Balder - Il cavaliere senza macchia

Figura altamente funzionale per le dinamiche simboliche interne della società divina nordica, Balder è l'incarnazione dell'innocenza immacolata, tradita però dalla malvagità altrui. In tal senso, al di là delle antiquate interpretazioni frazeriane che scorgono nella sua vicenda il fantasma di arcaici rituali presenti in culture più o meno "primitive", l'innocente figliolo di Odino può considerarsi la proiezione mitica di quel particolare pessimismo che contraddistingue, del resto, la tragica visione del mondo propria dell'antica cultura nordica. Nei tiepidi giorni primaverili, quando il sole carezza dolcemente le pendici dei monti, fioriscono gli esili filamenti di un'erba candida, rara a trovarsi come tutte le terrene testimonianze della perfezione divina. Gli antichi poeti nordici, profondi conoscitori di arcane corrispondenze simboliche, chiamavano quest'erba "sopracciglia di Balder". Essi, però, sapevano bene che, con il loro paragone, potevano descrivere solo con approssimazione l'eccezionale candore e l'incontarninata purezza dell'epidermide divina. Figlio prediletto di Odino e di Frigg, il "signore"tra gli dèi, questo era il suo appellativo, irradiava con la sua sola presenza, una luce di strabiliante chiarezza, "illurninando d'immenso" la cittadella divina. Incomparabile emanazione visiva delle nobili virtù che albergavano nell'animo di Balder, questa aura luminosa non era disgiunta da un corpo di grande bellezza, sintesi armoniosa di leggiadri tratti sognatici. Il cuore di Balder non era mai stato sfiorato dalle bassezze, dalle volgarità e dalle cattiverie che, talvolta, trovavano posto anche tra gli dèi: egli era il più benigno, immune da ogni malvagità ed alieno da ogni malizia. Eppure, nei suoi gesti, nelle sue parole non trovava mai espressione il compiacimento di sé, l'irritante sicurezza che inficia qualsiasi perfezione. Con estrema raffinatezza e garbo, costruendo frasi simili a merletti fatti di parole ed aggettivi, Balder esprimeva pacatamente le sue opinioni, non disdegnando le futili conversazioni. Ma, tragico segno di un destino crudele, i suoi consigli, maturati con serenità e conoscenza, non venivano mai seguiti, scontrandosi forse con la serpeggiante invidia che lo circondava. Insieme a Nanna, sua inseparabile compagna nella vita e nella morte, Balder risiedeva nei celesti territori di Breidhablick, "che risplende lontano", dove nulla era opaco: ogni cosa mostrava, mediante la sua trasparenza, la sua intima natura. Qui le rune inalefiche non avevano efficacia, poiché nulla d'impuro vi poteva penetrare. Dio della bellezza fisica associata, però, alla bontà d'animo, Balder era il padre di Forseti, il nume tutelare della pace tra gli uomini, l'appianatore di ogni controversia, il dissipatore d'ogni malinteso. Altri appellativi di Balder scandivano le tristi sequenze finali della sua vita, sulla quale incombeva, come un'irrevocabile sentenza, un doloroso destino. Balder era chiamato il "nemico di Hódhr", il cieco che, istigato da Loki, lo uccise con un rametto di vischio, violando così l'invulnerabilità procuratagli dalla madre. E ancora, in rapida successione: era il "possessore di Hringhorni", l'enorme vascello sul quale venne eretta la sua pira funebre; "padrone di Draupnir" perché il magico anello di Odino fu posto sul suo cadavere quale estremo viatico per il viaggio nell'oltretomba; "compagno di Hel", visto che al suo arrivo nel regno infernale Hel lo pose al suo fianco, invitandolo a regnare insieme a lei sui trapassati. Ma l'appellativo più triste, quello che riassume la tragicità estrema di tutta la sua vicenda, era senz'altro "dio delle lacrime", perché l'unica condizione posta da Hel per restituirlo al mondo dei vivi fu che tutti piangessero la sua morte: solo Loki, assumendo vigliaccamente le sembianze di una vecchia megera, non pianse, condannando Balder ad un tetro esilio. Nonostante le sofferenze patite, Balder conserverà la sua bontà e sarà pronto, dopo la distruzione del vecchio universo, a fondare una nuova e più giusta società divina.

 

Indietro