MATRIX
(Interpretazione Esoterica)
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Il film, che come tutti quelli con "qualche" contenuto,
è un'opera d'arte, un sogno consapevole, una profonda e
intensa meditazione, non viene scavato con altrettanta consapevole
profondità, intensità. Eppure i temi trattati sono
degnissimi d'attenzione, e per giunta il film ha una "statura"
di fiaba o forse di mito.
Esso, al di là delle esagerazioni, offre un simbolico iter
iniziatico mentre prende in giro una società tecnologica
che anziché contribuire alla liberazione dell'uomo dalle
catene dell'ignoranza, lo schiavizza: società a consapevolezza
zero, la nostra, è una grande prigione le cui celle sono
state costruite proprio nei cantieri della cibernetica. Anche
se a volte pare voglia proporre una possibile "genesi"
da parte di un dio nero "creato" dal tecnico.
Ogni opera d'arte, dal nostro punto di vista, è un maestro
di iniziazione al presente, alla vita, all' Essere nella sua forma
di infinito. Solo concependo l'impersonale infinito Essere saremo
in grado di coniugare tale verbo nel presente indicativo, che
a seconda della maturazione spirituale sarà al singolare
o al plurale: "io sono" oppure " noi siamo".
"Che cos'è Matrix? La risposta è attorno a
te e ti sta cercando, e ti troverà se tu lo vorrai"
dice Trinity a Neo, e da qui comincia a decollare questa bella
fiaba. La vera ricerca, in qualunque campo, comincia con una domanda.
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Puoi distinguere un vero ricercatore da uno finto dalla intensità
delle domande che si pone: il primo è totale, il secondo
superfiaciale; questi bussa per chiedere, quello bussa per entrare.
Chi veramente chiede pone nella domanda una sorta di sofferenza
per la sua vincolante ignoranza, mentre il superficiale non soffre
affato. Al vero interrogante la risposta prima o dopo arriva,
perché essa è come il padre della parabola cho non
lascia inascoltata la supplica del figlio (domanda). Se Neo rappresenta
il vero ricercatore e Trinity pone la domanda per lui, possiamo
affermare che lei rappresenta l'intuizione del ricercatore, la
sola cosa che sta a contatto con la vera essenza dell'uomo, che
è Vita Impersonale "individuata", e ciò
viene confermato dal fatto che la ragazza ha preceduto Neo nella
ricerca ed ha contattato l'oracolo (colei che fa dilagare la Mente)
prima di Neo. Ma nonostante ciò, Trinity non è in
grado di dire a Thomas Anderson (Neo) cosa sia Matrix. Il segreto
lo svelerà Morpheus: "
Matrix è il mondo
che ti è stato messo davanti agli occhi per nascondere
la verità. Quale verità? Che tu sei uno schiavo
nato
in una prigione che non ha sbarre, che non ha mura, che non ha
odore.
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Una prigione per
la tua mente. Ma nessuno di noi può descrivere Matrix agli
altri. Devi scoprire coi tuoi occhi che cos'è". Morpheus,
questa sorta di Battista, di precursore, sembra essere il buon senso
del ricercatore. Molte sono le persone che credono di poter ottenere
la Conoscenza grazie alla iniziazione di un guru possibilmente vestito
esoticamente, ignorando che l'unico maestro vero è quello
interiore, quello che non chiede soldi, che non lava il cervello,
che è umile e non ti forza mai. E' quello che ti offre il
bivio (pillola rossa o pillola azzurra) e che ti propone di scegliere
consapevolmente, e che " si presenta" ogni qual volta
dichiari di essere tu l'artefice della tua vita e non il destino.
Monpheus si presenta a Neo proprio quando questi è stufo
del lavoro che svolge e sente una profonda insoddisfazione per come
vanno le cose, tutto gli sembra vuoto e falso ma non sa il perché.
Ma chi è veramente Morfeo? E' uno dei figli di Ipno, il sonno.
Che a sua volta era il fratello gemello della morte.
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Ipno veniva rappresentato
come un vecchio alato con una corona di papaveri ed una cornucopia.
Morfeo era alato pure lui e di notte volava per ogni dove toccando
con un fiore di papavero i mortali per farli addormentare; appariva
in sogno assumendo la forma e le caratteristiche della persona alla
quale si sostituiva. Alla luce di tutto questo Morpheus rappresenta
l'entrata del santuario, la porta che divide il mondo degli addormentati
da quello dei vivi. I primi sono quelli che non sanno di essere
prigionieri di una mente incatenata; gli altri sono i ribelli, coloro
che vogliono la loro volontà (per dirla con Rilke: Libro
d'ore).
Morpheus lascerà la scelta a Neo. Matrix è un mondo
virtuale elaborato al computer, un falso mondo. A Neo viene offerta
la possibilità di scegliere fra la pillola rossa e la pillola
blu: sceglie la prima e viene preparato per la rinascita: si ritrova
in Matrix dentro una placenta. |
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La squarcia, una macchina stacca
tutti i cordononi imprigionanti. Tornato nel Nabucodonosor viene
sotto posto ad una cura "ricostituente" l'energia persa
in anni di prigionia e vampirismo da parte di Matrix. Poi attraverso
"Struttura", il loro programma di caricamento, viene addestrato:
dovrà entrare in Matrix ben preparato, perché se verrà
ucciso in Matrix, il suo corpo nel Nabucodonosor morirà:
il corpo non sopravvive senza mente. "Matrix è un sistema,
e quel sistema è nostro nemico" dice Morpheus a Neo
mentre lo introduce in un programma di tirocinio: "quando stai
qui , o sei uno di noi o sei uno di loro. Loro sono programmi senzienti:
entrano ed escono da qualunque softwar rimanendo integrati nel sistema".
Ma ecco che nel momento in cui si imbocca la "strada del ritorno
a casa" il "Giuda" si mette in moto: il solito ego
assuefatto al mondo d'illusioni, alla virtualità, alla ripetitività,
fa di tutto per mantenere la persona (maschera) nel sistema: uno
dei membri dell'equipaggio, Cypher, tradisce. |
Da questa resistenza dell'ego-dragone, nasce
il bisogno di rassicurarsi sul futuro: "siamo sicuri di aver
scelto la strada giusta? Abbiamo inghiottito la pillola giusta?".
Ecco quindi il momento dell'Oracolo. Ma la persona che pronuncerà
l'oracolo vive in Matrix, quindi bisogna entrarvi. Siamo al punto
cruciale della storia: l'unico modo per vincere la paura è
viverla fino ai limiti di sopportabilità; l'unico modo di
sconfiggere Matrix è incontrarla. |
[...]
Grazie al traditore Cyfer, Morpheus viene catturato, ma gli altri,
attraverso un'uscita si salvano nel Nabucodonosor. E' un momento
drammatico: se il prigioniero rivela i codici per accedere a Sion,
la loro citta nascosta al centro della terra, la causa dei sionisti
è persa. Nella navicella si decide di staccare la spina a
Morpheus, ma Neo si oppone (senza di lui, senza apertura verso Matrix)
non potrà mai vincire: eletto o no, lui ritorna in Matrix
per salvarlo. Il traditore ormai è stato ucciso, e senza
essere più spiati Trinity e Neo rientrano in Matrix per lo
scontro finale con gli agenti. |
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Nel corso della lotta all'ultimo sangue,
Trinity riesce a rientrare, Neo invece viene ucciso dall'agente
Smith: la mente di Neo è morta ed il suo corpo giace morto
dentro il Nabucodonosor. A questo punto la sceneggiatura del film
prevede il palesamento dell'amore di Trinity per Neo con conseguente
bacio, ed il ricordo di quanto l'oracolo le aveva predetto: "
l'oracolo mi aveva detto che l'uomo di cui mi sarei innamorata
sarebbe stato l'eletto, quindi non puoi morire". Trinity
sta parlando al cadavere di Neo, ma anche alla mente uccisa da
Smith. La mente risuscita ed il corpo pure: il duello continua.
Tutto questo rappresenta metaforicamente l'ultima illuminazione
di Neo: lui è una mente senza limiti che esisteva prima
che il suo corpo nascesse, e che sarà dopo la fine del
suo corpo. Neo è un budda, è l'eletto, e puo cominciare
la sua missione in Matrix.
Quello che dal nostro punto di vista riusciamo
in sintesi a trarre da questo "esagerato" bel film è
più o meno questo: "L'uomo abita nelle vicinanze di
Dio" (Eraclito tradotto da Heidegger, in Equivoci dell'anima
di Galimberti), ma non lo sa. Neo ha vissuto su quella terra come
uno straniero, ma " il luogo che lo straniero si trova ad
abitare è per lui estraneo e perciò carico di solitudine.
Angoscia e nostalgia della patria sono parte del destino dello
straniero che, non conoscendo le strade del paese estraneo, girovaga
sperduto"... E Neo è proprio stanco di vivere in quelle
condizioni
"Se poi impara a conoscerle troppo bene,
allora dimentica di essere straniero e si perde in un senso più
radicale perché, soccombendo alla familiarità di
quel mondo non suo, diventa estraneo alla propria origine. Nell'alienazione
da sé l'angoscia sparisce, ma incomincia la tragedia dello
straniero che, dimenticando la sua estraneità, dimentica
anche la sua identità. Il risveglio si annuncia col riconoscimento
dell'estraneità della dimora che abita e con la ripresa
della nostalgia dell'origine".
"La morte di Dio (Galimberti si riferisce a Nietzsche) dilata
i confini dell' anima restituendola a ciò che è:
incondizionata apertura al senso
l'anima allora è
quel campo di gioco che, nel momento stesso in cui inaugura un
significato, lo espone alla sua erosione." (Galimberti -
gli equivoci dell'anima - Feltrinelli): basta leggere le critiche
(positive e negative) al film per rendersi conto di come questa
erosione di Matrix - un gioco dell'anima - sia già cominciata.
Per fortuna il campo di gioco rimane là, nella sua illimitata
propensione ad estendersi.
[...]
Grazie. N.M.
Tratto da www.taote.it
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