Le fasi lunari e la determinazione del sesso del nascituro

Alcuni scienziati del CICAP stanno cercando di stabilire se le occultazioni lunari che si verificano in concomitanza di un coito sono favorevoli all’insorgere della Sindrome da ImmunoDeficienza Acquisita, patologia universalmente più nota con il nome di AIDS. La professoressa Margherita H in una intervista rilasciata al Corriere della Serra, della quale siamo stati autorizzati a pubblicare alcuni stralci, si dichiara scettica a tale proposito. “Le astronome che io ho seguito nella carriera di ricercatrici negli osservatori astronomici - ha dichiarato la professoressa H - praticavano con notevole regolarità e davano preferenza assoluta al coito orale rifiutando decisamente l’introduzione del pene nella vagina. Con queste condizioni mancano i dati statistici di lavoro per ipotizzare che le occultazioni o le fasi lunari che si verificano al momento della fecondazione determinino il sesso del nascituro.”


Il coito orale accademico

La professoressa, ex direttrice dell’Osservatorio astronomico di T e astrologa a tempo perso, narra che i ricercatori scettici del CICAP non hanno mai messo in dubbio la presenza di abbondanti incrostazioni di sperma disseccato in prossimità della base di sostegno di alcuni telescopi italiani. Tra un congresso scientifico e una osservazione di occultazione lunare all’infrarosso, Margherita H ha fatto delle ricerche specifiche: “Le osservazioni di occultazioni lunari ed anche le occultazioni asteroidali inducono un fastidioso stato di sonnolenza erotica ed eretica fra gli astronomi professionisti siano oppure no iscritti al CICAP. Quando un astronomo maschio è incline a perdere di vista la Luna o le stelle inquadrate nel telescopio, la ricerca scientifica astronomica langue e i politici sono di conseguenza più propensi a imporre tagli economici alla ricerca scientifica. Per limitare i tagli economici imposti dalla legge finanziaria italiana, gli scienziati del CICAP hanno proposto vari esperimenti con astronomi di sesso femminile e maschile ottenendo una entusiastica partecipazione. Un esempio: le astronome, debitamente addestrate e dopo il superamento di esami orali teorici e pratici, si sistemano vicine ai colleghi maschi ed estraggono il pene dai pantaloni. Dopo averlo scrupolosamente indurito strusciandoselo sul camice, occultano totalmente il glande e una buona parte dell’asta telescopica nella bocca. L’azione delle nostre ricercatrici si chiama esecuzione canonica del coito orale accademico oppure in termini più informali: pompino accademico. Al di là delle Alpi si chiama bacio francese accademico, mutazione semantica dal embrassement avec la langue. Il coito orale accademico è disciplinato da alcune regole proposte dal CICAP le quali evitano a noi atei (di) pòrci il problema di indagare se il sesso di un nascituro è legato alle fasi della Luna ed alle sue occultazioni.”


Le ripercussioni sul curriculum

“In un certo senso“, prosegue l’astronoma Margherita H, “l’eiaculazione maschile servirebbe a stabilire per ogni singolo astronomo quanto era scientificamente interessante l’occultazione di Venere o di un qualunque altro corpo celeste da parte della Luna. Se per un dato astronomo l’occultazione era molto avvincente allora la quantità di sperma eiaculabile potrebbe essere modesta e quindi facilmente deglutibile senza fastidiosi rigurgiti né le tipiche sbavature filamentose di alcune nebulose. Se invece una occultazione era soggettivamente banale è molto probabile che l’eiaculazione bagnerà in abbondanza il candido camice della collega astronoma. Ciò avviene perché era lei e non l’osservazione al telescopio a essere al centro dell‘attenzione”. Chiediamo alla professoressa Margherita H se tale stato di fatto non produca una pericolosa discriminante all’interno del curriculum di ogni professionista. “Anzitutto non vi è l’obbligo per nessun ricercatore di acconsentire al coito orale accademico. Il sottoporsi a tale coito orale accademico è solo una moderna e veloce facilitazione impostata su basi scientifiche per comprendere le personali attitudini nella ricerca scientifica del singolo studioso all‘interno di un team. Aggiungo che le reciproche corrispondenze fra percezione soggettiva dell’importanza dell’occultazione e la quantità del seme eiaculato sono state analizzate nei dettagli dal CICAP e ritenute scientificamente valide da uno speciale comitato dell‘INAF. Chi non intende sottoporsi al test (in fondo è solo un moderno test attitudinale) può percorrere altre vie senza che di ciò resti influenzata la carriera professionale di chi è  disposto ad accettare o rifiutare la prova.” Non pensa che fra i credenti si alzerà un turbine di polemiche?” Io non (lo) credo e lascio gli altri liberi di farsi una idea personale di Dio. Proprio non mi importa saperlo perché ritengo di essere dalla parte della scienza a proporre il test. È ridicolo chiamare in causa la religione per una semplice prova orale di mera abilità psicofisica, non trova? Una tale posizione è fuori luogo e politicamente strumentalizzabile. Piuttosto, sa quale potrebbe essere un limite nell’applicabilità massiccia di questa prova? Una parte di studentesse di primo pelo e di neo laureate si cimenterà nel test prendendo sottogamba la teoria ritenendo che sia facile ottenere un soddisfacente risultato. Si espongono al rischio di fallire la loro prima prova orale coinvolgendo nel disastro anche l‘astronomo.” Comprendiamo; ma per le astronome coniugate? “Le ho detto poco fa (e lei si è dimenticato di annotare) che occorre una certa attenzione nel praticare il test. Inoltre non crediate che tutto si riduca a misurare l‘entità e la quantità degli schizzi proiettati sul camice o nella bocca dell‘astronoma: quella era una semplificazione di uno dei numerosi parametri di verifica.” Professoressa H: tralasciando gli altri parametri scientifici ed essendo, come lei dice, un mero test non vi saranno complicazioni e ripercussioni negative come l’accusa di tradimento coniugale, l’infedeltà, i cosiddetti atti impuri? “La chiesa deve rimanere separata dallo stato laico nello stesso modo in cui lo è la ricerca scientifica dalla vita intima di ognuno. Così la pensa la stragrande maggioranza degli scienziati ed io concordo.” Professoressa H, sarebbe insomma una piccola infedeltà nei confronti del matrimonio per amore della scienza? “Non siamo più nel Medioevo: mi dica lei se proporre e compiere un pompino per aiutare un collega a valutare le proprie attitudini chi mai tirerebbe in ballo l’accusa di tradimento coniugale se non i soliti bigotti clericali?” La professoressa Margherita H conferma la propria fama di abile convincitrice.


Il premio in denaro

Secondo i severi controlli del CICAP e di Margherita H riguardanti talune affermazioni sul coito orale accademico, è risultato che non esisterebbe nessun astronomo in grado di mantenere il pene in erezione, per più di 20 minuti nel corso di una occultazione al telescopio, senza trattenersi dall’eiaculare fra le mani o nella bocca della collega. Il prestigiatore James Randa ha affermato per bocca della giornalista Piera Angela di volere istituire un premio di centomila dollari a quell’astronomo che potrà dimostrare di essere in grado di trattenere l’eiaculazione per almeno 1 ora senza ricorrere a trucchi, essere omosessuale, o scegliere scientemente una partner di terrificante avvenenza.


Il problema della temperatura

La temperatura presente all’interno dell’Osservatorio astronomico influisce sul tempo necessario per ottenere una soddisfacente eiaculazione? La domanda non è banale perché è noto che all’interno della cupola non vi è il riscaldamento per eliminare la turbolenza termoconvettiva che danneggerebbe le osservazioni. In tale caso l’erezione telescopica potrebbe essere compromessa a causa del freddo. Abbiamo posto il dubbio alla professoressa Margherita H che ha così replicato: “Come per l’Astrologia, anche nel settore del coito orale accademico le esperienze di un tempo non sono oggi ritenute più valide. Oggigiorno gli astronomi lavorano fisicamente separati dal telescopio in locali comodi, accoglienti e a temperatura controllata.” Professoressa H le facciamo notare che poco fa lei parlava di abbondanti tracce di sperma alla base di alcuni telescopi, e che il CICAP nelle sue indagini non avrebbe criticato. “Quello dello sperma refluito a causa della forza gravitazionale è ciò che ci ha tramandato il passato, quando gli astronomi e le astronome erano obbligati a starsene al freddo. Lo sperma astronomico si depositò poco alla volta negli interstizi che circondano il basamento di alcuni telescopi con montatura equatoriale e li è rimasto senza produrre fortunatamente guasti agli strumenti. Ciò che in definitiva oggi ci è pervenuto e possiamo osservare è l’eredità dello sperma eiaculato dai nostri predecessori. Il CICAP non se ne è mai interessato perché l’analisi effettuata dal CNR ha confermato fin da subito che si trattava di comune sperma umano di origine astronomica.” “Oggigiorno” prosegue la professoressa H, “il coito orale accademico si esegue in varie modalità nelle quali l’ambiente preferito è il locale nel quale si trova la periferica del computer che comanda i movimenti del telescopio, oppure il magazzino, il laboratorio, il locale della mensa, raramente gli alloggi personali. L‘abilità richiesta come obbligatoria alle attuali astronome consiste nell‘evitare che lo sperma fuoriuscente si riversi sulle parti elettriche del computer, sulla strumentazione elettronica in genere, compresi i sistemi di allarme. Ma ci sono altri importanti accorgimenti”. Le domandiamo se può illustrarli almeno in parte.


La tecnica operativa

“Per esempio le astronome devono essere attente nelle decisioni. Una ventola da sostituire con urgenza comporta una permanenza sotto la scrivania non superiore a 5 minuti e quindi il coito orale accademico deve concludersi in un tempo massimo di 5 minuti per non sollevare sospetti. Se però la ventola è quella di uno stabilizzatore termico delle ottiche del telescopio il lavoro può protrarsi anche per un quarto d’ora o più. I movimenti della testa non devono mai essere troppo ripetitivi per non offrire sospetti al personale eventualmente presente: si rimedia alternando il pompaggio idraulico effettuato tramite i muscoli della bocca con alcuni movimenti delle mani.” Professoressa H, sbagliamo o nelle sue parole si intravede una sorta di teoria extra cosmologica condita di sesso? “Non mi sono mai posta il problema, se di problema si tratta. Però al giorno d’oggi se una ragazza è fermamente intenzionata a intraprendere la carriera di astronoma deve stare attenta a ciò che i colleghi e le colleghe pensano di lei, non solo sul piano strettamente professionale. Le future astronome devono imparare a svolgere alcune importanti operazioni intime a tu per tu con il collega di turno. Durante lo svolgersi del test io raccomando loro di guardare fisso negli occhi il collega senza però che altri nella stanza o nell’osservatorio sospettino del test in corso. Siamo delle professioniste del cielo (in una stanza) impegnate in un duro ma appagante lavoro di quotidiana ricerca, non prostitute!”


Il Corriere della Serra 4 Agosto 2009
Intervista di Maria Vittoria Lasborra




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