non avvertivo niente. Respirava con molta fatica. Era gravissimo e ho capito subito che, probabilmente, non ce l’avrebbe fatta».
 Quando sono arrivati sul posto i vigili del fuoco di Olbia, Giovanni Careddu è stato liberato da quell’ammasso di lamiere contorte e immediatamente sono intervenuti i medici del 118. Il pensionato è stato intubato e poi trasportato verso il “Giovanni Paolo II”: ma è morto poco dopo a causa delle gravissime ferite riportate.
 Sul posto anche una pattuglia della polizia stradale di Ozieri, che ha svolto i rilievi del caso e aperto un’inchiesta sull’ennesimo incidente stradale mortale avvenuto sulla Olbia-Sassari.
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 da La Nuova Sardegna GIOVEDÌ, 05 FEBBRAIO 2009

IL FUTURO DELLA COMPAGNIA AEREA

VERTICE A PARIGI

La svolta annunciata nell’incontro con amministratori comunali e sindacalisti

Ripartono le trattative. Il Principe: più produttività e più qualità per cercare un buon partner

Meridiana, l’Aga Khan sconfessa la linea dura

«Troviamo un accordo per rafforzare la compagnia e far vincere Olbia e la Sardegna»

dall' inviato Guido Piga

1 ol mer 050209 3 ol mer 050209

PARIGI. «Fateci delle proposte, noi cerchiamo di rivedere la nostra su Meridiana». Uomo di pace, l’Aga Khan porge un ramoscello d’ulivo agli amministratori e ai sindacalisti arrivati nella sua residenza di Aiglemont, Parigi, e lancia un duro monito ai suoi dirigenti, dall’amministratore Rossi al presidente Trivi che siedono alla sua sinistra. «Io non voglio la guerra, chi la vuole lo faccio accomodare fuori da casa mia» dice Karim, aprendo la discussione cominciata alle 14.30 e chiusa un’ora dopo. Il sindaco Giovannelli, il presidente del consiglio comunale di Olbia Pizzadili, i tre rappresentanti dei lavoratori, tutti soddisfatti di essere stati ricevuti, si guardano in faccia. «Che ce l’abbia con noi, ospiti suoi?». Solo un attimo di smarrimento, perché, alla fine, Karim spiazza tutti.
 «Desidero arrivare a un accordo su Meridiana, vorrei costruire con voi un nuovo punto di partenza per rendere forte la compagnia», scandisce il proprietario di Meridiana, seconda compagnia aerea nazionale, 1400 dipendenti di cui quattrocento a rischio licenziamento.
 Tutto vero, tanto che i sindacalisti, varcato il portone di Aiglemont, si dichiarano «sorpresi», «quasi sgomenti» per la portata dirompente (e positiva, per loro) delle dichiarazioni dell’Aga Khan. Ripartire da zero, nella complicatissima trattativa sulla crisi di Meridiana, suona come una sconfessione all’azione dell’ad Rossi, ostinatamente chiuso al dialogo, pronto a ridimensionare l’azienda pur di non accettare minimamente le richieste dei sindacati. Karim la vede in modo opposto. «Io sono per il dialogo, e voglio che dialogo ci sia».
 E’ una svolta, a meno di dieci giorni dai possibili licenziamenti. E’ un segnale “politico” fortissimo. Karim crede che un accordo possa essere trovato, debba essere trovato. Tutti insieme, senza guerre, senza voler vincere a tutti i costi. «Non ci saranno vincitori da una parte, sconfitti dall’altra - chiarisce l’Aga Khan, in italiano -. Ci sarà un solo vincitore, Meridiana, e con Meridiana vincerà Olbia, la Sardegna».
 Questa è la linea, amministratori e sindacalisti la afferranno al volo. «Sono soddisfatto di aver, come amministrazione, contribuito a far riprendere la trattativa» dice Giovanelli, che incassa una indubbia vittoria. «Io vorrei sapere se il management ha capito» ironizza Mauro Rossi, Cgil nazionale.
 Durante l’ora di incontro, nella sala riunioni principale di Aiglemont, né Rossi né Trivi, seduti alla sinistra di Karim, aprono bocca. Ma è evidente che, già da oggi, dovranno rivedere la strategia. Perché loro saranno chiamati a tradurre con atti concreti l’indirizzo dato dall’azionista di maggioranza. Non a caso, nelle prossime ore riprenderanno le trattative. A condurle sarà Claudio Miorelli, il dirigente chiamato da Karim a tessere i fili per l’intesa possibile.
 Crisi risolta? No, ovviamente. Karim pone le sue condizioni, senza entrare nei dettagli tecnici dei nuovi contratti. Ma, fatto rilevante, non fa alcun riferimento diretto a quelli di Eurofly, proprio quelli che l’ad Rossi voleva imporre, prendere o lasciare. L’Aga Khan dice che, finanziariamente parlando, «prima Alisarda, poi Meridiana, sono stati un pessimo investimento: hanno sempre prodotto utili, ma io non ho mai preso dividendi». La compagnia aerea è andata avanti con le sue forze. Ma ora lo scenario è cambiato.
 «Io voglio mantenere Meridiana - sottolinea - ma i concorrenti sono più forti. Alitalia non è più pubblica, è privata, ma è fortemente sostenuta dal governo». Bisogna cambiare la mission di Meridiana, rendendola bella per un possibile nuovo partner. Una vecchia storia, adesso, in tempi di crisi, di stringente attualità. Karim cita Lufthansa e British, i due player più forti dopo Air France, proprietaria di fatto di Alitalia. Ma perché i tedeschi, e più ancora gli inglesi, possano investire su Meridiana, entrando così nel ricco mercato italiano del trasporto aereo, Karim spiega che servono due cose: «Più produttività, più qualità».
 Sulla seconda, ha fatto un esempio. «Voglio che i dipendenti di Meridiana trattino i passeggeri come i sardi hanno trattato me: con cortesia e attenzione». Ma non è una critica ai suoi lavoratori, almeno non aspra. Perché Karim, che fa sapere di essere aggiornato quotidianamente su Meridiana con un report, fa i complimenti a tutti «per la puntualità dei voli». «E’ un grande riconoscimento, così come è importante che l’Aga Khan abbia chiesto a tutti, quindi ai suoi dirigenti soprattutto, di creare un clima di empatia» sottolinea Stefano Porcedda, rappresentante dei piloti. Deve sorridere pure Gianni Rossi, non chiedere solo che lo facciano le hostess. Un problema superabile. Quello della produttività, legato ai costi del personale, è il vero campo di confronto.
 «Noi le nostre proposte le abbiamo avanzate, permettono all’azienda di avere maggiore produttività: noi lavoriamo di più, senza licenziamenti, guadagnando lo stesso stipendio. E’ molto, non ci si può chiedere di tagliarci lo stipendio del 30 per cento», ragiona Marco Bardini, Uil. Per ora Karim taglia solo le ali dei “falchi” e libera in volo le “colombe”. Sperare si può.
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 da La Nuova Sardegna GIOVEDÌ, 05 FEBBRAIO 2009

I piani aziendali: licenziamenti e ridimensionamento della flotta

Tutti i nodi della vertenza

2 ol mer 050209La decisione del Cda. Senza un’intesa con i sindacati, dal 13 febbraio Meridiana potrà cominciare a licenziare, mettendo in pratica la decisione presa dal consiglio d’amministrazione il 23 novembre 2008.
 400 a rischio. I posti in pericolo sono 145 tra piloti e assistenti di volo con contratto fisso, più quelli con contratto stagionale: complessivamente, secondo i calcoli dei sindacati, perderebbero il lavoro quattrocento dipendenti della compagnia aerea dell’Aga Khan.
 Tagli a Olbia, non a Cagliari. Solo a Olbia potrebbero essere mandati a casa 24 comandanti, 15 piloti, 32 assistenti di volo. La base di Cagliari non subirebbe tagli.
 Verona e Firenze. Le altre sforbiciate al personale toccherebbero alle basi di Verona (12 comandanti, 11 piloti, 13 assistenti di volo) e di Firenze (12 comandanti, 10 piloti, 16 assistenti di volo).
 Nove aerei a terra. In base al piano del management, a terra resterebbero nove aerei sui ventidue della flotta attuale, ridimensionando così Meridiana a compagnia solo della continuità territoriale. (g.pi.)
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 da La Nuova Sardegna GIOVEDÌ, 05 FEBBRAIO 2009

L’Anpav: «È presto per festeggiare»

Sit-in degli assistenti di volo. Ridotto a 4 ore lo sciopero di martedì

  4 ol mer 050209OLBIA. Lo sciopero generale di 24 ore dei dipendenti Meridiana, proclamato per martedì 10 febbraio, va rivisto e corretto. La Commissione garanzia sciopero, ieri sera, ha fatto sapere alle organizzazioni sindacali che l’astensione dal lavoro potrà durare al massimo 4 ore.
 Adesso, però, il quadro è cambiato: dopo l’incontro di Parigi non si sa ancora che cosa si deciderà, ma se lo sciopero non dovesse essere revocato, dovrà comunque essere ridotto. Una comunicazione, questa, arrivata anche all’Anpav, il sindacato degli assistenti di volo “escluso” dal vertice con il principe.
 E proprio l’Anpav, che ieri mattina ha tenuto un sit-in di protesta all’aeroporto dopo la fallita trattativa al ministero del Lavoro, preferisce essere prudente. «Troppo presto per festeggiare - dice il coordinatore nazionale Fabrizio Contino -: i licenziamenti non sono stati ancora ritirati e, quindi, la pistola carica rimane sul tavolo. Bisogna capire esattamente che cosa vuol dire “fare tutti un passo indietro e ricominciare a trattare su nuove basi”. Il 13 sapremo esattamente quello che accadrà, perché è l’ultimo giorno per prendere le decisioni, per ricominciare a negoziare. Non vogliamo essere pessimisti, né vogliamo dare un giudizio negativo sul vertice col principe, al quale anche l’Anpav con i suoi 150 iscritti, avrebbe voluto partecipare. Comunque, ora si guarda avanti: se le nostre richieste verranno accolte e se i licenziamenti saranno ritirati, allora si potrà festeggiare».
 Durante il sit-in al Costa Smeralda, l’Anpav ha ricordato ancora una volta l’inutile viaggio a Roma della delegazione sindacale. «Meridiana ha confermato la mobilità per 142 lavoratori e non ci ha dato neanche la possibilità di parlare - ha detto Contino - tanto che non siamo riusciti a entrare nel merito della trattativa. Un muro contro muro che porterà a gravi scontri. A meno che, adesso, le cose cambino davvero radicalmente». (s.p.)
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 da La Nuova Sardegna GIOVEDÌ, 05 FEBBRAIO 2009

Un chilo di cocaina nel bagaglio

Ammanettato dalla guardia di finanza un corriere brasiliano

DROGA Arrivava da Roma, bloccato in hotel

          29 ol drog 0502009 30 ol drog 050209

OLBIA. Un chilo e cento grammi di cocaina. Rigorosamente custodita nel bagaglio a mano. Il corriere è arrivato da Roma-Fiumicino, con tutta quella roba.
 Gli uomini della guardia di finanza di Olbia lo aspettavano all’aeroporto. Sapevano già tutto su Nelson Garcia, di 26 anni. Perché quel giovane brasiliano era tenuto d’occhio da un pezzo nell’ambito di un’indagine internazionale a cui stavano da tempo lavorando diverse forze di polizia.
 E le fiamme gialle guidate da Cesare Antuofermo, con tanti elementi in mano e molte informazioni arrivate da più parti, sono entrate in azione a colpo sicuro.
 Non al “Costa Smeralda”, però. Ma nell’albergo che aveva prenotato e che ha raggiunto subito dopo il suo sbarco.
 Per motivi di sicurezza, era meglio non intervenire davanti a decine e decine di passeggeri. Così si è atteso che Nelson Garcia, appena sceso dall’aereo, entrasse nell’aerostazione. Poi non lo si è perso di vista nemmeno un attimo. E al suo arrivo in un hotel del centro, non ha avuto neanche il tempo di aprire il bagaglio: ci hanno pensato i finanzieri, a farlo, e nulla il giovane ha potuto dire di fronte a quanto è stato trovato all’interno: ben 1100 grammi di cocaina che avrebbero fruttato - nello spaccio al minuto - una somma pari a 300mila euro.
 Chi fossero i destinatari della droga, per il momento non si sa. Ma è anche su questa pista che la finanza sta lavorando: per ora c’è la certezza che la cocaina fosse destinata al mercato locale.
 «E’ in atto da tempo una collaborazione internazionale - ha spiegato il comandante Cesare Antuofermo - e numerose sono state le segnalazioni che abbiamo ricevuto dall’estero, soprattutto dal Sud America: avevamo molti elementi sui quali lavorare e grazie a una serie dati incrociati che sono stati raccolti, è stata potenziata l’attività di controllo dell’aeroporto. L’altro ieri, proveniente da Roma-Fiumicino, l’arrivo del giovane corriere brasiliano: questa era un’attività tipica di polizia e non abbiamo utilizzato i cani antidroga. Non abbiamo però fermato il corriere subito: una volta capito di chi si trattava, abbiamo aspettato il momento giusto per agire».
 Nelson Garcia si trova ora in carcere, a Tempio, a disposizione dell’autorità giudiziaria.
 Nel frattempo, l’attività antidroga dei finanzieri in Gallura, prosegue incessantemente con l’attenzione concentrata sempre nei porti e all’aeroporto di Olbia. Lo scorso anno, sono stati arrestati venti corrieri e sono stati sequestrati complessivamente 210 chili di hascisc e poco meno di dieci chili di droghe pesanti, tra eroina, cocaina e droghe sintetiche. (s.p.)
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 Mah! In tutta questa vicenda: c'è qualcosa che non va!? Se sì, allora, molti cittadini, amministratori, presenti e passati, non possono non sapere quando  arriverà questo super treno con molti soldi per tutti.

 

 da La Nuova Sardegna DOMENICA, 01 FEBBRAIO 2009

LA LOCOMOTIVA IMMOBILIARE

         3 ol FFSS 010209

«Nuova stazione, quel progetto è superato»

Il sindaco Giovannelli rinnega il piano con la torre presentato nel 2006 in Comune

di Luca Rojch

 4 ol FFSS 010209 5 ol FFSS 010209

OLBIA. Demolisce la torre in pochi secondi. Cemento simpatico, che scompare più rapido dell’inchiostro. Il sindaco Gianni Giovannelli usa parole esplosive che cancellano il progetto di un gigante di cemento nel cuore della città. Si fa largo con il piccone della dialettica e abbatte la torre alta 30 metri. Disconosce il progetto della giunta precedente per la nuova stazione, datato 2006, e per lui irrealizzabile. Il treno continua a fare manovre. Immobiliari. Prima che il cemento faccia presa troppo rapida sull’opinione pubblica il sindaco vuole levarsi da dosso gli abiti non suoi da palazzinaro spregiudicato, da contrabbandiere di suolo pubblico.
 Qualcosa di più di una questione di prestigio. Giovannelli non ha gradito l’esordio col botto del comitato “Salviamo il cuore di Olbia”. «Quel progetto mostrato non ha nessun valore - spiega Giovannelli -. Risale al 2006, alla giunta precedente, ma non è mai stato preso in considerazione da noi. Rfi non l’ha mai neanche visto. Non è corretto riesumarlo oggi e spacciarlo come attuale. È superato. Noi abbiamo firmato un protocollo in cui è previsto l’arretramento della stazione, lo smantellamento di tutti i binari, a parte la linea che porta a Golfo Aranci. La conferenza di servizi firmata a Roma non prevede altro. Non è stato presentato nessun tipo di progetto definitivo. Non si è parlato di volumetrie o di metri cubi. Tutto è ancora possibile». Ma la speranza di un esproprio proletario dura un battito d’ali. «È chiaro che Rfi è proprietario di quell’area - continua Giovannelli -, È una società che ha iscritto nel suo patrimonio il valore di quelle aree. Non possiamo presentarci da loro e dire che all’inizio del Novecento quei nove ettari erano nostri e che ora ce le devono rendere gratis». Giovannelli non fumerà il calumet con i ferrovieri. «Dobbiamo dimostrare maturità - continua - io non sono contro la proposta di creare una pista ciclabile, una metropolitana di superficie, un parco. Ma non possiamo pensare di fare solo verde. Penso a piazze, ma anche a palazzi. Non possiamo ipotizzare una città in cui non si possa più costruire nulla. Servono scuole, servizi, strutture per la collettività, ma anche uffici e appartamenti. Ho lavorato con la maggioranza per ridurre la quota destinata all’edilizia residenziale, quella che incide sul Puc. Ma non possiamo pensare di imporre a un privato la cessione coatta di un suo bene. Né trovo corretto prendere un progetto vecchio, superato, e messo da parte e spacciarlo come un’idea portata avanti da questa maggioranza. Si può discutere su cosa fare nel tracciato lasciato libero dai binari, ma i presupposti devono essere diversi. La partita per la riqualificazione di quel pezzo di città è ancora da giocare. Devono presentarci un progetto coerente. Il piano deve poi passare in consiglio». Ma Giovannelli non scarta le proposte avanzate dal comitato. «L’idea di fare una metropolitana di superficie trova sostenitori anche nella maggioranza - spiega -. Ne abbiamo parlato anche con Trenitalia. Ma c’è una difficoltà tecnica che deve essere presa in considerazione. Per fare la metropolitana di superficie servono dei muretti di protezione ai lati dei binari».
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 da La Nuova Sardegna DOMENICA, 01 FEBBRAIO 2009

IL DOLOROSO RIENTRO A SCUOLA

E ora il sorriso di Alberto fiorirà in un giardino

La 3ª M della Pais creerà un angolo verde da dedicare al compagno morto martedì

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OLBIA. I compagni di classe di Alberto Virdis torneranno a scuola domani. E un team di psicologi dello sportello di ascolto del Comune sarà al loro fianco. Per rendere meno traumatico possibile il rientro, per avere il sostegno di cui hanno bisogno. Il loro cuore è distrutto dal dolore, la loro mente vorrebbe immaginare una realtà diversa. Ci vorrà tanta forza, per ricominciare.
 Ed è per questo che gli specialisti non lasceranno quei ragazzi soli, con l’aiuto dei dirigenti scolastici (la preside Paola Deturco e la sua vice Maria Pina Spano) e dei professori.
 Alberto ha lasciato un vuoto incolmabile e sarà durissimo, soprattutto per i suoi compagni, non vederlo più seduto col suo sorriso stampato in quel secondo banco.
 Ma supportati dalle insegnanti, potranno continuare a fare qualcosa per lui. Affinché possano sentire sempre la sua presenza. Da qualche tempo, proprio la 3ª M stava lavorando su un progetto finanziato dalla Regione: l’idea era quella di realizzare un piccolo giardino all’interno del cortile della Ettore Pais. Si farà, quel giardino. Con un amore e un trasporto particolare, perché verrà dedicato proprio ad Alberto.
 Intanto, prosegue l’attività di sorveglianza delle circa 200 persone sottoposte a profilassi antibiotico da parte del servizio di igiene pubblica della Asl dopo la morte di Alberto, ucciso da sepsi menigococcica alle 18 di martedì scorso. Un caso che sta seguendo la dottoressa Piera Marceddu, sotto la supervisione del direttore Tonino Saba.
 E la conferma arriva proprio da loro: familiari, alunni, medici e insegnanti che sono stati a strettissimo contatto con Alberto e che hanno preso una (per gli adulti) o 4 pasticche di antibiotico (per i bambini), stanno tutti bene. E più passano le ore, più diminuiscono le possibilità di un contagio.
 Proprio l’altro ieri mattina, gli esperti della Asl, avevano incontrato nella palestra della Ettore Pais tutti i genitori degli alunni che frequentano la scuola media.
 Lo scopo era quello di tranquillizzarli, di far capire che non c’è rischio di epidemia e che l’eventuale trasmissione del germe può essere possibile (e non è detto che accada) solo attraverso le goccioline di saliva. Ma anche se fosse avvenuto il “passaggio”, quel maledetto germe verrebbe ucciso dall’antibiotico. (s.p.)
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 da La Nuova Sardegna DOMENICA, 01 FEBBRAIO 2009

Per il presidente della Corte d’Appello potrebbero sopravvivere come sezioni staccate

«Chiudere Tempio e Lanusei»

Olbia potrebbe diventare nuova sede di tribunale

TAGLI&PROTESTE «Troppi avvocati, albo chiuso»

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CAGLIARI. Una nuova sede di tribunale a Olbia, chiusura immediata per quelle di Tempio Pausania e di Lanusei, che dovrebbero sopravvivere soltanto come sezioni staccate. E’ la proposta del presidente della Corte d’Appello Vincenzo Oliveri, sulla quale si è in parte allineato il procuratore generale Ettore Angioni. Una proposta destinata certamente a sollevare aspre polemiche. Per Oliveri non ci sono alternative: «In Gallura nell’ultimo decennio - ha sostenuto - si è registrata una progressiva espansione urbanistica del centro di Olbia, con la concentrazione in quel territorio di numerose imprese commerciali e il correlativo massiccio incremento di processi civili e penali. Ebbene, quella città è rimasta sede di sezione staccata del tribunale di Tempio, nel quale invece gli affari penali e civili hanno subìto un decremento. Ragioni di una più appropriata distribuzione nel territorio degli uffici giudiziari imporrebbero il trasferimento della sede del tribunale ordinario da Tempio a Olbia e ove necessario l’istituzione di una sede distacca a Tempio, oltre che un più adeguato dimensionamento dell’organico, composto da soli undici giudici».
 Stesso ragionamento per l’Ogliastra: «Non appare giustificata - ha detto Oliveri - avuto riguardo all’esiguo movimento di processi civili e penali, la sopravvivenza del tribunale di Lanusei, che ha un organico di sei giudici. Tale ufficio potrebbe essere accorpato al tribunale di Nuoro». Ha aggiunto Oliveri: «Mi rendo conto che questi tribunali sono custodi di un’antichissima tradizione giuridica e rappresentano per l’economia di una determinata realtà locale qualcosa di molto importante - ha chiarito il magistrato - ma alla fine una scelta dev’essere fatta per razionalizzare le già esigue risorse e contenere la spesa pubblica».
 «In Sardegna - ha detto nella sua relazione il procuratore generale Ettore Angioni - il problema non è il numero dei magistrati ma la loro distribuzione e quella del personale giudiziario». Ed è da qui che parte la richiesta di rivoluzionare le circoscrizioni giudiziarie per potenziare le sedi più cariche di lavoro a discapito delle minori: «Bisogna procedere subito, superando con coraggio qualsivoglia resistenza politica - ha sostenuto Angioni - perchè oggi non è più possibile tenere in piedi tribunali distanti un’ora d’auto l’uno dall’altro, con costi non più sostenibili e produttività insufficiente». Chiusa la fase della riorganizzazione, per Angioni il passo successivo dovrebbe essere «l’albo chiuso per gli avvocati» il cui numero è oggi «abnorme»: «A Cagliari - ha spiegato - i legali sono più numerosi che in tutto il Belgio...». Quindi lo studio e il varo in tempi brevi di un nuovo codice penale «con la previsione di una forte depenalizzazione» e la «riformulazione dei due codici di procedura». (m.l)
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da La Nuova Sardegna MERCOLEDÌ, 21 GENNAIO 2009

LA GRANDE CRISI

RUMENI IN FUGA

«Addio Olbia, torno a Bucarest qui non trovo più un lavoro»

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19 ol lavoro 210108Il racconto di Jan Tudor, disoccupato da agosto «Sgobbavo in nero come uno schiavo, ma ero contento Poi l’imprenditore è sparito: mi deve diecimila euro»

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 da La Nuova Sardegna MERCOLEDÌ, 21 GENNAIO 2009

La Cisl: cantieri fermi, mille rimpatri

OLBIA. Un esercito di disperati in rotta. La crisi riesce dove le leggi leghiste hanno fallito. L’ondata rumena scompare, affondata dal ristagno dell’economia. I dati della Filca Cisl portano alla luce una nuova dinamica nell’immigrazione. La metà del popolo rumeno ritorna in patria, l’altra metà diventa imprenditore in Sardegna. «Nel 2008 abbiamo avuto almeno mille rimpatri - spiega il delegato della Filca, Battista Imperio -. Una cifra mai registrata e in controtendenza rispetto agli altri anni in cui le partenze volontarie erano irrisorie. In Gallura non c’è più lavoro. I cantieri edili, la principale fonte di occupazione per i rumeni, sono fermi. Mentre la loro economia sembra più vitale».
 Un’ulteriore lettura del fenomeno la dà il segretario della Filca Cisl Gallura, Alfredo Costa. «Abbiamo i dati della cassa edile - spiega -. Nel nord Sardegna ci sono 1800 imprese straniere, l’80 percento sono in Gallura, e quasi tutte sono fatte da rumeni. È un boom. Chi rimane qua cerca di mettersi in proprio. Molti di loro sono stanchi di essere sfruttati e preferiscono diventare padroni di sé. Ora sono cittadini comunitari, per loro la procedura non è complicata». Ancora dati.
 «Nel 2008 i rumeni hanno chiesto 1800 codici fiscali, documento indispensabile per aprire una partita Iva o una posizione fiscale, cioè per lavorare in regola - spiega Imperio -. Da noi sono diventati una realtà che non può essere trascurata. In Gallura c’è stato un record di iscrizioni al sindacato. Questo basta a spiegare quanto sia vasto il fenomeno immigrazione. Nel 2006 c’erano 20 rumeni iscritti alla Cisl, nel 2008 sono diventati 180. C’è stato anche un forte ricambio. Una parte di loro si è iscritta alla cassa edile e ha aperto un’impresa». (l.roj.)

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 da La Nuova Sardegna MERCOLEDÌ, 21 GENNAIO 2009

Crescono i malati di tumore, ma diminuisce la mortalità

di Stefania Puorro

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OLBIA. Sconfiggere il dolore per migliorare la vita del paziente oncologico e creare un gruppo di lavoro (composto da oncologi, anestesisti, chirurghi e medici di medicina generale) per attuare un percorso diagnostico e terapeutico aziendale con un unico metodo. Senza dimenticare la necessità di una corretta informazione. Questi gli obiettivi del corso di formazione tenuto ieri in una sala del nuovo ospedale e organizzato dal responsabile di Oncologia della Asl, Salvatore Ortu, in collaborazione con l’unità operativa di rianimazione e anestesia guidata da Franco Pala.
 Subito alcuni numeri, per cominciare. Quelli comunicati dal responsabile del reparto di Oncologia del San Giovanni di Dio: «I nuovi casi di tumore nel mondo, ogni anno, sono pari a 17 milioni, 234mila registrati in Italia, 740 quelli che si scoprono, sempre ogni anno, nella nostra Asl. Ma si è ridotta la mortalità, perché oggi si fanno più prevenzione ed educazione sanitaria, ci sono le diagnosi precoci e si può contare su nuovi e più efficaci trattamenti. E poi, attualmente, il malato di tumore sopravvive di più e quindi, ogni anno, cresce il numero di pazienti oncologici con il dolore. Dolore che, nel paziente malato di cancro, rappresenta un sintomo rilevante, che cresce di intensità con il progredire della malattia e che va a interferire con le attività quotidiane e con l’equilibrio psicologico. Nella fase iniziale del tumore, il dolore colpisce dal 25 al 30 per cento dei pazienti, durante la terapia dal 30 al 50 per cento dei pazienti e, in fase avanzata della malattia, il 70-80 per cento dei pazienti ha forte dolore. Che va curato con i farmaci a disposizione. Nonostante l’impegno, anche istituzionale, per un miglioramento della sua terapia - continua Ortu -, nel nostro Paese il consumo di oppiacei, che sono i farmaci più importanti nel controllo del dolore del cancro, rimane molto inferiore rispetto ai bisogni dei pazienti, soprattutto nella fase avanzata della malattia».
 «Ed è proprio per far conoscere meglio le linee guida sulle terapie del dolore oncologico che ci stiamo battendo - aggiunge Franco Pala, responsabile di rianimazione e anestesia -. L’80 per cento del dolore si può curare a domicilio e a occuparsene può essere lo stesso medico di famiglia. Il quale, nei casi più difficili, può rivolgersi allo specialista. Questo è uno dei motivi che ha spinto a intensificare ulteriormente la collaborazione tra le unità operative di anestesia e rianimazione di Olbia, Tempio e La Maddalena, l’oncologia e i medici di famiglia. A Olbia e Tempio, ma solo per casi accuratamente selezionati, si può scegliere, per la cura del dolore, una terapia invasiva con interventi chirurgici. Al “Paolo Dettori” vengono utilizzati gli stimolatori midollari, mentre al “Giovanni Paolo II” c’è anche la possibilità di ricorrere alle pompe intratecali».
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 da La Nuova Sardegna MERCOLEDÌ, 21 GENNAIO 2009

L’INDAGINE DELLA FINANZA

Tassisti e noleggiatori abusivi, scende in campo anche la Cna

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OLBIA. La strada per i furbetti del volante diventa sempre più tortuosa. Vita durissima per tassisti e noleggiatori abusivi. La guardia di finanza ha dichiarato guerra a chi cerca di muoversi tra le righe della legge o cerca di aggirare con trucchi il sistema. Le fiamme gialle trovano alleati nella loro operazione di pulizia. Nella guerra alle auto nere in trasferta scende in campo anche la Cna che chiede un tavolo con la camera di commercio per discutere di un fenomeno in crescita.
 Il direttore della Cna, Massimo Bonaccossa, interviene nel dibattito e chiede alla Camera di commercio la convocazione di una conferenza di servizi a cui invitare la guardia di finanza, i sindaci, la polizia stradale, l’obiettivo è creare un protocollo da applicare per evitare situazioni di illegalità. Al centro del dibattito ci sono le situazioni ad alta tensione che si vengono a creare con chi tenta di forzare la legge. In particolare i noleggiatori che hanno una licenza rilasciata da un comune lontano da Porto Cervo e in estate viene a lavorare in Costa Smeralda. Nei mesi caldi si moltiplicano noleggi del nuorese, dell’ogliastra, del cagliaritano. Sulla carta ogni giorno dovrebbero partire e rientrare nel loro comune di appartenenza. Ma non accade mai. Quasi tutti si trasferiscono in Gallura per tre mesi. «Un trucco che non può essere più tollerato - spiega Bonaccossa -. Più volte ho chiesto che venisse trovata una regolamentazione che impedisse trucchi o maneggi. Tutto inutile. La presa di posizione della guardia di finanza ci trova concordi. Ma per evitare ulteriori tensioni credo sia più utile che insieme si gettino le regole». La guardia di finanza ha annunciato un nuovo giro di vite sulle auto nere con autista che vanno avanti e indietro per la Gallura. Ora le fiamme gialle passano al setaccio anche la documentazione dei Comuni che rilasciano le concessioni ai noleggiatori. Un’attività ancora più attenta e capillare che vuole scoraggiare i furbetti del volante. «Spero che la camera di commercio - conclude Bonaccossa - faccia sua la richiesta che abbiamo presentato e convochi subito una riunione in cui si discuta di un fenomeno che sembra fuggito al controllo dele leggi». (l.roj.)
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 da La Nuova Sardegna MERCOLEDÌ, 21 GENNAIO 2009

LA MORTE DI RENATO DEROSAS

L’addio della città al grande «Ciuddina»

26 ol 210109 ciudd 210109OLBIA. E’ deceduto all’età di 58 anni Renato Derosas, calciatore dell’Olbia degli anni Settanta ed esperto appassionato di pesca sportiva dei club Sps Terranoa e Saps Porto Cervo. Renato, noto «Ciuddina», è stato stroncato da una malattia neurologica, l’atrofia multisistemica, determinata da un invecchiamento precoce delle cellule.
 Una rara e irreversibile malattia con cui ha dovuto convivere per circa dieci anni, costretto, prima, alle stampelle, poi, alla sedia a rotelle e, infine, sui letti d’ospedale e di casa.
 Con la maglia numero 7, quella dell’ala destra del metodo di gioco di trent’anni fa, Renato Derosas è cresciuto nelle giovanili dell’Olbia e ne ha vestito la maglia bianca negli anni Settanta, in serie C, ai tempi dell’allenatore De Petrillo.
 Poi, dopo aver disputato due stagioni nelle file del Sessa Aurunca (serie D), ha giocato diversi campionati in Gallura con Arzachena, Palau, Lauras, Berchidda, concludendo la carriera con l’Azzanì, in Seconda categoria.
 Una volta appese le scarpette bullonate al classico chiodo, Renato si è dedicato alla sua seconda grande passione: la pesca sportiva. Con la canna da riva e il surfcasting si è fatto apprezzare nelle competizioni isolane e d’oltretirreno come uno dei leader dei club più prestigiosi della Gallura: Sps Terranoa e Saps Porto Cervo.
 Questo pomeriggio, al funerale (15,30) alla Sacra Famiglia, gli daranno un sentito e commosso saluto tanti amici che si stringeranno attorno ai suoi familiari, ai quali vanno anche le condoglianze della nostra redazione. (g.canu)

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da La Nuova Sardegna MARTEDÌ, 20 GENNAIO 2009

La proposta per evitare i tagli: «Siamo pronti a volare di più con gli stessi stipendi»

Alta tensione a Meridiana

Quattro ore di sciopero, corteo dei dipendenti a Olbia

L’Anpav: perché l’azienda non accetta l’aiuto della Regione?

15 ol merid 200109di GUIDO PIGA
 OLBIA. Due chilometri a piedi, bandiere in mano, è la prima volta che i dipendenti di Meridiana manifestano per le vie di Olbia. Piccola fatica, nulla in confronto a ciò che propongono all’azienda come alternativa ai 145 licenziamenti, 400 in tutto compresi gli stagionali. «Più voli, stesso stipendio» dicono i sindacalisti e approva l’assemblea convocata ieri, giorno di quattro ore di sciopero, 14 voli cancellati.
 È una decisione che rovescia la prospettiva, che lascia all’Aga Khan, ai suoi dirigenti, l’onere di dire sì, “trattiamo per salvare Meridiana”, o di rifiutarla. I sindacati avanzano la proposta a dieci giorni dall’inizio della fine: se entro il 7 febbraio il ministero del Lavoro non convocherà le due parti, per ricercare una soluzione diversa, l’azienda farà partire le lettere di licenziamento, così come deciso dal cda a metà novembre, e ridurrà la propria flotta di nove aerei. Una compagnia in grado di garantire solo la continuità territoriale, non quella aziendale. «Chiediamo che il ministero del lavoro, che ha già perso 20 dei 30 giorni a sua disposizione, si muova per salvare i posti di lavoro» scandiscono Cgil, Cisl, Uil, Anpav, Anpac, Up, Apm, insomma tutti i rappresentanti dei lavoratori.
 Quello del Governo è un insolito, allarmante silenzio, tanto che Gian Piero Scanu e Giulio Calvisi, i due parlamentari del Pd presenti all’assemblea, annunciano la presentazione di un’interpellanza urgente all’esecutivo di Berlusconi.
 È un passaggio decisivo, perché Meridiana, nonostante le sollecitazioni dei sindacati, non vuole tornare indietro, così come è stato confermato dalla lettera dell’Aga Khan al sindaco. “Un ricatto”, per i dipendenti cui l’azienda impone il contratto di Eurofly come unica possibilità per bloccare i licenziamenti. «Non possiamo accettarlo, vogliamo trattare liberamente» sottolineano i sindacati, uniti come mai. È in questo contesto che è maturata l’offerta al management, un patto per il rilancio della compagnia. «Dichiariamo la nostra disponibilità a rinnovare i contratti di lavoro, peraltro già scaduti, in un’ottica di mantenimento degli attuali livelli salariali e con recupero di produttività» è scritto nel documento che i lavoratori, finita la marcia, hanno consegnato al sindaco di Olbia.
 Ma come nasce questa proposta? «Oggi piloti e assistenti di volo lavorano 40 ore, ma potrebbero arrivare a 80 - è la spiegazione dei sindacati -. Non lo fanno perché l’azienda non lo vuole, perché non fa rotte a sufficienza».
 «Facciamo di più - dice Marco Bardini, della Uil -: quando saremo convocati dal ministero del Lavoro, daremo la nostra disponibilità ad accettare dei contratti di solidarietà o, anche, la cassa integrazione, a rotazione». Una soluzione tampone, in attesa del piano industriale di rilancio.
 Meridiana vorrà prendere in considerazione questa prospettiva? O la snobberà come ha fatto con quella della Regione per l’ingresso nel capitale della compagnia? «È incredibile che né l’Aga Khan né i suoi dirigenti abbiano sentito il dovere di ragionare sulla proposta della Regione - dice Fabrizio Contino, dell’Anpav -. Se Meridiana è in crisi, come dicono i dirigenti che chiedono i licenziamenti, perché non accettano l’aiuto finanziario della Regione?». Il partner istituzionale è un’ipotesi che incassa il sì convinto dell’assemblea. Alcuni lavoratori rilanciano l’idea di vendere le azioni, pari al 16 per cento di Meridiana, alla Regione. Altri chiedono di sostituire il proprio rappresentante nel cda - Fabrizio Corradini, messo sotto accusa per essersi astenuto sui licenziamenti - con un esperto di diritto societario nominato dalla Regione. È una spinta forte non per avere la “nazionalizzazione” della compagnia, ma un azionista capace di difendere quella che Scanu chiama «la compagnia di bandiera della Sardegna. L’ingresso della Regione, se il caso Meridiana sarà portato oltre i confini di Olbia, non servirà solo a portare risorse finanziarie, ma a disegnare un’azienda capace di conquistare nuove fette di mercato». Quelle che ci sono, lasciate libere dalla nuova Alitalia ma ingessate dal Governo. «Dobbiamo batterci per eliminare il monopolio, imposto per legge, sulle rotte più redditizie» dice Calvisi. Una è la Milano-Linate, su cui, da ieri, Meridiana vola vendendo i biglietti a 41 euro.
 Ma soprattutto per impedire lo svuotamento di Meridiana a favore di Eurofly. «La seconda compagnia ha ottenuto gratis dalla prima le rotte migliori da Milano per il sud, è un flusso economico fortissimo che non abbiamo più, è tutto nero su bianco» ricorda ancora Roberto Casotto, pilota dell’Anpac. «Non dobbiamo aver paura di dirlo, neanche dopo la lettera dell’Aga Khan - rincara Fabrizio Serra, della Cgil-: l’azionista non ha mai voluto investire in Meridiana, lo sta facendo in Eurofly. Che cosa è questo, se non uno svuotamento della compagnia di Olbia?».
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 da La Nuova Sardegna MARTEDÌ, 20 GENNAIO 2009

Per la banda delle lucciole 57 anni di carcere

Scacco al mercato della prostituzione: condannati rumeni, albanesi e italiani

19 ol prost 200109 20 ol prost 200109

OLBIA Le lucciole erano giovani, avvenenti e, in alcuni casi, minorenni. La banda italo-albanese-rumema che gestiva la tratta delle bianche non ammetteva sgarri, e alle prostitute di colore, (“gestite” da protettori africani), impose orari di lavoro oltre la mezzanotte, in cambio di un “pizzo” da 1000 euro settimanali per poter praticare il mestiere più antico del mondo. Ieri il tribunale di Tempio ha condannato 7 dei trenta compomenti la banda di sfruttatori.
 L’inchiesta, nata a Tempio e sviluppata dal pm Gilberto Ganassi, della Dda di Cagliari, si è in parte conclusa ieri con la condanna a 16 anni di reclusione di uno dei boss, il rumeno Costantin Velcu, 29 anni, accusato di induzione e favoreggiamento della prostituzione nonchè di aver ripetutamente abusato di una giovane ragazza di origini moldave che non voleva sottostare alla legge del marciapiede. Con lui i giudici del tribunale di Tempio (presidente Marco Contu, a latere Barbara Cavallo e Riccardo Massera) hanno condannato i connazionali Enea Marinel e Jon Chimirea (10 anni di reclusione ciascuno), Gigu Viorel Uruleu, (8 anni di reclusione), il napoletano Ciro De Caro (5 anni di reclusione), la rumena Daniela Florentina Ciurar (4,6 anni di relcusione) e l’albanese Arjeta Kabili, che dovrà scontare 4 anni di carcere.
Le indagini, portate avanti dai carabinieri di Olbia, avevano aperto una finestra sull’oscuro mondo della prostituzione internazionale che sfruttava una trtentina di ragazze tenendole in schiavitù.
 Il loro giro d’affari si sviluppava tra la penisola e la Sardegna, con ramificazioni a Cagliari e in Gallura, dove “operavano” una decina di affiliati (uomini e donne)- senza morale ne scrupolo. Le indagini, iniziate alla fine del 2005 dalla Procura di Tempio, sono confluite alla Direzione distrettuale antimafia di Cagliari perché, nel corso delle intercettazioni telefoniche e ambientali, era emersa l’associazione per delinquere estremamente ramificata.
 La banda “internazionale”, della quale facevano parte anche alcuni sardi, aveva concentrato la sua attività nel centro di Olbia. Il gruppo era composto da una trentina di ragazze, fra cui alcune minorenni, provenienti dall’Europa dell’Est, che venivano fatte ruotare fra Cagliari, Olbia, Milano, Firenze, Roma, Reggio Calabria e Napoli.
 Le ragazze, una volta giunte in Italia, venivano private dei cellulari e dei documenti personali, quindi segregate, picchiate, minacciate e violentate. Quando qualcuna di esse non guadagnava abbastanza, veniva lasciata senza mangiare ed era costrette a elemosinare il cibo. Le ragazze, rumene, bulgare, ucraine e moldave, venivano convinte a lasciare il loro paese di origine con la promessa di un lavoro, ma in alcuni casi “comprate” da altre organizzazioni e pagate attraverso agenzie di money transfer. Le giovani erano costrette a prostituirsi in alcuni appartamenti del centro, in via Roma, via Genova e in via Aldo Moro, dove l’epicentro era un rifornitore di carburante. Una delle vittime della tratta delle bianche scoperta dai carabinieri di Olbia era la rumena Vasilica Daniela Barbulescu, 19 anni, uccisa l’11 settembre del 2007 dall’agricoltore Daniele Mereu, davanti al cimitero di San Michele, a Cagliari. L’uomo, poco dopo l’omicidio, si era impiccato per il rimorso. L’insediamento degli albanesi in città fece scoppiare la guerra per il possesso del territorio.
 Gli albanesi puntano al controllo totale, facendo pagare il pizzo alle altre organizzazioni, utilizzando metodi spicci e brutali. La città vide combattersi prostitute bianche e di colore, poi si arrivò alla tregua con gli sfruttatori africani.
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da La Nuova Sardegna MARTEDÌ, 20 GENNAIO 2009

Guerra totale ai noleggiatori irregolari

La guardia di finanza intensifica i controlli e setaccia i registri dei Comuni

21 ol abus 200109di LUCA ROJCH
 OLBIA. La guardia di finanza all’inseguimento dei tassisti. Le fiamme gialle stringono le ganasce, fiscali, attorno alle ruote delle auto bianche, ma nel mirino finiscono in modo particolare i noleggi con conducente. Semaforo rosso per i furbetti del tassametro ora che gli uomini in grigio hanno dichiarato guerra totale a volante selvaggio.
 Controlli severissimi per tassisti e noleggi con conducente. Le fiamme gialle di Olbia, guidate dal comandante Cesare Antuofermo, non aspettano che i mesi caldi e il superlavoro intasino le strade della Costa Smeralda. Già da oggi vanno alla caccia degli irregolari. In modo particolare le fiamme gialle vogliono stroncare i noleggiatori abusivi. Per legge dovrebbero lavorare solo nei comuni che hanno rilasciato loro la licenza, o al massimo dovrebbero ogni giorno, finito il servizio ritornare con la macchina nel centro di appartenenza. Per fare un esempio. Un noleggiatore del sud dell’isola potrebbe anche accompagnare un cliente a Porto Cervo. Ma punto di partenza di mattina e di ritorno la sera dovrebbe essere sempre il garage nel sud dell’isola. In pochi sembrano mettere a fuoco la legge. In troppi con licenze rilasciate da comuni dell’Ogliastra, del cagliaritano e del nuorese, lavorano per tutta l’estate in Costa Smeralda. Il danno per tassisti e noleggiatori regolari è incalcolabile. La finanza già da qualche anno colpisce duro i furbetti. Si arriva sino al sequestro giudiziario della macchina. Ma il provvedimento non sembra scoraggiare chi vive tra le righe della legge. Le fiamme gialle non si scoraggiano. Alzano il tiro e da qualche settimana hanno cominciato una nuova attività di controllo dei registri nei Comuni. La guardia di finanza verifica se tutte le autorizzazioni per l’attività di noleggio con conducente siano regolari e giustificate. Ma il comando di Cala Saccaia porta avanti anche altri accertamenti per capire se oltre alle irregolarità amministrative ce ne siano altre di tipo penale. Un’attività di controllo certosino che nelle prossime settimane dovrebbe dare risultati clamorosi.
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 da La Nuova Sardegna MARTEDÌ, 20 GENNAIO 2009

Arresti domiciliari al barista con la coca

23 ol bar 200109 22 ol bar 200109OLBIA. Ha scelto la strada del silenzio, Silvio Addis, il barista di 37 anni che era stato arrestato per detenzione di sostanze stupefacenti a fini di spaccio. L’uomo si è avvalso della facoltà di non rispondere durante l’udienza di convalida dell’arresto. Il giudice del tribunale di Tempio, Vincenzo Cristiano, ha convalidato il fermo della polizia e ha concesso per Addis gli arresti domiciliari, come richiesto dal suo difensore, l’avvocato Pietro Carzedda. Addis è stato arrestato tre giorni fa dalla polizia che a casa sua aveva trovato 285 grammi di cocaina, sostanza da taglio e un bilancino di precisione.
 Gli agenti del commissariato di Olbia, guidati dal vicequestore Fernando Spinici, avevano fermato l’uomo all’uscita di casa sua. Dopo un primo controllo avevano deciso di perquisire anche la sua abitazione alla periferia della città. All’interno dell’appartamento avevano trovato la cocaina. La droga era avvolta con del cellophane. Una parte della coca, che ha un’elevato grado di purezza, era in “pietra”, doveva essere ancora tagliata. Secondo la polizia sul mercato la droga avrebbe fruttato almeno 60 mila euro. Gli agenti seguivano da tempo il giovane che lavora nel bar di famiglia in via Aldo Moro. L’Harry’s. A fine giugno il locale, frequentato anche da politici, aveva subito un attentato, che era riuscito solo in minima parte. Gli attentatori avevano provato a bruciare il locale. La polizia, che si era occupata del caso, aveva trovato le bottiglie cariche di benzina, abbandonate nella fuga nel retro del locale. Il bar, molto frequentato da politici e imprenditori, aveva subito solo qualche danno ai bagni, distrutti dalle fiamme. Il rogo era partito dal retro del locale alle 3 del mattino. Qualcuno aveva scavalcato il muro di un giardino alle spalle del bar. Con sé aveva portato delle bottiglie cariche di liquido infiammabile. I malviventi avevano spaccato le finestre dei bagni, nel retro. Versata la benzina e avevano dato fuoco. Gli inquilini avevano chiamato il 115. Dalle finestre usciva un fumo nero. Subito erano arrivati i vigili del fuoco e la polizia. I pompieri erano riusciti a sollevare la saracinesca e spegnere le fiamme.
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da La Nuova Sardegna MARTEDÌ, 20 GENNAIO 2009
  Sfratto nel complesso dei Triangoli

26 ol sfratto 200109 OLBIA. Gli uomini della polizia locale sono arrivati di primo mattino, con i tecnici che dovevano eseguire lo sfratto. Hanno bussato alla porta di uno degli appartamenti del condominio dei Triangoli, a Isticadeddu. L’edificio è al centro di una complicatissima querelle giudiziaria. Lo sfratto non c’è stato. Un errore nelle operazioni di notifica ha reso impossibile l’esecuzione del provvedimento. Ma da questo errore potrebbe arrivare la salvezza per la famiglia albanese che deve lasciare lo stabile. Gli agenti della polizia locale, guidati dal comandante Pierpaolo Marullo e coordinati dall’assessore Michele Fiori, hanno scoperto che c’è una bambina con meno di un anno all’interno della famiglia da sfrattare. Tutto si ferma, contattati i servizi sociali. (l.roj.)
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da La Nuova Sardegna MARTEDÌ, 20 GENNAIO 2009

Gasdotto, al via il confronto: una conferenza il 2 febbraio

27 gasdotto 200109di LUCA ROJCH
 OLBIA. Il progetto per la centrale va a tutto gas. Il 2 febbraio ci sarà una conferenza di servizi per discutere sul gasdotto, il tubone a metano che attraversa da parte a parte l’isola. Forse il giorno della verità in cui sarà possibile portare al tavolo delle trattative dubbi e contestazioni contro il maxi progetto per la struttura che inscatola il gas. I ribelli sono già sul piede di guerra, mentre l’amministrazione non ha preso posizione ufficiale. Fino a oggi la centrale ha fatto il pieno al massimo di critiche anche da parte della politica.
 Ma fino a oggi, a parte posizioni dei singoli, non c’è stata una discussione che ha portato a una posizione ufficiale dell’amministrazione. «Per questo ho chiesto al presidente del consiglio comunale, Tonino Pizzadili - spiega il sindaco Gianni Giovannelli -, di trovare la formula migliore per poter aprire un dibattito a tutto il consiglio comunale». Giovannelli preferisce non sbilanciarsi sulla futura centrale del gas da 15 ettari che dovrebbe sorgere a Spiritu Santu. Un gigante che deve inscatolare il gas, comprimerlo e spararlo ad alta pressione oltre Tirreno. L’incontro pubblico con i tenici della Galsi di un paio di mesi fa non sembra avere convinto nessuno. Le spiegazioni degli ingegneri della società che deve costruire gasdotto e stazioni di pompaggio dall’Algeria fino alla Toscana, via Sardegna, non sembrano avere convinto nessuno. I tecnici hanno assicurato che la mega stazione sarà silenziosa, pulita e sicurissima. L’unico neo è l’impatto visivo. Difficile cancellare ciminiere alte 15 metri e 15 ettari di stazioni di compressione, turbine elettriche e condotte. Al tavolo saranno invitati i comuni che sono interessati dal passaggio del gasdotto, la Provincia, la Regione, i rappresentanti del consorzio Galsi e quelli del ministero. «Per ora posso solo affermare che ci riuniremo prima in maggioranza, poi con il resto del consiglio comunale per discutere sulle osservazioni e sulla linea da tenere - dice il sindaco -. Fino a quando non ci saremo consultati preferisco non sbilanciarmi». Giovannelli fa pretattica, ma il popolo degli anti centrale non aspetta la presa di posizione del Comune. Esiste un comitato che contesta la creazione della centrale incastrata tra il nuovo ospedale, il San Raffaele, l’area di pregio delle Saline e la frazione di Murta Maria. «Il 2 febbraio andrò a rappresentare le ragioni della città con un mandato preciso - continua Giovannelli -. Prima di quella data ci sarà un’indicazione dell’aula, come del resto è sempre avvenuto per i fatti di maggiore rilievo».
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  da La Nuova Sardegna MARTEDÌ, 20 GENNAIO 2009

Domenica il comizio di Berlusconi

Pdl, i candidati in coro: «Cancelleremo le leggi nemiche della Gallura»

  28 ol candid 200109OLBIA. Settimo Nizzi ha già adocchiato una macchina distruggi-documenti, lui è sicurissimo che la userà nei prossimi mesi per tritare le leggi approvate da Renato Soru e intanto annuncia che domenica alle 10,30 Silvio Berlusconi sarà al palazzetto del Melià. «Cancelleremo le leggi che hanno bloccato la Gallura - tuona -. Soru è solo un bugiardo». L’onorevole regala un po’ di frizzante spettacolo in una presentazione epurata dalle tossine pre-elettorali. Per la stampa solo sorrisi e la versione buona del Pdl. A fare da padrone di casa il cooridinatore provinciale Fedele Sanciu. «Abbiamo concentrato nella lista le forze migliori - afferma -. Abbiamo una lista fortissima che rappresenta tutto il territorio». Ma la ribalta è tutta per i 5 cavalieri azzurri. Emozionato Gianfranco Bardanzellu. «I punti principali della mia campagna - precisa il consigliere comunale - saranno incentrati sulla viabilità e sull’ambiente». Si fa largo l’unica donna candidata, Marisa Careddu. Il sindaco di Luras fa capire da subito di avere vestito i panni da cavaliere azzurro. «Dobbiamo cancellare l’esperienza infelice del governo Soru - dice - Ci sono precise priorità. Dalla crisi del granito a quella del sughero, alla rete viaria insufficiente». Si è già tuffato con entusiasmo nell’avventura del Pdl anche l’uscente Renato Lai. «Dobbiamo segnare il cambiamento - afferma Lai -, dobbiamo sostenere una Sardegna diversa che crede in uno sviluppo compatibile, crede in Ugo Cappellacci. Dobbiamo far ripartire la Gallura». Matteo Sanna, il più gallurese dei candidati, ha messo in primo piano la crisi economica. «Soru ha bloccato lo sviluppo - afferma -, un malgoverno lungo 4 anni che non si deve ripetere». L’ultimo candidato, il primario di ortopedia, Peppino Mela, mostra da subito il passo del politico. Discorso asciutto, fatto di contenuti. «Non condivido la politica del governatore - dice -. Anche dal punto di vista della sanità. Su 800 milioni di euro per il sistema ospedaliero ha destinato solo 16 milioni alla Gallura». (l.roj.)
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da La Nuova Sardegna DOMENICA, 18 GENNAIO 2009

Olbia candidata a ospitare il Camel trophy? 9 ol buvhe 180109 
 Il Camel Trophy è una manifestazione che si disputa su strade disagiate e sconnesse a cui possono partecipare i fuoristrada. Olbia potrebbe ospitare la nuova edizione: le buche nelle strade non mancano. Come questa tratto che collega la Olbia-Sassari alla Olbia-Loiri dove anche un automobilista mite può trasformarsi in grande rallysta.
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 da La Nuova Sardegna DOMENICA, 18 GENNAIO 2009

LA CRISI DELLA COMPAGNIA AEREA

Meridiana, l’Aga Khan snobba la Regione

Nessun riferimento all’ingresso della Sfirs nel capitale. La Cgil: ora parli Cappellacci

Nella lettera al sindaco ignorata la proposta avanzata da Soru

di Guido Piga

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OLBIA. «Dobbiamo tutti unirci, mano nella mano, per salvare Meridiana». Tutti tranne una, la Regione. L’unica ignorata dall’Aga Khan, nella lettera di quattro pagine scritta al sindaco di Olbia. Nessun cenno alla costituzione di una società con la Sfirs, la finanziaria regionale, per la manutenzione degli aerei. Nessun riferimento alla proposta, avanzata dall’ex governatore Soru, per l’ingresso della Sfirs nel capitale della compagnia. Sarà per via della campagna elettorale. Comunque è un caso.
 Karim ha chiesto agli stakeholder di Meridiana (i “portatori di interessi”, come gli azionisti, i dipedenti, le amministrazioni pubbliche) di aiutare l’azienda nel percorso, difficile, di salvezza e crescita. Ha citato il «completamento della nuova aerostazione per l’aviazione generale: sarà il primo benvenuto per gli illustri ospiti del G8». Si è poi soffermato, manifestando fiducia nel Comune e nella Geasar, sull’ambizioso «progetto di un campus universitario per la formazione di professionalità aeronautiche».
 Sulla società in fase di costituzione per le manutenzioni, nulla. Sulle trattative con la Sfirs per l’ingresso della finanziaria nel capitale di Meridiana, nulla. La Sfirs ha aperto un dossier sui rapporti con Meridiana mesi fa e Soru, parlando a Olbia la settimana scorsa davanti ai dipendenti della compagnia, non ha fatto altro che confermare l’indicazione a suo tempo data alla finanziaria regionale. Semmai, ha aggiunto che la Regione potrebbe arrivare fino al 49 per cento di Meridiana, a condizione che il vettore apra nuove destinazioni internazionali verso la Sardegna. E sempre che l’Aga Khan voglia prendere in considerazione, lui da sempre alla ricerca di un socio forte, di avere al suo fianco un’amministrazione pubblica. Uno scenario che andrebbe a favore dei dipendenti-azionisti, detentori di un 16 per cento che dà loro solo il diritto di esprimere un consigliere d’amministrazione, e zero potere.
 E’ possibile che l’Aga Khan abbia voluto evitare di citare la Regione per non prendere parte nella campagna per le regionali, così come è nel suo stile, direbbe il consigliere Claudio Miorelli. Ma, proprio sfruttando l’occasione elettorale, la Cgil prima attacca duramente il management, poi chiede chiarezza ai due principali candidati al palazzo di viale Trento a Cagliari. «Un’azienda cresce grazie alle lavoratrici e ai lavoratori, non contro di loro - scrive al presidente Franco Trivi il segretario nazionale della Cgil-trasporti Mauro Rossi -. Ci siamo resi disponibili a negoziare il rinnovo dei contratti, a fare accordi transitori, ma tutte richieste cadute nel vuoto perché nella dirigenza c’è la convinzione che le scelte si impongono con la violenza». Compresi i licenziamenti. Perché, in attesa di quelli annunciati, 145 tra piloti e assistenti di volo che andranno a casa se entro gennaio non ci sarà un’intesa al ministero, Meridiana ne ha già fatto alcuni. «Chiediamo l’immediato reintegro dei lavoratori ingiustamente licenziati - scrive Rossi - pronti a sostenere ogni mezzo conflittuale legittimo contro ogni ipotesi anche di un solo licenziamento».
 Dalla parole ai fatti: domani i lavoratori di Meridiana (piloti, assistenti di volo, tecnici, amministrativi) scioperanno per 24 ore. «Due cose - precisa Giancarlo Palanghi, segretario provinciale della Cgil-trasporti -: lo facciamo per chiedere all’azienda un piano industriale e per chiedere ai candidati alle regionali che cosa intendono proporre per Meridiana. Soru si è pronunciato e gli chiederemo un confronto. Cappellacci ancora no, vorremmo sapere come pensa di aiutare la compagnia aerea della Sardegna».
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da La Nuova Sardegna DOMENICA, 18 GENNAIO 2009

Raccolte di sangue, un anno boom

L’autosufficienza è stata raggiunta, eppure ancora non basta

SANITA’ Mulas: punteremo sui giovani

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di STEFANIA PUORRO
 OLBIA. Seimilaseicentocinquantacinque sacche di sangue raccolte nel 2008 in Gallura. E nessuna acquistata da altre regioni. Non era mai accaduto. E’ il risultato di un’autosufficienza inseguita da tempo e ora raggiunta. Eppure non basta. Va incrementato il numero dei donatori, vanno “inseguiti” quelli che donano soltanto una volta all’anno, affinché si presentino al centro trasfusionale almeno due volte in 365 giorni. Il traguardo toccato rappresenta una svolta, dà ottimismo. Ma ci sono nuove sfide da combattere e si devono mettere in campo nuove campagne di sensibilizzazione rivolte soprattutto ai giovani.
 A tracciare un bilancio e soprattutto a parlare di ciò che è necessario fare per il futuro è Pino Mulas, direttore del Centro trasfusionale aziendale. «Il risultato raggiunto è importantissimo - dice -. Ma per il 2009 si deve fare di più. Attraverso il progetto Aquilone, si doveva capire come mai in Sardegna non si superassero le 4 donazioni annue ogni cento abitanti, nonostante l’alto numero dei donatori e tenendo conto della forte esigenza di sangue per la presenza della talassemia. Situazione, questa, che costringeva a importare dalle 30 alle 35mila unità di sangue. Nel nostro territorio, quindi, ci siamo posti un obiettivo: arrivare a 5 donazioni ogni 100 abitanti. E per percorrere questo cammino, abbiamo puntato sul miglioramento del rapporto col donatore, garantendo un’accoglienza più accurata, potenziando e curando nei dettagli le raccolte esterne, rafforzando la collaborazione col l’Avis e coinvolgendo le amministrazioni comunali e l’intera società civile. Ed è in questa direzione che proseguiremo - continua Mulas - per trovare nuovi donatori e per far capire a quelli esistenti che il loro costante contributo è determinante. L’autosufficienza, infatti, va rafforzata per più motivi: primo tra tutti l’apertura del San Raffaele che, per le specialità di cui si occuperà, come ad esempio l’oncologia e la chirurgia vascolare, aumenterà necessariamente la richieste di sangue».
 Ma c’è un altro aspetto non trascurabile che ha contribuito a incrementare le raccolte di sangue in Gallura: la creazione di un centro trasfusionale aziendale del quale fanno parte due strutture, quella di Olbia e quella di Tempio. Nel centro trasfusionale di Tempio, nel 2008, sono state raccolte 921 sacche di sangue, con un incremento rispetto al 2007 superiore al 17 per cento. A Olbia, invece, sono state raccolte 5734 sacche di sangue e in questo caso l’aumento va oltre il 5 per cento.
 E così, la Asl 2, è riuscita a non importare nel 2008 neanche una sacca di sangue, mentre nel 2007 ne erano state acquistate 30 e nel 2005 addirittura 1224.
 Un grosso aiuto è arrivato dalle campagne estive: raccolte di sangue organizzate sulle spiagge che sono state rese possibili grazie alla collaborazione delle 18 sezioni Avis del territorio. E per l’inverno il Centro trasfusionale andrà nelle scuole «per sensibilizzare soprattutto i giovanissimi - precisa Mulas -, perché sono loro i donatori del futuro».
 La prossima settimana cominceranno gli incontri con gli studenti delle scuole superiori, poi si passerà alle medie.
 Migliorerà, a Olbia, anche la situazione logistica: nel centro trasfusionale, verrà allestita in tempi brevi una nuova sala donazioni e sono previsti una serie di interventi per tutelare la salute del donatore.
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commenti: ma basta o non basta? a quando l'articolo <<  L’autosufficienza è stata raggiunta, e ora basta >>

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 da La Nuova Sardegna DOMENICA, 18 GENNAIO 2009

Blitz di Comune e polizia a «Little Bucarest»

Per la prima volta viene violata la roccaforte dei rumeni nel cuore della città

di Luca Rojch

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 14 ol art 180109OLBIA. L’assalto a Litte Bucarest è come l’assedio a un castello di cartapesta. Il fortino è difeso da manipoli di affamati, accolgono i conquistatori più con speranza che ostilità. Gli inquilini dell’ex artiglieria guardano un po’ stupiti la parata di divise e autorità davanti al loro uscio. Non fuggono da quella che loro chiamano casa. Non organizzano nessun tipo di resistenza, ma osservano un po’ stupiti il clamore della visita fuori programma. Chi trova il coraggio di superare il cancello della disperazione trova l’abbraccio di degrado e miseria. Più che manganelli servono panini.
 L’esercito rumeno è in disarmo, ma ben organizzato. Gli abiti stesi al sole ad asciugare, odore di cibo sul fuoco. Le mura esterne della casermetta occupata sono state imbiancate di recente. Due mani di calce per risanare le pareti. Viene quasi da sorridere, manca la porta, il vetro della finestra è sfondato. Non c’è la luce. Ci vuole fantasia per definire il maldestro accampamento come casa.
 Il blitz è scattato a metà mattina, in testa il sindaco Gianni Giovannelli e l’assessore all’Urbanistica, Marzio Altana. Con loro una robusta armata di agenti della polizia guidati dal vicequestore Fernando Spinici e gli uomini della polizia locale, con in testa l’assessore Michele Fiori. La forza delle forze dà ai rumeni un’aria mite. Il sindaco si ferma a parlare con le prime persone che gli si fanno incontro. Più che un atto di forza una prima presa di contatto per capire lo stato di degrado dell’area. All’interno dell’artiglieria ci sono 14 caseggiati. Una parte delle casermette è occupata dai rumeni. In un paio sono custoditi i resti delle navi romane. L’erba alta impedisce di arrivare agli edifici vicini e di capire il loro stato di degrado. «Abbiamo deciso di fare un primo sopralluogo - spiega il sindaco Gianni Giovannelli -. In questi giorni definiremo gli ultimi dettagli e l’ex artiglieria sarà assegnata al Comune. Lunedì incontrerò il responsabile della soprintendenza Rubens D’Oriano. Con lui discuteremo anche dei capannoni che sono occupati dal ministero e dovranno essere destinati alla custodia e alla conservazione dei preziosissimi reperti. Ci sono otto ettari nel cuore della città che costituiscono un patrimonio importante per tutta Olbia. Sono molto felice che le forze dell’ordine abbiano dato la loro disponibilità e una risposta così celere alle sollecitazioni dell’amministrazione». Qualche parola anche sul futuro della struttura. «È ancora troppo presto per dire cosa si farà in quest’area - continua Giovannelli -. A decidere sul loro futuro utilizzo sarà prima la maggioranza, poi tutto il consiglio comunale. Se posso esprimere una mia idea, credo che si possa creare una area aperta alla città. Ma non dobbiamo fare un doppione del Fausto Noce. Il parco è già un valore aggiunto per Olbia, non dobbiamo fare inutili sovrapposizioni. È più intelligente puntare su qualcosa di differente come una cittadella della cultura immersa nel verde in cui musica, storia, archeologia, natura si possano fondere in una realtà armonica. Adesso dobbiamo aspettare gli ultimi passaggi burocratici perché il bene finisca nelle mani del Comune. Tra qualche giorno tutto l’iter sarà completato». La visita all’ex artiglieria dura un paio d’ore, poi i padroni di casa, ancora per poco, riprendono il possesso del loro dominio. Le auto della polizia ripassano dal cancello sfondato dall’esercito dei disperati. Little Bucarest resta in piedi.
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da La Nuova Sardegna DOMENICA, 18 GENNAIO 2009

Tutti gli olbiesi di Forza Italia fuori dalle liste

Dopo aver eletto 15 consiglieri comunali non avrà alcun rappresentante a Cagliari

Polemiche anche in An: Matteo Sanna contesta Gianfranco Bardanzellu

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di ENRICO GAVIANO
 OLBIA. Candidature e veleni. Le regionali sono destinate a lasciare strascichi dopo il voto del 15 e 16 febbraio. E se nella lista del Pd l’area Ds è evaporata in una nuvola ovviamente rossa, nel Pdl non mancano i problemi. A cominciare dalla scomparsa prematura (cioè quando ancora il nuovo partito non è manco nato) dell’anima di Forza Italia olbiese. Per continuare con i rancori fra vecchi camerati di An.
 La consegna, fra gli azzurri, è quella di pedalare tutti per portare a casa il maggior numero di voti. Ma il dato politico è evidente. Degli uomini che hanno fatto la storia di Forza Italia a Olbia non c’è traccia. Tutti sacrificati dalle severe regole dettate dai consoli Fedele Sanciu e Settimo Nizzi. Il primo ha voluto che venisse candidato il primario di ortopedia Peppino Mela, in ossequio ai desideri di Berlusconi di presentare volti della società civile. Il secondo invece ha puntato su Gianfranco Bardanzellu, un po’ perché capogruppo Pdl in consiglio comunale, un po’ perché parente. Fatto sta che la corazzata Forza Italia, che in città ha eletto nel 2005 tutti e 5 i suoi consiglieri provinciali e lo scorso anno addirittura 15 (quindici!) consiglieri comunali su 40, non ha alcun rappresentante.
 Sono state bruciate in un falò le speranze concrete di uomini come Tonino Pizzadili, che resterà a dispetto di Giampiero Mura presidente del consiglio comunale, Livio Fideli (seconda bocciatura dopo quella di candidato a sindaco) e del fedelissimo (a Nizzi) Giampiero Palitta.
 I tre, ad onor del vero, non protestano. Anzi, sono pronti a dare il loro contributo per la campagna elettorale. «Direi bugie - ammette Pizzadili - se non dicessi che mi sarebbe piaciuto essere candidato. Ma non ci sono problemi, sono a disposizione per dare una mano». Idem come sopra Fideli. «Ho dato la mia disponibilità per esser candidato, ma le scelte sono state altre. Sono sereno e tranquillo». Infine Palitta. «La scelta di Bardanzellu è stata presa in maniera molto democratica: il gruppo si è riunito e ha deciso per lui. Tutti insieme ora daremo il nostro sostegno per farlo eleggere». Le polemiche non sono consentite, evidentemente, nel partito della libertà. Magari le scorie sono finite sotto il tappeto, pronte a saltar fuori alla prima occasione. Anche l’arzachenese Giovanni Pileri, consigliere regionale uscente, non è stato ricandidato. Lui ha accusato prima il colpo, poi si è candidato con i Riformatori. «Di quanto successo parleremo dopo le elezioni - facendo capire che la storia non è chiusa qui -. Ho dato il mio contributo e pensavo di meritare la riconferma. Ma resto fedele al progetto Pdl».
 Progetto che piace anche a Matteo Sanna, candidato dell’area An, che non ha gradito però l’inserimento di Bardanzellu. Da Roma era arrivata l’indicazione di non candidare fuoriusciti di An in quota Forza Italia. Ma il gruppo consiliare del Pdl a Olbia, capeggiato da Nizzi, ha fatto fuoco e fiamme. Riuscendo alla fine nell’intento e aggiudicandosi la vittoria di tappa. Ma, fanno sapere da An, il giro è ancora lungo...
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commenti di elettori passivi :- A Olbia non ci sono più gli Olbiesi Doc; i candidati veri: provengono dagli Stazzi Uniti della Gallura

 
da La Nuova Sardegna DOMENICA, 18 GENNAIO 2009

Al tribunale di Tempio scoppia il caso Diliberto (Pdci)

In campo 78 candidati suddivisi in sedici liste

  19 ol cand 180109  20 ol cand 18010921 ol cand 180109OLBIA. Chiusura ieri alle 12 per la presentazione delle liste al tribunale di Tempio: sono 16 con 78 candidati. Quasi certa l’esclusione di Malu Entu, che ha presentato a supporto appena 2 firme. Contestata anche la lista dei Comunisti, perché il capolista Oliviero Diliberto è residente a Roma e non in Sardegna, come previsto dallo Statuto sardo. Se l’ex guardasigilli verrà escluso resteranno quattro candidati (Elias Vacca, Giovanni Cocco, Lucio Giganti e Luca Vitiello). Dopo Irs, Pdl e Riformatori, liste presentate venerdì, ieri è toccato alle altre, a cominciare da Sardegna Unita e Rifondazione che hanno confermato i nomi già anticipati. A seguire i Socialisti con Claudio Addis, Antonio Impagliazzo, Gian Vito Marongiu, Silvano Muzzeddu e Pierpaolo Scano. Poi la Sinistra con Natale Tedde capolista e il Pd che ha Lina Rosa Antona capolista e uno dei due giornalisti in lizza (Alessandro Pirina) mentre l’altro è Vito Fiori nell’Idv con Giommaria Uggias, GianMario Addis, Maria Pia Zonca e Luciano Dessena. Il Psd’az presenta Salvatore Murgia, Miranda Zen, Gianni Careddu Panu, Antonello Loriga e Francesco Manca. Quattro candidati per Insieme per le Autonomie (Mpa più La Destra) con Franco Cuccureddu, sindaco di Castelsardo, Michele Di Cristo, l’ex sindaco della Maddalena Rosanna Giudice e Ornella Quidacciolu. Quindi l’Udc con la lista confermata e Pina Gallittu capolista. I Rossomori (i sardisti con Soru) confermano fra i candidati Francesco Pilu dei Cordas e cannas. Ultima lista Unidade Indipendentista con Antonio Fancello, Bruno Bellomonte, Domenico Casula, Gion Loi e Mattia Sabino.
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 da La Nuova Sardegna DOMENICA, 18 GENNAIO 2009

Si riaccende il Carnevale olbiese

Aperte le iscrizioni per la sfilata dei carri di martedì grasso

28 ol carn 180109 22 ol carn 180109 OLBIA. Manca oltre un mese alla kermesse più attesa dell’anno, ma già fervono i preparativi nella sede degli Amici del Carnevale Olbiese. L’associazione che ha dato nuovo impulso a Olbia all’evento ha già avviato le iscrizioni per i carri. Si attendono le adesioni di numerosi gruppi, augurandosi che la fantasia dei giovani e dei maestri carrascialai sia ancora una volta all’altezza. L’associazione “Amici del Carnevale olbiese”, comunque accende i motori della macchina organizzativa e per l’ottava edizione della festa in maschera.
 Dalla prossima settimana saranno aperte le iscrizioni dei giganti di cartapesta che dovranno sfilare per le strade della città il 24 febbraio 2008, martedì grasso. Per aderire all’iniziativa basterà andare nella sede dell’associazione, in via Torino. In sede sarà possibile avere maggiori informazioni su tutto quello che occorre fare per partecipare, ma per avere notizie è possibile anche contattare telefonicamente gli Amici del Carnevale olbiese componendo il numero 0789/25680.
 Come al solito nessun tema obbligatorio, dunque la fantasia dei costruttori potrà sbizzarrirsi liberamente. Nella sede di via Torino, il comitato sta già lavorando al nuovo percorso del defilè in maschera e al programma della settimana dedicata al divertimento.
 «Vorremo venire incontro alla città e aumentare il numero delle sfilate - sottolinea Stefano Canu, presidente dell’Associazione Amici del Carnevale olbiese -. Discuteremo con i capigruppo e decideremo insieme se iniziare da questa edizione a fare doppia sfilata. Se sarà così, pensiamo di fare la prima sfilata la domenica e l’altra, quella tradizionale, il martedì».
 A supporto dell’attività degli Amici del canrevale, anche nel 2009 andranno nelle casse dell’Associazione i contributi in denaro sia dell’amministrazione della Provincia di Olbia-Tempio sia del Comune di Olbia.
 Per l’edizione 2009 restano confermate la sfilata del martedì grasso, la storica frittellata in piazza e la giornata dell’abbuffata di fave e lardo (i cui quantitativi, visto il grande afflusso di persone delle passate edizioni, verrà aumentato) e la festa dei bambini in piazza. Per i gruppi che hanno partecipato alle passate edizioni il comitato ha previsto un piccolo finanziamento per la costruzione del nuovo carro.
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 da La Nuova Sardegna VENERDÌ, 16 GENNAIO 2009

Traffico record all’Isola Bianca le crociere sono la carta vincente

 6 OL PORTO 160109

 7 OL PORTO 160109 8 OL PORTO 160109 9 OL PORTO 160109

di Marco Bittau

OLBIA. L’Isola Bianca è sempre la regina dei porti, ma per i traffici marittimi nel nord Sardegna non è tutto rose e fiori. Il dato complessivo è di tutto rilievo: quasi 6 milioni di passeggeri, poco meno di 2 milioni di auto, 12 milioni di tonnellate di merci, 11.500 navi in movimento a Olbia, Golfo Aranci e Porto Torres. Non mancano però i punti critici e il bilancio 2008 evidenzia una crescita non omogenea dei traffici. Così se l’Isola Bianca cresce, confermando un trend positivo ormai consolidato, Golfo Aranci e Porto Torres invece segnano il passo, sia sul fronte passeggeri che su quello merci.
 Dunque, Olbia sorride: all’Isola Bianca i passeggeri crescono del 2,07% rispetto al 2007 (3.820.001 a fronte dei 3.742.657 dell’anno precedente). Incremento del 2,71% anche sulle navi di linea, che passano da 7.390 a 7.590, e sulle vetture al seguito (auto e camper) che crescono del 5,62% (1.176.352 del 2007 contro 1.242.477 di quest’anno).
 Pollice verso, invece, per Golfo Aranci (non è una novità): la perdita sui passeggeri si attesta attorno al 13,13% (821.284 a fronte dei 945.388 del 2007), con una ripresa nei mesi di ottobre, novembre e dicembre che segnano rispettivamente più 39,90, più 5,99 e più 6,78%. Resta comunque in evidenza il calo delle navi in movimento che da 2.253 del 2007 passano a 1.778, con un meno 21,08%. Le vetture al seguito scendono, invece, del 4,21%.
 Male anche Porto Torres che, sempre sul versante del traffico passeggeri, chiude in negativo il 2008 con circa 100 mila unità in meno, per un calo percentuale dell’11,39. Le navi in movimento sono state 1.727, un nove per cento in meno rispetto al 2007. A queste si aggiungono altre 1091 navi merci, il 13% in meno dello scorso anno.
 Dal traffico passeggeri alla grande vena d’oro delle crociere il passo è breve. Il 2008 è stato l’anno del raddoppio degli alberghi galleggianti a Olbia. Se il 2007 ha chiuso con 54 scali e 101.882 passeggeri all’Isola Bianca, dal 21 marzo al 31 ottobre 2008 le navi in calendario sono state 107 e i crocieristi 209.536 (circa 27 mila escursionisti).
 Oggi più che mai all’orizzonte dell’Isola Bianca c’è la prospettiva di diventare home port abbandonando il limbo del mero scalo di transito. In questo senso, gli accordi raggiunti con la compagnia Msc, che per il 2009 sarà a Olbia con l’inedita formula dello stop over, cioè scali con un pacchetto turistico che prevede il soggiorno, per una settimana, negli alberghi convenzionati della Gallura, prima di riprendere il viaggio. Una promozione inedita del territorio dal punto di vista di un settore non ancora esplorato, ma che inizia a dare i primi frutti.
 Dati alla mano, se il 2008 è stato positivo il 2009 preannuncia addirittura scintille: la bozza di calendario accosti, infatti, prevede già 150 navi in arrivo a Olbia già dal 7 marzo e sino al 17 novembre. E siccome il circuito delle crociere è una macchina che non si ferma più, per il 2010 l’Autorità portuale ha già ricevuto la prenotazione per 43 accosti da parte di uno dei più importanti armatori turistici.
 Per quanto riguarda il settore merci, tutti e tre i porti hanno registrato un calo consistente, principalmente legato al caro carburante che ha contraddistinto i primi dieci mesi dell’anno e alla crisi dell’industria, a cominciare dal polo chimico di Porto Torres.
 Resiste il trasporto di Tir e autocarri che, ad Olbia, aumenta del 3,82%, a fronte però di una perdita del 10,51% sulle tonnellate di merce trasportata. In caduta libera Golfo Aranci con la dismissione del traffico ferroviario. Meno 58,53% sui carri (dai 16.285 del 2007 a 6.754 del 2008) e un meno 58,58% sulle tonnellate trasportate. Per quanto riguarda Porto Torres, crolla il trasporto delle merci liquide (quelle che maggiormente interessano il settore della chimica) con l’import-export ridotto del 34,75%, circa un milione e duecentomila tonnellate in meno. Per quanto riguarda invece le rinfuse solide, le tonnellate in meno rispetto al 2007 sono circa 700 mila, con una diminuzione del 24,34%.

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 da La Nuova Sardegna VENERDÌ, 16 GENNAIO 2009

«Licenziati e ignorati dalla Corridoni»

La protesta dei lavoratori della compagnia, senza lavoro da un anno

    10 OL PORT 160109 11 OL PORT 160109

OLBIA. «La compagnia portuale ci ha licenziato un anno fa. Motivazione: con la chiusura della Palmera, erano diminuite le commesse e non c’era più lavoro a sufficienza per tutti. Bene, la portuale adesso sta facendo delle assunzioni e il presidente non ci ha mai contattato. E’ un atteggiamento inqualificabile e inaccettabile». Un gruppo degli operai licenziati, in tutto dieci, denuncia senza riserve la discriminazione subita.
 La vicenda comincia un anno fa. La compagnia portuale ha dichiarato lo stato di crisi. Il presidente Angelo Pileri l’ha motivata con la fine del rapporto di lavoro con la Palmera, la fabbrica del tonno che è scomparsa alla fine del 2007. Senza più le ingenti quantità di tonno da scaricare - è stata la sua versione - era necessario ridurre l’organico della compagnia Corridoni, pena metterne a rischio la tenuta finanziaria. Dieci lavoratori sono stati mandati in mobilità per due anni, il che, fuori dal linguaggio della legge, vuol dire licenziati.
 Alcuni di loro sono stati richiami, la scorsa estate, per una settimana: servivano operai per scaricare le navi del tonno destinato all’Ad do Mar, l’industria del tonno che ha riavviato lo stabilimento ex Palmera. Poi, più nulla.
 «Adesso abbiamo scoperto che la compagnia sta facendo delle assunzioni, alcune a tempo, altre a tempo indeterminato - protesta un gruppo di licenziati -. Nessuno di noi è stato contattato, questo è un atteggiamento gravissimo di discriminazione nei nostri confronti».
 I lavoratori, alcuni dei quali padri di famiglia, ce l’hanno soprattutto con il presidente Pileri. «La colpa è tutta sua, perché è lui che si è inventato una crisi per poter mandare via i lavoratori maggiormente sindacalizzati o che avevano più coscienza dei propri diritti e chiedevano che venissero tutelati».
 E i sindacati? Il gruppo dei lavoratori si è rivolto alle proprie organizzazioni ma, ammettono, «non abbiamo ottenuto le risposte che ci aspettavamo. Ed è per questo che abbiamo deciso di denunciare pubblicamente l’incredibile situazione che si sta vivendo nella compagnia portuale. Non c’è crisi - continuano i lavoratori -, perché il traffico al porto è sempre in aumento e infatti la portuale ha bisogno di operai e li sta assumendo.
 «Vorremmo capire dal presidente della portuale Pileri perché non ci ha chiesto di tornare a lavorare - concludono i licenziati -. Vorremmo che lui spiegasse perché ci ha sempre ignorati, preferendo assumere altri lavoratori. Credo che almeno questo sia un nostro diritto, viste le difficoltà in cui siamo costretti a vivere a causa del licenziamento».
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 da La Nuova Sardegna VENERDÌ, 16 GENNAIO 2009

I CANTIERI

Nel 2009 la nuova sede dell’Authority

 OLBIA. Inaugurati lo scorso maggio il molo 9 (187 metri di lunghezza) dedicato alle navi da crociera e il viale Isola Bianca fresco di restyling, per lo scalo olbiese il 2009 si preannuncia come l’anno dei grandi cantieri. Si comincia con la nuova sede dell’Autorità portuale, a fianco alla stazione marittima che oggi ospita gli uffici dell’ente. Sempre per quanto riguarda le infrastrutture portuali, entro la primavera 2009 verrà consegnato uno dei due moli da 275 metri. I lavori, iniziati nel 2007, sono stati finanziati con circa 25 milioni di euro e affidati alle imprese Cidonio e Pin. Dal ministero delle Infrastrutture l’Autorità portuale ha inoltre ottenuto il via libera per l’approfondimento dei fondali da 8 a 10 metri, progetto finanziato con altri 11 milioni di euro. C’è poi il complesso dell’ex Sep (il Servizio escavazione porti): dopo dieci mesi di bonifica l’Autorità Portuale è entrata in possesso dell’area (17mila metri quadri) dell’ex Genio civile. Dodici gli edifici bonificati e messi in sicurezza, per un totale di circa 400 mila euro finanziati interamente dall’ente. Entro il secondo semestre 2009 si prevede la conclusione dei lavori di ristrutturazione e di riqualificazione grazie a un finanziamento ministeriale di circa 3 milioni di euro. Il complesso verrà concesso in comodato gratuito a un istituto per la formazione professionale e specialistico nel settore della nautica. (m.b.)
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da La Nuova Sardegna VENERDÌ, 16 GENNAIO 2009

Il Pd vara la squadra ma gli manca l’ala sinistra

Ultimo tassello in lista Lina Rosa Antona, che prende il posto della sorella Angela

        13 OL PD 160109 12 OL PD 160109 14 OL PD 160109 16 ol pd 150109

di ENRICO GAVIANO
 OLBIA. Alla fine la lista del Partito democratico gallurese è stata partorita. I cinque candidati sono la capolista Lina Rosa Antona, seguita da Pierluigi Caria, Elio Corda, Alessandro Pirina e Sebastiano Pirredda. Gli ultimi quattro erano già stati decisi da due giorni, ma a bloccare tutto è stato il nome della donna. Angela Antona, scelta in un primo momento, ha rifiutato. Così lo stato maggiore del Pd, nell’affannosa ricerca del tappabuchi, si è trasformato un po’ nel Ciccio Ingrassia di «Amarcord» che appeso a un albero urlava: voglio una donnaaaaa. Che, per questioni di equilibri territoriali, doveva essere dell’Alta Gallura. Sino a che è stata convinta la sorella di Angela Antona, appunto Lina Rosa, presidente dell’Ute tempiese.
 Partenza falsa, insomma, per il Pd gallurese. E non solo per il finale un po’ comico. Ma anche per la distribuzione delle forze all’interno della lista La Margherita si è trasformata in pianta carnivora, mangiandosi tutta la radice sinistra del Pd provinciale. Dei cinque candidati, infatti, quattro sono di estrazione Margherita o comunque indicati da quell’area. Intanto Pierluigi Caria, che è stato consigliere comunale a Olbia e Sebastiano Pirredda, attuale assessore provinciale. Lina Rosa Antona è stato nel 2005 a un passo dall’essere candidata dalla Margherita a sindaco di Tempio, poi non se ne fece più nulla. Infine Alessandro Pirina, la scelta più coraggiosa e (finalmente) di rottura, ma anche in questo caso fatta dall’area centrista. Pirina è stato comunque tesserato nei Ds senza mai ricoprire ruoli di alcun tipo. Resta Elio Corda, consigliere uscente, ma la cui formazione politica è socialista. Proprio in quella parte dell’elettorato oltre che fra l’area degli scontenti Ds potrebbe pescare voti. In ogni caso, nonostante i mugugni e l’esclusione di tutti i personaggi che hanno lavorato e ricoperto cariche prima nel Pci, poi nel Pds e quindi nei Ds, quell’area ha già promesso l’impegno totale per la campagna elettorale, sperando magari di avere un’indicazione positiva almeno nel listino.
 La Sinistra sicuramente tenterà di spostare voti dall’area del malcontento, presentando una lista di cui fa parte Natale Tedde, penultimo segretario provinciale Ds, insieme all’imprenditore Angelo Cossu, l’arzachenese Daniela Sini, il medico di Buddusò Anna Vargiu e Tore Serra.
 Quasi chiusa anche la lista dei Rossomori alleati con i Verdi. Il capolista sarà l’ex segretario provinciale del Psd’az Angelo Filigheddu, con la verde arzachenese Katia Cano, il segretario cittadino dei verdi Giancarlo Cabrini, e il sardista olbiese Tonino Usai. Ancora in ballo il quinto nome.
 Le altre liste sono già note. Italia dei Valori avrà l’uscente Giommaria Uggias, con il giornalista Vito Fiori, l’ex sindaco di Bortigiadas Luciano Dessena, la maddalenina Maria Pia Zonca, Gian Mario Addis di Trinità. Rifondazione presenta in Gallura il segretario regionale Michele Piras, Luciano Dau di Arzachena, Giampiero Cannas di Tempio, e Gianni Cirotto di Santa Teresa.
 Nel centrodestra non mancheranno i mal di pancia nel Pdl, la cui lista ha avuto ugualmente una gestazione difficile. Ne fanno parte, comunque, i medici Peppino Mela e Renato Lai, il sindaco di Telti e consigliere uscente, Matteo Sanna, il consigliere comunale olbiese Gianfranco Bardanzellu e il sindaco di Luras Marisa Careddu. Nell’Udc capolista Pina Gallittu, ex margherita e poi Pd sino alle primarie. Con lei il sindaco di Buddusò Giovanni Satta, l’ex assessore regionale Andrea Biancareddu, l’arzachenese Adriano Malu e Marco Avolio, ex assessore alla Maddalena. Fra i Riformatori Giovanni Pileri, il sindaco di di Berchidda Bastianino Sannittu, l’imprenditrice olbiese Patrizia Albanese, l’assessore di Calangianus Salvatore Desini e, infine, l’avvocato della Maddalena Luca Montella.
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da La Nuova Sardegna VENERDÌ, 16 GENNAIO 2009

Un ufficio contro i disservizi pubblici

Cittadinanzattiva dà informazioni e accetta reclami. Due mesi di tempo

   8 ss giust 151108 16 OL UFF 160109 17 OL UFF 160109

 18 OL UFF 160109                                                                       di STEFANIA PUORRO
 OLBIA. Un centro di soccorso al cittadino. Uno sportello che possa informarlo sui suoi diritti e che lo tuteli in caso di necessità. Non è sulla carta. Esiste già. E’ un punto di riferimento dove far arrivare segnalazioni e proteste di qualunque genere e a cui ci si può rivolgere per sapere come muoversi in caso di un danno subìto, o semplicemente per far emergere che ci sono servizi pubblici che non funzionano. Una mano d’aiuto per il cittadino in difficoltà o a corto di informazioni che potrà trovare risposte ai suoi dubbi.
 Insomma, chi non sa come barcamenarsi nella burocrazia, ha un problema da risolvere, o vuole alzare la voce per chiedere la soluzione di un disservizio, ora avrà l’assistenza e le notizie di cui ha bisogno. Questo “Progetto integrato di tutela e informazione al cittadini”, è stato avviato da Cittadinanzattiva e durerà, per ora, due mesi.
 Sessanta giorni, durante i quali i cittadini di tutta la provincia (e non solo quelli di Olbia) potranno far sapere che cosa c’è che non va nel loro rione o nel loro paese. Ma l’obiettivo è anche quello di dare risposte ai turisti che, spesso, hanno difficoltà ad avere informazioni.
 «E’ un primo passo per la conoscenza dei diritti umani - dice subito Antonella Meloni, coordinatrice territoriale di Cittadinanzattiva -: al cittadino “informato” vengono insomma messi a disposizione gli strumenti necessari. Un modo per dare importanza al singolo e contribuire alla crescita sociale dell’individuo».
 Ma che cosa deve fare il cittadino per rivolgersi allo sportello? Può telefonare allo 0789-1966197, al 346-0904077 o al 393-4835168 oppure inviare una mail al seguente indirizzo: cittadinanzattivaolb@tiscali.it. «I dati raccolti costituiranno una banca dati sui disservizi riscontrati dai cittadini - spiega ancora Antonella Meloni - e saranno oggetto di studio e proposte per migliorare gli stessi. Inoltre, è stata stipulata una convenzione con lo studio del commercialista Giovanni Forteleoni che garantirà consulenze fiscali ai cittadini. Altre consulenze, di natura legale, verranno invece fornite dagli avvocati della Rete Pit Giustizia».
 Ma le informazioni che lo sportello sarà in grado di dare, andranno oltre. «Grande attenzione verrà dedicata ai servizi sanitari, ai servizi pubblici locali e agli enti di assistenza e tutela - aggiunge la coordinatrice di Cittadinanzattiva -, consapevoli della carenza di organismi a tutela del cittadino-utente all’interno delle amministrazioni. Basti pensare, per esempio, all’ufficio relazioni con il pubblico, alla commissione mista conciliativa, alla gestione dei reclami, alle carte dei servizi e della qualità e così via. Organismi previsti dalla legge che spesso, però, non esistono».
 In questi primi giorni, nonostante il servizio sia partito solo lunedì scorso, sono già arrivate alcune segnalazioni allo sportello: riguardano la scarsa informazione degli uffici pubblici, la segnaletica stradale confusa o inesistente, la mancanza di illuminazione di alcuni quartieri e alcune carenze del pronto soccorso.
 Due operatrici dello sportello sono sempre a disposizione. Con loro lavorano, oltre alla coordinatrice di Cittadinanzattiva, anche Rosanna Bucciero, coordinatrice regionale dei procuratori dei cittadini, e Gabriella Furbetto, responsabile del Tribunale dei diritti del malato.
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 da La Nuova Sardegna VENERDÌ, 16 GENNAIO 2009

ECONOMIA

Commercio, ecco il bando di finanziamento per le imprese

  19 OL COMM 160109OLBIA. «Piccole e medie imprese del commercio: per chi fosse interessato a ottenere i finanziamenti regionali, i tempi stringono».
 A darne comunicazione è Angelo Pagano, presidente del Consorzio Centro Città, il quale si rivolge a tutti i commercianti. «Chi volesse ottenere le agevolazioni finanziarie della legge regionale n. 9 del 2002, deve cominciare a mobilitarsi. Il bando 2008, infatti, pubblicato nel sito della Regione Sardegna, prevede che la domanda di ammissione al contributo debba essere inviata dal 26 gennaio al 28 febbraio 2009 e dovrà contenere tutte le informazioni richieste».
 Angelo Pagano gira la notizia ai negozianti della città, e non solo a quelli del centro, ma approfitta dell’occasione per ricordare che ci sono delle corsie preferenziali nell’erogazione dei contributi. «Priorità viene data a coloro che fanno parte dei centri commerciali naturali e quindi a quelli di un Consorzio come il nostro. Un particolare non trascurabile, che è mio dovere far sapere, e che credo tutti debbano tenere in considerazione. Invito comunque gli interessati a leggersi i dettagli del bando per avere maggiori notizie e ribadisco che questa è un’occasione da non lasciarsi scappare».
 Sono agevolazioni previste con diversi obiettivi. Tra i quali: valorizzazione e riqualificazione del commercio nelle aree urbane, miglioramento della capacità di attrazione di tutte quelle zone che ospitano le piccole e le medie imprese.

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da La Nuova Sardegna MERCOLEDÌ, 14 GENNAIO 2009

Costa Smeralda e Alghero, aeroporti in società

Geasar potrebbe entrare nell’azionarato Sogeaal: gestione coordinata, mercati diversi

Si torna a parlare anche dell’impegno della Sfirs nella compagnia aerea dell’Aga Khan con una quota del 49%

  1 ol aereo 140109 2 ol aereo 140109 3 ol aereo 140109

di GUIDO PIGA
 OLBIA. Gli aeroporti di Olbia e Alghero potrebbero avere un’unica guida, sempre che l’Aga Khan e gli algheresi lo vogliano, sempre che Renato Soru vinca le regionali. L’ex governatore coltiva questo sogno: l’ingresso nel capitale dello scalo di Fertilia di Geasar, la società di Karim che gestisce il “Costa Smeralda”. «Auspichiamo, favoriamo una collaborazione azionaria» ha detto a Olbia, e ripetuto per giorni, il candidato del Pd. Che ha anche annunciato di essere pronto, con la Sfirs, ad acquistare fino al 49 per cento di Meridiana.
 Il trasporto aereo, tema intrecciato al turismo come (e forse di più) dell’urbanistica, sta entrando al centro della campagna elettorale. Soru l’ha messo in agenda incontrando i dipendenti di Meridiana, alle prese con l’ennesima crisi aziendale.
 L’ex governatore non ha affrontato la vertenza («spetta all’azienda e ai sindacati»), ha spiegato ciò che ha proposto a Meridiana e ciò che immagina per il futuro della compagnia aerea di Olbia. È partito dai contributi che la Regione ha dato ai vettori low cost. «Perché Meridiana non ha partecipato alle offerte per i voli low cost? Li abbiamo sollecitati, abbiamo anche sperimentato un accordo nei voli per Parigi - ha detto il candidato del Pd -. Ho chiesto con convinzione nuove rotte per la Russia, per Mosca, San Pietroburgo, tutti aeroporti non collegati con la Sardegna. E visto che hanno Eurofly, ho anche proposto un collegamento diretto con New York, che è ormai necessario. Fino ad adesso nulla è stato fatto ma proviamo a immaginare lo sviluppo per i prossimi anni». Soru ha ricordato un recente incontro con l’ad Gianni Rossi e il consigliere Claudio Miorelli: «Ho detto loro, senza esitazione, che Meridiana è la nostra compagnia di bandiera, che se vogliono ci starebbe bene chiamarla nuovamente Alisarda, che possono aprire rotte per le destinazioni del Mediterraneo. Se questa volontà ci sarà, noi correremo tutti i rischi, siamo pronti essere capitale nel capitale». Il dialogo con la Sfirs, la finanziaria regionale, è in corso, e Soru ha detto che la «Regione è pronta ad arrivare fino al 49 per cento del capitale», diventando il secondo azionista dopo l’Aga Khan, il partner forte che da anni la compagnia cerca.
 Ma l’annuncio più forte, Soru l’ha fatto sugli aeroporti. L’ex governatore ha elogiato la gestione dello scalo di Olbia, ha indicato Geasar come modello da esportare. Anche ad Alghero, la cui società, pubblica, chiude da anni i bilanci in rosso.
 «Credo che in Sardegna non solo dobbiamo parlare di fare sistema, ma dobbiamo farlo. Alghero non è dall’altra parte del mondo, è a soli 150 chilometri da Olbia. Noi auspichiamo, favoriamo, una partnership stretta tra i due aeroporti, anche dal punto di vista azionario».
 L’idea di Soru è quella di far entrare nella società di Alghero, Sogeaal, quella di Olbia. Non ha parlato della quota azionaria, è una prospettiva che ha discusso, tempo fa, con l’ad di Geasar Silvio Pippobello e che intende concretizzare, se dovesse tornare alla guida della Regione. Nella sua ottica, si creerebbe un unico sistema aeroportuale del nord, senza conflitti, «per coprire mercati diversi». Ciò che gli preme è portare ad Alghero le doti manageriali di Geasar, per non scaricare i costi sul pubblico.
 Sul fronte olbiese, a giorni dovrebbe arrivare un’attesa novità: l’assegnazione dei lavori per l’allungamento della pista del “Costa Smeralda” in vista del G8 alla Maddalena. La struttura di missione, che è l’ente appaltante delle opere collegate al vertice, ha fatto sapere che l’aggiudicazione dell’appalto è imminente. L’aeroporto di Olbia avrà una pista più lunga di 240 metri, in direzione del mare, per consentire l’atterraggio in sicurezza dell’Air Force One, l’aereo presidenziale di Obama.
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 da La Nuova Sardegna MERCOLEDÌ, 14 GENNAIO 2009

Convenzione scaduta, il museo resta chiuso

Il Comune non ha i soldi per garantire per tutto l’anno la gestione della struttura

18 ol museo 140109 19 ol museo 140109 20 ol museo 140109

22 ol museo 140109di Luca Rojch

OLBIA. Galleggia come un’isola infelice. Il sapere è un lusso che il Comune non si può più permettere. La storia rimane chiusa per assenza di fondi, mancanza di liquidi. La cultura ha perso la sua sacralità. La sua aura mistica. Tra i resti delle navi hanno fatto convegni, dentisti e radiologi, hanno rombato motori di auto e strimpellato menestrelli. Fino ai corsi di aggiornamento dell’azienda sanitaria. Un sistema originalissimo per far sopravvivere un museo in bolletta. Il forziere è vuoto, è rimasta qualche moneta d’oro. Poca roba per riaprire lo scrigno della storia.
 Il contratto con l’Expo è scaduto il 31 dicembre. Così il 2009 è diventato l’anno dell’incertezza per il museo. Ha brillato come una stella per la notte di omaggio a Fabrizio De Andrè. Ma le luci si sono accese solo per una sera. Il resto dei suoi giorni il museo rimane chiuso. Mancano i fondi. Per mantenere aperto l’edificio di vetro e cemento sopra l’isola di Peddone tutto l’anno serve un milione di euro. Una cifra stratosferica che il Comune non si ritrova in cassa. Inutile chiedere fondi a Provincia e Regione. «Dobbiamo cercare di andare avanti da soli - spiega il sindaco Gianni Giovannelli -. Ma in questo momento è impossibile trovare fondi ulteriori. Mi sono riunito con i tecnici dell’amministrazione per cercare di pensare a una soluzione che consenta di rendere fruibile la struttura». Il Comune va avanti a vista, come se si trovasse a navigare davanti alla nebbia fitta dell’incertezza. «Per ora abbiamo deciso di pianificare solo il periodo dell’anno fino al 31 maggio - continua il sindaco -. In questo primo periodo cercheremo di assicurare l’apertura per i grandi eventi. Ma è impossibile pensare in questo momento e con questi fondi a una apertura per tutti i giorni dell’anno». Il sindaco aggira qualsiasi tipo di polemica con la Regione. «Attendo che il progetto portato avanti da Cagliari prenda corpo - continua -, ma non mi sembra qualcosa che si concretizzerà in tempi brevissimi. L’assessore regionale ha ipotizzato la creazione di appalti provinciali per la gestione di tutto il patrimonio museale e archeologico. Ma tutto si è arenato. Noi dobbiamo lavorare solo con i fondi che abbiamo. Fino al 31 maggio la gestione verrà riaffidata all’Expo che dovrà assicurare l’apertura per alcuni eventi durante la prima fase dell’anno. Anche se la proposta è ancora in fase di valutazione. Poi dal 1 giugno pensiamo a qualcosa di diverso, a una apertura quotidiana del museo. Almeno fino a settembre». Davanti a sé il Comune ha il deserto. «Eravamo in trattativa con un istituto di credito disposto a sponsorizzare la struttura - spiega -, alla fine tutto è rimasto sulla carta». Il museo continua la sua lotta per la sopravvivenza, anche se la storia ha perso la sua sacralità.
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 da La Nuova Sardegna MERCOLEDÌ, 14 GENNAIO 2009

L’ex torre di controllo tra i sogni nel cassetto

  21 ol museo 140109 23 ol torre 140109

OLBIA. Grattare via l’etichetta immeritata di città distratta, un po’ superficiale e poco attenta alla cultura. La battaglia della conoscenza è appena cominciata. Il sindaco Gianni Giovannelli punta su un 2009 di rinascita per gli spazi culturali in città. Accanto a strutture rivitalizzate come l’anfiteatro Michelucci e al museo archeologico che funziona solo a singhiozzo, ci sono altri interventi che potrebbero far cambiare passo alla città.
 Giovannelli ha tentato dall’inizio del suo mandato di dare più spazio alla cultura. Una fetta sempre più ricca del bilancio è stata dedicata al sapere, a iniziative e manifestazioni artistiche. Il Comune ha mostrato un’attenzione crescente alla cultura e al recupero di aree destinate all’arte.
 Ora l’amministrazione lavora anche per creare nuovi spazi. «Non è un’impresa utopica - spiega il sindaco -. Abbiamo presentato un progetto alla Regione per valorizzare l’ex mattatoio. Abbiamo chiesto un finanziamento da un milione di euro. Dopo un’attesa infinita il primo progetto è stato bocciato dalla Regione. Ora ne abbiamo un portato un altro che attende di ricevere il via libera. Si parte sempre dal recupero dell’ex mattatoio, che per la maggioranza deve essere recuperato. Vogliamo creare uno spazio per l’arte contemporanea».
 Ma la ricetta del Comune non è fatta solo di piani mirabolanti e irrealizzabili, ma anche di proposte concretissime. «Grazie a un cofinanziamento abbiamo dato il via ai lavori per il recupero della vecchia torre di controllo del Fausto Noce - continua Giovannelli -. I lavori sono già cominciati. L’idea è di creare un punto di aggregazione per i più giovani, un centro culturale ricreativo. Completerebbe la valorizzazione di una delle aree più belle della città».
 Progetti concreti che si sommano alla valorizzazione di ciò che già esiste. «Il Comune in tutti questi anni ha cercato di fare molti investimenti sulle strutture esistenti - conclude il sindaco Giovannelli -. Per prima cosa l’attenzione è stata rivolta al museo archeologico. Dobbiamo riuscire a mantenerlo aperto per tutto l’anno. Ma non dobbiamo dimenticare le iniziative importanti che sono state fatte per tutto l’anno in città». (l.roj.)
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 da La Nuova Sardegna MERCOLEDÌ, 14 GENNAIO 2009

«La vecchia caserma è un pericolo»

A rischio l’ex sede della Finanza, chiesto l’intervento del Genio civile

     24 ol fin 140109 25 ol fin 140109

OLBIA. L’edificio svetta nel cuore della città, ma ora sembra la quinta di cartone di un film western. La facciata della caserma della guardia di finanza è l’unica cosa rimasta in piedi del palazzo di corso Umberto. I mattoni intonacati sfidano le leggi di gravità. Restano impilati l’uno sull’altro quasi per miracolo. La facciata non ha un aspetto molto rassicurante anche per l’amministrazione che ha chiesto un intervento immediato del genio civile.
 Il Comune chiede che si intervenga subito per verificare la stabilità dell’edificio dopo un inverno ricco di piogge. L’acqua abbondante sembra avere minato ancora di più la stabilità del palazzo. Il sindaco Gianni Giovannelli ha chiesto un sopralluogo immediato ai tecnici del genio civile. Ma l’amministrazione ha anche inoltrato una lettera nelle scorse settimane in cui si chiede che l’edificio nel cuore della città passi di mano. Per ora il palazzo è nelle mani del Demanio, che non sembra un padrone di casa troppo premuroso. L’incuria di questi anni ha provocato il crollo di buona parte del palazzo. Ora è rimasta solo la facciata, ma non resta molto altro. Basta passare sotto l’edificio per vedere che della struttura non resta quasi nulla. L’amministrazione è stanca di aspettare che si sblocchi una situazione ferma da anni e ne chiede la proprietà. L’anno scorso il genio civile aveva rassicurato che per l’edificio non esisteva nessun pericolo di crollo. Ma il sindaco Giovannelli, dopo uno degli inverni più piovosi degli ultimi anni, teme che l’acqua possa avere creato danni alle strutture portanti dell’edificio. Per questo si è armato di carta e penna e ha inoltrato una richiesta formale al genio civile per un nuovo controllo. (l.roj.)
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da La Nuova Sardegna MERCOLEDÌ, 14 GENNAIO 2009

Terremoto nella lista del Partito democratico

Tra le sorprese Pileri va con i Riformatori, strappo tra Pdl e Cristiano popolari

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13 ol udc 130109di LUCA ROJCH
 OLBIA. Tabula rasa. Elettrificata. Il ciclone si è abbattuto sul Pd in un clima ad alta tensione. Una rivoluzione silenziosa che ha raso al suolo equilibri e spazzato via nomi accreditatissimi. L’effetto tzunami del governatore ha rivoluzionato la lista. Nei cinque che scenderanno in corsa con il Pd ci saranno l’ex direttore amministrativo Pierluigi Caria, unico dimissionario che non è ritornato sui suoi passi, e l’uscente Elio Corda. L’archeologa Angela Antona è stata contattata da Renato Soru, ma sarebbe a un passo dal rifiuto. Al suo posto pronti il consigliere Tomaso Visicale e l’assessore Antonello Addis. A completare la lista ci sono l’assessore provinciale ed ex sindaco di Palau, Sebastiano Pirredda, e il giornalista Alessandro Pirina. Volti nuovi voluti dal governatore. Il terremoto ha frantumato gli equilibri delicatissimi. Spazzati via i compartimenti stagni che tenevano insieme le anime del partito. I ds si sentono esclusi dalla lista e non fanno nulla per nascondere il loro malumore. Loro contestano il criterio e la scelta di escludere dalla lista il partito.
 Appesa a un filo anche la trattativa per l’accordo dei Cristiano popolari con il centrodestra. Il Pdl avrebbe fatto la proposta indecente al partito di centro. Dimettersi da tutte le giunte in cui i cristiano popolari appoggiano il centrosinistra. Il tavolo per ora è saltato, a meno di miracoli nel cuore della notte il partito guidato nell’isola da Antonio Satta non si presenterà alle regionali. Sembra tramontare anche l’ipotesi di un accordo con i socialisti.
 Chiusa la lista dell’Italia dei Valori. Accanto al capogruppo Giommaria Uggias, ci saranno l’ex sindaco di Bortigiadas, Luciano Dessena, la maddalenina Maria Pia Zonca, Gian Mario Addis di Trinità, e il giornalista Vito Fiori. La giornata rivela altri clamorosi colpi di scena. Giovanni Pileri rientra in corsa, ma non con il Pdl. Sarà uno degli uomini di punta della lista dei Riformatori. Gli altri sono il sindaco di Berchidda, Bastianino Sannittu, l’imprenditrice di Olbia, Patrizia Albanese, l’assessore di Calangianus, Salvatore Desini, e l’avvocato della Maddalena Luca Montella. Per l’Udc tutto confermato. Capolista dovrebbe essere Pina Gallittu. Sarà in lista con il sindaco di Buddusò, Giovanni Satta, l’ex assessore regionale, Andrea Biancareddu, L’ex assessore comunale ad Arzachena, Francesco Malu, e l’ex assessore alla Maddalena, Marco Avolio. Nel Pdl tutto secondo copione. Dell’armata berlusconiana fanno parte i due medici Peppino Mela e Renato Lai, il sindaco di Telti, Matteo Sanna, il consigliere comunale Gianfranco Bardanzellu e il sindaco di Luras, Marisa Careddu.
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 da La Nuova Sardegna MERCOLEDÌ, 14 GENNAIO 2009

Le strade franano, servono interventi

Pittulongu: disagi in via Monte Ruiu e Monte Alvu

9 ol pitt 140109OLBIA. Pittulongu e il maltempo: immagini di disagi continui. Come quelli con cui devono convivere gli abitanti di via Monte Ruiu e via Monte Alvu.
 E sono proprio loro a protestare dopo che ieri, per più di due ore, non hanno fatto altro che formulare vari numeri telefonici dell’assessorato dei Lavori Pubblici «a cui non rispondeva mai nessuno. Ma questo è un altro tipo di disservizio - dicono gli abitanti della zona - che in questo momento passa in secondo piano. Il grave e prioritario problema per il quale chiediamo una soluzione, riguarda lo stato delle nostre strade. Impercorribili, per i vari mezzi. La pioggia, infatti, ha peggiorato la situazione: i lati della carreggiata, senza un briciolo di asfalto dopo una serie di lavori, stanno franando e il pericolo è costante. Che il Comune intervenga - sollecitano da via Monte Alvu e via Monte Ruiu - prima che la situazione precipiti. Tra l’altro, periodicamente, dalle nostre parti arrivano i mezzi dell’Aspo per svuotare i pozzi neri. In questi giorni, però, non hanno potuto raggiungere la zona proprio per le precarie condizioni delle strade».

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 da La Nuova Sardegna MERCOLEDÌ, 14 GENNAIO 2009

Stasera appuntamento con il chitarrista sassarese al caffè letterario Rockefeller

Il bluesman Francesco Piu in concerto

12 ol mus 140109OLBIA. Musica d’autore al Rockefeller. Stasera il nuovo caffé letterario di via Veronese ospiterà il concerto di Francesco Piu, uno dei talenti emergenti della chitarra blues in Italia. La sua è una continua crescita e ricerca musicale, dai progetti prettamente elettrici sino al blues in chiave acustica. Nato nel 1981 a Sassari, Piu ha vinto nel 2003 il concorso «Blues from Sardinia» al Narcao blues festival con la band Blujuice. Dal 2004 il musicista sassarese ha iniziato a presentarsi come solista: tra le esperienze più importanti l’apertura del concerto, sempre a Narcao, di John Mayall, padre del blues inglese.
 Da allora ha preso parte ai più importanti festival italiani: dal Piacenza jazz fest al Musica sulle Bocche a Santa Teresa di Gallura, dal Festival Gaber a Viareggio al Premio Tenco di Sanremo. E proprio su questi palcoscenici Francesco Piu ha potuto suonare insieme a big di fama internazionale come Guy Davis, Gigi Cifarelli e Fabio Treves. Dal 2007 il bluesman sardo suona nella band del cantautore milanese Davide Van De Sfroos.

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 da La Nuova Sardegna MERCOLEDÌ, 14 GENNAIO 2009

Il trombettista jazz di Berchidda registra un brano con la band. L’uscita a maggio

Funk Project, un disco con Paolo Fresu

13 ol fresu 140109OLBIA. I Funk Project realizzano il loro sogno: incidere un disco con Paolo Fresu. Nei giorni scorsi il grande trombettista berchiddese è venuto in città per registrare un brano del primo album della band sarda specializzata nella fusion. Il progetto discografico, che sarà pubblicato nel mese di maggio, si avvarrà anche della collaborazione di Gianpaolo Conchedda, un altro big della musica isolana, che nella sua carriera ha collaborato tra gli altri con Andrea Parodi e Gianni Morandi.
 I Funk Project sono formati dal tastierista Giantore Budroni, di Olbia, dal chitarrista Marcello Zappareddu, di Ozieri, e dal trombettista Antonio Meloni, di Berchidda, dove è anche direttore della banda «Bernardo De Muro». I tre musicisti si sono conosciuti nel 2005, quando furono chiamati ad accompagnare Gatto Panceri nella sua tournee. Da quel momento hanno unito le loro forze per creare la band dei Funk Project. Che ora, a quattro anni dal debutto, ha deciso di incidere i suoi brani, avvalendosi di un padrino d’eccezione come il trombettista jazz Paolo Fresu.
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 da La Nuova Sardegna MARTEDÌ, 13 GENNAIO 2009

In Gallura torna lo spettro della lingua blu

Sos a Santa Teresa e Sant’Antonio Il virus arriverebbe dalla Francia

di Tiziana Simula e Chiaramaria Pinna

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OLBIA. Arriva un nuovo tsunami sugli allevamenti sardi, Il suo nome è sempre lo stesso Lingua blu. E l’avrebbe spinto fin qui un vento che soffia dalla Francia dove il virus del sierotipo 8 è diffusissimo. Da qualche giorno nemmeno un vitello può lasciare i pascoli della Gallura, in via precauzionale. Vuol dire che i sedici-diciottomila capi che da Olbia partono per il resto d’Italia resteranno bloccati nelle aziende del Limbara.
 Non potranno essere spediti all’ingrasso nei centri specializzati nè essere venduti. Significa che sulle imprese sta per rovesciarsi una catastrofe economica.
 Tutto è scattato poco prima di Capodanno, quando un nuovo sierotipo, il sierotipo otto, che non era ancora presente in Sardegna, e pare sia particolarmente virulento, è stato isolato su alcuni capi di bestiame in due aziende a Sant’Antonio di Gallura e Santa Teresa. «Importato dalla Francia», ipotizzano i veterinari, visto che in Camargue è diffusissimo. Ma i proprietari del bestiame allevato allo stato brado hanno dimostrato di non aver acquistato animali nemmeno a dieci chilometri di distanza dalla loro azienda.
 In automatico i due allevamenti e quelli che rientrano nel raggio di quattro chilometri dalle loro stalle sono finiti sotto la lente del servizio veterinario della Azienda sanitaria 2.
 Ieri, per discutere sulle misure da prendere su tutto il territorio, in primis le vaccinazioni, si è aperto a Roma un tavolo tecnico al ministero della Sanità al quale hanno partecipato i veterinari della Regione e della Asl di Olbia. Per ora non si è giunti a nessuna conclusione. La scelta è stata quella di attendere eventuali conferme sulle analisi che saranno ripetute all’istituto zooprofilattico di Teramo dove sono stati svolti gli esami che hanno fatto scattare l’Sos.
 C’è solo da augurarsi che si tratti di un falso allarme, come è accaduto 4 anni fa. «Preghiamo perchè si ripeta quel miracolo», dicono gli allevatori che ieri erano presenti ad un incontro alla Coldiretti, da sempre divisi sull’esito delle campagne di vaccinazione, e che oggi si domandano come il virus sia arrivato in Gallura.
 L’ipotesi è che un capo possa essere entrato in Sardegna prima che trascorressero 60 giorni dalla vacciazione. Questi, del resto, sono gli accordi presi tra i Paesi che movimentano bestiame. I sospetti maggiori ricadono sulla Francia, perchè è qui che è stata segnalata la presenza massiccia del sierotipo 8.
 La minaccia della blue tongue in queste settimane ha tenuto e tiene in ansia gli allevatori delle aziende zootecniche galluresi che temono di essere travolte dall’ennesima catastrofe economica.
 «Alcuni capi di ovicaprini e bovini sono risultati positivi ad una serie di esami. Se si tratta di un focolaio del sierotipo 8 molti di noi rischiano di essere rovinati», commentano alla Coldiretti rendendo noti i dati.
 Nel frattempo sono scattati tutti i provvedimenti precauzionali previsti dal protocollo, e oltre agli esami a tappeto nell’area di Santa Teresa e Sant’Antonio di Gallura, un centinaio di fattorie sono state sottoposte a controlli dopo l’allarme scattato durante i prelievi a campione effettuati dai veterinari dell’Asl di Olbia sugli animali sentinella, cosa che avviene regolarmente da quando scoppiò la blue tongue, nel 2000.
 Questi i casi sospetti: una pecora in un’azienda di Santa Teresa e due capre e tredici vitelli a Sant’Antonio di Gallura risultati positivi ad alcuni esami riconducibili al sierotipo 8. I virus isolati precedentemente sono l’1, il 2 il 4 e il 16 sui 24 che caratterizzano la lingua blu.
 Il blocco della movimentazione in Gallura è stato un fulmine a ciel sereno per gli allevatori dei vitelli pronti per essere trasportati nei centri del continente per l’ingrasso e che invece non potranno partire. «Tra una decina di giorni dovrebbe concludersi la fase dei prelievi - dice Luca Saba direttore regionale della Coldiretti - e sinceramente temiamo di ricevere una conferma, ma non vogliamo che si crei allarme prima del tempo anche perchè siamo pronti all’emergenza. Abbiamo avuto il primo incontro con l’assessorato regionale alla Sanità che si sta mobilitando per fronteggiare la situazione: se i nuovi esami daranno esito negativo, la zona ora bloccata verrà subito liberata, nel caso, invece, venisse confermata la presenza del nuovo sierotipo, sarà necessaria la vaccinazione. La Regione ha già provveduto a pre-ordinare 100 mila dosi di vaccino Btv 8 spento, che saranno subito disponibili». Sessanta giorni dopo la vaccinazione, i capi potranno essere movimentati».
 Resterà a lungo l’interrogativo su come possa essere avvenuto il contagio dal momento che i controlli sul bestiame che entra e esce dall’isola dovrebbero essere severissimi.
 Il sospetto è che siano sbarcati animali malati o con certificazioni non esatte. Devono trascorrere due mesi per la movimentazione dal momento della vaccino proprio per aver certezza che il virus non sia in incubazione. Non è escluso, quindi, che si sia trattato di bestiame importato prima dei tempi stabiliti per garantire lo stato di salute.
 «Il nostro bestiame per essere trasferito fuori dall’isola viene sottoposto a rigidi controlli - denunciano gli allevatori - com’è possibile invece che nell’isola possano arrivare capi che non hanno subito le stesse verifiche?».
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 da La Nuova Sardegna MARTEDÌ, 13 GENNAIO 2009

Dirty money, l’inchiesta ritorna in Sardegna

Da Milano a Cagliari, la Direzione antimafia si occuperà del riciclaggio di narcoeuro

di Giampiero Cocco

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OLBIA. Saranno i magistrati della Dda di Cagliari a chiudere la tranche sarda dell’inchiesta “Dirty Money”, le indagini sugli investimenti olbiesi della ’Ndrangheta. Lo ha deciso ieri il gup di Milano, Paolo Ielo, che ha dichiarato la competenza della magistratura sarda, per quanto riguarda l’associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio di narcoeuro, a carico dell’avvocato Giuseppe Melzi,, dell’imprendiote di Olbia Giovanni Antonio Pitta e di altri tre degli imputati.
 L’inchiesta milanese, portata avanti dal pm della Dda lombarda Mario Venditti, è stata scissa in due tronconi. La magistratura milanese procederà contro i presunti affiliati alla ’Ndrangheta della cosca Ferrazzo: Mario Fera Andali, Giusseppe Grano e i finanzieri svizzeri Salvatore Paulangelo e Paolo Desole, titolari (questi ultimi) di una finanziaria di Lugano finita in bancarotta. A Milano sarà giudicato con rito immediato uno dei presunto colletti bianchi della cosca, il procacciatore d’affari Alfonso Zoccola, mentre il gup di Tempio decidera sul rinvio o meno a giudizio, per il solo reato di riciclaggio, di Sergio Contu, un imprenditore di Olbia che avrebbe venduto una imbarcazione a Salvatore Paulangelo per 250 mila euro, soldi che i magistrati ritengono fossero provento di affari illeciti della malavita.
 A Cagliari è invece andata la parte più sostanziosa dell’inchiesta, quella riguardante il presunto investimento di un centinaio di milioni di euro transitati nelle casse della Wfs/Pp finanz di Desole e Paulangelo e investiti, nell’isola, per l’acquisto di ville e terreni nei dintorni di Olbia. Una parte di questo danaro sarebbe stata dirottata anche verso insediamenti turistici della Spagna.
 Nell’isola la magistratura milanese mise sotto sequestro beni e immobili per decine di milioni di euro, a partire dalla villa e i terreni fabbricabili che Salvatore Paulangelo acquistò a Pittulongu. Sotto sequestro penale finirono anche i cinquecento ettari di Spiritu Santu, a sud di Olbia, appartenenti all’imprenditore Giovanni Antonio Pitta. Stando ai capi d’accusa quei terreni avrebbero fatto parte di una operazione immobiliare gestita da alcuni esponenti della cosca Ferrazzo, che avrebbero acquisito, sepre secondo l’inchiesta, il 51% di due società proprietarie dei terreni.
 Il giudice, assieme a quella dell’avvocato Giuseppe Melzi (ritenuto la mente legale della banda), ha trasmesso per competenza alla Dda di Cagliari anche la posizione di altri 4 imputati, tra i quali Giovanni Antonio Pitta, Alfonso Diletto, Carmine Spadafora e Francesco Muto.
 Il procedimento prosegue a Milano nei confronti degli altri indagati per la bancarotta fraudolenta e il riciclaggio. Alfonso Zoccola ha chiesto il giudizio immediato, mentre gli altri imputati compariranno davanti al gup il prossimo 23 gennaio. Per la tranche sarda i tempi saranno invece decisi dal procuratore distrettuale, che dovrà assegnare il fascicolo ad uno dei suoi sostituti il quale, una volta ricevuto l’incarico, dovrà studiarsi ben quindicimila pagine tra verbali, intercettazioni e provvedimenti vari.
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da La Nuova Sardegna MARTEDÌ, 13 GENNAIO 2009

Pittulongu, dopo due nubifragi al via i lavori per il nuovo canale

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di LUCA ROJCH
 OLBIA. Ha smontato le lucine dall’albero di Natale e subito ha riacceso la macchina dei lavori pubblici. L’assessore all’Urbanistica, Marzio Altana, è andato dritto al cuore delle emergenze. Da una parte ha dato il via ai lavori per creare un nuovo canale a Pittulongu, dall’altra ha quasi chiuso l’iter per dare l’acqua potabile a Santa Mariedda. Doppio miracolo.
 L’assessore minimizza, ma per chi vive nella zona di via Mar Ligure a Pittulongu è un giorno da segnare nel calendario. Le ruspe hanno cominciato gli scavi per creare un canale in cui far scorrere le acque delle piogge torrenziali. Nel quartiere gli allagamenti sono stati una banale costante dei giorni di pioggia. Sembravano quasi inevitabili. Mentre dall’amministrazione continuano a fare la danza antipioggia, si spera di portare a termine i lavori in tempi record senza che ulteriori danni arrivino dalle secchiate di pioggia.
 Se le previsioni del tempo sono diventate il programma preferito degli amministratori, ora si cerca di riportare Pittulongu alla normalità. Si parte da questo primo fondamentale intervento. «Le ruspe hanno cominciato a lavorare da questa mattina - spiega l’assessore Altana -. Spero che si possa procedere in tempi rapidi per creare il canale e scongiurare ulteriori danni a chi vive nella zona».
 Ma sempre negli uffici dell’urbanistica si porta avanti un altro appalto fondamentale per portare l’acqua potabile a Santa Mariedda. Il quartiere nato in modo abusivo fa parte di un piano di risanamento. Per questo le risorse che l’amministrazione può spendere, come impone una legge forse troppo rigida, possono arrivare solo dalle tasse pagate da chi vive nella zona. Il Comune ci mette una pezza. In questa settimana verranno aperte le buste con le offerte per l’appalto da oltre un milione di euro. Verrà creata per tutto il quartiere la rete idrica. Un passo verso la civiltà. «I lavori cominceranno in tempi brevissimi - continua l’assessore -. Ma dobbiamo rispettare i tempi tecnici della burocrazia. Con questo appalto supereremo una delle difficoltà di Santa Mariedda». Il quartiere con le strade di fango viene alimentato con l’acqua grezza del consorzio di bonifica. Sulla carta servirebbe solo per irrigare le campagne, ma di fatto in buona parte del quartiere viene utilizzata anche per le faccende domestiche. Ma l’acqua non è potabile. «L’impegno dell’amministrazione - conclude Altana - è rivolto a completare in tempi brevi tutti i piani di risanamento». Una missione quasi impossibile. In città i piani di risanamento di quartieri nati in modo abusivo, senza autorizzazioni, né servizi, sono 17.
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da La Nuova Sardegna MARTEDÌ, 13 GENNAIO 2009

Pina Gallittu alla corte di Casini e Oppi

Pronte le liste dell’Udc e del Prc. Confermato il taglio di Pileri nel Pdl

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OLBIA. La Margherita l’ha sfogliata a lungo e alla fine ha detto sì. Pina Gallittu, che nel 2007 aveva partecipato alle primarie del Pd, correrà per le regionali con l’Udc. Sarà in lista con il sindaco di Buddusò, Giovanni Satta, l’ex assessore regionale, Andrea Biancareddu, il consigliere comunale di Arzachena, Alessandro Malu, e l’ex assessore alla Maddalena, Marco Avolio. L’Udc ha chiuso la rosa dei nomi in serata a Cagliari. Saranno loro a rappresentare il partito in Gallura alle regionali. Chiuse senza colpi di scena anche le liste del Pdl. Tutto secondo copione. Dell’armata berlusconiana fanno parte i due medici Peppino Mela e Renato Lai, il sindaco di Telti, Matteo Sanna, il consigliere comunale Gianfranco Bardanzellu e il sindaco di Luras, Marisa Careddu. Resta fuori Giovanni Pileri.
 Rimane ancora aperta la lista dell’Italia dei valori. Scontata la riconferma dell’avvocato Giommaria Uggias. Con lui in lista dovrebbe esserci l’ex sindaco di Oschiri, Luciano Dessena. Incertezza sugli altri nomi. Tra loro ci dovrebbe essere Maria Pia Zonca, dipendente statale della Maddalena. Ma la corsa nell’Idv per gli altri candidati è aperta. Rifondazione comunista ha ufficializzato le candidature. In campo in Gallura scende il segretario regionale Michele Piras. Con lui Luciano Dau, di Arzachena, Giampiero Cannas, di Tempio, e Gianni Cirotto, di Santa Teresa. Impegnati in una sfida importante per il partito. I Cristiano popolari non hanno ancora sciolto le riserve e rimangono come una dama alla finestra. Pronti a essere corteggiati più che a corteggiare. Al bivio tra destra e sinistra potrebbero sostituire la terza via. Un’alleanza con i socialisti. Tutto avvolto in una nube con la lista dei candidati che si allunga. Ai due certissimi il consigliere provinciale, Gesuino Achenza e il sindaco di Badesi,Tony Stangoni si aggiungono il segretario provinciale Giorgio Spano il sindacalista maddalenino Giulio Verrascina e l’ex sindaco della Maddalena Rosanna Giudice. I riformatori hanno quasi chiuso la loro lista. Sicurissimi il sindaco di Berchidda Bastianino Sannittu, l’imprenditrice di Olbia, Patrizia Albanese, Salvatore Desini, e l’avvocato della Maddalena Luca Montella. (l.roj.)
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 da La Nuova Sardegna MARTEDÌ, 13 GENNAIO 2009

Arrivano i contributi regionali per il fitto casa degli studenti

  14 ol stud 130109OLBIA. Anche gli universitari galluresi possono chiedere alla Regione il contributo per il fitto casa. L’Ersu di Sassari ha indetto un bando di concorso per gli studenti che non hanno beneficato di altre borse di studio o posto alloggio, con l’obiettivo di abbattere i costi d’affitto. Con questo strumento la Regione, attraverso l’Ersu, punta a favorire il diritto allo studio agli studenti che non possono essere ospitati nelle residenze universitarie. O, come per Olbia e Alghero, non dispongono di case dello studente. Al contributo può accedere anche chi appartiene a una fascia di reddito superiore a quella richiesta per le borse di studio, ma l’Isee non deve essere superiore a 35mila euro. Possono beneficiare del contributo gli studenti fuori sede, nati o residenti in Sardegna, iscritti per l’anno accademico 2008-09 all’Università di Sassari, all’Accademia di belle arti, al Conservatorio di Musica. Il bando si può scaricare dal sito www.ersusassari.it. Le domande devono essere inviate on line entro il 30 gennaio. (al.pi.)
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 da La Nuova Sardegna DOMENICA, 11 GENNAIO 2009

Pittulongu con l’acqua alla gola

1 OL PITT 110109OLBIA. Pittulongu è il simbolo della città che affoga dopo qualche goccia d’acqua. In questi mesi i mezzi del Comune e i vigili del fuoco sono dovuti intervenire più volte per limitare i danni delle inondazioni. I quartieri nati e cresciuti senza regole attendono ancora che i piani di risanamento siano completati, ma per legge l’amministrazione può utilizzare solo i fondi che arrivano dai residenti.
 

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 da La Nuova Sardegna DOMENICA, 11 GENNAIO 2009

Solo brandelli di strada tra le buche

2 ol strad 110109OLBIA. Dal centro alle periferie c’è un filo rosso che unisce tutte le vie. Strade disasatrate, bombardate, con voragini che disintegrano ammortizzatori e coppe dell’olio. A parte la gioia di meccanici e carrozzieri per il resto dei cittadini è una continua attività di slalom tra le buche. Il Comune ha attivato da qualche mese una squadra antibuche. Nome profetico. La squadra

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 da La Nuova Sardegna DOMENICA, 11 GENNAIO 2009

Presidio militare occupato dai rumeni

3 ol pres 110109OLBIA. Dal dominio romano al dominio rumeno. L’artiglieria custodisce in alcuni capannoni reperti archeologici preziosissimi. Le navi romane che devono essere restaurate. Ma nel resto degli spazi ospita un esercito di abusivi. I rumeni hanno colonizzato l’area. Per il Comune impossibile entrare per sgomberare gli edifici. L’area non è ancora stata ceduta dalla Regione all’amministrazione.
 

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  da La Nuova Sardegna DOMENICA, 11 GENNAIO 2009

Le emergenze. Dai cantieri infiniti al centro agli interventi urgenti nelle periferie

Il lungo viaggio nella città che non funziona

Un 2009 impegnativo per la giunta Giovannelli tra quartieri dimenticati e vie disastrate

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  6 ol ciita 110109OLBIA. Come polvere nascosta sotto il tappeto dalla massaia scaltra. Le piccole emergenze della la città che non funziona crescono nel silenzio. Esposizione di inefficienza che a forza di essere vista non viene più notata. Così il non finito diventa uno stile architettonico, il blocchetto a vista, la buca perenne, delle entità con cui convivere. Lo straordinario ingrigisce nel banale. Dal centro alle periferie il campionario di quello che non funziona è interminabile. Dai cantieri infiniti alle strade disintegrate. Disponibili in tutte le forme e dimensioni. C’è una fetta di città che aspira a diventare la nuova Atlantide e annega in 10 centimetri d’acqua.
 La sfida nel 2009 per la giunta Giovannelli sarà cancellare la città parallela, quella che non funziona.
 Si parte dalle grandi inondazioni. I rovesci invernali vengono spacciati per monsoni. Da Pittulongu a Santa Mariedda. Basta un po’ di pioggia, un paio d’ore di temporale per trasformare i due quartieri in acquari. L’onda sale e le case rimangono travolte. Ma in molti casi non basta fare la danza antipioggia per risolvere le difficoltà. C’è una costante che unisce il centro alla periferia. Le buche. Gli automobilisti esultano al passaggio sul Lungomare. L’unica via rimasta senza crateri. La squadra antibuche, promessa dall’amministrazione, latita o non fa sentire l’effetto del suo lavoro. Nessuno l’ha vista in azione. Crateri a Murta Maria, in tutte le traverse di via Barcellona, nelle strade intorno a viale Aldo Moro. Si fa molto più in fretta a fare il brevissimo elenco delle vie che hanno l’asfalto intatto. Lo scintillante granito che accoglie nella spianata del lungomare distrae solo in parte da periferie che sembrano bombardate. Il tunnel luccicante, che fa tanto tecnologia, stride con la situazione da bidonville di alcune aree della città. L’artiglieria è da tempo diventata la piccola Bucarest. I rumeni l’hanno eletta a loro personale fortino. Da mesi il Comune attende che si completi l’infinito iter burocratico e l’area passi nelle sue mani. Fino a quel momento non può intervenire. In molti fanno finta di dimenticare che in due capannoni sono conservati i resti delle navi romane. Così l’area è passata dalla dominazione romana a quella rumena. Un passo fuori dalla storia e si riprecipita nella quotidianità, fatta di altri disservizi. In molte parti di Isticadeddu non c’è illuminazione pubblica, a Santa Mariedda manca l’acqua potabile e molti a casa utilizzano quella che viene data dal consorzio di bonifica per irrigare i campi. In molte frazioni non ci sono le condotte per le acque nere. Ma anche chi vive in piena zona urbana spesso galleggia tra i liquami. Via Gramsci, parte bassa di via Veronese, si trasforma spesso in una piscina fatta di acque nere. L’odore non lascia spazio a interpretazioni. Ma tutta la zona vive in una totale incertezza. I lavori per rifare la rete dei canali e l’area intorno al Fausto Noce per ora sono serviti solo per inondare tutta la parte bassa di via Veronese. Strade allagate, cantine affogate. Difficile capire quando finiranno i lavori. I cantieri infiniti sono l’altra costante della città. La crisi ha rallentato tutte le opere appaltate. Le grandi imprese che non falliscono riescono al massimo ad andare al moviolone. Arrancano. Così il Comune tratta per far riprendere i lavori allo Scolastico, mentre spera di poter tagliare una volta per tutte il nastro tricolore su piazza Mercato, la madre di tutte le incompiute.

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 da La Nuova Sardegna DOMENICA, 11 GENNAIO 2009

«Paralizzata a 17 anni serve una nuova casa»

7 ol ragaz 110109OLBIA. La vita da una sedia a rotelle cambia prospettiva, diventa molto più complicata. La storia non ha un lieto fine, solo un buio presente fatto di difficoltà. La ragazza di 17 anni travolta in motorino meno di un mese fa in via Petta è rimasta paralizzata. Lei tornava a casa, ma è stata presa da una macchina, una Smart. Ora lei guarda il mondo da una sedia a rotelle e la sua famiglia ha difficoltà a trovare una nuova casa adatta alle esigenze della giovane. Nessuna difficoltà economica, ma i genitori della giovane non riescono a trovare un appartamento che risponda alle necessità della ragazza. Al piano terra, con tre camere da letto e un bagno adatto. Una missione tanto impossibile da far scendere in campo anche il sindaco Gianni Giovannelli che lancia un appello. «La vicenda della sfortunata ragazza la ricordano tutti - dice il sindaco -. Ora chiedo alla città un gesto di attenzione importante. La famiglia cerca un appartamento senza barriere architettoniche che consenta alla ragazza una vita da persona libera. La giovane non può sentirsi murata viva, ingabbiata all’interno di quattro pareti».
 Nessun problema economico. «La famiglia ha i mezzi per pagare l’affitto - continua il sindaco -, la difficoltà è un’altra, trovare un’abitazione adatta. Per questo chiedo la collaborazione della città. Una comunità attenta che sono certo non farà cadere questo appello nel vuoto. Chiunque abbia la disponibilità di un appartamento che risponda alle esigenze della giovane sfortunata può contattarmi». (l.roj.)
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da La Nuova Sardegna DOMENICA, 11 GENNAIO 2009

Soru prenota il ritorno a Olbia

Ieri mattina la visita al cantiere del nuovo ospedale a Tannaule quindi l’incontro all’aeroporto con i dipendenti di Meridiana

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di ENRICO GAVIANO
 OLBIA. Renato Soru ieri mattina ha fatto altre due tappe a Olbia prima di andare a Palau e quindi alla Maddalena per concludere al fortino di Arbuticci la prima tranche del suo tour elettorale in Gallura. Il candidato alla presidenza della Regione per il centrosinistra ha già promesso una ritorno a Olbia oltre che una visita ad altri centri, in particolare della Gallura costiera, che non ha toccato in questo giro.
 Ieri mattina, Soru è andato a visitare il nuovo ospedale di Tannaule, soffermandosi nel cantiere in cui verrà costruito il secondo lotto del Giovanni Paolo II. Ad accompagnarlo alcuni tecnici, fra cui l’ingegner Paolo Tauro, dirigente tecnico dell’Asl gallurese.
 Dopo questa prima tappa, è stata la volta dell’aeroporto Costa Smeralda, nel quale Renato Soru aveva due appuntamenti. Prima un vertice relativo al G8, in particolare alle opere che verranno realizzate nello scalo olbiese in previsione dell’appuntamento di luglio alla Maddalena. Quindi è stata la volta dell’incontro con i lavoratori di Meridiana, e con quelli della Geasar, la società di gestione del Costa Smeralda, tenutosi nell’aula magna dell’aeroporto.
 Un appuntamento molto partecipato, presenti gli esponenti galluresi dei sindacati e tanti lavoratori. Un dibattito in cui è emersa, in particolare, la soddisfazione dei presenti per la politica seguita in questi anni nel settore del trasporto aereo dal governo regionale.
 Soru ieri, nel suo intervento, ha ripetuto intanto la sua idea di promuovere l’ingresso della Sfirs nel capitale azionario di Meridiana. Un modo concreto per sostenere la compagnia facendola diventare ancora più sarda. Questo perché la Sfirs, da società di intermediazione creditizia potrebbe trasformarsi in società che compie iniziative imprenditoriali, in settori strategici per l’economia sarda, come appunto quello dell’aviazione.
 Infine Renato Soru ha ancora una volta sottolineato come Olbia possa diventare un centro di interesse mondiale di manutenzione per i velivoli e anche di costruzione di componenti per gli aerei, mossa che consentirebbe di portare in città nuova occupazione.
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 da La Nuova Sardegna DOMENICA, 11 GENNAIO 2009

La pittrice Cleide premiata con il Michelangelo Buonarroti

ol 15 pitturaa 110109OLBIA. Nuovo riconoscimento per la pittrice Cleide (foto). Nel recente appuntamento col “Premio Salento porta d’Oriente”, kermesse internazionale dedicata all’arte, alla cultura e alla scienza, organizzata dall’associazione culturale “Italia in arte”, l’artista, ha ricevuto il premio “Michelangelo Buonarroti 2008”, conferito a personalità contemporanee del mondo dell’arte. «Un riconoscimento - spiega l’associazione - per l’impegno che ogni artista assicura con la propria attività, garantendo un importante contributo alla scrittura di una nuova pagina della storia dell’arte contemporanea». Le opere di Cleide, incentrate su temi sociali, hanno già ricevuto numerosi premi. Per lei, nominata “maestro d’arte”, una nuova soddisfazione. (t.s.)
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da La Nuova Sardegna SABATO, 10 GENNAIO 2009

La Procura sepolta dai fascicoli in servizio solo due magistrati

Gli uffici inquirenti non possono garantire neppure le emergenze

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di GIAMPIERO COCCO
 TEMPIO. Sotto il profilo organizzativo e dell’amministrazione tutto è in perfetta regola, peccato che manchi «come in una Ferrari pronta per la corsa», dicono, la parte più importante: il motore. Ovvero le risorse umane, indispensabili per il buon andamento degli uffici inquirenti. Questa la similitudine racchiusa, in sintesi, nella preoccupante relazione che il capo della Procura di Tempio si appresta a leggere in occasione della imminente apertura dell’anno giudiziario sardo.
 A nulla, finora, sono valse proteste e scioperi della camera penale, le vibranti (ma poco incisive) rimostranze scaturite dalla riunione straordinaria del consiglio comunale dedicato alla grave situazione degli uffici giudiziari. Come a nulla è servito il decreto legge approvato dal Governo che include il tribunale di Tempio, le sedi staccate di Olbia e La Maddalena e la procura della Repubblica gallurese tra le (ambite, sotto il profilo economico) sedi disagiate, dove vengono fatti ponti d’oro ai magistrati che decidono di prestarvi servizio, con una permanenza minima triennale. La Procura della Repubblica, che è carente di personale amministrativo e di ben tre magistratiti, è ormai al collasso. Nessuno degli uditori giudiziari che dovrebbero scegliere la propria destinazione entro maggio potrà ambire (è un eufemismo) ad arrivare giusto in tempo per lo svolgimento del G8. Il motivo è semplice: la nuova normativa voluta e fatta approvare dall’ex guardasigilli Clemente Mastella esclude la possibilità, per gli uditori giudiziari, di ricoprire come primo incarico quello di sostituto procuratore, una funzione, questa, destinata soltanto ai magistrati che hanno superato il periodo di “apprendimento”.
 E così la Procura gallurese, retta da oltre un anno dal procuratore Mario D’Onofrio, arranca come può nei marosi che si sollevano da un mare di carte. Il carico di lavoro per i soli due magistrati in servizio (eccezion fatta per l’aiuto part time di un magistrato della procura militare, applicato una tantum) è tale da paralizzare non soltanto l’ordinario, ma anche le emergenze. Tra turni di servizio, udienze di tribunale, gup e gip e indagini da disporre e valutare su circa dodicimila fascicoli che pendono negli uffici inquirenti è ormai emergenza quotidiana, senza riposi. Da qui le missive che vengono inviate alla Procura generale, alla corte d’Appello e al ministero nel tentativo di ottenere qualche magistrato (anche in applicazione) in più. Su tutto questo incombe, e si avvicina sempre più, lo spettro del G8. Il ministero della Giustizia e il Governo chiedono una presenza “forte” della magistratura gallurese, per quei giorni di luglio, nell’ipotesi di danneggiamenti e altre manifestazioni violente, i cui protagonisti andrebbero sottoposti a giudizio direttissimo. «L’emergenza è quotidiana - dicono alla Procura - ma nessuno se ne fa carico. Non bastano le dichiarazioni di circostanza, le giuste proteste dei penalisti e le nostre richieste: è necessario che il problema venga affrontato e risolto, al più presto»
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da La Nuova Sardegna SABATO, 10 GENNAIO 2009

«Privati e Regione, la Gallura è ora fortissima»

Il tour di Soru, tra i 600 milioni di euro stanziati in 5 anni e le foto con i militanti

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  13 ol pol 100109                                                     di GUIDO PIGA
 OLBIA. «Piacere, Renato Soru». Si presenta così, sempre, che stringa la mano a un amministratore pubblico o a due ragazzine di Aggius che gli chiedono, “presidente, possiamo farci una foto con lei?”. Sembra incredulo anche lui, di questa popolarità che gode in Gallura sull’onda delle apparizioni in tv, dei giornali nazionali che lo intervistano tutti i giorni, o semplicemente per via delle cose fatte.
 Soru batte su quest’ultimo tasto, sulle risposte che «la nostra amministrazione regionale ha dato a tutta la Sardegna, e in modo particolare alla Gallura, così come mai era avvenuto prima, così come era giusto fare. Perché - ragiona l’ex presidente davanti ai giornalisti nella sede del Pd a Olbia - la Gallura è cresciuta grazie agli investimenti fatti dai privati, ed è stato un bene, e adesso può farlo anche grazie a quelli pubblici». Fa distribuire una cartella, per accompagnare le parole con gli atti. Sono elencati gli interventi fatti dalla Regione nel nord-est sardo negli ultimi 5 anni, 600 milioni di euro di investimenti per realizzare opere nuove, portare a termine quelle avviate, potenziarne altre.
 Soru ha deciso di far partire il suo tour elettorale dalla Gallura, e non a caso. E’ arrivato a Olbia mercoledì sera, andrà via domani mattina. Doveva essere l’unica tappa, ha cambiato idea: tornerà ancora, andrà nei piccoli paesi dopo aver già visitato Bortigiadas, Aggius. E Luogosanto, dove il sindaco Mario Scampuddu, socialista, persona degnissima, si commuove quando ringrazia Soru «per la sua cortesia e la sua schiettezza». Ci sarà un’assemblea di piazza a Olbia, per chiudere la campagna elettorale. A volte Soru si stupisce, della Gallura così ricca di contraddizioni, così diversa dalla caricatura che le è stata imposta, così poco ostile nei suoi confronti. «A Olbia avevo vinto io» ricorda. In mezzo ci sono state le politiche, la vittoria di Berlusconi, i 16 punti di vantaggio sul Pd, un’enormità, seconda percentuale più alta d’Italia per la destra.
 Quella di Soru è una scelta precisa, vuole invertire la tendenza nella provincia più difficile, decisiva se non per numero di voti, certo per la rilevanza che assume nella discussione. In Gallura, la prima nel Meridione per perfomance economica (dati dell’Istat diffusi ieri), nasce e si alimenta tutto il dibattito, che si parli di turismo o di trasporti, di industria o di urbanistica, ed è qui che Soru vuole partire in vantaggio, per fare in modo che, una volta tanto, sia il Pd a dettare l’agenda, e non Berlusconi.
 Soru dice: i galluresi sono chiamati a giudicarci per quello che abbiamo fatto, io chiedo loro solo di considerare serenamente i nostri provvedimenti. Oggi andrà nei posti-simbolo della sua azione a Olbia, nell’ospedale San Raffaele fatto costruire dopo venti anni di veti cagliaritani, nel nuovo ospedale pubblico, nell’aeroporto in cui sarà allungata la pista (vedrà anche i dipendenti di Meridiana, alle 10.30), forse nel centro di Olbia per parlare dell’arretramento della stazione ferroviaria.
 E poi di pomeriggio alla Maddalena, l’isola senza più militari americani (per loro scelta) cui la Regione (con soldi propri) sta dando strutture turistiche di livello, dopo il G8 voluto dal governo Prodi, un nome che Soru pronuncia spesso e con orgoglio, nell’Italia che lo vorrebbe cancellare.
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 da La Nuova Sardegna SABATO, 10 GENNAIO 2009

Berlusconi a Cagliari lancia Cappellacci

Tra i possibili candidati del Pdl l’ex questore Antonio Pitea e l’industriale Gianni Biggio. Quasi certo il sassarese Gavino Sini

di Alfredo Franchini

  9 CA pol berl 100109CAGLIARI. È la prima sfida diretta della campagna elettorale più anomala della storia autonomistica: Berlusconi a Cagliari per la prima uscita ufficiale di Cappellacci, Soru a Caprera. E se finora i due candidati governatori non hanno mai nominato l’avversario, c’è da giurare che Berlusconi parlerà a lungo di Soru. Per il Centrodestra sarà una giornata determinante nella quadratura del cerchio sulle candidature.
 L’aereo del presidente del Consiglio, Berlusconi, atterrerà a Cagliari alle 11.30: mezz’ora dopo il premier sarà ricevuto dall’arcivescovo, Giuseppe Mani. Successivamente il premier si trasferirà nell’albergo cittadino che fu scelto l’anno scorso, alla vigilia delle politiche, come quartier generale del Pdl e lì Berlusconi riceverà esponenti di Forza Italia e dei partiti alleati e forse anche qualche delegazione di lavoratori. Non è previsto alcun pranzo, solo una serie di incontri prima del presumibile bagno di folla alla Fiera. Il Centrodestra ha preso in affitto il padiglione della Nautica della Fiera Internazionale. Una scelta non casuale perché sempre alla Fiera, il giorno dell’Epifania, Soru aveva aperto la campagna elettorale ma in una sala... molto più piccola. La sfida, dunque, si trasferisce sul piano dei numeri dei partecipanti. E la convention di Cagliari è solo il primo appuntamento: Berlusconi ha assicurato il ritorno per le «presentazioni» di Ugo Cappellacci nelle altre province.
 Il listino. Giornata importante per il Centrodestra alle prese con la formazione del listino regionale. L’intesa raggiunta tra Cappellacci e An ha determinato questa ripartizione per il listino che sarà trascinato dall’elezione del governatore: 3 seggi per Forza Italia, (4 con il presidente), 2 ad Alleanza nazionale, 1 per Psd’Az, Udc e Riformatori. Cappellacci punta sulle candidature di esponenti della società civile: molto probabile Gianni Biggio, ex presidente di Confindustria, e prende sempre più consistenza l’ipotesi di una discesa in campo di Antonio Pitea, ex questore di Cagliari ed ex prefetto di Nuoro, il quale non ha sciolto la riserva. Sembra sicuro Gavino Sini, presidente della Camera di commercio di Sassari. Esclusa la possibilità che nel listino sia candidato il segretario generale della Cisl, Mario Medde. Tra i politici in campo nel listino legato a Ugo Cappellacci, Giacomo Sanna, ex segretario sardista che avrebbe già ottenuto il via libera da Berlusconi: il premier, infatti, considera davvero strategico portare il simbolo dei Quattro mori all’interno del Centrodestra dopo circa mezzo secolo in cui il Psd’Az si è riconosciuto sempre con il Centrosinistra. (Stasera a Birori il Consiglio Nazionale del Psd’az dirà l’ultima parola sull’alleanza con il Pdl che spaccherà il partito provocando la nascita della lista dei Rossomori in appoggio a Renato Soru). Tra i possibili candidati anche Teodoro Rodin, presidente dell’associazione nazionale mutilati e invalidi civili.
 Le sigle. C’è una novità nelle sigle che sosterranno Ugo Cappellacci: i socialisti di Raffaele Farigu, il movimento che si ricollega a Raffaele Lombardo, (Mpa) e che schiera Franco Cuccureddu, e l’Uds di Mario Floris, dovrebbero costituire una lista unica. Così che a sostegno del candidato del Centrodestra dovrebbero schierarsi Pdl, Udc, Riformatori, Psd’Az e la lista «Insieme per le autonomie».
 Milia e Oppi. Giorgio Oppi non ha nascosto l’intenzione di lasciare Montecitorio per ricandidarsi in Consiglio regionale. Il primo dei non eletti alla Camera è Sergio Milia che quindi avrebbe diritto di subentrare a Oppi. Ma ieri il segretario provinciale dell’Udc di Sassari ha fatto una precisazione: «Ho dato la mia disponibilità alla candidatura nella circoscrizione provinciale di Sassari per le prossime regionali», afferma Sergio Milia, «pertanto la mia dedizione è interamente rivolta a conseguire non solo un soddisfacente esito personale ma soprattutto un pregevole risultato di lista dato che su di me grava l’onore e l’onere della composizione della lista provinciale di Sassari».
 Nuvoli. In Consiglio potrebbe rientrare Giampaolo Nuvoli: «Ho dato la mia disponibilità a candidarmi, spinto da tanti amici del sassarese e dai vertici nazionali di Forza Italia». E per prevenire eventuali polemiche, Nuvoli precisa: «Per evitare problemi di ineleggibilità sono in aspettativa da direttore generale del ministero della giustizia dal 30 dicembre scorso». E infine: «Sono consapevole - afferma Nuvoli - che sulla mia candidatura ci sono agguerrite resistenze interessate. Sono sereno e, in tutti i casi, sosterrò Cappellacci».
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 da La Nuova Sardegna MERCOLEDÌ, 07 GENNAIO 2009

Giovannelli: «Pronto a salvare il vivaio»

Il sindaco chiede un incontro urgente con l’Ente foreste e la Provincia

di Luca Rojch

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OLBIA. Non sarà il re della foresta, ma il sindaco Gianni Giovannelli nella vicenda del vivaio del Fausto Noce vuole fare la parte del leone. Stanco di attendere segnali ufficiali dall’ente foreste, parte all’attacco. Vuole risolvere la situazione un po’ rinsecchita dei 20 dipendenti e del piccolo laboratorio botanico nel cuore della città.
 Giovannelli ha aspettato che i vertici dell’ente foreste incontrassero l’amministrazione per presentare un progetto. Ora il primo cittadino diventa protagonista. «Questa mattina è partita una lettera diretta al direttore dell’ente foreste e alla Provincia - dice il sindaco -. Sono convinto che la questione del vivaio accanto al parco Fausto Noce si possa risolvere in tempi brevissimi. Da parte dell’amministrazione c’è la volontà sia di salvare i posti di lavoro, sia di salvare un patrimonio importante per la città». Nel nuovo progetto del parco anche l’area che ora è occupata dal vivaio forestale dovrà essere inglobata all’interno del polmone verde. L’ente foreste sembra pronto a smantellare il vivaio e a trasferire i dipendenti. A meno che l’amministrazione non decida di mantenere un’area dedicata al vivaio all’interno del nuovo Fausto Noce.
 Ma la trattativa corre sottotraccia. L’amministrazione non è mai stata invitata a un tavolo formale per discutere una proposta. «Sono prontissimo a parlare di tutto - spiega Giovannelli -, basta che mi si inviti alle riunioni. Ho atteso per mesi segnali di vita dell’ente foreste. Mi sono stancato di aspettare e ho deciso di inviare una lettera in cui chiedo all’ente e anche all’assessore provinciale all’Ambiente, Pierfranco Zanchetta, di incontrarci per discutere. Sono convinto che si possano trovare diverse soluzioni. Per prima cosa il vivaio può essere salvato, almeno nella sua parte didattica. Si può creare un centro di studio delle specie arboree e di educazione per le scuole. Sono convinto che il vivaio non debba essere smantellato. Il presidio deve rimanere come patrimonio della città. Ma si possono studiare soluzioni complementari da affiancare al vivaio, si potrebbe anche affidare la gestione del parco provinciale di Padrongianus all’ente foreste. Credo che avrebbero una competenza superiore a tutti. Ma si potrebbe lanciare anche un’altra proposta. L’ente foreste potrebbe creare, realizzare e gestire il verde in città».
 Più timida la risposta del sindaco sull’ipotesi di affidare all’ente foreste la gestione di tutto il verde del Fausto Noce. «Servirebbe una gara d’appalto. Non si possono affidare servizi simili in modo diretto - spiega -. Questo non è un no. Ma dobbiamo sederci intorno a un tavolo e discutere tutti insieme».
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da La Nuova Sardegna MERCOLEDÌ, 07 GENNAIO 2009

L’incendiario incastrato da una telecamera

Arrestato un operaio di Burgos sorpreso a far rifornimento. Mistero sul complice

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  9 ol inc 070109                                   di GUIDO PIGA
 OLBIA. La benzina l’ha tradito. Due volte. Il tappo della tanica usata per appiccare un incendio in casa di un benzinaio, in via Marsala, zona Poltu Quadu, è saltato, e dunque l’effetto devastante non c’è stato (anche per via del pronto intervento dei vicini di casa). Ma l’attentatore ha fatto di peggio, almeno nella sua ottica: è andato a riempire la tanica in un distributore di via Roma, a pochi metri dall’obbiettivo dell’attentato, e lì le telecamere l’hanno immortalato (insieme a un’altra persona, finora sconosciuta). Un filmato nitido, a colori, che ha portato i carabinieri a incastrare Mario Giuseppe Canu, 40 anni, operaio di Burgos: è lui l’indiziato principale per il raid compiuto domenica scorsa, intorno alle 20, contro l’abitazione di Massimo Pirone. Canu è in stato di fermo, oggi il tribunale di Nuoro deciderà sulla convalida del provvedimento.
 Il fermo è avvenuto ieri all’alba e i carabinieri hanno chiarito tutti i passaggi dell’operazione poche ore dopo. «Abbiamo raccolti numerosi elementi di colpevolezza a carico di Canu» ha detto il tenente colonnello Spirito. Nulla, invece, sul movente che ha mosso l’operaio, al momento senza un’occupazione, a portare a segno un attentato ai danni di Pirone, gestore del distributore dell’Agip sulla Olbia-Sassari, poco dopo l’uscita dal centro abitato. Una vendetta personale? L’ombra del racket? Le vittime conoscevano l’attentatore? Nulla di nulla: Canu non ha voluto dire una parola ai carabinieri e così i carabinieri ai giornalisti.
 Resta solo la cronaca, senza spiegazioni né, ovviamente, commenti. I militari, spiega Spirito, dopo l’attentato hanno visionato le telecamere a circuito chiuso nel raggio di cinque chilometri da Poltu Quadu. Banche, negozi, case private, rifornitori. Ed è proprio visionando il filmato del distributore Q8 di via Roma che i militari sono arrivati a Canu. L’operaio, a bordo di un pickup di proprietà del fratello, estraneo ai fatti, ha prima rifornito il suo mezzo e poi una tanica di benzina da 20 litri. Il viso di Canu era visibilissimo, ma soprattutto era leggibile la targa del pickup. Un rapido controllo e i carabinieri sono arrivati a Burgos, dove vive il fratello dell’operaio, e da lì al ricercato. Che, secondo la ricostruzione dei militari, oltre ad aver commesso un primo errore (farsi riprendere), ne ha fatto un altro: nella sua abitazione nel paese del Sassarese e in quella usata a Loiri come punto d’appoggio, ha lasciato alcune tracce importanti per le indagini: come uno spago usato per legare la pompa alla tanica di benzina, prima di accendere il fuoco.
 Un’esplosione è stata meno efficace perché è saltato il tappo della tanica e la benzina è evaporata, e meno dannosa perché i vicini di Pirone hanno spento le fiamme.
 Resta avvolto nel mistero l’altro occupante del pickup. La telecamera non l’ha inquadrato, il suo identikit è affidato al lavoro dei carabinieri.

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 da La Nuova Sardegna MERCOLEDÌ, 07 GENNAIO 2009

Villa Tamponi all’asta accordo tra gli eredi

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OLBIA. Villa Tamponi è salva. Un pezzo della storia nobile della città non finirà all’asta come una dozzinale villetta esplosa con la bolla immobiliare. La lunga querelle tra gli eredi è arrivata al capolinea. I creditori, che avevano chiesto la vendita della casa più pregiata di Olbia, sono stati liquidati.<