Molte volte, troppo spesso, i genitori di bambini e ragazzi che agiscono con prepotenza tendono a giustificarli,
a "proteggerli" da chiunque cerchi di renderli consapevoli delle
conseguenze delle proprie azioni, costruendo un muro difensivo che
impedisce ai figli di assumersi la responsabilità dei propri comportamenti. Nelle situazioni più compromesse tendono anche a criticare coloro che cercano di intervenire con efficacia per ridurre i comportamenti di prevaricazione e di violenza - siano essi insegnanti, genitori di altri alunni, psicologi, ecc. (SONO PIENAMENTE D'ACCORDO CON QUESTO PENSIERO)
Fonte: http://www.facchinetti.net/bullismo/cosa-fare/349-bullismo-e-genitori-o-bullismo-dei-genitori.html
Nel web si trova un progetto a mio parere molto interessante per far fronte al "bullismo". Le insegnanti in classe dovrebbero
affrontare l'argomento con i nostri figli e credo che si debba
insistere sia a scuola che a casa.
Da qui un progetto didattico promosso
da Pasta del Capitano, storico marchio della Farmaceutici Dottor
Ciccarelli, che si rivolge alle scuole primarie e dell’infanzia
sul territorio italiano con la finalità di sviluppare strumenti
e competenze per un intervento preventivo del fenomeno del bullismo
all’interno del «gruppo classe».
È forte la consapevolezza di
quanto questo fenomeno stia crescendo negli ultimi anni sia come
diffusione che come gravità degli episodi a esso connesso (lo
pensa oltre l’80% degli Italiani) e di quanto la scuola sia il
luogo per eccellenza del bullismo (89%): questi alcuni dei dati emersi
dalla ricerca «Gli Italiani e il Bullismo» condotta da
AstraRicerche per Siamo Tutti Capitano a inizio progetto per sondare
conoscenza e sensibilità sul tema. Un fenomeno di cui il 40%
degli Italiani dichiara di essere stato vittima durante la propria
esperienza scolastica e che non sembra esclusivamente legato
all’età dell’adolescenza ma che si sta diffondendo
anche tra i bambini.
Nella mente degli italiani le azioni
maggiormente classificate come atti di bullismo sono quelle che si
rifanno al bullismo fisico (la costrizione a fare qualcosa, le percosse
vere e proprie, gli spintoni e i giochi violenti, indicati dal 97,4%);
seguite a breve distanza da quelle del cosiddetto bullismo verbale
(minacce, prese in giro, appellativi dispregiativi, 90,2%). Meno citati
gli atti di bullismo indiretto (l’esclusione, il dire cose
cattive o menzogne sugli altri, 62,8%).
Gli aspetti caratteriali sono il
primo elemento, secondo chi ha risposto al sondaggio, che scatenano
atti di bullismo (44%) e il bisogno di attirare l’attenzione su
di sé sembra essere l’elemento che principalmente muove i
bulli (61%).
Gli Italiani pensano che soprattutto
apertura e dialogo siano gli atteggiamenti giusti per affrontare questo
problema (92,6%), che si può prevenire secondo un italiano su
due proponendo a bambini e ragazzi modelli di comportamento vincenti e
positivi ma non aggressivi.