Il sitino di NònoBèpi Amici di nònobèpi che non  ci son più,  
se  ne sono andati, andati per sempre




Ciòci. Lo ricordo così.                       

Eravamo nel 1989.Eravamo a.... boh ! Beviamo acqua rossa con ferro :-) Ciòci, Italo, Valdo, il Piccolo e nònobepi partono. Due le vetture: Ciòci, Italo e Valdo sulla vettura dei "no smoking"; il Piccolo e nònobepi sulla vettura con "camino". Pronti via ! Tarvisio,Vienna, Bratislava e finalmente, dopo nove ore di viaggio eccoci a Swytavi, una bella cittadina della Boemia. Li incontriamo la sig.ra Zira, la nostra interprete. Premetto che doveva essere un approccio di lavoro. Non mi dilungo sul come e sul cosa, dico solo che gli altri quattro, dopo qualche tempo, riuscirono ad importare per la prima volta la rinomata birra cecoslovacca.
Ciòci figlio di Tòto grandissimo amico di mio padre. Ciòci, allora era un giovane sotto i trenta, alto, forte, semplice, cordiale, con grande senso dell'umorismo. Grande lavoratore e molto intraprendente. Noi due facevamo "il 220", per il semplice fatto che sia io che lui pesavamo 110 kg. cadauno :-) .
Va da se che dopo aver esaurito tutti i compiti di lavoro, le nostre serate finivano all'Hotel Slavja, tra fiumi di birra bionda e nera, canti e balli "innocenti". Verso le tre del mattino, beh ! Allora ci mettavamo a cantare. Prima nònobepi si "industriava" ad imitare il grande Carosone e la canzoncina che faceva "impazzire" il resto della compagnia era "Caravan Petrol". Ci riusciva decorosamente bene. Il mio pezzo di bravura arrivava al culmine quando cercavo di imitare Gegè di Giacomo, sbracciandomi come un "arabo". Verso l'alba tutto finiva con il coro, "Signore delle Cime" era in testa alla nostra Hit Parade. Il Piccolo, Ciòci e nònobepi facevano la parte del leone; Valdo ed Italo invece erano specialisti nel "labbiale", a volte dalle loro ugole usciva qualche "barrito". Alle cinque, tutti in branda, sfiniti e con gli occhi fuori dalle orbite. Buonanotte.
Inevitabile la visita turistica a Praga.
Nònobepi e il Piccolo si diedero alle compre pazze: un paio di violini. Entrammo in un negozio, il Piccolo addocchiò un bel violino "seminuovo", ma con un difettuccio, era sprovvisto della quarta corda. Il mio intervento fu decisivo, dopo una strenua lotta con il negoziante, lo sostituimmo con uno "regolare" a quattro. Ne fui entusiasta. D'altronde la mia cultura in fatto di strumenti, era cosa "arcinota", tantopiù che il mio primo maestro di musica fu Ubaldo, lo zio del Piccolo. Ubaldo si sforzò tremendamente a farmi capire qualcosa, ma invano. Nònobepi ne acquistò uno, che ancora adesso conservo in soffitta.
Piccolo e violino, Ciòci e tromba Ciòci ? Lui acquistò una tromba, la sua passione era la tromba.
Esauriti i compiti di lavoro a malincuore si dovette ritornare. Ricordo come fosse ieri. Erano circa le ore otto, in piazza a Swytavi, pronti per il ritorno. C'erano tutti i nostri amici cechi. Una scena commovente, la cosa che ancora ho nel cuore è stato l'abbraccio di Eva, la giovane poteva avere l'età di mia figlia. Non mi vergogno a dirlo, tra noi ci scappò anche qualche lacrimuccia. Ho rivisto Eva qualche tempo fa, ora vive in Italia. Torniamo ai violini, non l'avessimo mai fatto, da allora cominciarono le nostre disavventure doganali.
Tutto è pronto, si ritorna a Belluno. Dopo un paio d'ore arriviamo in dogana, il Piccolo e nònobepi sempre "fumanti" , precedevamo la vettura "degli ecologisti". I doganieri, gentilissimi, ci fecero aprire il bagagliaio, scoprirono il violino e noi subito a dichiararne anche l'altro :-). - Prego accomodatevi - fu l'ivito dei doganieri, indicandoci l'ufficio ...... pagammo.
E Ciòci e la tromba ? I tre dietro passarono senza nessun inghippo.
Ripartimmo, e dopo quattro-cinque ore di macchina arrivammo a Tarvisio, di nuovo dogana. Anche lì i doganieri notarono i nostri violini e di nuovo "guerra", a tal punto i nostri violini cominciavano a costarci cari e decidemmo di non pagare, a costo di romperli sotto i loro occhi. Impietosimmo i doganieri che però si rifecero abbondantemente sul quel po di vetro che avevamo acquistato per le nostre mogli.
Ciòci, nònobepi scrive questo soltanto per ricordarti. Io sono qua, come zio Italo, Il Piccolo e tuo fratello Valdo. Tu non ci sei più. Ciòci se ne è andato domenica 5 maggio 2002, repentinamente, in punta di piedi e senza far rumore. Con discrezione, come era solito fare lui. Giovane padre di due bambine, il terzo figlio in arrivo.
Tutti c'eravamo Ciòci, proprio tutti. Alpini, amici, colleghi di lavoro e quattro preti a darti l'ultimo saluto. Io preferisco ricordarti così: il Ciòci della Boemia.
Ciao Ciòci, se vedarón pì vanti.

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