(skydive) - Non
so perché mi trovavo li né come ci fossi arrivato né tanto meno perché
qualcuno stesse tentando di strozzarmi con il cordone di una tenda. Mentre
cercavo inutilmente di allentare la stretta, vedevo il contrappeso a campanella
agitare i suoi pendagli sentendone addirittura il trillo. Disperatamente forzo
la stretta e all’improvviso ecco il varco: sei litri d’aria entrano
tumultuosamente e con sordo fragore gonfiando i polmoni fino allo spasmo. Una
fitta lancinante mi richiama alla realtà…
Maledizione, le 04:10! Ma chi diavolo può essere?
Sposto il filo del telefono dalla gola e alzo la cornetta:
(8) -
“Pronto? Stavi dormendo?”
sento chiedermi da una voce sottile, gentile...., sì è la mia bambina.
"no, dolcezza, pensavo al regalo che dovrò portarti..... ma da te che ora
è?"
"sono le 10 di sera, papino, stavo vedendo la TV, però mi manchi"
"e la mamma è lì con te?"
"no, papino"
"ti ha lasciato sola??? stai attenta!"
"no, è qui in casa, però...."
"però cosa? non farmi impensierire, non sta bene la mamma?"
"veramente mi ha fatto promettere di non dire niente...."
"non dirò niente, lo giuro"
"è di là, con un signore... il dottore ha detto; ha chiuso la porta, ha
detto di non entrare perché doveva fare una visita lunga...."
(Paperaselvaggia) - "
capisco, allora facciamo come ha detto lei ! Intanto racconta a papà cosa hai
fatto oggi a scuola."
" la maestra mi ha dato - Brava - con il punto esclamativo, sai, sono stata
l'unica a scrivere tutto giusto ! "
" bravissima, e dimmi , con i tuoi compagni tutto bene? "
" Si papà, Matteo mi fa i dispetti, sai mi nasconde la gomma e poi me la
chiede in prestito, così me ne accorgo e mi arrabbio, non capisco perché mi fa
arrabbiare apposta, papino, perché i bambini maschi fanno così ?"
" amore, perché così tu parli con lui e lui è contento ! "
" ma, se lo dici tu ..."
" amore, ho deciso di fare una sorpresa alla mamma, torno a casa prima, sei
contenta? Però non dirle nulla , altrimenti non viene bene la sorpresa !
Prometti ? ...........
(Bibel) - Decisi di prendere il primo aereo del mattino,sarei arrivato a
Roma sul tardo pomeriggio,ora italiana.
Aver sentito mia figlia al telefono mi aveva un po' angosciato....che poteva
avere di così grave sua madre da aver chiamato il dottore alle 10 di sera??
Non riuscii più ad addormentarmi e continuavo a fissare le luci della città,fumando
una sigaretta dopo l'altra.
Il sole arrivò d'improvviso,accecante in tutto il suo fulgore.In Italia avrei
trovato l'inverno,le nebbie,la pioggia;lì era piena estate,caldo,mi sarebbe
mancato.
Chiamai un taxi e mi avviai all'aeroporto,il posto l'avevo già prenotato nella
notte insonne.
Appena sull'aereo la stanchezza ebbe il sopravvento,il sonno mi avvolse la
mente.Mi risvegliai da quel lungo sonno solo all'arrivo a Roma.Non mi ero
neppure svegliato durante i due scali effettuati.Trovai la mia macchina nel mio
parcheggio abituale....le 16,mia moglie e mia figlia le avrei già trovate a
casa.
Nel vialetto davanti a casa c'erano tre macchine;una era quella di mia
moglie,le altre due non le avevo mai viste.
Entrai piano,quasi come un ladro e vidi mia figlia intenta nel suo quotidiano
studio.Appena si accorse di me,mi corse incontro e mi buttò le braccia al
collo.
"Papino,papino,finalmente sei arrivato!"
"Ciao piccola,come stai? E la mamma?"
"Io sto bene,oggi la maestra mi ha dato un bravissima nel compito di
italiano,la mamma è di sopra con il dottore e con l'idraulico!"
"Idraulico?A che serviva un idraulico?"
Dissi a Martina di continuare i suoi compiti che io sarei andato a vedere di
sopra........
........uno dopo l'altro affrontai silenziosamente gli scalini, ma quando mi affacciai nella stanza mi appoggiai allo stipite per non cadere all'indietro; mentre l'idraulico se ne stava steso sul letto, quella lo cavalcava, un po' piegata in avanti, col dottore che cercava di penetrarla e che si affannava come un matto a baciarla, a succhiarle le tette. Che scena orribile! Persi coscienza, caddi sulla parete retrostante. In un attimo non vidi che il suo corpo sudato che continuava a dimenarsi, a danzare sull'idraulico che sembrava volesse spirare da un momento all'altro e restarsene per sempre immobile nel mio letto. Il dottore, invece, sembrava un labride, cercava di prendere le briciole che quella disgraziata gli concedeva a tratti. Infervorati non s'accorsero di me che, accecato, indietreggiai, arrivai gatton gattoni alla fuciliera dello studio e presi il "Magnifico" a pompa, lo imbracciai e mi avvicinai di nuovo alla stanza da letto. Da una fessura della porta intravidi che avevano nel frattempo cambiato posizione: era lei sotto, col dottore che si dimenava come un forsennato e mugolava, mentre quella, non sazia, mai sazia, cercava con le mani di portare in paradiso per l'ennesima volta l'idraulico che, a ben vedere, di tubi ne era provvisto e doveva averne fatto una scala fino al settimo dei cieli. Fu un lampo, un flash e mi sovvenni della bambina al piano di sotto. Non potevo farlo, c'era lei, Martina, cosicché abbassai il fucile e scesi da basso. Presi la bambina in braccio e le proposi un gelato mastodontico. Uscimmo.
(davar) - Respiro profondamente, fuori da quell'orrore, da quell'incubo.
Martina mi osserva, attonita e un po'
incuriosita; alza un ditino accusatore, uno
scampoletto di sole, nell'azzurro del cielo estivo.
"Papino, ma nei tuoi occhi c'è l'acqua!"
Innocente creatura!
Caccio, furtivo, le lacrime; il groppo alla gola m'impedisce d'inghiottirle.
Non riesco a godere del calore della manina racchiusa nella mia, tremante,
disperata. Né sento l'incanto della giornata radiosa, mentre pago
distrattamente il prezioso impasto che Martina già accoglie nella sua bocca
bramosa.
La fiamma dell'intelletto, dello sdegno, della mia balordaggine; è come una
rivolta, un tumulto di sentimenti che si mescolano nell'animo.
Si avvicina un giovane, dalla pelle ambrata, pezzente miserabile, macilento e
straccione. Le sue parole filtrano attraverso la nebbia del mio cervello...
" Farei qualsiasi cosa per un tozzo di pane"
Qualsiasi cosa................
(corto) - Che bella giornata, oggi! Sole alto, vento tiepido, quasi una brezza. Affacciato alla finestra del mio appartamento, 16° piano della Torre Velasca, guardo giù e sto decidendo della mia vita. Scavalco o no? E se mi lanciassi, riuscirei a trattenere l’urlo di prammatica? Ho sempre trovato disdicevole e umiliante quell’enfatizzazione vocale. Ritrovare qualche ragione, anche più prosaica che non il timore d’indecorosa corsa verso l’asfalto, è ancora possibile? Lei certamente non tornerà. E anche se tornasse? Riuscirei a sopportare le raccapriccianti fantasie su cosa possa essere avvenuto nella loro alcova? E se il danno poi si rivelasse un vantaggio? Potrei incontrare una donna più bella, già in giornata. Fino a stasera potrei ancora resistere. Ecco, ho deciso. Se alla cena sociale non combino con Claudia, domani imparo a volare. Sì. La decisione è presa. Farò così Tra un’oretta la doccia e preparativi per l’ultima serata, la decisiva. Completo grigio fumo, camicia in tono e la mia solita cravatta Church. Nel frattempo, cosa faccio? Potrei riprendere la lettura di quel racconto. Dove ero arrivato? Ah sì. " Farei qualsiasi cosa per un tozzo di pane". Qualsiasi cosa ....