Ansia. Una spiegazione degli attacchi di panico

L'attacco di panico e il resto

Un attacco può sicuramente essere un disturbo ansioso. Uno studio psicologico sugli attacchi di questo disturbo (stiamo parlando di attacchi di panico e non di ansia generica) potrebbe portare a conclusioni errate.

Il disturbo di panico è quello che ci aspetteremmo di scoprire con una modalità del tutto nuova. Se uno sente che ha sintomi come sudorazione, tachicardia, la paura di guidare l'automobile o cefalea, sono tutte evidenze del fatto che si trova di fronte ad uno stato d'ansia? Sicuramente no, tanto è vero che questi stati mimano malattie mediche, cioè disturbi organici e non funzionali.

Non sono dunque prove del panico. Gli attacchi di panico e gli attacchi d'ansia possono capitare in qualunque momento quando uno meno se lo aspetta e per questo motivo vengono detti disturbi primari. Ma spesso, però esistono come componente dovuta ad altre patologie o stati. E' il caso, per esempio, dell'ansia dovuta ad un incidente, o ad un intervento chirurgico, oppure ancora a un trauma di tipo psicologico, nel quale caso l'ansia viene detta disturbo secondario. Quando è un disturbo primario, spesso, è un sintomo che nasce dall'esigenza del nostro organismo di ribellarsi o semplicemente comunicare qualcosa.

Ma quando l'ansia è una manifestazione psicologica che ci comunica qualcosa, l'attacco di panico, cos'è? Ci si ppotrebbe chiedere se è sempre correlato con le funzioni arcaiche di attacco e fuga. In effetti è proprio quello che è. Solo che il circolo vizioso nel quale entra l'organismo e che fa sì che più ci si spaventa e più si soffre e più si soffre più ci si spaventa, a un certo punto esaurisce le risorse dell'organismo stesso che, esausto, non può che far cessare l'attacco.