cd Apologia

Apologia

Canzone degli anelli

Vecchi lupi

Chiari nell'aurora

Anni azzurri

Dalla sbarra degli imputati

Ballata dell'immigrato

 

 

Apologia

Rovistando tra le pagine strappate dalla storia,

ne trovammo qualcheduna che conserva la memoria

di anni oscurati da una fitta coltre di menzogna,

uomini traditi e in piedi tra rovine di vergogna,

un secondo giuramento fatto in nome dell’Onore,

donne e bambini bombardati dal liberatore,

agguati ed imboscate dànno gloria ai vincitori

mucchi di ossa dissepolte vanto degli infoibatori.

 

rit. Apologia, è colpa mia se non ho dimenticato

apologia, è colpa mia se io non ho disertato

apologia, è colpa mia se ogni giorno ho ricordato,

apologia, è colpa mia se io non ho mai mollato!

C’è una lunga scia di sangue che ci unisce a quella storia,

sangue d’uomini e ragazzi che han pagato la memoria:

fiori sparsi sui selciati della nostra terra ingrata

ed il cielo lacerato dalle sbarra di una grata;

pieni di sogni e speranze ma incapaci di aspettare,

ci trovammo soli sopra una tigra da cavalcare,

noi stregati dalla melodia di canti senza tempo,

urla e menzogne dei vigliacchi le disperde il vento

 

rit.

Se la fratellanza d’armi fu una breve primavera,

il sogno che la sorresse non è certo una chimera;

e se nelle piazze più non bruciano le barricate,

sogno ancóra di vedere i miei nemici a mani alzate;

troppo sangue e troppi morti che non so dimenticare,

ma per anni oscuri una luce continuò a brillare;

e se l’oggi con quegli anni non ha molta analogia,

sento risuonare in mille cuori quella melodia…

 

 

 

Canzone degli anelli

Tre anelli ai Re degli Elfi sotto il cielo che risplende,

Sette ai Prìncipi dei Nani nelle loro rocche di pietra,

Nove agli uomini mortali che la triste sorte attende,

Uno per l’Oscuro Sire chiuso nella reggia tetra

Nella terra di Mordor dove l’ombra nera scende.

Un Anello per domarli, Un Anello per trovarli

Un Anello per ghermirli e nel buio incatenarli.

Vanno Frodo ed Aragorn nella terra di Mordor,

Per diverse vie a combatter contro l’oscuro signor;

Se la terra tua s’oscura tu non devi aver paura

La salvezza sta in un forte braccio e in un’anima pura.

Un Anello per domarli, Un Anello per trovarli

Un Anello per ghermirli e nel buio incatenarli

 

Vecchi lupi

14 anni e cominciò la storia,

cercavo già il sentiero della gloria,

volevo avere un’anima che vola,

in mano un martello o una pistola.

Ho rinunciato a tante cose belle

seguendo cieli nuovi e nuove stelle,

trovai fratelli in quegli anni cupi,

formammo un branco di giovani lupi.

 

Rit. Stelle infinite scintillano,

mille orizzonti che brillano,

giovani lupi che avanzano

e i cacciatori che fuggono fuggono via.

Fiutammo odor di lotta e di vittoria

giocando sopra i prati della storia;
allora noi sbranammo la prudenza,

scendemmo in una valle di violenza;

cacciammo cuccioli di borghesia

e non tememmo più la polizia;

traditi e uccisi in democrazia,

provammo di essere aristocrazia.

 

 

rit. Cieli di piombo si oscurano,

fuochi di morte che avvampano,

lupi sgozzati e dispersi ma

un ululato dal bosco stanotte si udrà, ancóra.

E’ sporco il sentiero della gloria,

ingombro dei detriti della storia,

fiumi di sangue e morti rattrappiti

e i vivi chiusi per anni infiniti;

ci hanno bruciato i prati della storia,

ma abbiam tenuto viva la memoria

dei lutti e di un destino molto duro,

se fummo esempio lo dirà il futuro.

 

rit. (come il primo)

 

 

 

Chiari nell’aurora

Tra ritagli e foto gialle non c’è cura ai vecchi affanni,

labirinti di domande anche dopo tanti anni,

angoli della mia mente per fermarmi a ripensare

e un tappeto di ricordi per sdraiarmi e riposare;

ma i ricordi sono amici duri e vuoti come tufo,

non guariscono il rimorso di chi è sopravvissuto.

Quando chiudo gli occhi e volo con la mia fantasia,

non so più che giorno è, io non so più che anno sia,

e rivedo quelle sagome tracciate sulla via

e quei bossoli raccolti e numerati dalla polizia.

Piango ancóra per Diego ed Enrico,

piango ancóra per Diego ed Enrico

Foto gelide e taglienti anche dopo tanti anni,

non mi aiuta immaginarvi liberati dagli affanni;

polvere che nulla sente in un tumulo gelato

e i ricordi nohn fan luce sul mio cuore ottenebrato.

Ma un chiarore vivo ha lacerato il velo degli inganni,

e una luce fredda v’incorona dopo tanti anni.

Ora chiudo gli occhi e volo con la mia fantasia,

vi rivedo e capisco che mai siete andati via,

camminate insieme a me e sorridete come allora,

un abbraccio prima di svanire, chiari nell’aurora;

più non piango per Diego ed Enrico,

più non piango per Diego ed Enrico.

 

 

Anni azzurri

Anni grigi, anni di ricordi amari. Ancóra non sappiamo chi ammazzato tanti morti di quegli anni: i nostri. Cambia poco quando si sa chi li ha ammazzati. Cambia poco anche quando si processa chi li ha ammazzati. Clemenza per piccole iene e sciacalli in divisa. Le nostre vittime restano senza giustizia.

Anni grigi, anni azzurri, anni di piombo,

io volevo soltanto conoscere il mondo,

anni rossi di sangue, bianchi d’ipocrisia,

ma per noi senza macchia di codardia,

anni neri di lutti che non voglio scordare,

anni duri e vigliacchi che non devon tornare,

anni tristi di fiori sbocciati sull’asfalto,

anni allegri di un Canto che si levò alto

dalle piazze lucenti di mille mani aperte,

dai bivacchi fraterni nelle nostre riserve,

era un canto gioioso di freschi pensieri,

era il canto di cuori non più prigionieri,

era un canto feroce che s’alzava a fiammate

da canne brunite e bottiglie lanciate,

ma sciacalli in divisa e le iene di ieri

non eran nemici di cui andare fieri.

 

rit. Anni grigi, anni di piombo,

brandelli d’epitafio,

noi vivemmo

anni di piombo, anni azzurri

Anni grigi, anni azzurri, anni di piombo,

e non sono riuscito a conoscere il mondo,

una guerra bastarda nata senza vittoria

ma la lotta fu bella e non senza gloria,

anni folli di corse incontro al destino,

di ragazzi al macello per un nuovo mattino;

e svanì quel mattino ma è durato abbastanza

a consacrare in armi la fratellanza,

a capire e volere, imparare ad osare,

a spezzare catene e combattere il male;

anni candidi e persi nella memoria,

soffocati nel sangue di chi non fece storia,

anni esuli e persi sotto cieli lontani,

anni uguali in eterno, fine pena mai,

anni sepolti e persi tra sbarre e cancelli,

anni vivi, anni azzurri per pochi ribelli.

 

rit.

 

 

 

Dalla sbarra degli imputati

Dalla sbarra degli imputati signor giudice voglio parlare,

non leggerò comunicati, non mi sono mai pentito io;

sono un uomo di poche parole e so già che non potrete capire,

ma lo stesso io voglio parlare e adesso voi mi dovete ascoltare;

io vengo da lontano, da molto lontano, dalle profondità del tempo,

dalla soglia del valore oltre il confine del disprezzo,

sono nato dal passato, sono figlio del sacrificio,

ho lottato nel presente perché il futuro potesse ancóra essere

 

rit. La mia idea, la mia idea è il profumo, è la bellezza,

la mia idea, la mia idea è l’alba ed è il tramonto,

dalla sbarra degli imputati la mia idea voglio lanciare,

duro pegno di lotta e sacrificio per chi la vorrà accettare

Ho vissuto la speranza, il mio cuore l’ha pompata,

le mie vene l’hanno accolta, la mia mano l’ha impugnata;

non ho avuto paura se non di fallire

anche se non ho ancóra l’età per morire,

non ho mai risopettato, no! le regole del gioco,

non m’importa di cosa sono accusato,

non m’importa se dopo sarò condanato,

non m’importa del tuo disprezzo,

della tua legge e della tua morale;

ho lottato e lottato in questi anni,

non mi avete piegato, non mi avete spezzato,

non mi avete zittito, no!

non mi avete mai comprato.

 

rit.

Perché nella mia lotta c’è l’odio, perché nella mia lotta c’è il sangue,

perché nella mia lotta c’è l’onore, la fedeltà e tanto amore:

sì, l’amore per quello che è stato, la speranza per ciò che sarà,

il disprezzo sacro e bello per la tua meschinità.

 

 

Ballata dell’immigrato

Vieni, vieni, clandestino, trasferisciti a Torino,

vieni, vieni a lavorare qui da noi,

vieni a vendere eroina, refurtiva e cocaina,

vieni a fare qualche piccola rapina

in questa città civile, tollerante ed accogliente

perché qui nessuno ti dirà mai niente,

troverai chi ti protegge dai rigori della legge,

la giustizia è un baraccone che non regge.

L’italiano rapinato si difende ed è arrestato

tanto qui ha sempre ragione l’immigrato,

tutti i pregiudicati, i peggiori ricercati

qui da noi son solo poveri immigrati.

A casa loro! A casa loro! A casa loro! A casa loro!

Vieni pure a rapinare, a spacciare, a violentare,

qui nessuno te la farà mai pagare,

ti proteggon magistrati, sindacati e polizia,

l’espulsione non si sa che cosa sia,

vieni pure ad ubriacarti, a far danni, a far baldoria,

ogni anno c’è una nuova sanatoria,

c’è una schiera di assessori, volontari e alti prelati,

tutti in coro a benedire gli immigrati;

le rapine triplicate, i furti quintuplicati,

ma non è colpa dei poveri immigrati,

se a ogni angolo si spaccia, rassicura il questore:
"non esiste un problema immigrazione".

Vengono vengono qui per lavorare,

vengono perché non hanno niente da mangiare,

o da rubare, da rapinare, da violentare, o per spacciare.

A casa loro!

 

 

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