una breve sintesi di alcune relazioni del prof. Bruno Fedi che chiariscono motivazioni , filosofia e finalita' del CRCSSA
Lo scopo di ogni legge, che
riguardi il campo scientifico, è migliorare la ricerca: renderla
più efficiente, meno costosa, più semplice, anche più etica.
La storia della scienza va in questa direzione. La storia di
questa legge inizia in questa direzione, poi ne prende una
diversa. Basti pensare ai progressi fondamentali nel campo della
biologia fatti nel settore dellAnatomia Patologica,
dellEpidemiologia, dellIgiene, della Chirurgia, della
Clinica in genere. Tutti progressi fatti sulluomo. Non
dimentichiamo
Il progresso biologico è venuto, come noi diciamo da decenni, dalle culture, dalla genetica, dalla clinica ecc. che hanno permesso di comprendere le mutazioni a livello molecolare ed hanno aperto la strada alle biotecnologie, alle nanotecnologie ecc.; tutti hanno capito che ciò che è tossico e mutageno per le cellule è tossico e mutageno per luomo. Si è sviluppata la tossicogenomica. Ma le leggi, per non valorizzare il nuovo, e così far vincere a persone immeritevoli i concorsi, non temono concorrenza.
La nuova proposta di legge, infatti, non spinge nella direzione più promettente, bensì convalida lidea scientificamente rozza, che senza gli animali non si possa fare ricerca e quindi perpetua la metodica fossile vivisettoria, la quale serve soprattutto per falsificare la scienza ed a rendere costose le ricerche eliminando i concorrenti economicamente più deboli.
Le leggi non possono favorire le frodi e la politica degli alti prezzi.
La nuova proposta di legge perpetua la situazione precedente per quanto riguarda lesame dei progetti di ricerca. Ci siamo sentiti dire, nel corso della stesura della presente legge, che, per mancanza di personale addetto (2-3 persone), i progetti, inviati dai singoli ricercatori, venivano esaminati in numero limitatissimo. La nuova legge non pone rimedio a questo gravissimo errore, ma rifiuta i comitati di controllo, proposti da me, col pretesto che dovrebbero essere numerosi (dunque costosi) e darebbero risposte diverse da caso a caso. Si rifiuta perfino un preambolo etico che sarebbe stata una dichiarazione di buone intenzioni per il futuro, proposto da Lombardi Vallauri.
La nuova legge va verso un incremento dei campi di applicazione della vivisezione; classifica tra i metodi alternativi anche metodiche che alternative non sono; autorizza la vivisezione anche quando esistano metodi alternativi; perpetua la sperimentazione senza anestesia ecc..
Si commette un errore fondamentale facendo credere ai cittadini che cè stato un progresso, ma perpetuando il vecchio metodo e la vecchia mentalità. Per queste ragioni non posso dare un giudizio favorevole sulla nuova legge. Lascio comunque questo mio personale ed un altro documento del Movimento Antispecista, che non esprime criteri generali, ma spiega le ragioni della nostra opposizione, commentando i singoli articoli.
Prof. Dott. Bruno Fedi
DANNOSITA
DELLALIMENTAZIONE CARNEA
Che
cosè un veleno?
E una qualunque sostanza che non venga metabolizzata
dallorganismo umano, si accumuli danneggiando, o bloccando
meccanismi vitali. Questa definizione considera sia
laspetto qualitativo delle varie sostanze o composti, sia
laspetto quantitativo. Ciò significa che non solo il
cianuro di potassio o lossido di carbonio sono veleni, ma
anche lo zucchero e lacqua possono benissimo bloccare
fenomeni vitali, in dosi adeguate. E ovvio che non si può
proibire la vendita di acqua o zucchero, ma anche altre sostanze
le quali non sono dannose in piccolissime quantità, come per es.
le bevande alcoliche, lo diventano se ingerite in quantità
superiori. Tuttavia anche la vendita di queste sostanze non è
regolamentata. Perché la commercializzazione di alcune sostanze
o composti sia regolamentata è necessaria una tossicità
qualitativa anche per quantità minime. Lalcool etilico,
già citato come esempio, è una sostanza tossica per luomo,
ma non in piccolissime quantità. Leffetto è proporzionale
alla quantità ingerita, alla velocità di ingestione, alla
durata e ad altri fattori. Il fumo di tabacco, così come di
molte altre sostanze, è dannoso, ma non in piccolissime
quantità e per brevi periodi. I danni, in questi casi, non sono
dimostrabili. La dannosità delle bevande alcoliche è tuttavia
nota da secoli e quella del fumo di tabacco da alcuni decenni.
Queste conoscenze, alcune delle quali piuttosto recenti, sono
state sufficienti perché il consumo di alcool e tabacco venisse
scoraggiato, tassato e si cercasse in ogni modo di informare i
cittadini circa gli effetti dannosi per
La situazione, per quanto riguarda lalimentazione carnea è,
però, ancora più grave, ma anche di più difficile soluzione.
Anche tralasciando il fatto che lalimentazione carnea
spinge verso la deforestazione per creare pascoli, quindi
favorisce cambiamenti climatici, condanna alla fame ed alla
dipendenza da altri Stati, milioni di persone, non si può non
considerare il fatto che questa alimentazione è un danno
generalizzato per lumanità e personale per ogni singolo
essere umano che
E indubitabile che nella carne, anche della migliore
qualità, siano contenute catecolamine, putrescina e cadaverina,
in quantità variabili a seconda della freschezza, ma il fatto
fondamentale, nellattuale alimentazione dei popoli del
mondo industrializzato, è lalto contenuto di sostanze
tossiche. Queste ultime sono qualitativamente dannose ed
assimilabili più ai veleni (qualitativamente tali, di cui
abbiamo parlato allinizio di questo scritto) che a composti
che possono essere dannosi solo se ingeriti in grandi quantità.
Queste sostanze tossiche, sono come tutti sanno: fitofarmaci,
erbicidi, pesticidi ecc. ecc. che sono stati concentrati dagli
animali dallevamento alimentati con cibi che li contenevano.
Molte di queste sostanze sono cancerogene e poiché la
cancerogenesi si può realizzare anche per una mutazione
puntiforme in un qualunque gene umano, teoricamente un solo atomo
avente potere mutageno in un solo aminoacido di una tripletta del
DNA (ATCC), può determinare la comparsa di una neoplasia. Non
dimentichiamo che nella carne da noi abitualmente usata come
alimenti sono contenuti anche antibiotici ed ormoni, comunemente
usati negli allevamenti. In questo quadro generale di
dannosità per lintera collettività umana e di dannosità
specifica per la salute di ogni singolo consumatore, mi sembra
evidente che i Governi, anziché lasciare luso della carne
alle leggi di mercato (pubblicità che porta ai consumi e consumi
che sono presi a pretesto per aumentare la produzione), debbano
invece informare i cittadini sui possibili danni con grande
beneficio per tutti, sia economico che sociale, oltre che della
salute per lintera collettività.
RISPOSTA A SILVIA DEL GROSSO
Non molte idee del passato sono sopravvissute fino ad oggi. Si
credeva, per esempio, che la pressione sanguigna aumentasse con
letà; non si sapevano gli stretti rapporti fra
colesterolemia, infarto, ictus, arteriosclerosi in genere; non si
conoscevano i rapporti fra alimentazione e tumori ecc. ecc.
La verità ci è stata rivelata principalmente da studi
epidemiologici, seguendo per decenni migliaia di persone e
confrontando la loro alimentazione con le malattie da cui
venivano colpite. Si è scoperto, senza ombra di dubbio, che la
pressione può restare normale anche in tarda età, con
unalimentazione adatta, povera di grassi animali; che
larteriosclerosi, nelle sue varie forme (ictus, infarto ecc.),
ma anche i tumori, addirittura anche le emorroidi, la stitichezza,
le vene varicose (malattie comunissime che affliggono la quasi
totalità della popolazione) colpiscono molto di più i carnivori
e gli onnivori che non i vegetariani. Dunque se qualcuno vuol
vivere, vuol vivere bene e a lungo, sa cosa fare. Si dice però
che la carne è ricca di proteine nobili: ebbene il manzo magro
ha solo il 19% di proteine contro il 30% del formaggio pecorino,
il 37% del parmigiano ed il 34-44% della soia. La carne, invece,
contiene una elevata quantità di grassi, anche se apparentemente
magra. Questi grassi sono per lo più grassi saturi,
altamente dannosi per le arterie. Il maiale contiene il 34% di
grassi; il manzo il 29%; non parliamo poi di salsicce o hamburger
che ne sono pieni. Dunque non cè un rapporto
equilibrato di proteine, grassi e glucidi, mangiando
carne.
Nel 1800 i poveri venivano spesso colpiti da malattie da
carenza. Ciò non era dovuto al fatto di mangiare vegetali,
ma al fatto che spesso mangiavano solo polenta, o neppure quella.
Certo non mangiavano arance e parmigiano. Oggi, le malattie da
carenza si riscontrano in chi mangia carne, specialmente di
animali dallevamento. La causa è che la cosiddetta vitella,
un vitello giovane mantenuto anemico per poter vendere carne
bianca, è povera di ferro, ma ricca di acqua, antibiotici,
ormoni ed altri fattori inquinanti, spesso cancerogeni, i cui
effetti non si sommano, bensì si moltiplicano, come è accertato
in patologia.
Un recente studio ha ipotizzato la riduzione mondiale di un terzo dei casi di tumore, semplicemente raddoppiando il consumo di frutta. Questo risultato meraviglioso potrebbe essere ottenuto per labbondanza di fibre, vitamine e minerali. Altro che malattie da carenza nei vegetariani: il vero fattore morbigeno alimentare è la carne. Pensiamo solo a questo: la durata della vita, più lunga fra i mediterranei rispetto ai popoli del Nord è dovuta alla loro dieta povera di grassi animali. Non dimentichiamo i fatti: le donne giapponesi si ammalano di cancro della mammella molto raramente, ma, quelle che emigrano in America in due generazioni si ammalano con frequenza pari a quella degli USA, grazie alla dieta americana. Quanto alle considerazioni del dottor Pozzoli sullordine naturale posto dal Creatore, oppure sul fatto che Hitler era vegetariano convinto si può dire solo che non sono considerazioni scientifiche. Da un laureato in medicina ci si aspetta qualcosa di più e di diverso da considerazioni di questo genere.
Prof. Bruno Fedi
RICERCA
SCIENTIFICA E PROGRESSO
SOCIALE
Premessa di questo documento è che la ricerca scientifica è uno
dei più significativi indicatori e un indispensabile
fattore di progresso globale in tutti i settori, anche in quello
economico. Un paese senza ricerca, non può progredire e, se
possedesse una posizione preminente dal punto di vista economico,
la perderebbe, diventando prima scientificamente e poi
economicamente subalterno dei paesi più scientificamente
avanzati. In unottica temporale non limitata
allimmediato, la ricerca è anche un potente fattore di
creazione di posti di lavoro e quindi di stabilità e progresso
sociale.
La tendenza in atto in alcuni settori del nostro paese,
sfortunatamente, tende a limitare la frequenza scolastica fino al
raggiungimento di un diploma, nellerrata convinzione che la
cultura non abbia utilità concreta e che siano altri i fattori
di successo economico immediato. Questa tendenza non solo
prefigura una società in cui i valori mercantilistici ed
edonistici superino tutti gli altri (si tenga conto che in Italia
esista un 9% di laureati, contro il 23% dellOCSE), ma anche
crea la premessa di un arretramento economico futuro e di una
subalternità crescente verso i paesi scientificamente e
tecnologicamente avanzati.
Conseguentemente una politica che non privilegi la cultura (lItalia
ha una media di 33 studenti per ogni docente; gli USA 15 studenti;
Da quanto esposto è evidente linterconnessione fra
formazione culturale, università; rapporti con la ricerca in
altri paesi o enti sovranazionali. La ricerca, presuppone ormai
strutture sovranazionali, interconnessioni con settori diversi,
per esempio fra biologia, fisica, chimica, etica. La ricerca
rappresenta un investimento sul futuro dellintera comunità,
sia a livello nazionale che sovranazionale. Gli interventi nel
settore della ricerca scientifica hanno conseguentemente, una
notevole complessità. Per esempio migliorare il solo aspetto
economico della carriera dei ricercatori, senza risolvere quello
meritocratico, o quello dellindipendenza da gruppi di
pressione, può essere ininfluente o trasformare i ricercatori
stessi in una casta tendente a conservare specifici
privilegi (Lavelock), senza alcun beneficio per il paese, per la
collettività, per il progresso scientifico-sociale. Esaminiamo
quali siano i settori di ricerca prioritari per il nostro paese.
Uno di questi è certamente lenergia atomica per usi
pacifici. Questo settore fu praticamente abbandonato, dopo il
referendum sulle centrali. Ciò portò allabbandono anche
nelle ricerche, nelle quali eravamo allavanguardia. Lintero
settore delle energie rinnovabili, dallenergia
solare, al vento, alle maree ecc. è meritevole di un incremento
della ricerca. Uneconomia fondata sul petrolio non potrà
durare in eterno; inoltre rallenta la ricerca in altri settori,
provoca tensioni internazionali il cui costo in sofferenze e vite
è difficilmente sostenibile; orienta la società verso un
modello consumistico a spese dei paesi più poveri ecc. ecc. La
ricerca di base e quella applicata nelle energie alternative
è dunque più che opportuna; è una necessità anche per
svincolarci dalla dipendenza economica e quindi politica da chi
controlla il settore.
Un altro settore è quello dellinformatica. Non posso
tacere lerrore di cambiare indirizzo alla ricerca ed
allattività della Olivetti, mentre eravamo fra i primi al
mondo anche in questo campo. Ciò avvenne per scelta di
industriali e banchieri ritenuti sfortunatamente, illuminati.
Linformatica potrebbe dare un contributo essenziale al
progresso culturale del paese e quindi indirettamente, ma anche
direttamente contribuire alla selezione di una nuova generazione
di uomini di scienza. Nel campo della chimica, non cè
bisogno di spendere parole. La sola scoperta di Giulio Natta, il
polipropilene, dette al paese un primato, dilapidato dalla
cattiva gestione di esso e dalla mancanza di investimenti per
creare nuovi ricercatori.
Il settore medico-biologico è uno dei più promettenti per il
fatto di possedere già un alto numero di potenziali ricercatori;
per il fatto che nuove tecnologie (TAC, PET, RNM, Chirurgia
endoscopica, Trapianti) allargano ed approfondiscono le varie
aree di ricerca applicata tradizionale. La genetica, la
proteinomica hanno aperto orizzonti impensabili fino a pochi anni
fa, inaugurando lera dei trapianti, non più di organi,
bensì di cellule (le staminali). Si è aperta lera degli
OGM. Si è trattato di una rivoluzione di portata uguale o
superiore a quella della fisica dei primi decenni del 900,
portatrice di applicazioni immense nel campo della diagnosi,
della terapia, della comprensione dei meccanismi di malattia, ma
anche nel campo dellalimentazione, dellagricoltura,
dellecologia, della possibilità di trasformare rifiuti
tossici in elementi innocui. Tutto questo potrà avvenire se le
scoperte scientifiche non dovranno sottostare a logiche di
mercato, creando una sorta di neocolonialismo economico che non
richiede loccupazione militare dei paesi colonizzati.
Accanto al settore della ricerca fondamentale anche la ricerca
scientifica applicata, la bioingegneria, realizza organi
artificiali e strumenti sempre più sofisticati. Attualmente
questo settore sta attraversando un periodo favorevole in Italia.
Come possibile esempio di settore di sviluppo, mi sembra utile
suggerire di sfruttare lattuale tendenza positiva verso
linformatica per favorire al massimo la formazione a
distanza, creando una generazione di ricercatori, o per
effettuare un training continuo, per quelli già formati.
Unaltra possibile forma di applicazione concreta, potrebbe
essere la trasformazione di una parte dei 300.000 medici italiani
attuali, oggi per 1/3 sottoccupati, in ricercatori. Ciò
richiederebbe pochi anni, a fronte dei molti anni che sarebbero
necessari per altri paesi anche scientificamente avanzati, che
però non abbiano così tanti laureati nel settore biomedico e
che dunque sarebbero costretti ad attendere decenni e ad
impiegare grandi capitali. Una scelta di questo tipo porterebbe
immediatamente il nostro paese allavanguardia nella ricerca
biologica e trasformerebbe in ricchezza ciò che adesso è
sottoutilizzato o addirittura un danno per il paese.
Un altro settore fondamentale è rappresentato dai nuovi
materiali, che possono essere usati non solo per ricerche
aerospaziali ma anche per la biologia, la medicina, la
costruzione di protesi, senza i difetti di quelle odierne, per la
costruzione di apparecchiature o di organi e tessuti artificiali
(cuore, fegato, rene, pelle, ossa, cartilagini, ecc. ecc.)
concretizzando un importante legame con linformatica.
Questultima infatti può essere usata per ricerche
scientifiche simulate (il che costituisce da solo un importante
campo di applicazione), ma può anche simulare e disegnare intere
parti del corpo permettendone la ricostruzione. Infatti i modelli
tridimensionali ottenuti possono venir costruiti concretamente
dalla bioingegneria, già citata.
Un altro settore ancora della ricerca scientifica futura è
rappresentato dalle nanotecnologie , dalla scienza
dellinfinitamente piccolo, dalla miniaturizzazione che
rappresenta un ulteriore settore strettamente legato a molti
altri e che renderà possibile lo sviluppo di macchine oggi
impensabili.
Questi settori (bioingegneria, informatica, telematica,
biotecnologie, energie, rinnovabili, biomateriali) sono
citati come semplici esempi di quanto potrà avvenire e in parte
sta già avvenendo, che porteranno ad uno spettacolare sviluppo
non solo della chirurgia plastica, o dellortopedia, ma
anche alla ricostruzione di qualunque organo e tessuto,
permettendo il superamento dei limiti etici imposti dalle
staminali embrionali, che non saranno più necessarie. Sarà
altresì possibile creare nuovi organismi realizzando in campo
biologico quanto la fisica ha realizzato fin dal secolo scorso
creando nuovi isotopi.
Non è scopo di questo documento effettuare un elenco completo
dei settori in cui è prevedibile uno sviluppo sensazionale,
bensì fornire qualche flash e stabilire concetti fondamentali
sulla ricerca.
Il progresso scientifico applicato alla produzione di armi
potrebbe portare ad una rapida fine dellumanità, o alla
fine più lenta attraverso linquinamento, ma anche
semplicemente attraverso alla realizzazione di una società più
corrotta. Il progresso scientifico può però anche portare ad
una nuova società, raggiungendo nuovi equilibri che non
prevedano mezzi crudeli o ripugnanti per la nostra coscienza
etica e realizzando una società con una più giusta
distribuzione dei beni e della ricchezza: una società più etica.
Non impegnarsi nella ricerca scientifica significa semplicemente
uscire dalla storia, lasciando altri a decidere per noi. Uno dei
nostri compiti è appunto impegnarsi, investendo nel nostro
futuro per ottenere una migliore società. Sarà la ricerca a
garantire tale futuro, perché assicurerà il rinnovamento
dellindustria, che non può sopravvivere se non si rinnova.
Per ottenere risultati bisogna dire cose credibili: non illudersi
di poter diventare ricchi o essere allavanguardia, senza
fatica. Bisogna investire nel futuro ed esporre progetti e
programmi. Il progetto è una società migliore, più etica senza
gli enormi squilibri di oggi fra ricchi e poveri. Il programma è
linvestimento nella ricerca scientifica.
RICERCA COME FATTORE DI PROGRESSO
E ormai un fatto universalmente accertato che il progresso globale di un paese sia determinato da quello scientifico. Senza progresso scientifico lindustria muore, o diventa subalterna di altre industrie straniere che, invece, fanno ricerche, scoperte e depositano brevetti. Così è avvenuto anche in Italia negli anni 60 per lindustria farmaceutica, fino ad allora fiorente, per lindustria chimica, anche in quei settori in cui eravamo allavanguardia (per es. nel settore fibre sintetiche. Il polipropilene), e per lindustria informatica. LOlivetti produsse il primo personal computer, ma saggi banchieri e industriali illuminati dichiararono che era inutile. La ricerca industriale non può dipendere dalla politica. Quando ciò avviene, come è avvenuto in Italia il progresso dellintero paese si arresta. Lultimo esempio, sempre degli anni 60, è stata lindustria chimica, alla cui direzione, in un certo momento, si è trovato un uomo intelligentissimo, abilissimo, tuttavia modesto conoscitore della chimica, visto che era un Maggiore dei Carabinieri. Con limposizione nei punti chiave di personaggi scelti dalla politica, lindustria chimica ha subito un gravissimo danno.
Senza ricerca scientifica, lUniversità muore; diventa un Liceo, privo di organizzazione dello studio, privo di limiti di tempo, privo di limiti nella ripetitività degli esami falliti, privo di insegnamento avanzato approfondito e organizzato.
Senza ricerca la cultura muore e lintero paese perde la sua identità. Lidentità di un popolo non consiste nellabitudine di mangiare pizza margherita anziché hot-dog, ma nella sua cultura specifica. La ricerca non può essere condizionata neppure dalleconomia: inizialmente la ricerca di base può sembrare priva di applicazioni e quindi di utilità, che possono poi rivelarsi immense. Ricordiamoci il fisico Faraday, che, in visita al primo Ministro Inglese, alla domanda: ebbene mister Faraday, cosa pensate di fare di questa strana forma di energia (elettrica) che avete scoperto?, rispose: al momento, signor primo Ministro non lo so, ma sono sicuro che lei troverà il modo di tassarla presto. La ricerca, soprattutto, non può dipendere da pregiudizi filosofici o religiosi. Non si può dire: questa osservazione scientifica non può essere vera, perché libri sacri, la nostra tradizione religiosa dicono in modo diverso. Neppure si può dire: tutto ciò che è necessario sapere si trova nei libri sacri; il resto è inutile o dannoso. I risultati di simili preconcetti si osservano nella storia: i popoli che hanno adottato simili concezioni della società hanno subito larresto della loro civiltà e si trovano tuttora nel Medioevo. Esistono però delle limitazioni alla ricerca, o piuttosto ai mezzi che si usano, agli scopi che si tenta di conseguire ed al tipo di applicazioni concrete della ricerca. La scienza deve essere etica: non si può ricercare con mezzi crudeli (come fecero i nazisti) non si può fare ricerca per favorire la distruttività e la guerra; non si può ricercare per aumentare lineguale distribuzione della ricchezza. Rispettati questi limiti, cioè di ricercare per il bene di tutti, con mezzi eticamente validi e di fare ricerca controllabile, la ricerca deve essere libera.
Esistono settori più o meno promettenti, ma la ricerca fondamentale fornisce una base a tutte le elaborazioni applicative successive, spesso inizialmente inimmaginabili, determinando un progresso globale della società sempre e comunque. Attualmente i settori dellenergia atomica, dei nuovi materiali, dellinformatica, della genetica, delle biotecnologie, delle nanotecnologie, sembrano i più promettenti, ma nessuno può dire che la paleontologia o la paleoclimatologia non possano essere settori di fondamentali scoperte in un futuro prossimo. La genetica, per esempio, ha fatto passi da gigante, permettendo di intravvedere orizzonti inimmaginabili per la cura e la prevenzione delle malattie, per i danni provocati dalletà, per la possibilità di trapiantare organi e tessuti, per produrre cibi, per lecologia e lambiente.
La grande scoperta dellesistenza delle cellule staminali anche in organismi ed in tessuti adulti, la possibilità di stimolare la produzione e la differenziazione di queste cellule è stata favorita sullo sterminato sommerso culturale diffuso creatosi negli ultimi anni nelle società scientificamente avanzate. Questo sommerso culturale è anche opera dei sostenitori dei diritti degli animali e cioè di coloro che sostengono il superamento delle barriere interspecifiche. Essi hanno creato la sensibilità sociale dunque i presupposti e le condizioni per la ricerca le quali hanno fatto si che alcuni cervelli illuminati avessero lidea della possibilità di scoprire, hanno fatto sì che si rileggessero in modo diverso fatti scientifici già noti, fino alla identificazione delle staminali non solo negli embrioni, ma anche in organismi adulti. Le osservazioni di chi da decenni si domandava perché si sprecassero milioni di placente, perché si sprecassero milioni di funicoli ombelicali, (o almeno le grandi quantità di sangue contenuto in essi), perché si desse per scontato che le cellule nervose non si possono riprodurre nonostante fatti e osservazioni che facevano pensare il contrario ha portato alla scoperta scientifica. Ciò è stato favorito dalla sensibilità di coloro che si opponevano a ricerche crudeli su altre specie animali. Tuttavia si è scoperto che esistono staminali e staminali: quelle degli embrioni sono più staminali delle altre. Però quelle del funicolo e persino quelle provenienti dal S.N.C. sono molto simili a quelle embrionali. Inoltre ci sono molti embrioni, espulsi spontaneamente non volontariamente, che potrebbero essere oggetto di ricerche. Essendo deceduti per cause occasionali, la loro morte non è stata voluta; perché dunque opporsi in linea di principio a studi e ricerche su questi ultimi? Perché permettere laborto volontario ma opporsi alle ricerche su embrioni? Non è pura ipocrisia? Dunque anche per coloro che ritengono immodificabile ed eterno ciò che è scritto nei libri sacri, almeno gli embrioni deceduti spontaneamente potrebbero poter essere oggetto di ricerche. Non è razionale dichiarare che sono intoccabili, anche per un fine benefico solo perché in un certo libro cè una frase scritta tremila anni fa da persone totalmente ignare del futuro e della situazione presente. La situazione in tremila anni è cambiata, cè stata unevoluzione: non si può fare ricerca partendo da preconcetti e neppure si può rassegnarci al sorpasso da parte di coloro che questi preconcetti non hanno e conseguentemente fanno e faranno le ricerche sulle staminali.
Le cellule staminali rappresentano la nuova frontiera della biologia: permettono di superare lidea e la pratica del trapianto di organi, sostituendola da quella del trapianto di cellule indifferenziate, che ripareranno e rigenereranno gli organi danneggiati. Non solo tutte le malattie genetiche, ma anche tutte quelle degenerative, da usura, tutte le malattie altamente invalidanti di questo tipo, ma anche le atrofie di specifiche zone, limitate ma fondamentali per la vita di tutto lorganismo (la substanzia nigra, la retina ecc. ecc.) ed anche le distruzioni cellulari dovute a traumi, flogosi, perfino tumori, potranno beneficiarne. Dunque la ricerca in questo settore è fondamentale, ma si può fare anche mantenendoci entro i limiti stabiliti dalluso di mezzi per molti inaccettabili, come produrre embrioni allo scopo di sperimentare su di loro. Basterà ricercare embrioni morti per cause naturali, basterà non sprecare il materiale proveniente dalle placente, dai funicoli, dalle biopsie; basterà favorire la ricerca di base che promuoverà quella applicata. Questa ricerca, non può essere lasciata a coloro che sono disposti a tutto pur di essere ricchi e potenti; non può essere abbandonata alle industrie più ricche le quali praticando una politica di prezzi alti ed alti profitti. Esse escluderanno, come già escludono i concorrenti meno ricchi dalla ricerca scientifica. La ricerca attuale usa il modello animale per complicare le cose: prima lo usa per estorcere denaro pubblico e privato con il pretesto di risultati promettenti; poi falsifica la scienza, infine e soprattutto usa questo modello per tenere alti i costi. Non si può continuare una ricerca con una metodica che usa gli altri animali, indifferente alla loro sofferenza per alzare i prezzi ed escludere dalla ricerca le industrie meno ricche, specialmente del terzo mondo, praticando in concreto una sorta di neocolonialismo scientifico. Non si può continuare ad usare il modello animale per falsificare la scienza ed ottenere sovvenzioni, non si può continuare con un modello che implica crudeltà ed è fuorviante sia per le coscienze di chi lo usa sia per linformazione dei cittadini a cui viene fatto credere che tale modello esclude gli esseri umani dallessere possibili oggetti di sperimentazione. Il salto di qualità nella ricerca deve consistere nel rifiutare ogni pregiudizio fuorviante; nellincludere fra i soggetti della ricerca i popoli del terzo mondo, nello sperimentare soprattutto su colture umane, saltando il passaggio fuorviante della sperimentazione animale. Ciò produrrà una semplificazione, unaccelerazione della ricerca e una riduzione dei costi che la renderà accessibile a tutti, attenuando lineguale distribuzione della ricchezza e del benessere.
Attualmente
il nostro paese è agitato da tendenze federative che non devono
stravolgerne lunità, ma per quanto riguarda leggi
regionali che stabiliscano una maggiore comprensione, tolleranza,
responsabilità delluomo verso le altre specie, tale
concezione federalista, può essere accettata. Queste leggi non
spingono ad usare mezzi inaccettabili e non perseguono fini
immorali, ma spingono verso il superamento della barriera
interspecifica e facilitano
COMUNICAZIONE
DI B. FEDI
Abstract
Quali sono gli obiettivi dei ricercatori scientifici? Sapere. Come sapere? Nel modo più certo e più accurato possibile. Comè possibile questo risultato? Effettuando ricerche non inficiate da pregiudizi, credenze, costumi o scopi predefiniti estranei alla scienza. Effettuando ricerche non condizionate da chi fornisce il capitale e vuole risultati economici concreti, a breve scadenza. Effettuando ricerche che non debbano, per legge, essere legate ad un metodo, considerato ortodosso, usato come metro di validazione degli altri metodi, pur non essendo mai stato validato esso stesso (la ricerca su animali non ha mai avuto procedure di validazione). Effettuando ricerche che, se fatte con una certa metodica, deresponsabilizzino gli operatori dalle conseguenze di quanto si è asserito, essere stato osservato. Il metodo di ricerca su animali è stato finora legalmente obbligatorio e deresponsabilizzante per chi lo pratica. Questo metodo facilita la falsificazione scientifica, perché, con alcuni accorgimenti (per esempio usando ceppi molto sensibili o poco sensibili si possono interpretare e quindi manipolare i risultati), con tutte le conseguenze sociali ed economiche prevedibili (carriere, denaro, potere, commercio, intrecci politico-affaristici). Tutto questo concorre a mantenere interi paesi, o continenti, in una situazione post-colonialistica dal punto di vista economico, perché impedisce alla ricerca ed allindustria locale di svilupparsi. Dunque ritarda il miglioramento delle condizioni di vita di interi popoli. Come sono possibili ricerche scientificamente avanzate? E indubitabile che ciò che si deve studiare, per capire ciò che avviene nelluomo, dal punto di vista biologico, è luomo stesso. La ricerca su animali fornisce indicazioni insicure, approssimate, per somiglianza ed analogia. Per sapere se le ricerche sono valide devono obbligatoriamente essere ripetute sulluomo. Se i risultati sono uguali (ma sono sempre diversi, almeno dal punto di vista quantitativo), possono venire pubblicati e concretamente utilizzati. Dunque, con questa metodica, la ricerca sulluomo, è inevitabile. Dopo aver studiato ed organizzato la conoscenza, negli ultimi secoli, degli aspetti più macroscopici della biologia e della medicina, siamo arrivati ai meccanismi più intimi della fisiologia e della patologia. E stato fatto un progresso paragonabile a quello effettuato quando siamo passati dalla meccanica classica, alla meccanica quantistica. Siamo oggi arrivati alla patologia molecolare, allo studio dei geni, alle nanotecnologie, alle chimere, agli organismi geneticamente modificati. Sono questi i settori da indagare e da promuovere, attraverso nuove leggi, insieme ad un miglior uso della chimica, dellepidemiologia ecc. ecc., cioè ad un miglior uso di quanto già sappiamo. Non è dunque accettabile una proposta di legge che, non solo non stabilisca i principi sopraesposti, non solo non favorisca la ricerca nei settori più promettenti, ma neppure vada in questa direzione, neppure si ponga come obiettivo lontano quello di eliminare linsicurezza, lapprossimazione, la ripetizione delle esperienze, la valorizzazione di quanto è già conosciuto, eliminando lattuale situazione di colonialismo farmacologico per molti paesi. Una proposta di legge, nel settore scientifico, deve favorire la ricerca, semplificare e rendere più economiche le procedure, valorizzare i settori più promettenti, controllare ciò che si fa, non semplificare abolendo i controlli e consentendo la falsificazione dei risultati, oppure consentendo procedure così complesse da risultare possibili solo ai grandi gruppi industriali, che perseguono ed attuano una politica di alti prezzi, così da escludere la concorrenza delle imprese e dei paesi economicamente meno forti.
IL
CONTROLLO DELLA SOCIETA
(attraverso lenergia lalimentazione, i farmaci, e i mezzi di comunicazione di massa)
Questo progetto è iniziato con lesemplificazione di due casi concreti: il controllo della società attraverso lalimentazione e attraverso la ricerca biologica. Potrebbe continuare attraverso lesame del commercio delle armi, quello della produzione di energia ed anche del controllo della cultura che suggerisce a tutti i cittadini il loro stile di vita. E evidente che per un documento che illustri tutti gli aspetti del controllo sociale sono necessarie molteplici competenze.
E
difficile che i singoli cittadini percepiscano il controllo che
viene effettuato sulla società attraverso la ricerca scientifica,
oppure, più genericamente attraverso
Allinizio degli anni 50, lItalia aveva unindustria farmaceutica ed unindustria chimica che la portò anche ad ottenere un premio Nobel (scoperta del polipropilene). LItalia aveva un comitato nazionale per le ricerche ed una sua politica petrolifera. Questa situazione venne radicalmente cambiata in breve tempo, con atti politico-giudiziari. Il direttore dellISS (Marotta) fu condannato. Il direttore del CNR (Ippolito) fu ugualmente condannato. Il presidente dellAgip (Mattei) ebbe un misterioso incidente, un presidente della Repubblica Italiana, in quel periodo ebbe a dire: la ricerca noi la facciamo fare a chi ha quattrini da spendere. Ciò sanciva la decisione di rendere la ricerca italiana subalterna a quella di altri paesi. Da allora lItalia non è più stata un possibile concorrente nel mercato globale: non abbiamo unindustria farmaceutica; nel settore della chimica, se vogliamo il prolipropilene, dobbiamo comprarcelo dagli stati che lo producono.
Dagli
esempi citati, risulta evidente come si possa controllare il
mercato globale. Non è necessaria loccupazione militare:
basta controllare lenergia, gli alimenti, la ricerca, la
salute, ma soprattutto linformazione che è condizione
indispensabile anche per tutti gli altri settori citati. Talora
basta controllare la sola informazione, o, al più, linformazione
e
Esaminiamo il solo aspetto salute-malattia, trascurando gli altri. Con la conferenza di Marrakesch (1997) è nato il mercato globale. E stato un grande balzo in avanti, perché non occorre più invadere militarmente, uccidere, rubare, ma, da allora si possono rendere schiavi i cittadini ed interi popoli, con metodi puramente economici. Tutto si può acquistare; tutto è diventato merce. Ovviamente i popoli più ricchi comperano dai più poveri, i quali sono costituiti da cittadini singoli che agiscono nel proprio interesse e non nellinteresse di tutti: dunque vendono derrate alimentari (che sarebbero indispensabili ai loro concittadini affamati) oppure comperano con denaro ricavato dalle vendite oggetti non indispensabili. I governi, peggiori dei loro cittadini, generalmente comperano armi. In campo scientifico non si vendono alimenti, ma cose ancora più importanti, per esempio la genetica della flora, o anche quella dei cittadini stessi, cioè la biodiversità mentre si comperano brevetti e prodotti altamente tecnologici. Le nazioni più ricche vendono questi prodotti altamente tecnologici e hanno così il controllo del mercato: in realtà acquisiscono il controllo del paese. Nel campo della salute e della malattia non conta però il solo controllo; noi siamo condizionati dal nostro retaggio storico ad impiegare certi sistemi di ricerca a preferenza di altri. Le osservazioni scientifiche che hanno portato allo spettacolare sviluppo dellultimo secolo, sono iniziate con gli studi sui cadaveri agi albori delletà moderna. Si è imparato finalmente lanatomia, come si vede sui cadaveri; si è imparata la fisiologia, poi la patologia, listologia, la genetica, ma il progresso in tutti i campi scientifici, specialmente i quelli della fisica e della chimica, induce i ricercatori biologici a cercare anchessi un laboratorio in cui riprodurre i fenomeni.
Gentile Dottor Augias,
nella trasmissione da lei condotta si svolgono dibattiti su problemi importanti, con raro equilibrio, senza cercare di creare un pubblico che si conformi allopinione di chi parla. In poche parole Lei forma un ascoltatore critico e non conformista. Alcune di queste conversazioni, per esempio quella col Prof. Boncinelli, sono state assolutamente affascinanti, per quel che è stato detto e per quel che è stato fatto intuire. Per queste ragioni mi rivolgo a lei. Penso che non si farebbe un grammo di male se si parlasse fra i tanti argomenti trattati, anche del rapporto delluomo con gli altri viventi, cioè gli altri animali (specialmente i cosiddetti esseri senzienti), sia dal punto di vista scientifico che etico. A molti questi sembrano argomenti fatui, non seri rispetto alla gravità di quelli che riguardano gli esseri umani. La gravità dei problemi umani, tuttavia, non è indipendente dai rapporti delluomo con il non-self. Questi rapporti sono stati cruciali per tutta la storia dellumanità e lo sono ancora per il suo futuro. Tutta la nostra preistoria e la nostra storia sono state condizionate da questi rapporti: levoluzione stessa è strettamente legata ad essi. Noi non eravamo e non saremo ciò che siamo adesso. Gli altri animali non erano e non saranno ciò che sono per sempre. Che cosa ci distingue dagli altri animali così tanto da darci una pretesa superiorità assoluta e da creare un fossato incolmabile fra noi e loro per leternità? (ma esiste leternità?). Quali sono le conseguenze concrete nel commercio, nella ricerca scientifica, nello stile di vita degli umani? Il nostro comportamento è la risposta del self contro il non-self, oggi come milioni di anni fa. Eppure, dallaustralopiteco ad oggi, tutto si è evoluto, tranne i nostri comportamenti atavici, specialmente quelli verso gli altri animali. Noi obbediamo ancora alla legge del più forte come nelle epoche ancestrali. Non crede che una conversazione su questi argomenti potrebbe essere interessante?
Lei scrive su molti giornali: Non crede che aprire un dibattito su etica, ricerca, stili di vita delle civiltà del passato e del presente sarebbe interessante? La storia viene insegnata e conseguentemente vista da tutti come una serie di battaglie: autentici mostri che hanno commesso le azioni più immorali, diventano così dei semplici personaggi storici. Ma la storia, non è storia di guerre; è soprattutto storia dellevoluzione, del divenire del pensiero, di ciò che lumanità ha creduto e scoperto, insieme a tutte le aberrazioni nellapplicazione concreta, come appunto le guerre.
Se di questi argomenti Lei facesse parlare un segretario di
partito o il presidente di qualche grande organizzazione
internazionale, Lei otterrebbe forse qualche lampo di
intelligenza in mezzo ad un mare di luoghi comuni, anche se molto
ben esposti. Anche il nostro rapporto con il non-self, con gli
altri animali potrebbe essere illustrato dal Presidente del WWF o
di Lega Ambiente, che lo conoscono benissimo, tuttavia per
sentito dire da altri. Quelli che conoscono largomento
direttamente e che sarebbero capaci di dire cose nuove, sono
invece il Prof. P. Bercof (Virologia, Università La
Sapienza), il Prof. G. Celli (Univ. Bologna), un professore
di Virologia dellUniversità di Napoli, una professoressa
dellUniversità di Genova, un professore
dellUniversità di Firenze e pochi altri. Nella rubrica
Le storie, si può partire da un avvenimento
specifico, come sono state le storie di tanti deportati,
per parlare del problema generale, cioè la storia e letica
di quel periodo. Per esempio potremmo partire dalla storia di G.
Tremante, che ha perduto tre figli per reazioni avverse al
vaccino antipolio. Sembra impossibile, ma il fatto è reale. Si
può partire da fatti più generali: per es. la pubblicazione del
libro Imperatrice nuda di H. Ruesch (quello del paese
delle ombre lunghe), oppure da fatti emblematici per la storia
della scienza, come il tentato furto da parte di R. Gallo, della
scoperta di L. Montainier (a proposito del virus HIV), oppure da
fatti dattualità, per es. la nuova legge sullimpiego
degli animali, che sta per essere presentata, oppure ancora,
partire dalla ricerca sulle staminali (largomento
praticamente è quello dei prossimi referendum), oppure,
finalmente, la presa di coscienza del problema del rapporto fra
noi e gli altri animali, cioè il non-self, da parte dei filosofi
(Silvana Castiglione, Lombardi Vallauri,
Se lei è interessato, credo che un breve colloquio, anche telefonico, potrebbe chiarire ulteriormente quanto le ho scritto.
Con la più viva cordialità
Prof.
B. Fedi
Via
dei Colli n. 20 Terni
Tel.
0744/301217
Cell.
347/7426211
e-mail:
brunofedi@libero.it
CONVEGNO ASSISI
In tutta la storia dellumanità esiste un profondo contrasto tra ciò che gli uomini hanno detto, hanno dichiarato di voler fare e ciò che hanno fatto veramente. Esiste cioè un contrasto tra lastrazione e la concretezza; figuratamente, potremmo dire, fra il corpo e lo spirito. Il numero di coloro che non hanno presentato questa disarmonia, che sono stati coerenti con ciò che avevano detto, è sorprendentemente piccolo. Sembra quasi che lincoerenza, la menzogna consapevole, o inconsapevole, le alte dichiarazioni di principio e le azioni miserevoli siano state la norma, così da non meravigliare coloro che vedevano la differenza fra ciò che si dice e ciò che si fa. Gli uomini si meravigliano piuttosto dei rari casi di concordanza fra le parole e i fatti, così da far gridare, assai spesso, alla santità quando questo accordo appare evidente. La saggezza popolare, gli aforismi dei grandi uomini, rispecchiano fedelmente tutto questo: la ragione del cuore ci comandano più imperiosamente di due padroni, si che obbedendo alluno siamo infelici, obbedendo allaltro siamo sciocchi (Pascal); la parola è stata data alluomo per nascondere il suo pensiero (P. Vincent); molti vedono quello che tu pari e pochi capiscono quello che tu se(Machiavelli). Qualcuno pensa che, forse, uno stato patologico, la malattia in senso lato, possa essere un fattore di disarmonia. Non è così. La malattia è fattore di disarmonia se, per malattia, si intende quel cambiamento della base neurologica che milioni di anni fa ci fece acquisire una aggressività illimitata e non autoregolata verso il non-self. Questo cambiamento dalla situazione primordiale trasformò i cacciati in cacciatori. Questo cambiamento avvenne per una mutazione genetica, o a una serie di mutazioni: sarebbe dunque logico pensare che la disarmonia fra la concretezza e lastrazione, fra ciò che diciamo e ciò che facciamo, sia attribuibile alla nuova base neurologica, che è ormai da considerare normale per gli esseri umani. La causa della disarmonia, non può essere uno stato patologico banale. Si può pensare che Hitler sia stato quel mostro che realmente fu (comoda soluzione per milioni di complici!), perché schizofrenico e similmente potremmo pensare per Stalin, Mao, Pol-Pot, Idi Amin, Bokassa ecc. ecc., ma sembra un po forzato pensare che tutti i grandi faraoni, gli imperatori persiani, i re assiri, fino ad Alessandro, Cesare, Traiano, Federico I, Carlo V, Elisabetta, Caterina, Maria Teresa, fino a Mussolini, Franco, Pinochet, Videla, Ciausescu ecc. ecc. per citare solo i più classici mostri, siano stati tutti dei malati? Se ciò fosse vero, il fatto indicherebbe una bizzarra tendenza degli umani a scegliersi, come padroni assoluti, uomini ammalati e questo sarebbe già una forma di psicopatologia collettiva. E ovvio che tutti costoro, non erano dei malati, bensì normalissimi mostri ed è stata la loro normalità ciò che ha creato la disarmonia, fino a compiere le azioni più immorali. Statisticamente dovremmo dichiarare anormali i grandi maestri delletica, che sono stati coerenti con ciò che dicevano. Certamente sono stati anormali, se non altro per essere molto al di sopra della normalità etica dei loro tempi.
Che cosè dunque che crea la disarmonia tra ciò
che diciamo e ciò che facciamo? Cioè fra letica che è
stata elaborata in 5 milioni di anni (o almeno negli ultimi 2.500)
e le nostre azioni? Il primo fattore è
Bruno Fedi. M.D. Ph. D.
consultant pathologist in the
Professor
Fedi examines the problems of animals and nature from a
biological point of view. The evolution of mankind is a reality
not to be forgotten. Ramapitecus, more than five
millions years ago, means a victim, rather than a murderer. But a
long succession of mutations transformed mankind and the man
became the destructive creature whom we know. He elaborated, in
some millions years, a behaviour arisen by his genes, but also by
his culture. This culture partially strenghts genetic pulses;
partially is against them. But something did not change since the
prehistoric ages; the first principle written in our DNA is the
conservation of genes, that means conservation of mankind.
Mankind differs from all the other animals, because his instinct
of aggression is without any limitation, against nature and not-self.
A sort of tumoral behaviour. This fact is very dangerous; it is
not important if in my jungle the lion sleeps to night... or
becomes destructive, this fact is not dangerous for mankind and
nature. But the scientific knowledge of mankind is really
dangerous for everyone and everything. Any way, the man created
with the culture of violence, also a culture of non-violence.
Buddha, Ashoka the great, Gesù, Saint Francis, Ghandi and many
others cannot be forgotten. So, while destructivity increases, at
the same time, many men became conscious of this and
destructivity decreases, not in our genetic area, but from a
cultural point of view. We can not yet change our genetic pulses,
but we can know reality and must change our culture and educate
the others.
It
is better to know where to go, but not to know how, than to know
how, but not to know wher
Terni, lì 01.10.2005
Abbiamo
esaminato levoluzione dellIo dal punto di vista della
genetica e conseguentemente dal punto di vista antropologico.
Levoluzione dellIo è stata diversa in Oriente ed in
Occidente. Non per quanto riguarda i corpi fisici, ma per quanto
riguarda la mentalità, i comportamenti, che sono diversi in
Oriente ed in Occidente. E ovvio che ciò dipende
dallevoluzione culturale, però anche dalla base
neurologica. Alla base della evoluzione culturale occidentale ci
sono stati:
1. latto di
contare. Siamo cioè una civiltà che misura, una
civiltà che conta;
2. il principio di non
contraddizione (nessuna parte di un ragionamento può
essere in contrasto con altre, o con il concetto di base; nessuna
parte, o lintero ragionamento, possono essere in contrasto
con quanto si conosce già);
3. il principio di
verificabilità sperimentale;
4. il principio di
confutabilità.
Abbiamo
dunque in Occidente una civiltà che almeno cronologicamente è
figlia di quella orientale (basti pensare ai numeri, che abbiamo
derivato dalla civiltà indiana e lastronomia), ma diversa
da quella da cui è originata.
Tuttavia
qualcosa è uguale in Oriente ed in Occidente.
Il
primo principio scritto nel DNA di orientali ed occidentali è il
principio di sopravvivenza, che implica indirettamente quello che
comunemente si chiama: il principio del più forte.
Da
questo principio discendono direttamente tutte le strutture
sociali autoritarie e violente. Infatti anche gli indiani hanno
creato regni ed imperi basati sulle guerre di conquista, cioè
sulla violenza. Anche i cinesi si sono ritenuti così superiori a
tutti gli altri da chiudersi per molti secoli in un isolamento
che li ha portati allinferiorità tecnologica, da cui
stanno uscendo. Anche i giapponesi hanno stabilito in epoche
ormai lontane, che luomo giapponese è il padrone del
creato. Notare: luomo giapponese, non la donna
giapponese! In Occidente i romani hanno chiamato barbari tutti
coloro che non appartenevano alla Repubblica Romana; i tedeschi
hanno continuato a credere fino al 1945 di essere un razza
superiore. Contro la stupidità umana anche gli dei sono
impotenti! Questa stupidità è costata, solo nellultima
guerra, cinquanta milioni di morti.
Questo
principio di violenza genetica e di stupidità culturale, può
essere moderato dalla cultura, ma non annullato. Da Budda al gran
re Ashoka gli orientali hanno preceduto gli occidentali nel
comprendere che la violenza genetica o culturale che sia non può
essere il principio regolatore del comportamento dei singoli e
della società. Formalmente anche gli occidentali hanno accettato
questo principio di non violenza, accettando linsegnamento
di Jesus, ma in pratica il principio applicato è sempre rimasto
quello del più forte. La differenza fra Oriente ed Occidente è
stata solo culturale. La società occidentale, basta sul contare,
è stata più efficiente scientificamente e quindi anche
economicamente e quindi anche militarmente, per alcuni secoli. In
Occidente lo sviluppo della base neurologica e dellIo ha
portato ad una società predatrice, organizzata sulla
sopraffazione, che si è esercitata sulle donne (primo oggetto di
scambio fra gli uomini; cioè donne considerate oggetti); sugli
uomini (trasformati in schiavi e successivamente, anche
attualmente, in forza lavoro, oppure in:
fruitori del sistema); sui diversi (diversi per
colore della pelle, per religione, per costumi e abitudini varie).
Qualunque diversità è stata usata come pretesto per trattare
come oggetti o almeno come inferiori i portatori della diversità
stessa. Questi comportamenti sono stati razionalizzati
dichiarando che i diversi non erano uomini. Ovviamente, questa
spiegazione è una pseudorazionalizzazione: è un concetto
ridicolo e grottesco. La scienza ha oggi cancellato queste false
spiegazioni, ma il principio di violenza è sopravvissuto:
1. nella ricerca (che viene
compiuta sugli altri animali o su popoli più poveri degli
europei. Animali e popoli che vengono trattati come oggetti);
2. nellalimentazione (anche
qui gli animali sono trattati come oggetti, come carne, non come
esseri viventi; i popoli più poveri sono sfruttati fino alla
morte per fame);
3. nella struttura sociale (che
distingue i ricchi, individui o popoli che siano, ed i poveri).
Mi
limiterò a parlare della ricerca biologica e
dellalimentazione.
In
Occidente la ricerca biologica ha avuto uno sviluppo spettacolare;
si è industrializzata e massificata. Ha pensato di aver trovato
laboratori biologici già pronti, senza bisogno di costruirli,
negli animali, considerati oggetti di sperimentazione. Sono stati
effettuati esperimenti e ricerche assurde: per esempio è stata
sperimentata la resistenza della colonna vertebrale umana
piegando cani vivi, fino alla rottura della loro colonna
vertebrale. Osservazioni già compiute sugli uomini sono state
ripetute su altre specie animali, senza rendersi conto
dellassurdità del comportamento. Si è cioè sperimentato
sugli animali e trasferito sulluomo il risultato in modo
acritico e diretto. Questo tipo di scienza è stata crudele;
questo tipo di scienza si è proclamata indipendente
dalletica, il che vuol dire amorale. Questo tipo di scienza
è dipesa, invece, con tutta evidenza dalleconomia (cioè
dalle multinazionali). I crudeli mezzi impiegati sono stati
giustificati dai fini, senza tener conto che questi fini erano di
per sé inaccettabili, perché erano liperproduzione ed il
consumismo. Qualunque cosa diventa dannosa se viene prodotta
illimitatamente: cè un aspetto qualitativo ed un aspetto
quantitativo anche nel produrre dei beni.
Per
esempio la ricerca biologica è certamente una buona cosa; la
ricerca porta concretamente alla produzione di farmaci. Anche
questi ultimi possono essere una buona cosa, ma il loro uso
indiscriminato può avere effetti nefasti: per esempio portare
allantibiotico resistenza. La ricerca finanziata da
multinazionali può portare alla rivendicazione di brevetti e
conseguentemente a negare luso di questi stessi farmaci ad
interi popoli che ne hanno un bisogno assoluto. Il risultato di
questi fatti è che molti sono morti e molti moriranno, anche se
la ricerca scientifica non è certo un male.
Dunque
la ricerca effettuata con crudeltà è priva di moralità; cresce
senza limitazioni, così come in biologia fanno i tumori; dipende
da ragioni economiche e da forze economiche; trasferisce
alluomo risultati inesatti ed incerti ottenuti sugli altri
animali (gli altri animali, essendo geneticamente diversi
dalluomo, non possono dare risultati uguali a quelli
ottenibili sulluomo). Questultimo concetto (il
trasferimento dei risultati alluomo) è la ragione dei
disastrosi effetti collaterali registrati negli ultimi anni (il
Viox, da solo, ha provocato 28 mila morti!).
Gli
orientali però hanno avuto una mentalità diversa ed hanno
seguito altre vie diverse da quelle degli occidentali. Non sono
arrivati precocemente alla massificazione delle metodiche di
ricerca su animali. Tuttavia molti di loro hanno studiato in G.B.
ed USA ed hanno così riportato in patria il modello di vita
occidentale. Permettete che vi dica che io spero con tutto il
cuore che almeno gli indiani non abbiano copiato le aberrazioni
delloccidente.
Laltro
aspetto della società di cui voglio parlarvi è
lalimentazione.
Luomo,
occidentale o orientale, ha distrutto per millenni le foreste per
ottenere terre coltivabili. Queste terre hanno prodotto molto
cibo e la popolazione umana è aumentata notevolmente. Tale
aumento ha creato la necessità di ancora più cibo; dunque la
necessità di più terre coltivabili ed ancora meno foreste.
Tuttavia, fino al XIX secolo, luomo ha usato soltanto
lenergia solare e soltanto concimi naturali per coltivare
le terre ottenute dalla distruzione delle foreste. Non ha quindi
alterato gravemente lecosistema. Oggi però, usa il
petrolio (sono necessarie alcune migliaia di calorie per ottenere
un Kg di carne). Luomo ha usato anche concimi chimici e
farmaci per lagricoltura e per gli animali. In Italia, in
certi luoghi, si arriva quasi a
Tutto
questo in un mondo in cui un miliardo e mezzo di persone soffre
la fame, senza che lopinione pubblica occidentale sia
informata che mangiando carne uccide gli altri uomini e fa
ammalare i mangiatori di carne (lalimentazione carnea è
direttamente o indirettamente responsabile di un numero di morti
allincirca uguale a quello provocato dal fumo di sigarette).
Uno studio dellOMS ha dimostrato che il solo raddoppio del
consumo di frutta e verdura ridurrebbe di 1/3 il numero di morti
per tumori. Dunque per ottenere questa ecatombe di uomini, viene
praticata prima una ecatombe di animali. Il numero degli animali
macellati ogni anno è molti miliardi.
Che
cosè tutto questo, se non lapplicazione del
principio primordiale di violenza alla ricerca ed
allalimentazione?
Questo
principio di violenza, che pervade la civiltà occidentale, può
essere fatto proprio dai popoli emergenti per imitazione, perché
la genetica, orientale o occidentale che sia, non può per adesso,
essere cambiata. Tuttavia le nostre cultura sono diverse: se voi
indiani prenderete nuove strade scientifiche, conserverete le
vostre abitudini alimentari tradizionali; percorrerete nuove
strade sociali, che non siano la ricerca della produzione
illimitata, la ricerca del successo economico e della
sopraffazione sui più deboli, a qualunque costo, potrete essere
gli autori di un nuovo rinascimento come lo fu il Rinascimento
italiano nel XV secolo. Un articolo della vostra Costituzione,
unico fra tutte le costituzioni, che è ispirato alla non
violenza sugli altri animali, fa sperare anche noi occidentali.
Voi potete essere la speranza del mondo.
Inizialmente pensai solo allimportanza della ricerca, della scienza, dei metodi usati. Poi mi resi conto che questo era strettamente legato alletica. Questultima era la premessa e la conseguenza della ricerca, della scienza, dei metodi. Mi resi conto che il probabilismo del principio di Heisenberg si applicava anche alle cose, agli avvenimenti, ma anche del fatto che tutto lesistente rispetta esattamente le stesse leggi. Questo mi spinse ad essere, anche nelletica, più possibilista, forse più tollerante, ma secondo la moda attuale, un pericoloso relativista. Finalmente compresi la non assolutezza delle cose, dei concetti, la loro continua evoluzione nello spazio-tempo. Etica e ricerca sono legate fra loro in modo non assoluto, bensì mutevole, sono legate con modalità e stati che evolvono. Levoluzione stessa è legata alletica e dipende dalletica: la stessa cosa avviene con la ricerca. Sono tutti aspetti di una realtà probabilistica, in cui, a queste tre dimensioni, se ne aggiunge una quarta: il tempo, interconnesso con le precedenti.
Letica non è sorta come tale, ma come esigenza primaria per la nascita delle prime società. Letica primordiale fu una serie di prescrizioni, o di tabù, che tendevano a creare, o a rafforzare una situazione di vita comune fra famiglie o gruppi diversi. Si trattava di prescrizioni che erano strettamente legate alla struttura sociale (familiare, per clan, per gruppi etnici, per orde composite, ecc.), alle credenze religiose e ad altre conoscenze tecniche e scientifiche. Ciò che era permesso, cioè ciò che era considerato etico, dipendeva da osservazioni che avevano dimostrato lutilità, o al contrario, la dannosità. Le prescrizioni etiche della famiglia, o del clan, permettevano laggregazione di chiunque non ne facesse parte, la creazione di nuove strutture sociali sempre più numerose e complesse. Questo comportava delle regole, per esempio di tipo sessuale: le donne non potevano essere di tutti, per evitare i conflitti entro i singoli clan. Per le stesse ragioni, il comando non poteva essere di tutti: questultimo doveva essere affidato ai più forti, cioè agli uomini. Si creò così una struttura gerarchica, forzatamente di tipo autoritario. Le regole riguardavano vari aspetti della vita: per esempio la proprietà, oppure lautorità, oppure lincesto. Questultimo poteva essere permesso ed, in certi casi, molto più avanti nei tempi storici, poteva essere addirittura la regola (i faraoni dEgitto). In taluni gruppi, si creò una struttura matriarcale, con la trasmissione, anche in epoche ormai storiche, persino dei nomi delle famiglie, in linea femminile. Con laumentare della complessità dei gruppi, losservazione pratica, cioè lalto numero di insuccessi nella generazione dei figli, spinse gli uomini a considerare non etici i rapporti sessuali fra consanguinei. In linea generale, in epoca preistorica, letica fu identificata con la religione e con i suoi precetti, o tabù. Il fatto è in un certo senso, ovvio: letica non poteva essere stabilita in base a conoscenze scientifiche che non esistevano: era etico ciò che lo sciamano dichiarava tale. Contemporaneamente letica fu anche identificata con lobbedienza ai capi. Letica fu dunque autorità basata sulla forza (dei capi), ma non solo su questa: letica divenne frequentemente il principio che razionalizzava la forza, fornì la giustificazione della forza, per mezzo dellautorità degli sciamani, o dei sacerdoti. La forza servì dunque ad imporre letica che divenne sempre più autoritaria. Si creò così un circolo vizioso fra lautorità morale dei sacerdoti e la forza concreta dei capi da un lato, mentre dallaltro letica rafforzava lautorità e la forza che sacerdoti e capi imponevano. Limposizione a rispettare certe prescrizioni principali, prima verbalmente, poi per scritto, durò un periodo lunghissimo: praticamente tutta la preistoria. La lunghissima durata di questo periodo, portò alla perdita delle motivazioni iniziali delle prescrizioni e quindi portò a dimenticare le ragioni stesse delle prescrizioni, mentre non si dimenticò il metodo autoritario che era stato impiegato. La società che troviamo allinizio dei tempi storici è già dunque un organismo complesso, frutto di milioni di anni di evoluzione antropologica, poi di centomila anni di preistoria, che si evolverà ulteriormente in settemila anni di storia conosciuta. Recenti scoperte, hanno spostato la comparsa della razionalità nel pensiero e nel comportamento, assai indietro nel tempo prima della comparsa presunta dellhomo sapiens (Le scienze agosto 2005). Negli ultimi settemila anni si sono formati alcuni modelli sociali, mentre prima esisteva una situazione più uniforme. La società primitiva, dovunque sia stata osservata e studiata, è ancora oggi uniformemente caratterizzata da un forte spirito comunitario e da scarso senso di proprietà. I membri di queste società tribali, spesso vivono in capanne comuni, senza che sia nato ancora il diritto di proprietà, come noi lo intendiamo oggi. Tutto è di tutti, con limitate eccezioni per gli oggetti personali. Per esempio: la pelle con cui ciascuno si copre è personale, un ornamento è personale, ma non è strettamente personale uno strumento, per es. unascia, se in quel momento non è usata. Questa società, tuttavia, è autoritaria: gli ordini del capo non si discutono, specie se rafforzati dallo sciamano, che è la via di trasmissione dei tabù e degli ordini degli dei. Dunque, lo stesso sciamano ha una grande autorità, spesso maggiore di quella del capo. Da questo tipo di società sembrano direttamente discese anche alcune civiltà dei tempi storici. Per esempio, quella spartana, in cui le famiglie mangiavano insieme, non cera libertà personale, bensì decisioni che venivano prese da un gruppo dirigente, fortemente autoritario. Questo tipo di società era stato efficiente nella preistoria, per superare la scarsa capacità di difesa e di offesa del singolo individuo, per offrire migliore protezione e permettere la sopravvivenza dei singoli e dei gruppi. Dunque questa società autoritaria era stata tale per necessità. Questo descritto è però un modello sociale che offre pochi stimoli ai suoi membri. Nessuno è stimolato a costruire una capanna migliore di quella comune, in cui vive insieme con tutti gli altri. Questo tipo di società, in cui tutti sono uguali, non produce competizione fra i singoli e non li stimola. Forse non produce linvidia, ma neppure stimola a migliorare e non incoraggia lintraprendenza personale. Arrivati ai tempi storici, il modello descritto diventa assai meno efficace, che nella preistoria. Gli spartani, citati come esempio, erano così condizionati, così limitati dalla loro struttura sociale, che non produssero nessun filosofo, nessun poeta, nessuno scienziato, ma si limitarono a saper combattere, proprio come una tribù di un milione di anni prima. Anche nel mondo medievale e poi moderno, si sono riprodotti modelli che ricordano quello descritto. Sono modelli sociali che limitano la libertà e lintraprendenza dei singoli individui in ogni campo; modelli in cui si sono burocratizzate le attività e limitati gli stessi pensieri dei cittadini; quindi si sono limitate le capacità e linventiva di ogni singolo individuo. Si è così concretizzata una situazione paradossale: da unidea astratta, fondamentalmente buona: tutto è di tutti si ottiene il pessimo risultato di limitare lintraprendenza. Letica di questa società è soprattutto obbedienza a quanto deciso dal capo, qualunque cosa sia. Per esempio, in questo modello di società, può essere immorale la proprietà. Ciò che nella tribù primordiale andava quasi bene si è, però, adattato al mutare delle situazioni in modo progressivo, si è evoluto, anche perché, in società poco numerose, non era necessaria una burocrazia. Ma ciò che era il meglio nella preistoria, in società poco numerose, non poteva funzionare per società costituite da milioni di uomini, come nellantichità classica o ancora più tardi, perché in società così vaste cerano stati dei processi di specializzazione necessari per la gestione di gruppi complessi e numerosi. Era nata dunque una classe dirigente, spesso autoritaria, violenta, oppressiva, per la quale non era valida la regola tutto è di tutti bensì unaltra regola non detta: tutto è (o almeno è gestito) dalla classe dirigente. Ciascun singolo cittadino, in questa situazione, è ancor meno stimolato ad impegnarsi: il risultato è che tutto funziona (obbligatoriamente), ma tutto funziona male. Lautorità della classe dirigente, in questo stato di cose, investe anche la scienza, la ricerca. Le idee dei dirigenti, o del dirigente, decidono il destino dei singoli. Si arriva a situazioni paradossali: chi non sa decide al posto di chi sa. Lappartenenza ad un gruppo, vale più della capacità, della conoscenza, del sapere, del saper fare. Si arriva al punto di accettare principi assurdi, sia in campo scientifico (teoria della superiorità della razza; teorie pseudogenetiche di Lisenko), sia in campo filosofico o giuridico. Si accettano principi indimostrati, o contrastanti con quelli biologici noti. Il risultato è sempre disastroso, perché le leggi biologiche, non rispettano le leggi umane: sono le leggi umane quelle che debbono adattarsi a quelle biologiche e non il contrario. Il modello sociale, dunque, è sin dallinizio, dalla più lontana preistoria, caratterizzato da aspetti negativi. Questo modello, basato sullautorità, entra in crisi quando arriva a rinnegare i suoi principi ispiratori, inizialmente estesi a tutti, nella società primitiva e crea unélite autoritaria che tende ad esercitare, conservare ed esaltare i propri privilegi. Il che avviene alquanto frequentemente. Levoluzione del modello preistorico e successivamente storico, può avvenire però, anche in modo diverso da quello descritto. Levoluzione può avvenire, nel senso che oggi potremmo chiamare liberistico e che potremmo, forse, paragonare al modello ateniese, anziché a quello spartano. Ciò che domina è lindividuo, il quale si sviluppa, si evolve nel bene e nel male ed edifica una società dove la libertà di pensiero crea capolavori in ogni capo. Anche in questo modello esistono difetti, che diventano evidenti col tempo. Lindividualismo, la scarsa solidarietà, imprimono una forte spinta disgregativa. Anche questa società ha aspetti negativi, dunque, alla sua origine, non impone idee scientifiche infondate, o contrastanti con leggi naturali, fisiche o biologiche, ma la creazione di una classe dirigente avviene lo stesso. Questa classe tende ad acquisire e a conservare dei privilegi. Non viene dunque scoraggiata lintraprendenza, non vengono imposte idee assurde, ma la situazione sociale, rende inutili perfino alcune scoperte scientifiche di quel periodo. Per esempio, Erone scopre il principio che sarà alla base dei motori a reazione, ma che solo 2000 anni più tardi troverà applicazione. Alla scoperta del principio, non segue alcuna ulteriore esperienza e tantomeno alcuna applicazione pratica. Non si costruiscono neppure dei banali mulini a vento, perché la società schiavista di quellepoca rendeva queste strutture economicamente non convenienti.
I primi filosofi, padri della nostra civiltà, erano alloscuro di quanto oggi sa qualunque persona, anche poco colta. Non conoscevano la chimica, la fisica, la biologia, levoluzione ecc.. Dunque cominciarono a ragionare sul poco che sapevano e levoluzione del loro modo di pensare (la logica, il principio di non contraddizione, la riflessione sulla natura e sulle sue leggi) ha portato alle conoscenze attuali. La loro grandezza è aver stabilito un modo di ragionare. Non per questo tutto ciò che dissero era ed è rimasto giusto. Per esempio: Eraclito intuisce che la materia è costituita da particelle elementari piccolissime e che queste, arrivando a noi ce la rendono percettibile. E vero, ma solo in parte. La conclusione logica di Eraclito era che la realtà non è ciò che appare: dunque non è vera. Lintuizione, invece, che tutto scorre, anche se il significato non è quello che noi intendiamo oggi, è vera. Platone, allopposto, non pensa a particelle, non pensa ad un fluire continuo, ma nota come la realtà apparente e la realtà concreta, possano essere diverse. Dunque nulla è come appare. Molti guardano la stessa cosa, ma vedono cose diverse. La stessa cosa appare addirittura diversa, nei diversi momenti. Losservazione influenza il fatto, o loggetto osservato. Dunque, spazio, tempo, osservatore, influenzano il risultato dellosservazione. Oggi potremo chiederci se lelettrone, che si trova contemporaneamente in due punti diversi, esiste come elettrone, o come più elettroni contemporaneamente. La materia esiste, o esiste come probabilità di esistenza, in un dato luogo e tempo? Dovè finita lantimateria? La materia esiste, regolata da leggi che ormai conosciamo a livello macroscopico e da leggi quantistiche, che sono diverse dalle precedenti, a livello submicroscopico. Certo è vero, come Eraclito pensava, che tutto fluisce. Certo è vero, come pensavano Parmenide e Platone, che nulla è come appare, o che, non sempre la realtà è ciò che sembra, come dichiara Aristotele. Oggi noi sappiamo che la realtà è probabilità di esistenza. In questo quadro si inserisce il concetto di Darwin. La realtà è un divenire. Tuttavia questa nuova idea, questa mutazione del modo di pensare tradizionale è ben lontano dallessere applicato nella nostra società e così pure i concetti relativistici di Einstein. Ancora oggi persone che occupano posti di grande rilievo, affermano lesistenza di verità assolute, valide in ogni tempo e in ogni luogo e tentano di applicare la loro verità alla scienza ed alla vita sociale. Il divenire di Eraclito, levoluzione di Darwin, la relatività di Einstein, il principio di indeterminazione di Heisenberg, sono concetti che la loro mente non sopporta. Forse è il momento che questi concetti intollerabili, vengano acquisiti ed applicati alla filosofia, alla religione, alletica, alla scienza, alla società. Siamo sullorlo di un grande cambiamento.
Agli albori della storia letica delluomo di Ninive, o di Gerico, è certamente rozza, autoritaria, illogica, anche se in epoche remote, ma già storiche, si trovano grandi esempi di singoli uomini che hanno intuito e praticato unetica superiore, più idealistica, non legata solo a prescrizioni pratiche aventi lo scopo di consentire il funzionamento di strutture sociali complesse. Alcuni di essi edificarono costruzioni filosofiche o religiose avanzate rispetto ai loro tempi e, forse, anche ai nostri. Non possiamo dimenticare il re di Maleth, il re Ashoka, Siddarta. Tuttavia, siamo costretti ad ammettere che la comparsa diffusa di un metodo nuovo di ragionare e, quindi, di un nuovo stile, compare con i greci. Ciò che compare con loro è la logica, il ragionamento. Il fattore che determina le scelte non è più limposizione autoritaria, la rivelazione da parte di Dio, oppure la tradizione, bensì il pensiero logico. I greci ragionano su tutto quindi anche su cosa sia morale o immorale. Ciò che di loro è arrivato fino a noi ne è lesempio evidente, ma è chiaro che non solo i filosofi, bensì molti cittadini ragionano allo stesso modo. Gli esempi sono tanti: da Antistene a Democrito, da Agesilao ad Anassagora ecc.. Il metodo di ragionare, il tentativo di arrivare a risultati logici non cambia con i singoli individui, anche se si giunge a concetti tra loro diversissimi. Mentre dunque letica iniziale degli ominidi era molto vicina alle leggi naturali (legge di sopravvivenza dei singoli e legge di sopravvivenza del gruppo) fu poi una serie di imposizioni e di tabù, ciò che rese possibile la convivenza. Letica greca e successivamente ellenistica, quindi in tutto il mondo antico a noi più vicino, scaturì invece, dal ragionamento, dalla potenza del pensiero. Che molti ragionamenti fossero fallaci, o conducessero a risultati illogici, non meraviglia, essendo basati su conoscenze scientifiche elementari, ma questo è solo un aspetto del problema. Il fatto innovativo principale era il ragionamento logico con le conoscenze scientifiche che si cominciavano a raccogliere, oppure con le necessità pratiche (obbedire agli ordini dello stato). Il ragionamento logico e letica che ne derivava, non si occupavano, invece, degli dei ed i rappresentanti di questi ultimi (i sacerdoti) non si occupavano della filosofia dei vari pensatori. Nessuno si prese la briga dindagare se Platone credesse in Zeus, oppure no; né tantomeno i sacerdoti di Zeus, o di Dioniso, pensarono di mettere sotto accusa Diogene per le sue scelte etiche e di vita. La condanna della proprietà, del matrimonio, della schiavitù, il ritorno alla natura, luguaglianza fra gli uomini e gli altri animali di Antistene e poi di Diogene, sono idee che nessuno perseguitò, perché il metodo era stato quello di tutti: ragionare logicamente. Neppure le degenerazioni di questo metodo e di queste idee, da parte di alcuni discepoli dei filosofi citati, fu perseguitata. La loro dottrina etica investiva già allora molte ingiustizie: dalla schiavitù alla condizione degli animali, ma non si diffuse, come avvenne poi per il Cristianesimo. Lidea etica era scaturita da un ragionamento logico, ma non forniva agli uomini una speranza vera, esplicita, in questa vita e neppure una speranza in una vita futura. Fu dunque unidea etica come tante, come quella degli scettici o degli stoici. In taluni casi, questi ragionamento caddero nel dogmatismo (per esempio gli scettici: a loro si deve il dogma che nulla si può sapere, anche se questultimo è esso stesso un dogma. Non solo è un dogma, ma è anche un paradosso: se nulla si può sapere sappiamo almeno questo, cioè che nulla si può sapere). Dalla rovina, per corruzione interna, del mondo antico nasce quello medioevale e da questultimo, la società moderna occidentale. Nasce una sorta di liberismo temperato, o radicale; in alcuni casi nasce un puro collettivismo, talora nascono insieme entrambe le cose. Questultima soluzione sembra una formula magica, ma non lo è. Contiene in sé i difetti del liberalismo e del collettivismo, piuttosto che i pregi.
Talora i modelli sociali degenerano nellautoritarismo, talora nel professionismo politico, oppure nellassistenzialismo, come attualmente in Italia, dove si aiutano finti invalidi, finti malati, ma assenteisti veri, premiando così i peggiori e rendendo il sistema molto ingiusto per tutti. In sostanza, si attua una selezione alla rovescia, premiando ciò che cè di peggio, nel privato e nel pubblico. I finti amministratori della cosa pubblica, che non sanno, non sanno fare, però gestiscono, diventando autentici parassiti della società. Nonostante ciò ottengono le poltrone su cui siedono, generalmente a vita, attraverso la manipolazione del consenso degli elettori, cittadini ignari che li ritengono non pericolosi, perché assistono appunto finti invalidi e perché, gli amministratori spesso sono caratterizzati dagli stessi difetti comuni a quasi tutti, dunque, sono simili ai cittadini comuni. Si crea una società che arriva a dichiarare il profitto: una variabile indipendente dellazienda. Cioè lazienda non deve essere produttiva, secondo questa concezione, ma elargire semplicemente stipendi. Oppure si arriva a depenalizzare truffe certe, per esempio il falso in bilancio. Cioè si arriva ad autorizzare e a stimolare alcuni tipi di truffa, perpetrati solitamente dai ricchi nei confronti dei poveri. In poche parole si stabilisce il principio che essere ricco significa essere al di sopra della legge, è una condizione dunque auspicabile ed in senso lato è una condizione etica. Si crea così una situazione paradossale: da un lato, un gran numero di persone che riceve senza dare, come la plebe romana nel periodo imperiale. La ricchezza dellimpero, che aveva sottomesso tutti, era tale che la plebe non combatteva più, con lo spirito unitario delle primitive tribù romane, non lavorava, ma riceveva lo stesso panem et circenses. E così è avvenuto anche attualmente. Si ricevono stipendi senza lavoro, sussidi, pensioni non meritate e spettacoli gratuiti che servono al controllo sociale. Basti pensare allo spettacolo giornaliero della televisione o a quelli degli occasionali atti di violenza negli stadi, tipici anche della decadenza romana. Anche oggi, come in epoca romana, un gran numero dei presenti negli stadi ha ricevuto biglietti omaggio. Accanto a questa categoria di persone, pronte a votare per chiunque assicuri la continuazione delle elargizioni, si crea una seconda categoria: quella dei più ricchi, al di sopra delle leggi, autorizzati, o almeno mai puniti, per le loro truffe, nonché quella dei politici e degli amministratori a vita, che non hanno fatto neppure un giorno di attività produttiva, ma che vanno in pensione solo quando vengono abbandonati dalla vita stessa. Questo avviene non in un partito, ma in tutti, nella società in cui viviamo.
Dunque letica riguarda, nella preistoria regole pratiche che permettono la convivenza, la creazione delle società primitive. In epoca storica, con i greci, si comincia ad indagare la natura; è lalba della scienza che rende filosofi i primi scienziati, da Eraclito, a Pitagora, ad Aristotile. Nel mondo ellenistico e romano, letica riguarda soprattutto i rapporti fra i cittadini, oltre che tra cittadini e stato. Letica fornisce un modello di vita con gli stoici, gli epicurei, cioè con Lucrezio e Plotino. Ma irrompe una nuova etica, un nuovo modello di vita e di società: letica cristiana. La filosofia e letica laica si confrontano per secoli con quella cristiana, finché sembra che questa abbia tutto sommerso, tutto permeato. Tuttavia, con levolvere della società tardo romana e poi medievale, rinasce la scienza. Con il rinascimento, cè una eccezionale fioritura di genialità, prima in Italia, poi in tutta Europa e con la nuova scienza, anche nuove concezioni etiche e sociali, si affermano. Da allora letica si confronta con il Cristianesimo, ma soprattutto con la scienza, con i limiti della conoscenza e con i metodi scientifici. Letica fornisce modelli di vita, ma soprattutto valuta, indaga i limiti della ricerca scientifica, anche se nascono correnti che esplorano laspetto sentimentale, anche se si esplorano i rapporti fra individui e stato e fra classi sociali. I nuovi scienziati sono diversi dagli antichi, ritenuti soprattutto filosofi. I nuovi scienziati non hanno tempo di elaborare loro proprie concezioni generali, perché sono totalmente presi dalla loro alta specializzazione. Sono invece gli studiosi di filosofia, coloro che traggono conclusioni generalizzanti dalle scoperte scientifiche che si susseguono a ritmo vertiginoso e rendono letica precedente totalmente obsoleta. Ogni scoperta pone il problema dei possibili usi, dei limiti non superabili e dei mezzi che si possono usare. Si crea il problema della scienza in toto, si scopre che il caso e la necessità, i quali regolano le mutazioni genetiche, valgono anche per la filosofia, anche per letica, anche per la società. Si scopre che il principio di indeterminazione e le leggi quantistiche possono essere valide per letica. Questa stessa è, in termini genetici, una mutazione della filosofia moderna, che si adegua alle scoperte della fisica e della biologia. B. FEDI
CONVEGNO
CAMPIDOGLIO 2005
I SETTE
PROBLEMI PIU IMPORTANTI
COLLEGATI AL
CONSUMO DELLA CARNE
ESISTEMOLOGIA
DELLE CATASTROFI
Signor Presidente, Signore e Signori,
per risolvere i problemi
bisogna conoscerli. Sapere qual è
Il
problema dei problemi, per tutto ciò che esiste, cioé per i
viventi, è continuare ad esistere ed il mezzo per ottenere
questo è conservare lequilibrio fra specie viventi ed
ambiente. Noi umani continuiamo ad esistere perché siamo stati
una mutazione dagli ominidi e dai preominidi, in accordo con
Lantropocentrismo però, al momento attuale viene contestato. La scienza faticosamente acquisita ha dimostrato che lantropocentrismo è falso. Alla mentalità antropocentrica, nel corso della storia, molte religioni hanno dato contributi fondamentali, razionalizzando i principi di violenza sui diversi. In concreto molte religioni hanno appoggiato governi costituiti e la loro violenza, hanno giustificato il nazionalismo, il patriottismo, la difesa pura e semplice dei propri costumi ecc. il detto notissimo: Dio, patria, famiglia, non è casuale. In buona sostanza è stata difesa la distruttività, il piacere di avere potere, il piacere di possedere, quindi è stato difeso un certo stile di vita. E stata difesa la società dellavere (Fromm). Ciò che Fromm non dice, nella sua splendida analisi è però, che la società dellavere è la conseguenza della distruttività sullambiente, sugli altri uomini, sul non-self.
In epoche più recenti di quelle degli australopiteci, ai concetti di dominio sugli altri, di proprietà, di potere temporale che è stato dato da Dio ai re, si sono sostituiti, ma in qualche caso si sono aggiunti, i concetti del potere economico. Questo potere si concretizza attraverso il produttivismo, il conseguente consumismo, lespansione che viene considerata illimitata ed infine attraverso la priorità assoluta delle leggi di mercato, contro le quali molte voci si sono levate. Negli ultimi anni anche Papa Woityla ha parlato contro tale concezione della vita.
Abbiamo visto che letica non è nata dal nulla: la radice di tutto è la distruttività ed i mezzi impiegati sono letica ed uno pseudo utilitarismo immediato e momentaneo. La distruttività spiega facilmente le guerre, ma spiega anche il desiderio di dominare gli altri, il desiderio di possedere e conseguentemente lo sfruttamento dellambiente e lo schiavismo degli uomini. Questi ultimi sono la causa della fame, della sete, delle migrazioni, delle malattie, di ulteriore sfruttamento, di povertà e ingiustizia sociale, di inquinamento ed infine dei cambiamenti climatici che chiudono un complesso circolo vizioso. Dunque tutto dipende dalla distruttività che agisce attraverso letica, dalla quale dipende lo sfruttamento: in buona sostanza dipende dallapplicazione del principio del più forte che tutti applicano in natura perché biologico e dal principio di è autolimitato. Nelluomo questo principio manca di limiti ed è razionalizzato, rafforzato dallantropocentrismo. Nelluomo la capacità di produrre armi trasforma la sua distruttività, che sarebbe modesta, in una distruttività globale. Per la soluzione dei problemi globali non basta che i principi sopraddetti non vengano più applicati, almeno teoricamente, agli uomini con diversi colore della pelle, o con diversa religione: per autodistruggerci è sufficiente la distruzione della variabilità genetica. Ma se a questo fatto si aggiunge la capacità di produrre elementi nuovi, non esistenti in natura, attraverso le scoperte della fisica atomica, la capacità di produrre sostanze nuove non esistenti in natura (il polipropilene ecc. ecc.) e addirittura organismi viventi nuovi (OGM), la distruttività umana viene esaltata enormemente. Tutte queste capacità, come se non bastasse, vengono combinate ed esaltate dalle leggi di mercato che rendono inutili le conquiste militari come nei secoli scorsi. Lacquisizione dei brevetti è sufficiente per dominare tutti gli altri, mentre perché tutti coloro che sono concretamente sottomessi ai possessori dei brevetti vengono tenuti tranquilli dai mass-media: attraverso il calcio, San Remo, programmi di quiz, veline più o meno svestite ecc..
Ho tracciato un quadro pessimistico: la base neurologica umana non si può cambiare. Ma la cultura e letica si possono cambiare. Conseguentemente si possono cambiare gli stili di vita: evitare la distruttività e lo sfruttamento, evitare le catastrofi, cioé la fame, la sete, le migrazioni, lo schiavismo ecc.. Non possiamo limitarci a chiedere che buoi agnelli o cavalli siano macellati con più umanità, non si può procedere a piccoli passi, perché questa politica richiederebbe altri 10 mila anni. Non riuscirebbe. Dobbiamo chiedere un radicale cambiamento etico: dobbiamo chiedere la rinuncia a due principi biologici che sono veri e propri fossili di comportamento per luomo moderno e risalgono alle primi origini della vita: il principio del più forte ed il principio di diversità. Dobbiamo chiedere, parlare, scrivere tutti contro un principio culturale che la scienza ha dimostrato infondato: il principio antropocentrico. Non possiamo comportarci oggi con le conoscenze ed i mezzi dellera spaziale come gli australopiteci della Great rift Valley.
CONVEGNO DI BOLOGNA
Cosè
che vogliamo cambiare? Cambiare alcune procedure, o qualche test,
o addirittura non cambiare nulla, ma fingere di aver cambiato
molto? Questa è inerzia metodologica, come dice il Prof.
Lorenzini dellI.S.S.. Oppure vogliamo cambiare letica,
conseguentemente cambiare i comportamenti, le abitudini, le leggi,
la ricerca, fare cioè ciò che
GLI ANIMALI NELLA VISIONE ANTROPOCENTRICA
DELLUOMO TECNOLOGICO
La nostra società non è solo antropocentrica, anche se questo è il fatto fondamentale. E una società basata sul ragionamento logico, tecnologizzata, ma anche superstiziosa, egoista, disinformata (spesso disinformata ad arte), consumistica, dissipativa, distruttivista, liberista anarcoide, violenta, geneticamente portata allinganno e alla sopraffazione. Con tutte queste encomiabili virtù, tuttavia produce ricchezza per chi considera gli altri, il non self, in primo luogo gli altri animali come cose, cioè come mezzi per ottenere potere o denaro. Allevatori, cacciatori, trasportatori, venditori, macellatori, mafiosi, produttori di droghe, di strumenti, di mangimi, fertilizzanti, pesticidi, le deodoranti, lettiere, guinzagli, cappottini, vivono e si arricchiscono con comportamenti crudeli, considerando gli animali dei mezzi. Non si è creata unindustria, bensì un tipo di società, uno stile di vita, impostato sulliperproduzione, su bisogni creati artificiosamente, su vendite forzate, sulla disinformazione, sulla violenza palese o segreta e su una politica economica degli alti prezzi. Tutti i vari settori della nostra società sono intimamente legati. Per esempio: la produzione di antibiotici ed ormoni è legata allallevamento degli animali; lenergia è legata alla produzione agricola, la genetica agli OGM; la vendita dei cereali dei paesi poveri al commercio delle armi; la produzione alimentare è legata alla cultura e quindi allo sviluppo generale, quindi alle scoperte scientifiche e infine allassetto politico. Questultimo, a sua volta, può favorire certe produzioni, certi stili di vita, certe informazioni e quindi costituisce lultimo anello di una catena che chiude il circolo vizioso dei rapporti fra settori apparentemente indipendenti. Il legame fra tutti i settori è costituito dalla informazione, che spesso è disinformazione. I nostri bambini in poche ore giornaliere di televisione ricevono in media 20 mila spot annui, cioè 200 mila spot in dieci anni. Ovvio che la loro mentalità sarà condizionata da questa massa enorme di informazioni ricevute. Essi considereranno in modo diverso da noi per esempio la produzione di CO2 (quando passeremo da 380 parti per milione a 450, i poli fonderanno) considereranno in modo diverso i cambiamenti di clima. Eppure queste informazioni e questi dati sono intimamente legati alla produzione di acqua, alla fame, alle malattie, allincidenza dei tumori (l80% dei tumori è dorigine ambientale). Si può arrivare ad aspetti grotteschi: la società dissipativa distrugge le foreste, i polmoni della terra, ma produce miliardi di animali. Ogni animale, le mucche per esempio, producono quattro volte il loro peso in feci nel corso della loro vita ed unenorme quantità di CO2. Miliardi di tonnellate di feci inquinano il nostro mondo: per esempio nella Padania la quantità di feci è tale da essere equivalente alla presenza di 110 milioni di abitanti! Non solo: ogni americano produce 18 tonnellate di CO2 per anno; ogni europeo 12 tonnellate; ogni cinese 2 tonnellate e mezzo. Non ce ne accorgiamo, ma viviamo in un mondo sommerso da... inquinanti.
Tutte le professioni ed i settori che ho poco prima indicato, si oppongono a qualunque cambiamento perché disinformati. Il problema delloccupazione e linteresse egoistico dei singoli sono fattori di opposizione importantissimi. Basterebbero cambiamenti relativamente modesti per ottenere risultati strabilianti. Per esempio con un aumento del consumo di frutta si otterrebbe una fortissima riduzione, fino al dimezzamento dei casi di tumore. Ebbene, questo risultato potrebbe essere considerato dannoso per le industrie farmaceutiche, così come una cessazione brusca del consumo di carne renderebbe disoccupati milioni di lavoratori e provocherebbe grandi cambiamenti nellassetto politico che qualcuno catastroficamente prefigura in un nuovo Medioevo. Perfino una più lungimirante e morale legislazione nel settore degli animali da compagnia potrebbe eliminare il rifornimento continuo della popolazione dei randagi e potrebbe danneggiare dunque un gran numero di allevamenti, di piccoli esercizi commerciali. Dunque perfino una legislazione più etica troverebbe oppositori.
Il modello di vita attuale della società occidentale è solidamente basato su una società mercantilistica che continua quella dei secoli precedenti con la differenza che questultima tendeva a mantenere le popolazioni nellignoranza considerata mezzo di controllo; la società attuale controlla la situazione attraverso la disinformazione, la creazione di bisogni inesistenti e la spinta agli alti consumi ed agli alti prezzi. La società attuale si basa non sulle virtù ma sui vizi umani: la legge del più forte e cioè la sopraffazione (ingannare e truffare i fruitori del sistema, evitando gli eventuali rigori della legge per sé medesimi); la crudeltà, cioè lindifferenza verso le sofferenze altrui (si giudica dal risultato non dai mezzi che si sono usati per ottenerlo); legoismo (tutto il benessere la ricchezza e il potere per sé medesimi); la cecità (nessuna previsione del futuro, vivere nel presente; chiedere addirittura la libertà di procreazione irresponsabile). Questi sono i pilastri della società antropocentrica, che ha raggiunto il benessere con lapplicazione dei principi prima elencati. Ma la società occidentale non può continuare con gli stessi principi. Non può produrre altre macchine, o case e ricoprire il territorio, oppure mangiare il doppio e rendere tutti i cittadini obesi. Gli americani ci provano col cibo, gli italiani con le case. Si potrebbe pensare di estendere il nostro benessere al terzo mondo e vendere a questultimo leccesso di macchine, cibo ecc. ecc., ma non è possibile, perché la produzione di CO2 arriverebbe rapidamente a 450 parti per milione ed i poli fonderebbero. E evidente che con questo modello, noi abbiamo basato il nostro benessere sul furto al terzo mondo, che non possiamo portare al nostro livello di benessere; sulla crudeltà di comportamento nei confronti degli animali e non solo degli animali. Tutto questo porta ad un equilibrio instabile che è stato spezzato dalla presa di coscienza che anche senza una guerra totale, ma semplicemente con attentati, col terrorismo, una parte del terzo mondo può danneggiare gravemente quello industrializzato e addirittura può invaderlo[1]. Il mondo industrializzato funziona in quanto basato su uno stile di vita, su una concezione che non tiene conto della evoluzione rapida dellambiente e della società, ma non tiene conto neppure dellevoluzionismo come fatto scientifico. Questo porta gli occidentali a ragionare ed a comportarsi come 2000 anni fa, anzi come 2 milioni di anni fa, cioè a tenere un comportamento fossile. Levoluzionismo, la consapevolezza dellimportanza del fatto scientifico, di cui bisogna tener conto in tutto, anche nella valutazione di un ovocita o di uno spermatocita è uno dei fondamentali apporti del movimento animalista alla società (B. Fedi. Tesi di specializzazione in bioetica. Univ. Cattolica di Roma, 1996). Tuttavia di questo fatto fondamentale, nessuno si cura. Meno di tutti se ne cura lunica forza innovatrice che 2004 anni fa tentò di cambiare il mondo, ma che oggi sembra vivere in un eterno presente e ammette solo la possibilità che a questa granitica situazione, delle sue eterne scritture si possano dare solo interpretazioni diverse. Questo è, di fatto, negare il principio di non contraddizione, su cui è basato tutto lo sviluppo del ragionamento occidentale. Laffermazione più grottesca, che nega apertamente il principio di non contraddizione è la pretesa di infallibilità, perché questa prevede addirittura il futuro, prevede che non esisterà alcuna evoluzione, alcun cambiamento, non per 10 o per 100 anni, bensì in eterno. Affermazioni infallibili sostituite dopo non molto da altre affermazioni opposte, ma altrettanto infallibili, violano il principio di non contraddizione.
Chi guadagna da tutto questo? Finora il mondo industrializzato, ma non certo gli animali e il terzo mondo. Ci hanno guadagnato i bianchi, i ricchi, chi appartiene a certi gruppi o a certe consorterie, ma non i poveri, gli uomini di colore, gli altri animali. Gli altri animali muoiono nel mondo cristiano come in quello pagano o in quello degli antichi preominidi. Linteresse non è generale. Questa società distruttivista, miope, utilitarista, egoista è manovrata da mezzi di comunicazione che perpetuano un certo modello di vita e possono spingerci in qualunque direzione, anche con luso di droghe legalmente permesse (fumo e alcool) o occulte e che quindi costituiscono una limitazione della libertà dei cittadini. La società globale è globalmente condizionata e manovrata, non solo dai governi, ma anche da compagnie commerciali di stolti che non vedono più lontano del bilancio annuale.
Dunque qual è lo spazio per gli altri animali (e gli altri uomini)? E uno spazio limitatissimo se non ci sarà un cambiamento di mentalità in senso più etico come voleva luomo di cui ho parlato prima e poi vollero Francesco dAssisi, molti filosofi e scienziati: Leonardo, Galileo, Darwin. Per questo bisogna superare legoismo individuale, non solo verso gli altri ma anche allinterno del nostro movimento. Animalisti, vegetariani ed ecologisti applicano al loro interno le stesse regole che rifiutano allesterno. Anche il carrierismo interno, anche lappropriarsi di idee altrui, siano esse di Ruesch, di Croce, di Fedi o di Tamino è violenza. Anche la calunnia, la maldicenza, i gruppi e le consorterie sono violenza. Non possiamo chiedere che i principi di non violenza siano applicati fuori dal noi, ma non entro il movimento. Questultima sarebbe una misera furbizia che chiede agli altri quello che è decisa a non applicare per sé medesima. Noi non possiamo essere uguali alla società che vogliamo cambiare, non possiamo considerare gli uomini gli altri animali, ma neppure la terra, o lacqua o laria come mezzi. Se gli alberi, il panorama sono mezzi per far quattrini, alberi e panorama non esisteranno più.
Oggi noi continuiamo un comportamento fossile che va dalle lotte fra animali alla ricerca più avanzata, passando per lalimentazione e il commercio. Tutto tende a mantenere questa situazione, per ragioni economiche, occupazionali ma soprattutto per la mancanza di unetica nuova che sostituisca quella non più adeguata del passato. Il problema del nostro rapporto con gli altri animali e la natura in genere può essere risolto solo in una nuova visione generale. Dobbiamo considerare il non-self non più come cose, beni, merci, o da un punto di vista filosofico, come mezzi, o da un punto di vista religioso come esseri animati, però senzanima; oppure da un punto di vista giuridico come oggetti e non soggetti di diritto. Perfino persone molto lontane da questo modo di pensare, come lex ministro Giorgio Ruffolo che considerano soprattutto laspetto economico, dichiarano limpossibilità di considerare merci il panorama e la natura in genere. Ciò, secondo Ruffolo porta ad un completo stravolgimento dello stesso mercato. Personalmente considero il problema dal punto di vista biologico. La prima legge scritta nel nostro DNA è quella della sopravvivenza della specie. Il gene usa il corpo per replicare se stesso, rendendosi quasi immortale. In questo quadro si può pensare che luomo possa sopravvivere distruggendo il non-self, la variabilità genetica? Non si può entrare da soli in Paradiso. La storia umana è tutta una serie di tentativi di sfuggire alla sofferenza e alla morte. Per ottenere questo risultato dobbiamo estendere a tutti gli esseri senzienti e a molti non senzienti la nostra etica e includerli nel nostro grande inconsapevole progetto storico. Se non facciamo questo per ragioni etiche, dobbiamo farlo per ragioni pratiche. Il problema non è se gli animali siano modelli attendibili di ricerche, se lalimentazione carnea sia migliore di quella vegetariana; se la caccia sia uno sport; se le pellicce, lallevamento siano commerci qualunque; se gli alberi e la natura siano a nostra disposizione; se i nostri fratelli più deboli o semplicemente meno avanzati tecnologicamente possano essere trattati con la legge del più forte, bensì se il comportamento antropocentrico che conferisce potere discrezionale su tutto, che considera la vita un bene monetizzabile e considera ogni cosa come mezzo per ottenere potere e denaro, sia compatibile con la nostra stessa sopravvivenza. Si è realizzata una globalizzazione commerciale, un totalitarismo economico che ha travolto lecologia e lequilibrio della mente degli uomini, in una visione miope che non vede levoluzione. In nome di lontanissime pulsioni che ci vengono dal più lontano passato remoto, in nome di pseudorazionalizzazione religiose di queste tendenze fossili si può arrivare sino a proibire di ricercare, cioè a non lottare più contro la sofferenza e a rendere sterili per legge. Fra essere o avere dobbiamo scegliere di essere, ricordando che nulla è per sempre; tutto evolve.
B. Fedi
[1] Si è creata una situazione simile a quella della decadenza romana. Anche allora cera un sistema basato sulla violenza, sulla legge del più forte che aveva portato ad una società che si reggeva sul lavoro degli schiavi e sullapprovvigionamento continuo a costi molto bassi. Cè stato lampliamento dellImpero romano, il sistema andò in crisi. In quel periodo un uomo capì e cercò di impostare il mondo su principi diversi dalla violenza. Tutti sanno come finì. Quello che non ho mai trovato in alcun libro di storia è che linsegnamento di quelluomo fu formalmente accettato quando i suoi successori stabilirono di accordarsi col potere reale e di accettare linsegnamento etico teoricamente ma di non applicarlo di fatto. Oggi, il funzionamento della società è basato sullo stesso principio di sopraffazione anche se si deruba il terzo mondo senza bisogno dinvaderlo militarmente. Lo schiavismo è stato sostituito da quello economico. Cè un sistema liberistico apparente in realtà con privilegi ed esenzioni, che viene inteso come diritto allo spreco, come diritto del più forte, basato sullegoismo individuale e sul conservatorismo.