papera:
" Io non so ben ridir com'ė v'intrai,
tant'era pien di sonno a quel punto
che la verace via abbandonai .".............
gardesana:
Mi ritrovai in un luogo fatto di cose dimenticate.Case con
i fiori sui davanzali,donne alle finestre che chiacchierano e si scambiano le
ultime notizie del paese,bimbi che giocano per le strade,scalzi corrono felici
incontro ai loro sogni.Vecchi seduti ai tavolini del bar nella piazza,che
giocano a carte col bicchiere di vino davanti,portando i loro ricordi alle
nostre menti.Non vedo intorno a me gente affannata,cellulare
all'orecchio,talmente presi dai loro quotidiani superimpegni da dimenticarsi del
vero vivere,degli affetti,dell'Amore.Sento il lontano rintoccare di una campana
e,quasi senza accorgermene,rincorro quel suono portato dal vento da chissā
dove. L'acciottolato porta i segni del tempo,quanti passi sono stati fatti sopra
esso,quanti sogni hanno visto la luce in questo luogo,e quante lacrime di
dolore?
Intorno a me aleggiano profumi che credevo persi nella mia memoria.Le rose
selvatiche,il mirto,l'odore del fieno nei campi.Il silenzio.Da quanto non
sentivo questo "rumore" di silenzio?
Mano nella mano,sserpe ed io,cominciamo il nostro viaggio in questo mondo
antico.Chissā se lungo la via troveremo altri amici,altri che come noi avranno
voglia di riscoprire emozioni e profumi di un tempo passato.
I rintocchi della campana si fanno sempre pių vicini. Guarda....le donne con il
capo ricoperto di velo nero,il passo veloce e il capo chino,si apprestano alla
chiesa.E' giorno di festa.Entriamo piano,per non disturbare. I banchi in
legno,allineati,duri sotto le nostre ginocchia,hanno ognuno un nome; il nome di
chi,ormai da molto tempo,non c'č pių.
Sull'altare,insieme al vecchio parroco,i bimbi vestiti di bianco aiutano a
"servir messa",si sentono importanti in quel loro compito
domenicale.Le lunghe litanie,parole ripetute mille e mille volte tra quelle mura,si
innalzano al cielo;preghiere per il raccolto,per la salute,per l'anima e per il
cuore.Preghiere per ogni occasione.
La piccola chiesa č invasa da un odore acre ed inebriante,un misto di incenso,
di cera,di profumo di fiori che adornano gli altari,cosė forte che quando
usciamo all'aperto i nostri abiti ne sono ancora saturi.Le donne si salutano con
brevi cenni di capo e si incamminano verso casa,verso il focolare da
accendere,verso i piccoli da accudire ed i grandi da sfamare;i bimbi si
rincorrono scendendo al paese,festosi nei loro poveri abiti.Adolescenti al primo
amore si scambiano sguardi furtivi,sorrisi carichi di promesse sotto gli
occhi,non sempre accondiscendenti,dei padri.
Qualche anziana donna si incammina,lentamente,nel loro stanco incidere le
fatiche di una vita;hanno una meta,usuale come usuale č la loro visita in
chiesa.Il piccolo cimitero dietro la chiesa č un giardino dai mille
colori.Piccole lapidi bianche,croci tutte uguali a ricordare chi non č pių di
questo mondo.Le anziani donne lasciano un fiore,una preghiera e qualche volte si
attardano a parlare con i loro cari,quasi loro fossero lė a consolarle.Una
lacrima,un bacio alla piccola foto.Nei loro occhi la consapevolezza che non č,ormai,lontano
neppure il loro arrivo.