E’ ciò che distingue l’uomo dalle altre creatura in quanto esprime un significato e quindi è una derivazione della intelligenza.
Tutto si muove per mezzo
delle azioni, dei fatti, dei movimenti è
vero ma essi sono una conseguenza del pensiero che divenuto parola dà l’input
all’agire.
La storia della città di
Babele è un racconto simbolico che
rappresenta la dispersione degli uomini allorchè le parole perdono l’unità di
significato per tutti.
La Parola! Dio si servì
proprio di essa così è scritto.
Dio ordina, quindi esprime
il pensiero con la parola:vi sia la luce; vi siano delle lampade nel firmamento
del cielo,per separare il giorno dalla notte; le acque che sono sotto il cielo
si raccolgano in una sola massa e appaia l’asciutto; ….poi in ultimo Dio dice:
facciamo l’uomo a norma della nostra immagine, affinchè possa dominare sui
pesci del mare,sui volatili in cielo e sul bestiame e sui rettili della terra.
Così Dio creò gli uomini
secondo la sua immagine, maschio e femmina li creò, li benedisse e disse loro:
siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra e soggiogatela.
Tutto ciò è stato
meravigliosamente reso in versi come di poesia più di duemila anni fa : un
mirabile inno al LOGOS cioè AL VERBO, a LA PAROLA, anche se con intenti di
rivelare al mondo il mistero profondo di un uomo morto crocifisso.
Ecco l’inno:
in principio era il Verbo e
il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio.
Egli era in principio presso
Dio, tutto è stato fatto per mezzo di lui,
e senza di lui niente è stato
fatto di tutto ciò che esiste.
In lui era la vita e la vita
era la luce degli uomini;
la luce splende nelle
tenebre, ma le tenebre nonl’hanno accolta.
Venne un uomo mandato da Dio
e il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone per
rendere testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per
mezzo di lui.
Egli non era la luce, ma
doveva rendere testimonianza alla luce.
Veniva nel mondo la luce
vera, quella che illumina ogni uomo.
Egli era nel mondo e il mondo
fu fatto per mezzo di lui,
eppure il mondo non lo
riconobbe.Venne fra la sua gente ma i
suoi non l’hanno accolto.
A quanti però l’hanno
accolto, ha dato il potere di diventare
figli di Dio. a quelli che credono nel suo nome, i quali non da sangue, né da
da volere di carne, né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne e
venne ad abitare in mezzo a noi, e noi
vedemmo la sua gloria, gloria
come unigenito del Padre,pieno di grazie e di verità.