Santa Teresa del Bambin Gesù
In queste parole di Santa Teresa sono racchiusi i principali tratti della vita della santa: lo stupore per la misericordia di Dio, l’ardore per la salvezza di tutte le anime, la semplicità e grandezza del cuore.
Questi caratteri della vita di Santa Teresa l'hanno portata alla sua proclamazione a dottore della Chiesa, patrona delle missioni insieme a San Francesco Saverio (lei, nella clausura del Carmelo dall’età di 15 anni, ha sostenuto con la preghiera le missioni più lontane, perché Cristo fosse conosciuto da tutti gli uomini).
Teresa nasce ad Alençon in Francia il 2 gennaio 1873; è l’ultima di nove figli, di cui quattro morti; perde la madre all’età di quattro anni. A 15 anni, durante una visita a Roma, troppo giovane per poter entrare nel Carmelo, riuscirà a strappare direttamente dal Santo Padre il permesso per il grande desiderio della sua vita: durante l’udienza nessuno riesce a trattenerla ed ella saluta il Papa ed ottiene il consenso.
L’8 settembre 1890, Teresa fa la sua professione.
La sorella di Teresa, Celina, entra in Carmelo sei settimane dopo la morte del padre. Anche Celina aveva sentito da tempo la chiamata ad entrare in Carmelo, ma vi aveva temporaneamente rinunciato per accudire il padre: aveva volentieri fatto questo sacrificio. Con Celina sono ben quattro sorelle della famiglia di Teresa che entrano in Carmelo.
È un momento di grazia questo per Teresa, nel quale le si manifesta l’immensità dell’amore di Dio per lei. È in questo periodo appunto, che trova, cercandole nella Sacra Scrittura, conferme alle sue intuizioni. Teresa ricerca chiarezze, luci, sul suo cammino e anche sulla sua vocazione. Queste luci le riveleranno la “piccola via”.
Riguardo al suo grande amore per la Parola, il Papa scrive: “Essa ha fatto splendere nel nostro tempo il fascino del vangelo, ha avuto la missione di far conoscere e amare la Parola, la Chiesa, corpo mistico di Cristo, ha aiutato le anime a guarire dai timori e dalle paure della dottrina giansenista”. La dottrina giansenista, infatti, era più incline a sottolineare la giustizia di Dio che non la sua divina misericordia.
Dirà lei stessa: “Perfino la giustizia
di Dio, e forse più di ogni altra perfezione, mi sembra rivestita d’amore”.
Teresa non dimentica la giustizia, ma la contempla attraverso la perfezione
della misericordia di Dio. Non può esserci misericordia senza giustizia.
Ma permettetemi, ora, una diversa presentazione della Santa (potete trovare una sua biografia al sito www.beatitudinisovere.it), che pure dovrebbe occupare più pagine per riuscire a descrivere quanto ha operato in lei la Grazia: ho appreso in questi giorni una notizia che riguarda, nemmeno direttamente S. Teresa, ma i suoi genitori; e non tanto i genitori nella loro vita terrena, ma l’intercessione dei genitori di Santa Teresa (Zelia e Luigi Martin) più di cento anni dopo la loro morte!
Nel maggio 2002 nasce a Monza Pietro, un bambino che dimostra subito gravi problemi respiratori; terapia intensiva, altri ospedali, respirazione con macchina: i polmoni sono atrofizzati e la malformazione non è rimediabile ed il piccolo Pietro, secondo i medici che hanno verificato con diversi esami, non ce la potrà fare. Genitori e amici si trovano tutti i giorni a pregare il Rosario per Pietro ed un amico carmelitano dà ai genitori un'immaginetta dei genitori di Santa Teresa, dicendo: “Anche loro hanno perso quattro bambini in tenera età. Sanno cos’è il dolore e quindi vi possono comprendere e aiutare. Pregateli”. La situazione continua a peggiorare e genitori ed amici continuano a pregare e chiedere l’intercessione dei genitori di S. Teresa. A circa un mese dalla nascita, inattesa, la notizia che Pietro comincia a respirare ed il respiratore viene applicato solo parzialmente. Ora Pietro è cresciuto e il miracolo è stato esaminato per il processo diocesano che viene concluso dal cardinale Tettamanzi il 10 giugno 2003.
Ma il fatto più sconvolgente di tutto ciò non è solo il miracolo, l’assoluta gratuità della grazia che questa famiglia ha ricevuto! La grande provocazione che ci giunge è nella domanda: mentre viviamo situazioni drammatiche e magari dolorose, dove guardiamo? Cosa ci attendiamo, dove poniamo il nostro cuore?
Ci lasciamo colpire dalla disperazione e dal pessimismo, o ci costruiamo speranze infondate, cercando di dimenticare ciò che ci sta accadendo sotto gli occhi?
La storia che vi ho raccontato sopra ci insegna a tenere una fede concreta e certa, cercando il bene che accade: quei genitori stavano soffrendo e vedevano la loro creatura che se ne stava andando, ma hanno fissato lo sguardo ed il cuore a Chi può salvare, anche nel dolore e nella morte.
Il miracolo più grande è stato sì la guarigione del bambino, ma soprattutto il fatto che alcune persone si siano messe insieme a pregare, perché hanno riposto tutta la loro speranza in Cristo, attraverso la vita della Chiesa e dei suoi santi, di ieri e di oggi.
Ma allora questa ricerca del bene e del
positivo che il Cristianesimo porta non deve essere solo per le occasioni
dolorose e difficili, quando si è costretti dalla durezza dei fatti a chiedersi
dove si sta andando e dove si pone la nostra speranza: questa ricerca è per
tutti i giorni, per la normalità che può diventare eccezionalità!
A cura di GF
Teresa Martin racconta nella Sua autobiografia intitolata:"Storia di un’anima" che fin dall’infanzia sentì forte il bisogno di abbandonarsi totalmente al Signore. Giovanissima entrò al Carmelo di Lisieux non senza aver superato numerosissime e durissime prove. Racconta con le lacrime agli occhi il Suo straordinario incontro con la Madre di Gesù che, per Lei gravemente ammalata, animò con la sua stessa presenza personale la statua non grande e non così pregiata di "Nostra Signora delle Vittorie"che stava su una colonnina all’angolo della sua cameretta e, soavemente avvolgendola la riempì di pace,di sicurezza ed insieme la guarì subito da ogni male. Dalla Madre di Gesù la piccola Teresa doveva ancora apprendere il difficile mestiere di farsi piccola, e quasi indifferente attraverso una condotta al tempo stesso semplice ed eroica. |
|
fotografia originale
|
Come Maria – dice di lei Suor Genoveffa del Volto santo - il suo grande rimedio era il silenzio. Amava"conservare tutto nel cuore" gioie e pene; questo riserbo fu la sua forza, e il punto di partenza della perfezione, come il suo distintivo esteriore, poiché era notevole per ponderazione. |
Ella è conosciuta universalmente come S. Teresa di Gesù Bambino ed è stata recentemente proclamata dal Papa: "Dottore della Chiesa". |
si festeggia il 1° ottobre |
immaginetta |
l'apparizione di Lisieux Nostra Signora delle Vittorie |
|
|
PREGHIERE
DI S. TERESA DI LISIEUX
8
settembre 1890
O
Gesù, mio Sposo divino! che io non perda mai la seconda veste del mio
battesimo! prendimi prima che commetta la più leggera colpa volontaria. Che io
non cerchi e non trovi mai se non te solo, che le creature siano un niente per
me e che io sia un niente per loro, ma tu, Gesù, sii tutto!
Che
le cose della terra non possano mai turbare la mia anima, che niente turbi la
mia pace. Gesù, non ti domando che la pace, ed anche l'amore, l'amore infinito
senza altro limite che te, l'amore per cui non sia più io, ma te, o Gesù! Gesù,
che per te io muoia martire, il martirio del cuore o del corpo, o piuttosto
tutti e due! Concedimi di adempiere ai miei voti in tutta la loro perfezione e
fammi comprendere ciò che dev'essere una sposa per te. Fa che io non sia mai di
peso alla comunità, ma che nessuno si occupi di me, che io sia considerata come
qualcosa da calpestare, dimenticata come un granellino di sabbia tuo, o Gesù!
Che la tua volontà si compia in me perfettamente, che io raggiunga il posto che
tu sei andato avanti a me a prepararmi.
Gesù,
fa che io salvi molte anime, che oggi neppure una sia dannata e che tutte le
anime del purgatorio siano liberate. Gesù, perdonami se dico cuse che non si
devono dire: io non voglio che rallegrarti e consolarti!
Volto
adorabile di Gesù! giacché vi siete degnato di scegliere particolarmente le
anime nostre per donarvi ad esse, noi intendiamo consacrarle a voi.
Ci
sembra, o Gesù, di sentirvi sussurrare: “Apritemi, sorelle mie, mie spose
dilette, poiché il mio Volto è coperto di rugiada e i miei capelli dette
stille della notte” (Ct 5,2). Le anime nostre comprendono il vostro linguaggio
d'amore; noi vogliamo asciugarvi il Volto soave e consolarvi della dimenticanza
dei cattivi. Ai loro occhi voi siete ancora “come nascosto... vi considerano
come un essere abietto!” (Is 53,3).
Volto
più bello delle rose e dei gigli di primavera, voi non siete nascosto agli
occhi nostri! Le lacrime, che velano il vostro sguardo divino, ci appaiono come
diamanti preziosi che vogliamo raccogliere per acquistare con il loro valore
infinito le anime dei nostri fratelli.
Dalle
vostre labbra adorate abbiamo inteso il gemito amoroso. Comprendendo come la
sete che vi consuma è sete d'amore, noi vorremmo, per dissetarvi, possedere un
amore infinito!
Sposo
prediletto delle anime nostre! se possedessimo l'amore di tutti i cuori,
quest'amore sarebbe per voi. Ebbene, dateci questo amore, e venite a dissetarvi
nelle vostre piccole spose!
Anime,
Signore, abbiamo bisogno di anime! specialmente anime di apostoli e di martiri,
affinché, per loro mezzo, possiamo infiammare del vostro amore la moltitudine
dei poveri peccatori.
O
Volto adorabile, noi sapremo ottenere questa grazia! Dimenticando il nostro
esilio, sulle sponde dei fiumi di Babilonia canteremo a voi le più dolci
melodie. E giacché voi siete la vera, l'unica patria dei nostri cuori, i nostri
cantici non saranno modulati su terra straniera. Volto amato di Gesù! in attesa
del giorno eterno in cui contempleremo la vostra gloria infinita, l'unico nostro
desiderio è di piacere ai vostri occhi divini, nascondendo anche noi i volti,
affinché in terra nessuno ci possa riconoscere. Il vostro sguardo velato: ecco
il nostro cielo, o Gesù!
Mio
Dio! Trinità beata, desidero amarvi e farvi amare, lavorare per la
glorificazione della santa Chiesa, salvando le anime che sono sulla terra e
liberando quelle che sono nel purgatorio. Desidero compiere perfettamente la
vostra volontà e arrivare al grado di gloria che m'avete preparato nel vostro
regno. In una parola, desidero essere santa, ma sento la mia impotenza e vi
domando, o mio Dio, di essere voi stesso la mia santità.
Poiché
mi avete amata fino a darmi il vostro unico Figlio perché fosse il mio
salvatore e il mio sposo, i tesori dei suoi meriti appartengono a me ed io ve li
offro con gioia, supplicandovi di non guardare a me se non attraverso il volto
di Gesù e nel suo cuore bruciante d'amore.
Vi
offro inoltre tutti i meriti dei Santi (che sono in cielo e sulla terra), i loro
atti d'amore e quelli dei santi Angeli; vi offro infine, o beata Trinità,
l'amore e i meriti della santa Vergine, mia madre diletta. A lei abbandono la
mia offerta e la prego di presentarvela. Il suo Figlio divino, mio sposo
diletto, nei giorni della sua vita mortale, ci ha detto: “Tutto ciò che
domanderete al Padre in nome mio, ve lo darà!”.
Sono
dunque certa che esaudirete i miei desideri; lo so, mio Dio, più volete dare,
più fate desiderare. Sento nel mio cuore desideri immensi e vi chiedo con tanta
fiducia di venire a prendere possesso della mia anima. Ah! non posso ricevere la
santa comunione così spesso come vorrei, ma, Signore, non siete
l'onnipotente?... Restate in me come nel tabernacolo, non allontanatevi mai
dalla vostra piccola ostia...
Vorrei
consolarvi dell'ingratitudine dei cattivi e vi supplico di togliermi la libertà
di dispiacervi. Se qualche volta cado per mia debolezza, il vostro sguardo
divino purifichi subito la mia anima consumando tutte le mie imperfezioni, come
il fuoco che trasforma ogni cosa in se stesso...
Vi
ringrazio, o mio Dio, di tutte le grazie che m'avete accordate, in particolare
di avermi fatta passare attraverso il crogiolo della sofferenza. Sarò felice di
vedervi comparire, nel giorno finale, con lo scettro della croce. Poiché vi
siete degnato di darmi come eredità questa croce tanto preziosa, spero di
rassomigliare a voi nel cielo e di veder brillare sul mio corpo glorificato le
sacre stimmate della vostra passione.
Dopo
l'esilio della terra, spero di venire a godervi nella patria, ma non voglio
ammassare dei meriti per il cielo, voglio lavorare solo per vostro amore, con
l'unico scopo di farvi piacere, di consolare il vostro Sacro Cuore e di salvare
anime che vi ameranno eternamente.
Alla
sera di questa vita, comparirò davanti a voi a mani vuote, perché non vi
chiedo, Signore, di contare le mie opere. Tutte le nostre giustizie hanno
macchie ai vostri occhi (Is 64,6). Voglio perciò
Ai
vostri occhi il tempo è nulla. Un giorno solo è come mille anni (Sal 89,4) e
perciò potete prepararmi in un istante a comparire davanti a voi...
Per
vivere in un atto di perfetto amore, mi offro come vittima d'olocausto ai vostro
amore misericordioso, supplicandovi di consumarmi senza posa, lasciando
traboccare nella mia anima i flutti d'infinita tenerezza che sono racchiusi in
voi, e così possa diventare martire del vostro amore, o mio Dio!...
Che
questo martirio, dopo avermi preparata a comparire davanti a voi, mi faccia
infine morire e la mia anima si slanci senza alcuna sosta verso l'eterno
abbraccio del vostro amore misericordioso...
Voglio,
o mio Diletto, ad ogni battito del cuore rinnovarvi questa offerta un numero
infinito di volte, fino a che, svanite le ombre, possa ridirvi il mio amore in
un faccia a faccia eterno! ...
Maria
Francesca Teresa del Bambino Gesù e del Volto Santo Gesù!
Festa
delta Santissima Trinità,
il
9 giugno dell'anno di grazia 1895