1917: le fate appaiono a Cottingley, in Inghilterra e vengono fotografate.

La stampa laica e positivista - a partire dal noto "Strand Magazine" - le prende assolutamente sul serio.
Un movimento culturale legato a molte cause "progressiste", la Società Teosofica, prende le fate e le fotografie sotto la sua protezione.

Il principale difensore della veridicità delle foto delle fate di Cottingley è addirittura il portavoce letterario del positivismo, Sir Arthur Conan Doyle, il creatore con il personaggio di Sherlock Holmes del prototipo dell'uomo che, grazie alla scienza, risolve i problemi, svela i misteri, secondo la logica implacabile del metodo deduttivo.
Nei panni dell'investigatore non chiede al lettore di credere passivamente alle sue parole; al contrario, invoca il metodo positivo e la scienza per convincere il pubblico che ci si trova di fronte a "nuove forme di vita" che trovano perfettamente posto nello schema generale dell'evoluzionismo darwiniano.
Nasce così The Coming of the Fairies ("Il ritorno delle fate"), pubblicato a Londra nel 1922 ed edito in Italia da SugarCo Edizioni. Veniamo ora ad un breve riassunto dei fatti narrati nel testo in questione.

Nel 1917 nella contea di Cottingley, un piccolo villaggio dell'Inghilterra, due cugine, Elsie e Frances asseriscono di vedere ogni giorno, durante i loro giochi nei boschi, fate e gnomi, che partecipano ai loro passatempi. Incontrando lo scetticismo del padre, che non crede ai racconti delle due ragazzine, Elsie, lo supplica di prestarle la sua macchina fotografica, una Midg, per immortalare le fantastiche creature e dimostrare al genitore che quanto asserisce è vero.
Così, nel luglio 1917, Elsie scatta la prima fotografia alla cuginetta Frances, in cui si vede chiaramente un gruppo di fate che danzano dinnanzi alla bimba, ognuna contraddistinta da un suo particolare colore, rosa, verde, lavanda e malva.
Le bambine corrono immediatamente a casa, pregando il padre di sviluppare subito la lastra.

La reazione dell'adulto è di immenso stupore, si ritrova tra le mani la prova inconfutabile non solo della veridicità dei racconti delle fanciulle, ma anche dell'esistenza di quelle fantastiche creature che credeva ormai relegate ai racconti della sua infanzia.
Viene scattata anche una seconda fotografia, nel settembre 1917, che ritrae Elsie mentre gioca con uno gnomo, invitandolo a salire sul suo ginocchio. Nel maggio 1920 Sir Arthur Conan Doyle viene a conoscenza delle due lastre e, insieme al signor Edward Gardner, noto esponente della Società Teosofica, inizia una serie di indagini per appurare la veridicità delle fotografie.
Tutti gli esami condotti dagli esperti portano alla conclusione che le lastre non sono frutto di alcun fotomontaggio o trucco.
Viene quindi pubblicato il primo articolo sulla rivista "Strand" nel Natale 1920, e tutto il pubblico viene a conoscenza dell'incredibile scoperta, aprendo un dibattito sull'esistenza e spiegazione scientifica di queste fantastiche creature.
Non ritengo importante né interessante dilungarmi su queste argomentazioni di carattere scientifico.

Ciò che invece mi ha più impressionata nella lettura del libro, è lo spirito di fondo, l'entusiasmo con cui il noto intellettuale, maggiore sostenitore del positivismo, si batte per dimostrare l'esistenza di creature che animavano le favole che la madre gli raccontava da piccolo.
In fondo solo i più puri di cuore, i bambini appunto, riescono a vedere quanto è invisibile agli occhi disillusi degli adulti!




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