Asgardh - La città divina

Asgardh, la città divina, il "recinto degli Asi" dove regnavano le divinità degli "Asi" comandate da "Odino". Nessun mortale poteva mettere piede nella dimora degli Dèi, potevano solo immaginare lo splendore e le ricchezze che ornavano la città. Qualcuno diceva di aver visto, in un giorno di primavera, in una radura al centro della terra, un altissima roccaforte, circondata da imponenti bastioni, da rupi scoscese e immani baratri che impedivano l'accesso agli intrusi inghiottendo gli imprudenti profanatori che osavano disturbare le sacre divinità. L'incauto spettatore rimase fulminato cercando di scorgere la cima della costruzione divina, i suoi occhi furono accecati dal sole che rifletteva i suoi raggi sulle enormi tegole d'oro masiccio che facevano da tetto alla roccaforte su cui sorge la cittadella divina Asgardh.

Fu costruita dagli Dèi quando crearono il mondo, aiutati da una schiera di aiutanti da loro scelti. Per prima cosa fabbricarono un padiglione immenso facendone un'officina dove vi posero una fornace. Qui vi forgiarono un martello, un paio di tenaglie e un incudine; questi furono i prototipi dei futuri utensili terrestri. In quell'antica epoca non veniva usato il vile ferro, ma solo metalli preziosi come l'oro che servì a costruire tutte le vettovaglie divine. Con i primi utensili forgiati, gli Dèi e i loro aiutanti si posero al lavoro al centro di Asgardh, nel luogo chiamato "Idhavöllr", eressero una maestosa dimora, la più grande di tutta la cittadella divina, venne chiamata "Gladsheim", "dimora della gioia". Al suo interno tra slanciate colonne d'oro, crearono un enorme salone dove posero tredici magnifici troni, su cui nei sacri concili, le varie divinità si siedono. Questi troni furono ornati con pietre preziose; uno di questi però spiccava tra gli altri per maestosità e perfezione, era quello di Odino, padre e signore degli Dèi. Anche per le Dee venne innalzato un palazzo dove potevano riunirsi, venne chiamato "Vingolf" "pavimento amico". Ad Asgardh, ogni divinità possedeva i sui palazzi ed i suoi terriotori, ognuno con caratteristiche adatte al suo padrone. Odino risiedeva a "Valaskyalf" "scoglio degli uccsi" nome che richiama la macabra attività del Dio, patrono dei morti in battaglia edei suicidi, che impiccandosi, gli consacravano la vita. Dal suo alto trono, "Hlindskyalf" può vedere tutto ciò che accade sulla terra. Il Dio della luce e dell'innocenza, "Balder" viveva a "Breidhablik "vasto splendore", la più luminosa delle dimore divine. Suo figlio "Forseti" risiedeva a "Glitnir" "lucente", in un palazzo sorretto da colonne d'oro con un tetto d'argento puro. Il posente "Thor" il più forte tra gli Dèi, era il signore di "Thrudvangar" "sentiri della potenza", dove sorgeva il palazzo "Bliskirnir" "lo splendente" che con le sue 540 sale era il più grande di Asgardh. "Njördhr" il protettore dei marinai, risiedeva a "Noatun" "dimora delle navi" (porto), mentre "Ullr", l'arciere degli Dèi, si aggirava cacciando degne prede per la mensa divina a "Ydalir" "valli dei tassi" dove oltre che la selvaggina tovava anche il legno adatto per i suoi magnifici archi. Ai confini di Asgardh, nei pressi del "Bifröst" "la tremula via" che collegava la cittadella divina al mondo dei mortali, si ergeva "Himinbjörg" la residenza del guardiano che aveva il compito di vigilare sui possedimenti divini: "Heimdallr". La bellussima "Freya", la divinità della bellezza e dell'amore, possedeva i vasti territori di "Folkvang" "campo dell'esercito", al cui centro sorgeva "Sessrumnir" "ricco di seggi", un palazzo che aveva una miriade di seggi destinati a raccogliere la metà dei guerrieri morti valorosamente in battaglia (l'altra metà dei guerrieri apparteneva a Odino). La sposa di Odino, la bella "Frigg", regnava a "Frensalir" "dimore del mare", mentre la sua rivale "Saga" che beveva a sua insaputa ogni giorno coppe di idromele con Odino viveva a "Sokkvadekkr" "torrente discendente". Asgardh confina con "Alfheim" il territorio degli Elfi chiari, misteriose creature "luminose come la luce del giorno" (al contrario di quelli scuri "neri più della pece" che risiedevano negli oscuri anfratti della terra). Ebbene, questa regione di folletti albini, sembra essere una dependance divina, dato che , com esi racconta "Freyr", bellissimo Dio della fecondità, invocato soprattutto dalle fanciulle desidrose d'amore, l'ebbe in dono quando mise il suo primo dente.

 

Indietro