Complesso residenziale dei Duodo
Prima di raccontare cronologicamente la costruzione del complesso residenziale dei Duodo, penso possa essere d'aiuto una tabella che raccolga le persone che ne sono intervenute:
Committenti
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Architetti
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Attorno al 1589-90 i fratelli Francesco e Domenico Duodo contattano l'architetto vicentino Vincenzo Scamozzi per edificare una residenza. Viene costruito il corpo laterale che si vede nella foto sulla destra, mentre il prospetto verrà ultimato da Andrea Tirali nel Settecento. Con un breve di Clemente VIII del 12 Novembre 1592 viene autorizzata anche la costruzione di un oratorio a fianco del corpo laterale. La realizzazione avviene tra il 1593 e il 1597. |
E' opera di Pietro Duodo la 'via romana' con le sei cappelle. Nel Luglio 1605 Pietro è a Roma,
e ottiene da Paolo V la licenza di edificare la chiesa, sotto il titolo di San Giorgio Martire,
e sei cappelle. Ai pellegrini che le visitassero vengono concesse le stesse indulgenze
accordate a chi si recava in preghiera alle sette basiliche maggiori di Roma (S. Maria Maggiore,
S. Giovanni in Laterano, S. Croce in Gerusalemme, S. Lorenzo fuori le mura, S. Sebastiano,
S. Paolo e S. Pietro). La sesta cappella venne co-intitolata ai ss. Pietro e Paolo.
Nel 1615 sono già ultimate. Si ritiene che Pietro Duodo abbia chiesto all'architetto Vincenzo
Dotto di modificare il progetto scamozziano per le chiesette.
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Alvise Duodo interviene con lavori di arredi interni ed esterni. Definisce e completa l'esedra
dedicata a San Francesco d'Assisi. Nel 1651 ottiene inoltre da
Innocenzo X che dalla chiesa romana di Tor de' Specchi si traslocassero nella chiesa di S.
Giorgio i corpi di tre Santi Martiri e numerose reliquie. Per l'occasione viene innalzato un
piccolo campanile con orologio (sulla campana è incisa la data 1671), inserito un nuovo altare,
forse quello attuale, opera della bottega dei Corberelli. Viene anche eretto l'arco d'ingresso
alla "via romana", la Porta Romana, e il "memorial" dei Duodo.
Sarà Nicolò Duodo a continuare l'attività dei Duodo a Monselice: realizza il portale con i leoni
stemmati, la Rotonda e l'ala settecentesca della dimora, affidandone il coordinamento
all'architetto Andrea Tirali.
A lui va assegnata la
costruzione della 'grotta' di S. Francesco Saverio, a ricordo del suo soggiorno monselicense
nel 1537. Fa costruire pure la fontana al centro della 'corte' della villa.
Nel 1720 Nicolò ottiene da papa Clemente XI altre reliquie da aggiungersi alle precendenti.
Spetta al pronipote Girolamo la costruzione della secondo cappella, nel retro della chiesetta di San Giorgio, per custodire ed esporre al pubblico le reliquie.
Ai Duodo, spenti nel 1867, diventano proprietari i Balbi-Valier, che
conservano l'edificio a scopo di villeggiatura. Col tempo, però, i proprietari non curano il
sito, e dal 1870 al 1883 le Sette Chiese furono totalmente abbandonate.
Morta nel 1889 la contessa Teresa Balbi-Valier, i nipoti Alberto, Marco, Alberico decisero
di portare al fasto di un tempo l'eredità.
Ultima modifica: 15 Settembre 2003 nikzor@libero.it |