Molta gente ascolta e rimane toccata dalla viva testimonianza del Poverello di Assisi.
Molti vogliono seguirlo, cioè desiderano comportarsi come lui nella generosa fedeltà al vangelo,
a Cristo e alla sua parola di vita.
Francesco accoglie tutti come dono di Dio: alcuni diventano Frati minori; alcune ragazze diventano
Povere dame o Clarisse; molti uomini e donne si ispirano a Francesco senza entrare in convento,
ma rimanendo nel mondo e continuando le proprie attività.
Questi ultimi costituiscono il «Terzo Ordine di San Francesco», detto anche
“Ordine Francescano della penitenza”.
In parallelo, si sviluppa anche un fenomeno particolare, che non ci deve sfuggire.
Dai tempi di San Francesco in poi, alcuni Terziari – uomini e donne – manifestano il desiderio di un
impegno maggiore verso la perfezione cristiana e cominciano a vivere in comunità, professando
gradualmente i consigli evangelici.
Alcuni prediligono la vita contemplativa e scelgono la solitudine negli eremitaggi o nella reclusione volontaria,
lontana da distrazioni terrene e tutta incentrata nei misteri di Dio.
Molti attendono alle opere di misericordia in ospedali per malati e anziani, oppure in ospizi per pellegrini
e per itineranti, o infine gestiscono centri di accoglienza per ragazze trovatelle e per l’educazione della gioventù.
Presto cominceranno altri servizi pastorali: l’apostolato parrocchiale, la predicazione, l’insegnamento,
le pubblicazioni scientifiche e religiose.
Più tardi prenderà vita l’impegno missionario, sviluppato
con lodevole successo nel passato e in tempi recenti.
Le fraternità di Terziari “regolari”, sorte in modo spontaneo, aumentano in numero e diffusione
soprattutto nel corso del Trecento e presto cominciano a federarsi, sia per maggiore efficienza sia
per meglio difendersi contro le numerose difficoltà.