La
scuola che sogna il nostro Preside.
Alcuni giorni fa,
due alunni di ogni terza sono andati ad intervistare il nuovo
dirigente scolastico. Tra questi c’ero anche io; era un
privilegio per me conoscere in anteprima le idee, le opinioni, i
pensieri del nuovo preside ed ho saputo cose davvero molto
interessanti, tra cui i nuovi progetti e le ristrutturazioni che
vuole attuare. Non è un preside come tanti che vedono la loro
scuola come la migliore in assoluto. Lui ha in mente un modello
di scuola dell’eccellenza da imitare. La scuola dei suoi
sogni, ma anche dei nostri, dopotutto!
Sostiene che gli
piacerebbe dirigere una scuola tipo quelle americane, quei
college con giardini in cui fare ricreazione, le scalinate
ampie, le uscite d’emergenza attrezzate, i campi da tennis,
calcio, pallavolo, le piscine ed altro ancora.
Una scuola a più
piani, insomma molto ampia, un istituto con molteplici aule
attrezzate per laboratori, corsi di recupero, attività
ricreative, un’aula teatrale, con un palcoscenico, un sipario,
sedie per chi vuole assistere alle prove o ad uno spettacolo;
un’aula musicale, con strumenti di musica moderni e
funzionali; un’aula multimediale riservata ai corsi
d’informatica e alla redazione del giornale della scuola, con
computer, stampanti e accesso ad Internet aggiornati e pratici;
una grande palestra coperta dove praticare le attività motorie,
quando fuori fa troppo freddo o c’è maltempo e non si possono
praticare attività all’aperto.
Questo sogno si
potrebbe realizzare se ci fossero abbastanza fondi, ma
soprattutto c’è il problema degli spazi che sono del tutto
insufficienti. Tutto si potrebbe sviluppare in altezza anche se
è improbabile rendere possibile questo progetto per la mancanza
di strutture.
Non ho mai avuto
un colloquio con altri presidi o, comunque, l’occasione di
conoscerli da vicino, ma sono certa che non sarebbero stati come
lui. La figura del
preside di solito può apparire come quella di un uomo severo,
stressato, antiquato e talvolta un po’ antipatico. Invece il
nuovo dirigente sembra del tutto diverso, più gentile e calmo
ma allo stesso tempo fermo e determinato a realizzare tutto ciò
che ci ha preannunciato.
La cosa che mi ha
colpito di più del nuovo dirigente scolastico è stata la sua
pazienza, la sua calma e la sua sicurezza che ci ha fatto
sentire a nostro agio, importanti e privilegiati nell’
ascoltare le sue parole e sono convinta che quest’ultimo anno
per noi e gli altri anni a venire per le classi seconde e
prime saranno ottimi sotto la guida del nuovo preside.
Chiara Pizi III A
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Intervista
al nuovo preside dell’I.C. Maiuri di Napoli
Tante
idee innovative, ma soprattutto un progetto per la sicurezza dei
ragazzi nel loro quartiere
Martedì
8/11/2005, insieme ad altri alunni di tutte le terze, abbiamo
intervistato il nuovo preside.
Avevamo un lungo elenco di
domande da fargli ma in particolare le risposte a due di esse
hanno soddisfatto le nostre aspettative.
Gli abbiamo chiesto le sue
impressioni di primo impatto sull’istituto.
Lui
ha risposto che aveva sempre desiderato lavorare alla Maiuri
perché la considera una delle scuole migliori del Vomero. In
precedenza ha lavorato in diverse scuole e si è identificato in
molti alunni che ricevevano suoi richiami o sue punizioni. Il
preside non è sempre stato un preside! Era un ragazzo come noi,
con ogni scusa per defilarsi dallo studio e considerava il
suo preside un vecchio scorbutico. Chi l’avrebbe mai detto che
un giorno sarebbe diventato proprio il nostro preside? Lui è il
primo a chiederselo: non avrebbe mai immaginato di diventare in
futuro il dirigente di una scuola.
Gli
abbiamo poi chiesto se aveva in mente di far partecipare la
scuola a differenti attività culturali. Lui ha risposto di sì,
ha detto che ha già in programma per noi un progetto chiamato
“Progetto Pollicino”. Quanti di noi, attraversando strade
buie o deserte, provano un certo senso di timore, soprattutto se
ci si imbatte in tipi non molto raccomandabili? Lui, con il suo
progetto, vuole far fronte proprio ad emergenze di questo tipo.
Il progetto consiste nel farci sentire sicuri, protetti nel
nostro quartiere. La scuola e diversi negozi del quartiere si
accordano perché noi ragazzi, appena percepiamo una situazione
poco raccomandabile, possiamo entrare in un punto vendita e
usufruire del telefono senza alcun problema, in tutta sicurezza
e con negozianti attorno a noi disponibili a rassicurarci e ad
avvisare i nostri genitori, magari per farci prelevare da essi
esattamente nel locale in cui ci siamo rifugiati.
Il
preside avrebbe in mente grandi progetti per la nostra scuola,
ma il problema è la mancanza di spazi e di strutture: di certo
non si può costruire il college americano dei suoi sogni qui al
Vomero!
Un’ultima
cosa molto interessante:
ha
intenzione di pubblicare le circolari e gli avvisi per i
genitori direttamente sul sito della scuola ed ha rinnovato
quello esistente istituendone un altro nuovo.
Siamo
rimasti molto soddisfatti dell’intervista che ci ha concesso e
ci ha fatto davvero piacere conoscere le sue opinioni e le sue
idee.
Cristiano Ferraro
III A
Chiara Pizi III A
Lorenza Zagli III D |