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La Parrocchia di Mussoi compie cinquant’anni! Eretta canonicamente I’8 settembre 1956, venne affidata ai Frati Cappuccini, che gia si trovavano nel territorio. Cinquant’anni di intensa attività pastorale e caritativa, ricolma di grazie del Signore.
II legame dei Cappuccini con la città di Belluno risale agli inizi del 1600, quando ricevettero dalla cittadinanza un piccolo convento prospiciente la chiesa di S. Rocco, che fu affidata alle loro cure. La loro presenza si protrasse per quasi due secoli, cioè fino al 1768 quando, a motivo della soppressione degli Ordini religiosi, furono allontanati dalla Repubblica Veneta. I frati fecero ritorno nei primi decenni del 1900.
Nel 1935, grazie all’impegno e alla mediazione di alcuni benefattori, fra tutti, Federico Morassutti, si costruì la chiesa e il convento in località Mussoi. La zona, all’epoca di campagna, in breve tempo divenne un popoloso quartiere, tanto da richiedere I’erezione di una nuova Parrocchia. Sono stati molti i frati che hanno svolto il loro generoso ministero nella nostra comunità e che hanno lasciato un vivo ricordo.
Per brevità menziono solamente i parroci che mi hanno preceduto: fra Roberto da Poianella, fra Armando Rossetti, fra Piergiorgio Bazza e fra Gianfranco Pistore.
Un vivo ringraziamento al professor Flavio Vizzutti che con puntfgliosa competenza e professionalità ha realizzato un’opera che ci aiuterà a riscoprire le bellezze artistiche delle tre chiese presenti nel territorio parrocchiale. Mi rallegro di quest’opera, perché colma un vuoto che in questi anni ho percepito in chi chiedeva informazioni circa i nostri beni artistici e notizie storiche riguardanti la nostra parrocchia.
Allo stesso modo questi preziosi anni, ci permettono di riflettere sul nostro essere Chiesa in questo luogo. Quanto lo Spirito ha suscitato in mezzo a noi nel passato chiede di essere riconosciuto attraverso uno sguardo di speranza nei confronti del futuro, alimentato dalla Parola di Dio e dall’Eucaristia.
L’augurio che esprimo e che I’opera abbia un’ampia diffusione e che incontri I’interesse del lettore facendogli conoscere meglio i tesori d’arte e di fede che i nostri avi ci hanno lasciato.

II parroco fr. Mario Sartor

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