NO ALLA CENTRALE TERMOELETTRICA SUL BEINALE

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COSA NE PENSIAMO

No, un no fermo all' impianto termoelettrico sul Beinale, nel territorio di Magliano Alpi, sito che confina con Carrù, Trinità e Benevagienna. questo chiede la gente, che si vede piovere addosso dall'alto, senza esserne almeno correttamente informata, a riprova a quanto possa giungere l'arroganza del potere economico-politico; non basta già il passaggio della TO-SV, e il lotto in costruzione Massimini di Carrù-S. Giovanni Perucca di Trinità della Cuneo-Asti, l'impianto di selezione dei rifiuti, (sarà poi solo quello o poi una volta fatto ci saranno altre lavorazioni che verrebbero a penalizzare ancora di più questa zona?)

Nella sala dei bottoni si decide con un piano territoriale che una certa zona è "interstiziale" cioè adatta ad ospitare impianti a "scarso gradimento della popolazione locale (impianti per lo smaltimento dei rifiuti, produzione di energia e chi più ne ha più ne metta). E questa è proprio bella!! e chi le sapeva queste cose? Adesso che lo sappiamo possiamo solo dire che la popolazione locale non ha uno scarso gradimento, ma non le gradisce affatto, Ma come si permettono di schedare una zona che non è certo un deserto, anzi tutt'altro. Fatto il piano territoriale si è odorato profumi di soldi, o forse l'affare era già previsto prima; quante cronache giudiziarie hanno riportato alla luce il perverso binomio politico-affaristico. Al di là di queste considerazioni, che non vogliono certo far di ogni erba un fascio, è un fatto lampante che qualcuno farà soldi, e tanti perchè grandioso è il progetto dell’impianto (sarebbe il più grande d'Italia), ma sì, perchè no, e così ancora più money, soldi fatti sulla pelle della gente, ed alla faccia della gente. La salute, la vivibilità, il deprezzamento delle case, dei terreni, i danni all'agricoltura e al turismo quello non conta? La filosofia è semplice, paghiamo bene i terreni per acquisire l'area, facciamo tutti i passi necessari e con lo stuolo di persone, esperti sotto tutti i punti di vista, e magari anche con agganci politici nessuno potrà metterci il bastone tra le ruote. E i diritti della gente chi li difende? Adesso che la gente ha fatto sentire la sua voce, grazie ad alcuni amministratori locali che li hanno informati ed alla formazione di un Comitato spontaneo, il problema sembra avviarsi ad una soluzione dopo l'ultima riunione del 26 febbraio a Torino della "Conferenza dei Servizi", (con la la manifestazione di protesta della gente della nostra terra). Adesso la Regione, la Provincia sono per il no, anche se resta ancora l'incognita della decisione del governo centrale. Una riflessione viene spontanea, come mai questo progetto che adesso sembra così assurdo, stava andando, in tutto silenzio, in porto. Due sembrano essere le cose, o qualcuno non ha fatto il suo dovere per incompetenza e leggerezza, oppure vi è stato il clientelare connubio affari e politica. In nome di questo progresso, quante cose si vogliono far passare sulle nostre teste, il fatto è che un progresso senza regole morali è da mettere al bando definitivamente: non si tratta, per risolvere il nostro problema, di spostare tale progetto in altre zone, dobbiamo convincerci che parlando dell'ambiente solo un progresso eco-compatibile potrà almeno interrompere il cammino che ci sta portando su una strada di non-ritorno, perchè deve essere chiaro che stiamo scavandoci la fossa con le nostre mani.

È ORA DI METTERE AL BANDO OGNI TIPO DI INQUINAMENTO.