S  P  E  R  I

Il Volo

Volo io radente
semi cerchio
al centro
plano sereno
tocco la roccia grigia

mi trovo su di una rupe
fredda.
Rumore e schiuma
di mare in tempesta

blocchi d’acqua, pesanti, disordinati e chiassosi
rompono il silenzio.

Sole accecante e caldo,
che trafora un bianco di una nuvola spessa.

Rispecchia di un colore azzurro chiaro.

Stormo di gabbiani bianchi sopra di me
che fanno un volo confuso,
cantando i loro inni d’amore…………

Erba di un verde scuro
mossa dall’aria polare

alberi mossi
foglie cadenti
fiori danzanti
sassi parlanti

folletti curiosi
urla di mare…………….

Mi giro e guardo
l’orizzonte

e vedo solo l’immensità di un mare infinito,
un cammino che non finirà mai, mai, mai………….e mai.

Sento i miei capelli lunghi
Il mio stesso arcano che non capisco

inarco le braccia e giro, giro e giro………
urlo, ridò poi piango
pensando alle mie follie ………
….a i miei desideri………….e sogni….
di un ragazzo che tale non è mai stato.

Allungo le mie braccia
chiudo gl’occhi ……..e ricomincio
il volo…………….

 

 

Pulsar

………..e solo l'istante di un attimo,
dove l'ebbrezza della mia vita si affievolisce per un brevissimo tratto,
e mi permette di abbandonare i miei sogni.

Un sospiro ad occhi socchiusi,
poi con ultime forze , con ultima rabbia ,
tiro la leva.

Un rumore assordante, vibrazioni d'estasi,
uno strillo disumano non di questa mente,
ma da qualcosa di peggiore,
stridi di ferro di un immenso ruotare che si ferma.

………poi il rumore, dei passi di un pensiero disordinato….

nubi avvolgenti a spirale di un chiaro opaco che tutto il color rinnega,
avvolgenti, dolorosi nel ricordar,
pure la pietà, essendo troppo lusso, in essa annega,
pure il suono di un pianto, inutile e codardo attutisce,
come io unico giudice e padrone di questo male.

Mi avvolge la mente da dubbi dannosi e paranoici,
di indubbia provenienza non ricordando ,tale pensiero né quando ideato.

Paradosso del mio essere perché tale non sono, né timore conosco,
ma coscienza gioca sugli anfratti della vita…. se tale si può chiamare
o per gioco o pazzie ,
non è certo allegria , se a tal punto si fa chiamare "vita mia".

….ricordo solo lei, la fata e il lago,
essere meraviglioso che non appartiene a me,
ma al lago, pur lontano, ho dato e rubato attimi di vita vera.

Il pensiero si adagia e galleggia su luce fina, fina come aprire
la mano che ricoperta di un chiaro accarezza un campo di grano,
il mio spirito si placava e per un attimo, non dominava,
scettro e corona abbandonava e lo spirito appagava,
a quel punto più nulla importava.

Qua sul ciglio più niente rimane solo il dolore di un amore,
la lacrima al punto finale…………….

Riapro gl'occhi, un rumore assordante,
uno strillo disumano,
stridi di ferro di un immenso …………….ricomincia a ruotar.

 

 

Pensiero a te.

Mi stupisci e credimi,
sono poche le cose,
che nell'arco del mio cammino mi hanno stupito.
Addirittura mi allibisci
Facendomi rimanere senza parole,
la tua dolcezza, quasi, rasenta la pazzia al punto tale
da far credere che sia tutto in reale.

Esco ed urlo per sentire la mia forza
Dove tu solo sai,
sento il mio eco rimbombare

Ma dopo un po' svanisce
Lasciando il posto al rumore del vento
E ad un piccolo pensiero a te

Io, io non capisco ,
non capisco…………………………..

Io non chiedo , io prendo.
Io non voglio , io pretendo.
Io non ho, ma posseggo.

Non gentilezza ma forza.

Io sono quello che sono
Adesso e sempre fino alla fine

Non guardo indietro…………….. , non ripensamenti
e rimorsi, non coscienza, non sentimento

niente di niente solo e soltanto avanti, avanti, avanti, avanti,
senza una sola briciola di respiro

sento il mio ego e sento la mia anima nera
che mi sdruce e a volte mi fa male
e
nella notte buia dei miei tempi
vedo te,
come una piccola lucciola luminosa e sorridente
ma lontana ,lontana,………………lontano.

con il suo spirito libero e allegro
con le sue risate e parole.

Che neanche a me gigante come sono
E concesso di prendere e tenere …………………..

……………fa caldo , sospiro e aspetto che la mia lacrima
sulla pietra si asciughi per poi andare………con i miei passi pesanti……………………..

 

 

LA RUOTA

Sono tanto stanco
e vorrei riposare
ma non posso
la ruota continua a girare.

Vorrei tanto riposarmi
un giorno
senza il pensiero
di quello che devo e dovrò fare
ma non posso la ruota continua a girare.

Su questo mando
non ci si più permettere d’inciampare
Vorrei sussurrare poi gridare
la mia pazzia verso il cielo
e chiedere lei
e se il cielo non me la mandasse,
ammazzarmi dalla rabbia,
ma alla ruota questo non importa

Lei, sola, in silenzio
continuerebbe a girare.
Indifferente, crudele continua.
Da quando il presente
e diventato passato
quella ruota di qui
io stesso ne sono l’artefice.

(1982)

 

 

..vìta…..nostrum…

Che ne sai tu
della vita
che vivi del
buio di essa
…………si nel buio di essa.

E’ come una
coccia in cielo
che appena nata
trascorre il proprio volo

cadendo a tutta forza
dal cielo come per raggiungere
qualcosa……………………..
………………………………
si…………………………….
ma cosa?

La pioggia è come
l’uomo.
Egli non rallenta mai
per schivare gli ostacoli……..

E dopo essersi messa
su di una finestra
scende lasciando
la sua scia e traccia
più o meno ………..tangibile.

Fino ad arrivare a destinazione
dal suo volo
ed essere asciugata da sole……..

……….mi trovo dietro la finestra
e guardo la mia nostra vita………
…………………………………..
in un a giornata di pioggia………

(1986)

…se esistesse

Ti ho stretto la mano
…..avrei voluto darti tutta la forza che ho in me,
il mio coraggio,
il mio istinto,
…..avrei voluto darti il soffio della mia vita,
la mai rabbia,
lo strappo,
…..avrei voluto darti, anche se necessario il mio dolore,
il mio urlo,
la mia essenza,
avrei voluto darti, il volo
e istantanee
di grandissime e immense valli ricoperte di boschi,
cascate d'acqua chiara , rumorosa e schiumeggiante
nel silenzio che hai,
nebbia fredda e polvere d’acqua che a noi non bagna,

fulmini d’immagini della tua vita passata,

tutto in un istante.

Avrei voluto portarti nel chiaro azzurro cielo,
dove c’è solo aria fresca e pura.

…..…se esistesse, se solo se esistesse perché
non siamo tutti uguali.

Perché hai più tempo di me…..
……perché hai meno tempo di me.

Perché tu sei là.

Io odio la morte,
i o o d i o l a m o r t e .

che ti porta via, te e le mie lagrime
e il tuo ultimo respiro.

Gennaio 2001

Mi piace
Mi piace inventare e costruire……
Mi piace l’autostrada nelle notti profonde…….
Mi piace il fischio delle mie gomme e il contachilometri a fondo scala……
Dio quanto l'amo.
Mi piace costruire palazzi senza abitarci…………

Mi piace la mia innata energia e forza di volontà…..
il mio costante continuare, il mio mai arrendermi.
Mi piacciono le mie follie per dimostrare che si possono
tramutare in sogni e desideri realizzabili.
Mi piace la sfida, l’impossibile…..
Mi piace l’istinto, la reazione……
Mi piace l’imprevedibilità……
Mi piace l’essere sempre me stesso.
Mi piace essere quello che sono…….
anche se so che sarò sempre solo.
Mi piace urlare al vento…………..
Mi piace anche parlare con il vento……
Mi piace l’urto……….
Mi piace correre, saltare e far capriole in una giornata
di pioggia.
Mi piace esaltare l’essere per essere…...
Mi piace il coraggio………..
Mi piace anche la mia rabbia……
Mi piace anche la mia forza……..
Mi piace far sesso….quel sì che mi piace.

Mi piace combattere ……..la tristezza, il dolore, le lacrime perché
io sono, ci sono, io sarò e ci sarò adesso e per tutta la mia vita…….
ma dico, tu sai qualcosa del dolore?

Mi piace la vita…… quella sì che mi piace.
Si mi piace proprio la vita.

Tutto il resto a me non piace.

Ma amo,
Dio quanto l’amo, due braccine che mi avvolgono il collo e mi dicono “babbo ti voglio bene”,
Dio quanto l’amo…………
a questo punto il resto non ha importanza.

e mi piace non mollare mai,mai,mai,mai,mai……mai…….mai………

….Pensiero

Sono i passi disordinati
e stanchi di un uomo,la mano tremante
che cerca la sedia
una donna che lacrima pensando
al suo sangue
di chi ricorda il passato
perché non è più come allora.

La fame assassina che crea l’odio
l’invidia che lo divora
e lo trasforma in bestia
di chi non cammina e vuole
di chi non ha camminato e vuole
di chi non ha camminato e ha avuto.
Di chi stenta, combatte e non si arrende.

Come l’uomo da sempre nel
suo desolato deserto……


 

 

 

E’ il sole di
una mano tremante
che cade.

Trema ,soffre ma
resiste.

Quale essere meraviglioso.
La forza …………………….dentro.
L’odio……………………….dentro.
Deve continuare.

Un urlo bestiale e
stramazzo io per terra

c’è ancora l’anima
vecchia e corrosa .

La polvere mi ricopre
la stanchezza mi
ammazza .

Ma c’è ancora
dentro la volontà del continuare.

Surreale.
(1988)

 

 

Sento

Sento i miei passi
con il camino
della falsa certezza.

Sento il silenzio del buio
all'interno del mio gigante
che cresce e cresce.

E che mi pesa,
mi pesa.

Sento il rumore immaginario del giorno
che mi strappa dalle mie anime profonde

che mi porta via lontano anche da te
senza la speranza di pensarti o di sognarti
per un solo istante………………………

Sento lontano l’abbaiare di un cane
che a differenza di me non sa cosa è il tempo……..
……….. non sa cosa è il tempo………………….

Sento rumori e foci lontane del mio passato
attaccate alla mia mente senza lasciarmi un attimo.

Sento l’aria pura che mi accarezza i capelli
Sento un'ondata del tuo odore………si del tuo odore………

Sento la voglia di esser pietra,
pietra dall'inizio dei tempi, per non sentire dentro di me,
ne udire
il pianto di un bimbo e il dolore degl’uomini.

Sento e continuo a sentire, perennemente la mia anima
lacerata dal mio pensiero, dal mio istinto
la seduta ad osservarmi in quell’angolo buio che ride
………strappo un raggio di sole, per il mio cuore
freddo e per le, anima scarlatta, nella speranza
……di sentire……………..di udire……………..

Ma non sento….ne odo………………alcun suono.

Silenzio totale, perenne, certo e assoluto,
nella mia mente, dove la pazzia rimbalza …nella sua stessa assenza .

E poi esplodo il mio vento fuori di me
con un urto di forza.
E fuori, fuori e spiana, spiana
e riduce tutto
come un lembo di mare morto
alla velocità della mia vita, senza respiro,
senza parole, senza niente …..di niente.

Dove le mie muse immaginarie cantano
nelle mie notti profonde ……..uniche mie compagne
del mio volatile pensiero ……….

Sento l’ardore del mio canto,
fuoco d’istinto e speranza di ghiaccio.

Poi penso…………si io penso………

misero me……misero me…………...

nel credere ,nel sperare di far del
mio pensiero un canto……………….

E voglia il mio canto svegliare il tuo spirito
……………………..anche se…………….

mi accorgo che sono ………………nulla…
e risvegliandomi dal mio sonno
mi bisbiglio a bassa voce .

“Lungi da me nel credere al solo vile pensiero,
in questi fibrillanti istanti della mia misera vita
e della mia follia reale,
o avere la tracotanza e la presunzione,
di fare della poesia ………di saper scrivere……e di capire,
annegato, come sono, nella mia più assoluta e totale ignoranza………”

Cicerone 500 a.c. e giù dilli anno più anno meno.

(aprile 2000)

 

 

Metamorfosi

Sono qua
vorrei correre
verso la finestra
e buttarmi giù

e mentre cado
trasformarmi
in un animale
velocissimo

vorrei correre,correre e correre
attraverso campi, montagne, strade e città
nuove immagini istantanee
colori figure rumori implosioni velocissime
poi il silenzio………………………………

fino ad arrivare
all’oceano e la tifandomi
trasformarmi in un delfino
che attraversando le acque
conoscerebbe i misteri …… i misteri della vita…….

Poi a tutta forza nuotare verso
la superficie come colpire il cielo
e nell'aria dei miei pensieri frastagliati trasformarmi in un'aquila

volare e volare,vento e vento, ali e ali
più su, più su
sempre di più a sentire il sapore delle nuvole,

ma non abbandonare questo luogo
io non voglio abbandonare questo luogo

cercando chi sa dove e chi sa dove
io sono, sarò …….perché io esisto……esisto e basta.

(1978)

 

 

Arcade

Ho visto montagne rocciose
e le ho scalate a mani nude.
…..la roccia mi ha insanguinato le mani,
ma le ho scalate.
Ho visto e percorso strade lunghissime,
d'asfalto, vibranti dal caldo che somigliavano
a deserti morti di un tempo passato………
Ho sognato ad occhi aperti, come un bimbo
che guardava il cielo azzurro non capendo il perché
della sua immensità…….e
anche della sua crudeltà…….
sognando un giorno d’imitarlo.
Imitarlo?
Nell’ ingenuità di un bimbo, vestito da bimbo,
che se ne sta la, sull’erba vecchia a guardare
e ad ammirare ciò che non comprende, viziato
dalle immagini nostre senza poter prendere
il volo con i propri pensieri.
Ho sentito il mio corpo sospeso nell’universo
della mia mente, nel buio reale, di chi come me
non ha ne confini e ne avrà mai pace.
Spesso sento e sono costretto ovunque io sia,
quando mi brucia dentro, a vomitare questo mio incubo scritto,
dando liberta alla mia folle perversione
altrimenti sentirei in piena dannazione…..

Poi sento l’anima urlare straziante e lacerata dal dolore,
la mia pelle scollarsi da mio corpo,
cadenti capelli, degl’anni perduti,
per la pienezza dei sui pensieri.
Svaniva la mia immagine, non sapendo,
nel labirinto della mia mente, per quali lontani sentieri…
ove la certezza e un totale di dubbio,
ove l’essere contento e solo una bugia,
ove il cielo e sempre grigio,
ove amore assomiglia più alla nostalgia
dove il pianto di bimbo,
dentro la sua più completa utopia,
non è altro che un dipinto,
negl’ inferi del mio stesso “io”.

E vedo un paese lontano, dove
i miei capelli lunghi gridavano
le mie speranze i miei mondi migliori,
le mie passioni……………………….
Dove le musiche volteggiavano
nell’aria e nella mente delle genti,
che non capivano, che non sentivano
quel odio nel cuore ….
Di quelle immense valli,
ma sperdute,
di risposte e domande,
di quelle bestie parlanti,
che come si vuol dire,
esseri capaci di capire….
Ma che ormai son cadute.

Nessuno

E ricordo quel mio cercare,
di quel dito, che appena sfiorava
la sua fronte, scendeva
sulle sue labbra,
…….piano………………piano.
In mezzo a suo meraviglioso seno
fino al suo ventre,
dove affondavo il mio viso,
nel suo paradiso………….
Dove essere, non contava più,
nel creare il tutt’uno,
dimenticati da tutto,
sensazioni bellissime,
mai più sentite e ne
mai più udite.
Ho Arcade è una maledizione,
il ricordare, il pensare
il tuo splendido ballare…….
i tuoi capelli sul mio stare…
il tua splendida voce……….
il tua splendida lussuria……
che come un profum di fiori,
mi inebriava e mi faceva
……anche ………….sognare.

Si spense per un sogno
perduto………..in più.
Su di un colore verde
dove l’acqua è prigioniera
senza alcuna speranza,
in una notte di gioia,
ad occhi aperti a guardar il cielo,
le suo buio assoluto….anche se stellato,


dove la pietà non esiste
è la freddezza persiste
dove l’essere in me,
in realtà………..
in realtà………..
…..mi suda la fronte e
scotendo la testa dico,

“io che non ho faccia,
perché l’ ho strappata,

io che non ho unghie,
perché l’ ho mangiate,

io che non ho mani,
perché le ho consumate,

io che scrivo di me,
perché la fantasia l’ ho abbandonata,”

……………………………
n o n e s i s t e…………………

L’amore e il vento…..

Se amare significa pensare sempre a te,
tra mille pensieri di una giornata.
Se amare significa che mi manchi,
come se tu fossi una parte di me stesso.
Se il non averti, mi da dolore,
sofferenza e tristezza,
tra una folla immensa
di mille facce e colori.
Se amare significa che mi manca il tuo odore,
le tue mani sul mio viso,
il tuo sorriso e i tuoi capelli……..vorrei fermare
il tempo per tornare indietro,
a passi decisi senza dubbi né paure.


Ti prenderei per mano e ti direi “ti amo”.
Ti inonderei di mille suoni, abbracci e baci,
chiuderei la porta e lascerei il mondo fuori….

Se questo è amare, se proprio questo dolore è amare,
vuol dire chi io non ho mai amato,
perché tale sensazione non ho mai provato.

E dimmi tu, cosa posso fare adesso,
adesso che io sono solo vento…… .

Vento di passaggio.