SAN VALENTINO

 

 

Tra tutte le scoscese rapide in cui viene portato un sentimento come l'amore, in questo giorno che è usato, idolatrato, deriso, bramato e reso un poster pubblicitario da ammirarsi, una volta all'anno, passando in quella via ...
... mi vengono in mente l'inferno e il volo.
L'inferno, una sorta di prigionia angosciata dalla consapevolezza dell'esistere concretamente, che prende possesso del nostro vivere, che fa sperare nelle nebbie e fa ricercare il calore, in silenzio, dominando gli spazi interiori e rifuggendo la luce.
Il volo, ciò che abbiamo per respirare, quello che misura le nostre forze, costringendoci ad una continua prova, che vede sempre, senza ritegno, il limite e, senza ritegno, ci fa compiere ancora quel battito d'ali, per andare più in alto.
Un battersi e dibattersi che può soffrire di solitudine, ma porta alla nostra verità.
Si, l'essenziale è volare, ma per scoprire quanto spazio esiste tra noi e l'attimo in cui saremo pronti a credere.

 

FARNETICAZIONE

Lancio la somma e guardo il tiro, se si compiace senza arrendersi e rimane sospeso tra volontà, ardore o indifferenza.
Non sia mai, non bisogna desistere e si deve sempre imparare a tacere e superare quanto è vivo, immaginandolo inerte.
L'esatta dimensione dell'attimo concede luce e si proietta là, dove non c'è volume nè consistenza e dove è vitale rinunciare a capire.