Medjugorje continua a Civitavecchia

Migliaia di conversioni, molte guarigioni fisiche - "E' un evento razionalmente non spiegabile. Certamente è accaduto qualcosa di irrazionale nelle mie mani. Mi farò ammazzare, ma ripeterò sempre ciò che ho visto ed è accaduto nelle mie mani", ha affermato il Vescovo Mons. Gerolamo Grillo, nel secondo anniversario della lacrimazione della statuetta della Madonna di Medjugorje a Civitavecchia.

Il Vescovo rivela anche di "moltissimi casi, dai 20 ai 23, di guarigioni attribuite all'intercessione di Maria; soprattutto per due, di cui un bimbo, pare si tratti di ritorno da coma irreversibile.
Poi parla di grazie infinite, di 300 mila pellegrini in un anno da tutto il mondo. Migliaia e migliaia sono poi i convertiti: tra cui 120 testimoni di Geova, molti protestanti e alcuni buddisti. Crescono anche gli ex voto "soprattutto -dice il Vescovo- le fedi di coppie separate e quindi riconciliate, scarpette di bimbi, alcune siringhe di giovani schiavi della droga". Tutte prove di come "la Madonna rivolga il proprio affetto materno soprattutto alle giovani coppie, ai giovani e ai bambini". Il Vescovo ha anche escluso che la lacrimazione possa essere il frutto di una "presenza diabolica" e tanti esorcisti mi hanno confermato l'assenza di influssi demoniaci.
Nonostante tutto, il presule confessa che perdurava il suo scetticismo: "Se è vero, dammi un segno. Due giorni prima che lacrimasse nelle mie mani, sognai la Madonna che mi affidava un messaggio. La mattina dopo non ricordavo più nulla; però non era un messaggio triste o cattivo, ma dolce e d'amore".
Mons. Grillo ha anche spiegato il perché dell'intervista al Tg1 che rivelò al mondo la lacrimazione della statuetta nelle sue mani. "L' ho fatto solo per salvare la Madonnina; avevo avuto una soffiata che mi annunciava il sequestro della statuetta da parte degli inquirenti. Rivelando al mondo che la Madonnina aveva lacrimato nelle mie mani, ho voluto rendere pubblico il tutto e impedire che mi fosse portata via".
Questo ha affermato il Vescovo presentando il libro Il mistero delle lacrime di Andrea Tornielli (Ed. Segno). Il libro riporta anche la testimonianza inedita del primario cardiologo di Civitavecchia, prof.Marco Di Gennaro. Il medico conferma ora di aver verificato con i propri occhi "che si erano prodotte delle modificazioni sul volto della Madonnina. L'avevo vista quando era stata sottoposta a Roma alle prime analisi, il sangue aveva il classico colore dell'emoglobina ossidata, cioè era un rosso brunastro. Quando Mons.Grillo mi chiamò, il giorno stesso della lacrimazione tra le sue mani, ebbi modo di vedere una traccia sottilissima di un colore rosso brillante tipica del sangue vivo e fresco".

Mons. Gerolamo Grillo

Martedì 4 aprile 1995

Non scopre trucchi la tac sulla Madonna di Civitavecchia

CIVITAVECCHIA.
La statua della Madonna che piange sangue non nasconde alcun trucco interno. La conferma è venuta nel pomeriggio di ieri dalla tac effettuata al policlinico Gemelli alla presenza dei periti e del commissario di Civitavecchia. La perizia era stata disposta dalla magistratura. L'oggetto è stato sezionato e l'ispezione interna ha riguardato l'intera statua della Madonna che è alta 43 centimetri. È stata esaminata centimetro per centimetro con la sofisticata attrezzatura. Contestualmente le analisi del prof. Spinella, il consulente della Procura, avrebbero confermato che la sostanza rossa lacrimata in ben 13 occasioni è sangue umano. Agli stessi risultati erano giunti anche gli esperti nominati dalla curia: i professori Angelo Fiorini e Giancarlo Manironchi. Ora, i campioni di sangue saranno sottoposti dagli inquirenti nei prossimi giorni ad ulteriori esami per accertare il gruppo sanguigno e il dna.

Padre Amorth, sacerdote esorcista

Il famoso esorcista esclude nella maniera piu' assoluta l'inganno demoniaco e ritiene che si tratti veramente di un miracolo. Le indagini non sono molto difficili poiche' non si e' assistito a fenomeni di fanatismo e c'e' stata subito la disponibilita' verso le indagini dovute. La chiesa si potrebbe presto pronunciare anche se lasciando ai fedeli la liberta' di credere o non credere all'accaduto.

Giacomo Biffi, cardinale

La fede, in queste occasioni, non e' in gioco poiche' nulla e' precluso alle spiegazioni razionali degli eventi ma bensi' sono in crisi i non credenti che vedono crollare la loro coscienza del mondo e cercano di spiegare, anche ipotizzando spiegazioni fraudolente, l'accaduto pur di non perdere la propria concezione del mondo. I credenti hanno dunque una posizione privilegiata poiche' possono evitare di allarmarsi considerando fatti possibili i miracoli.

La statua della Madonna di Medjugorje


E’ alta 42 centimetri ed ha un basamento di circa 5 centimetri. Pesa poco più di due chilogrammi ed è stata realizzata nel laboratorio di un artigiano croato, Sqepan Vlaho, di 38 anni in un paesino a pochi chilometri da Medjugorje. Quando il giornale tedesco "Bild" pubblica, quasi facendola sua, la tesi del ‘Telefono antiplagio’ - secondo la quale all’intemo della statuetta ci sarebbe una pompetta sensibile agli impulsi di un telecomando - Vlaho replica così all’inviato del popolare quotidiano: "lo non ci ho messo proprio niente. Nella statua che è uscita dal mio negozio c’è solo gesso, acqua e il sudore mio e della mia famiglia. I trucchi ce li hanno messi gli italiani".
La Madonnina è stata acquistata i primi giorni del settembre ‘94 da don Pablo Martìn in un negozio davanti alla chiesa di Medjugorje. "Ce n’erano tante - ricorda il parroco -. Erano tutte in fila, tutte uguali, e ne ho presa una a caso". Insieme alla Madonnina, il sacerdote acquista anche un Santo Stefano, destinato ad un’altra famiglia, e spende in tutto meno di 50.000 lire.
Quando rientra a Civitavecchia, dona la statuetta ai Gregori, i quali gliel’avevano chiesta per avere un’immagine sacra da mettere a protezione della loro casa. Ed è proprio il religioso a completare i progetti di Fabio e Anna Maria: i coniugi intendono metterla in giardino e don Pablo abbozza il disegno di una nicchia da realizzare con le pietre della spiaggia di Sant’Agostino.
Fabio Gregori - che ama lavorare in giardino e in casa - si mette subito all’opera. "La prima parte è stata facile, ma per quella superiore, quando dovevo realizzare la mezza cupola, mi sono trovato un po’ in difficoltà: non era semplice tenere su il tutto, nell’attesa che il cemento facesse presa. Ho fatto come gli indiani - racconta con fierezza un pomeriggio, mentre vanga il terreno lungo la nuovissima recinzione del giardino - ho messo due pezzetti di legno all’interno e sopra della paglia. E’ su questa che ho appoggiato pietre e cemento. Quando quest’ultimo si è solidificato, ho tolto legni e paglia ed ho ammirato quel piccolo capolavoro.
Sì, era venuta proprio bene".
Fatta la nicchia, la statuetta tutta bianca viene sistemata al suo interno, con il volto che guarda le scale, la parte destra della casa e il viottolo d’ingresso, appena abbozzato sull’erba. La Madonnina deve proteggere la casa e testimoniare la fede del Gregorì, ma ha un punto debole. Non è stata fissata e per questo rotola a terra varie volte. Un giorno, la piccola Jessica, che ogni tanto l’accarezza e la bacia, la fa cadere con una certa violenza e si crea quella scheggiatura sopra la parte destra della fronte, sul velo, che poi - insieme ad altri graffi e piccoli segni sul busto - porterà la polizia ad affermare l’impossibilità che la statua sia stata sostituita dopo le lacrimazioni. Viste le conseguenze di quella caduta, Fabio Gregori decide di fissare con del cemento l’immagine della Madonna. E’ metà settembre del 1994.

2 febbraio: le prime lacrime

La storia della Madonnina di Civitavecchia inizia nel pomeriggio del 2 Febbraio 1995, quando Jessica Gregori prima di salire in macchina per recarsi nella chiesa di S. Agostino scorge sulle guance della statuetta della madonna in giardino delle lacrime di sangue. Il padre della piccola subito parla con il parroco Don Pablo e la notizia inizia a correre tra i conoscenti del sacerdote ed in breve raggiungerà anche la stampa.

3 febbraio: il fenomeno si ripete

La giornata per i Gregori inizia con la solita routine ma nel pomeriggio il sacerdote Don Pablo divulga la notizia ai propri parrocchiani durante la funzione delle 16,30. Il parroco non ha dubbi sull'eccezionalità dell'evento e invita tutti alla preghiera. Alla sera una nuova lacrimazione ha luogo davanti a sette testimoni e si rende necessaria la comunicazione al vescovo dell'accaduto.

4 febbraio: si moltiplicano lacrime e folla

Nella mattinata di questo sabato inizia il via vai di persone intorno alla villa dei Gregori, la notizia si diffonde sempre di più e nel pomeriggio accorrono oltre a decine di fedeli anche i primi giornalisti e soprattutto le forze dell'ordine. Nella notte si ripetono le lacrimazioni a cui assistono anche alcuni giovani di passaggio al ritorno da una discoteca.

5 febbraio: i primi test e l'assedio

I giornali pubblicano la notizia ed inizia una grande affluenza alla casa dei Gregori di curiosi e di fedeli. La mattina alle 8,30 si ha una nuova lacrimazione a cui assistono molti fedeli raccolti in preghiera di fronte alla statuetta. Alle 12 un analista esegue le prime analisi del sangue delle lacrime, e già iniziano a girare le voci sulla presenza di sangue umano. In serata inizia l'arrivo della televisione e già la notizia viene diffusa nei t.g. nazionali.

6 febbraio: la statuetta lascia la nicchia

La mattina prestissimo Fabio Gregori ormai stanco del continuo assedio decide di portare la statuetta nella chiesa di S. Agostino affidandola alle cure di Don Pablo. Il vescovo chiede comunque che la statuetta prima di più approfonditi accertamenti non venga custodita in chiesa e chiede che sia restituita ai suoi proprietari, così per evitare ancora l'assalto della folla viene custodita nella casa di Giovanni Gregori.

Nei giorni successivi la statuetta rimarrà nascosta, mentre il vescovo chiede cautela sulla valutazione prematura dei fatti. Già il 7 febbraio si hanno i risultati delle prime analisi che confermano la presenza di un liquido biologico, presumibilmente sangue. Il vescovo ascoltati alcuni suoi conoscenti testimoni dell'accaduto decide di nominare una commissione teologica che ha il compito di fare luce sull'accaduto.

Il vescovo incontra i Gregori, e all'inizio degli accertamenti la statuetta passa nelle mani della diocesi ben custodita in un luogo segreto.

Il 10 febbraio la madonnina viene sottoposta ad un breve esorcismo per scongiurare la presenza demoniaca e nel pomeriggio viene portata al policlinico romano "Agostino Gemelli" per ritornare a Civitavecchia la sera stessa. Il giorno dopo il vescovo dichiara che non ci sono trucchi all'interno della statuetta, ma solamente una struttura piena e compatta. La statuetta viene tenuta nella residenza del vescovo in attesa dei risultati dei test. Il 28 febbraio arrivano i risultati delle analisi: sangue umano con caratteristiche maschili. La notizia esplode su giornali e tg. Il primo marzo il vescovo di Civitavecchia si reca in Vaticano dal cardinale Ratzinger poiché ormai il fatto ha investito l'opinione pubblica e non e' più di interesse della sola diocesi. Il porta voce della Santa Sede richiama alla cautela e alla preghiera a Maria.

Non tarda ad arrivare un esposto del CODACONS che ritiene sia in atto un abuso della credulità popolare ai danni dalla religione Cattolica mentre il telefono Antiplagio formula le prime teorie su una possibile sostituzione di statuette, ai quali Don Pablo e Fabio Gregori rispondono con tranquillità e fiducia negli avvenimenti, pensavano ad uno scherzo ma davanti alle tante lacrimazioni hanno scartato immediatamente ogni ipotesi scettica.

La magistratura entra in campo il 7 marzo per dare corso ai vari esposti anche se il vescovo si ritiene scettico sull'intervento di questa. Hanno inizio le perquisizioni nella casa dei Gregori e di alcuni parenti e amici ma non viene trovato nulla di rilevante.

La polizia rende noti i risultati delle proprie indagini affermando che non ci sono state sostituzioni di statuette, questo e' stato accertato grazie anche alle particolari scheggiature e imperfezioni della statuetta riscontrate nelle foto delle lacrimazioni e in quella delle analisi che coincidono perfettamente. Inizia però una sotterranea lotta tra curia e commissariato, il quale vorrebbe tenere sotto sequestro la madonnina per ulteriori esami, ma il vescovo e' irremovibile all'idea di cedere la statuetta. Le analisi continuano ma la Madonnina rimane nelle mani del Vescovo.

Il 4 aprile viene alla luce una straordinaria rivelazione che spiega l'irrigidimento del vescovo verso l'autorità' giudiziaria: la Madonnina ha lacrimato nelle sue mani. I periti avevano notato un' allungamento delle lacrime segno di un nuovo fenomeno e il vescovo e' costretto a fare emergere la verità. Intanto decide di ridare alla chiesa di sant'Agostino e al culto dei fedeli la statuette nel giorno di Venerdì santo senza però nessun riconoscimento da parte dell'autorità' ecclesiastica ma grazie alle grandi richieste della popolazione.

Il 6 aprile però mentre fervevano i preparativi per la nicchia e per le celebrazioni della pasqua la madonnina viene sequestrata poiché elemento di indagini e quindi impossibile lasciarla libera di essere toccata e magari manomessa. Lo scontro tra curia e magistratura e' durissimo.

Il dissequestro arriverà il martedì dopo Pasqua, dopo una fredda settimana santa. Ma ora inizia la lotta della magistratura per ottenere l'analisi del DNA dei Gregori, i quali si rifiutarono e tutt'ora non sono state eseguite.

La Madonnina torna definitivamente a Pantano il 17 giugno e subito inizia il lento pellegrinare dei fedeli che tutt'ora continua.

 

LA VOCE DELLA PRIMA TESTIMONE JESSICA GREGORI - 1/1/2005

Io sottoscritta Jessica Gregori, figlia di Gregori Fabio e Accorsi
Annamaria, sorella di Davide e Manuel Maria Gregori, nata a Civitavecchia il
21/03/1989, trascorsi dieci anni dalla lacrimazione della Madonnina da me
vista il giorno 02/02/1995, nel giardino dove abito, riconfermo tutto ciò.
Essendo in grado di dichiarare ciò che ho visto dieci anni orsono, dichiaro
che:
Il giorno 02/02/1995, i miei genitori avendo una sola macchina, mi vennero a
prendere a scuola, recandoci direttamente in chiesa per partecipare alla
Santa Messa. Giunti in chiesa venimmo a sapere che P. Pablo, parroco della
parrocchia di S. Agostino in quel tempo, aveva spostato la Santa Messa dalle
ore 16,00 alle 16,30. Mentre stavamo in chiesa, aspettando la Santa Messa,
mio fratello Davide (all'epoca fratello minore) iniziò a piangere perché
aveva fatto sia un bisognino e perché aveva fame. Però prima di recarci a
casa, mia madre disse a mio padre che lei non sarebbe venuta con noi, ma
sarebbe rimasta in chiesa a pregare il Santo Rosario. Arrivati a casa, come
facciamo di solito, passammo davanti alla Madonnina che si trova nella
grotticina, ci facemmo il segno della Croce, e la Madonnina era
completamente bianca.
Entrati in casa mio padre cambiò mio fratello, gli fece fare merenda e nel
frattempo la feci anch'io. Alle 16,15 mio padre disse che era ora di andare
via e io, rivolgendomi verso di lui, gli dissi che avrei chiuso la porta.
Prima di uscire però mio padre, per non rimanere chiusi fuori casa, tolse le
chiavi. Passò davanti alla Madonnina, con in braccio mio fratello Davide, e
facendosi il segno della Croce notò che la Madonnina era completamente
bianca.
Anch'io feci tutto ciò che ha fatto mio padre, con delle differenze, giunta
fino alla seconda rosa, colpita da qualcosa ritornai immediatamente indietro
e vidi scendere dall'occhio destro della Madonnina delle lacrime di sangue.
Impressionata ma non impaurita mi rivolsi a mio padre dicendogli: «Papà,
papà, la Madonnina piange».
Mio padre non mi credette e mi rispose dicendomi: «Come fa una statua di
gesso a piangere? Sbrigati sono le 16,21, facciamo tardi per la Messa».
Mi rivolsi di nuovo a mio padre dicendogli: «Papà, papà la Madonnina piange
tutto sangue».
Appena sentita la parola sangue mio padre corse da me, controllò la
Madonnina, mi controllò le mani (per vedere se mi ero fatta male) e poi
convinto che fossi stata io, mi diede uno sculaccione al sederino. Così
iniziai a piangere dicendogli che io non ero stata. Mentre succedeva tutto
questo dall'occhio sinistro iniziarono a scendere delle lacrime di sangue
che giunsero fino al cuore. Mio padre sbalordito toccò il sangue della
Madonnina, e piangendo mi prese in braccio recandoci di corsa in chiesa.
Giunti in chiesa mio padre raccontò tutto a mia madre che a differenza di
noi rimase molto tranquilla.
Terminata la Messa mio padre si recò da P. Pablo chiedendogli di
confessarlo, pensando che avendo toccato il sangue aveva commesso un
sacrilegio. La Madonnina da quel giorno continuò a piangere per tredici
volte nel mio giardino fino al 06/02/1995, e per la quattordicesima volta
nelle mani del Vescovo il 15/03/1995.
P.S. Dichiaro inoltre di aver ricevuto dei messaggi, da chi non posso
svelarlo, dati al vescovo, nello stesso anno e negli anni seguenti. Tali
messaggi sono tenuti in segreto tra me e il vescovo, ed io non posso
rivelarli perché legata all'obbligo del silenzio.
L'unico che potrà rivelarli, se un giorno avrà intenzione di farlo, è
soltanto il Vescovo Monsignor Girolamo Grillo. Inoltre, sempre in quegli
stessi anni, dichiaro di aver ricevuto altri messaggi che riguardano
principalmente la Famiglia e l'Unità di quest'ultima che in questi tempi
viene distrutta dalle insidie del demonio.

Tali messaggi richiedono anche:
- Molta preghiera davanti a Gesù Eucaristia;
- Andare alla Santa Messa tutti i giorni;
- Confessarsi almeno una volta alla settimana, nel giorno del Signore;
- Recitare il Santo Rosario;
- Consacrarsi al cuore immacolato di Maria.

Civitavecchia 01/01/2005
In fede
Jessica Gregori