LA CASA GRECA

 pagina a cura del prof. Antonio Caporale

LA CASA GRECA

•Le case greche erano costruite con mattoni di argilla e si snodavano lungo vicoli tortuosi e fangosi. Così erano le case dei ricchi. I Greci non si curavano di avere una bella casa, ove del resto vivevano quasi esclusivamente di notte. Ci tenevano invece ad avere una bella città, ornata di templi e di edifici pubblici sontuosi: qui essi vivevano, lavorando nelle botteghe, discutendo e contrattando, partecipando alla vita politica. La casa greca tradizionale aveva una struttura modesta. Nella parte centrale c’era un cortile aperto in alto, dal quale prendevano luce le varie stanze; al secondo piano dello stabile si trovava un appartamento riservato alle donne, al quale si poteva accedere mediante una scala di legno. In epoca più tarda, si cominciarono ad apprezzare le comodità della casa, per cui essa venne ampliata. Un secondo cortile venne infatti aperto nella parte retrostante l’edificio. I cortili erano ornati da un elegante porticato a colonne detto “peristilio”. Le finestre si aprivano sulla strada. Per questo le stanze erano spesso buie. Venivano illuminate con lampade ad olio o con candele di cera e riscaldate con bracieri. Non è rimasto nulla ma dai disegni pervenutici sappiamo che dovevano essere pochi. Probabilmente non c’erano armadi e scaffali e gli oggetti, come le coppe e gli strumenti musicali, dovevano essere appesi a chiodi  infissi nelle pareti. Le coperte venivano conservate nelle cassapanche e i divani si trasformavano ogni sera. Gli schiavi dormivano di regola in terra e in cucina.

 

 

LA DONNA

Le donne in Grecia si occupavano solo della casa, vivevano nel gineceo: la stanza a loro riservata, non partecipavano alle feste, nè ad altre manifestazioni sociali. Solo alcune donne, le etere, erano presenti in banchetti insieme agli uomini, suonavano e cantavano per loro, ma erano considerate donne poco perbene, pagate per il divertimento e il piacere degli uomini. In realtà molte donne considerate etere erano persone di grande cultura e sensibilità: tra tutte ricordiamo la più nota e influente: Aspasia la compagna di Pericle.

 

 

IL TRUCCO

Le donne si truccavano gli occhi con la fuliggine e le guance con succo di more e indossavano collane di oro decorato.

 

 

GLI ABITI DELL’ANTICA GRECIA

I greci si vestivano molto velocemente, non avevano biancheria intima, ma un pezzo di stoffa che, legato ai fianchi, andava a formare una tunica che arrivava alle caviglie. Gli anziani e le donne portavano la tunica lunga, i giovani e gli schiavi la portavano corta. Il vestito femminile più diffuso era il peplo. Uomini e donne portavano un copricapo lungo; le donne, a partire dal del V secolo avanti Cristo, ne usavano uno corto.

 

 

I  GIOCHI

L’origine dei giochi olimpici è quasi un mito. Infatti la leggenda dice che Zeus e Urano si sfidarono per il possesso dell’universo. Ma in seguito anche tutti gli dei presero parte alla lotta che finì con la vittoria di Apollo. In seguito Eracle sfidò i suoi cinque fratelli e dopo la vittoria fissò le regole delle olimpiadi. Le olimpiadi prendono il nome da Olimpia, la città dove si svolgevano le gare. Ogni cinque anni si tenevano i giochi olimpici, che comprendevano varie prove: dal lancio del giavellotto alla corsa, dalla lotta libera al salto in lungo. Alla fine di tutte queste prove c’era il PENTATHLON, che comprendeva cinque prove distinte tra loro. I  Greci sospendevano finanche le guerre per partecipare alle olimpiadi.

 

 

COME MANGIAVANO I GRECI

L’alimentazione può sembrare un capitolo minore della storia delle civiltà, ma in realtà non lo è, perché il modo di alimentarsi è strettamente legato alle persone, all’ambiente naturale in cui vivono, alle attività che svolgono, al grado di benessere che hanno raggiunto.
Numerosi documenti ci permettono di ricostruire il panorama dell’alimentazione del mondo greco che, con tutte le sue colonie d’Italia e d’Asia, abbracciava geograficamente parte del mondo antico; perciò la sua gastronomia offriva una vasta scelta di specialità e un intero “ventaglio” di abitudini alimentari. I pasti venivano consumati stando sdraiati sul fianco sinistro e i cibi erano presentati su piccoli tavoli posti dinanzi ai letti. Non si usavano le stoviglie ma il modo di mangiare variava da città a città.

 

 

COME MANGIAVANO A SPARTA

In principio, gli spartani godevano di grandi comodità. Ma poi entrò in scena il grande Licurgo, il legislatore. Egli era convinto che per costruire una società migliore ci voleva una rigidissima austerità e quindi abolì ogni forma di piacere, anche alimentare. Eliminò anche la moneta e fece mangiare la popolazione in alcune mense comunali. Arrivò addirittura a contare tramite dei compagni i bocconi che mangiavano le persone e, se si veniva a sapere che avevano mangiato prima, venivano puniti severamente. La specialità delle mense spartane era il brodo nero, che era disgustoso ma energetico, quindi importante per i guerrieri perché così potevano resistere a lungo senza mangiare durante le azioni di guerra.

 

 

COME MANGIAVANO AD ATENE

  La tavola ad Atene era ricoperta da una tovaglia bianca e i padroni e gli ospiti mangiavano i pasti stando sdraiati su comodi letti: i triclivi. Ad un angolo del letto c’era il “cratere” dove gli schiavi attingevano il vino che era molto aspro.                      All'inizio, per stuzzicare l’appetito, venivano serviti piattini contenenti spicchi d’aglio, ricci di mare, focaccette dolci, pezzetti di pesce crudo; il primo piatto consisteva, spesso, in foglie di vite ripiene; il secondo era a base di pesce oppure di interiora di maiale, di arrosto di manzo o di grandi bolliti misti.   Anticamente il pranzo si chiudeva con un piatto di foglie di alloro che gli ospiti masticavano con gusto. 

 

 

QUESTO IPERTESTO E’ STATO IDEATO E PROGETTATO DA:

FEDERICA FESTA II A                            ETA' 12 ANNI
SIMONA CACCAVALLO II A                  ETA' 12 ANNI

Sotto la guida della professoressa  Magliano

 

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