QUELLO CHE NON TI HO MAI DETTO

 

 

CORTO

Quello che non ti ho mai detto, di cui non ti ho mai fatto cenno , riguarda una lettera. Scritta per te e mai spedita. Ma che ho conservato. E che ti affiderò. Forse. Quando il tuo amore sarà acqua che scivola sull’indifferenza, che lava il corpo senza spegnere desideri, che suggerisce derive più che tempeste. Quando sarà quel tempo io ti darò il mio antico sentire. Assurdo perché vero.

SOLE

Carissimo,
in questo momento stai leggermente sonnecchiando e visto così sembri indifeso e fai tenerezza.
Ieri invece ci hai fatto tutti arrabbiare. Con i tuoi modi impossibili ti fai detestare.
Possibile che tu non riesca a manifestarci il tuo modo di essere senza essere antipatico?
Cosa potrò mai dire di aver imparato da te,dal tuo esempio?
Vorrei tanto sapere cosa sai di me, della mia vita, del mio modo di essere e di sentire.
Vorrei sapere da te la versione dei fatti che io ricordo come drammatici, difficili, traumatizzanti.
Per me eri l’estraneo, l’intruso, l’egoista, l’esagitato. Mi vergognavo di te, dei tuoi modi.
Ti ho odiato per il male che ci facevi, chissà, magari non te ne rendevi neppure conto.
La rozzezza del tuo egoismo ha rasentato livelli di assoluto disprezzo.
La tua tenerezza si è fermata a qualche lacrima di adulto fra figli adulti.
Inutile acqua che non ha dissetato il mio desiderio di amore.
Mi sento dura e cattiva a parlarti in questo modo , ora che sei nella vecchiaia, mi piacerebbe farti inventariare la vita…
Ma questa è un’altra di quelle lettere che non ti ho mai scritto, o che ho scritto e che ho strappato, o che ho scritto e conservato, nella scatola di raso celeste pastello nel cassetto, seppellita sotto tante carte, tante foto, seppellita lì, amore dolente tra gli amori.
Ho odiato le urla
che sforavano l’intimità
della pace familiare.
Ho odiato le lacrime
della madre,
amara sconfitta
alla sua gioventù
Ho odiato l’incerto vivere,
il girovago affetto,
le carezze e i baci
di un solo giorno.

Ti voglio bene papà…chissà se capisci quanto…