TODI
La cittadina è nota forse più per i natali di Jacopone e cioè di Giacomo dei Benedettini, uno dei primi poeti dialettali italiani, che per la sua storia.
Chi non ricorda i famosi versi Figlio, Figlio, Figlio, amoroso giglio etc…. La poesia in vero ha il seguente titolo: Pianto de la Madonna de la Passione del figliolo Jesu Cristo.
Intanto oltre alla nascita è incerto anche l’origine del nome: chi dice che provenga da “tutere” cioè confine, chi da “tutus” cioè luogo alto e fortificato,chi dall’etrusco “tudicolare” cioè che guarda il Tevere.
Comunque la sua fondazione risale a migliaia di anni prima di Cristo ad opera degli Umbri, poi ampliata dagli Etruschi infine prima abbellita da costruzioni ad opera dei romani e poi depredata da Marco Crasso.
Todi abbracciò presto il cristianesimo ed ebbe l’onore di fornire diversi santi martiri tra cui San Terenziano e San Fortunato, entrambi vescovi della città. Molte sono le chiese e i monumenti che dànno lustro e vanto ai tudensi.
Donna de paradiso
Lo tuo figliolo è preso,
Jesu Cristo beato.
…………
O figlio, figlio, figlio,
figlio, amoroso giglio,
figlio, chi dà consiglio
al cor mio angustiato?
Figlio occhi jocundi,
figlio, co’ non respundi?
Figlio, perché t‘ascundi
dal petto o’ se’ lattato?
………….
Figlio, l’alma t’è uscita,
figlio de la smarrita,
figlio de la sparita,
figlio attossecato!
Figlio bianco e vermiglio,
figlio senza simiglio
figlio, a chi m’appiglio?
Figlio, pur m’hai lassato!
O figlio bianco e biondo,
figlio volto jocondo,
figlio, perché t’ha el mondo,
figlio, cusì sprezato?
Figlio dolze e piacente,
figlio de la dolente,
figlio, hàtte la gente
malamente trattato!
Joanne, figlio novello,
mort’è lo tuo fratello:
ora sento ‘l coltello
che fo profitizato.
Che mort’ha figlio a mate,
‘n dura morte afferrate;
trovase abbraccecate
mate e figlio a un cruciato.
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