Invenzione… e creazione, e scoperta, e scienza e filosofia e società.

Solo Dio ha creato dal nulla con il suo fiat: fiat lux, ecc…., ecc…, invece l’uomo inventa e crea da un qualcosa di esistente. Dico ciò per sfatare la convinzione del pubblico, che è convinto che le invenzioni e i perfezionamenti di alcuni oggetti siano opera esclusiva dei geni.

Non è naturalmente così; ogni uomo è un potenziale inventore, se riesce a mettere in campo alcuni elementi. Ne menziono alcuni che possono essere comune a tutti: fantasia, sogno,associazione di idee, acuta osservazione, empirismo.

In Italia vengono depositati all’ufficio molte domande di brevetto. Di questi ritrovati molte migliaia vengono presentati da inventori indipendenti.

Questi sono persone che oltre ad esercitare un ruolo specifico nella società, si cimentano con curiosità, conoscenza e volontà a risolvere giorno per giorno quei grandi e piccoli quesiti che si presentano in ogni momento del vivere quotidiano.

Perché si dice ciò??? Perché si arrivi nel nostro Paese ad uno “sfruttamento” completo e razionale delle forze mentali del nostro popolo che fino a non molto tempo fa veniva definito: “Una stirpe di navigatori, geni, poeti e inventori. Il numero dei trovati non ha nulla da invidiare ai paesi europei ed extra”. È triste verificare che gran parte delle persone di grande calibro nel campo non solo delle invenzioni, ma anche altri, lascia il nostro paese, per favorire industrie straniere.

Questo esodo dipende dalla miopia di chi ci governa che per show televisivi spende miliardi, mentre per le invenzioni nemmeno un euro. Dobbiamo sapere, inoltre, che l’inventore è colui che attraverso i suoi trovati opera un più o meno significativo cambiamento del mondo. Azzardo a dire, se mi è concesso, che l’inventore è colui che si pone nella continuità della creazione di Dio.

Ora cerchiamo di dare delle definizioni su invenzione e creazione.

Prima di tutto vediamo il significato di questi termini. Inventare, da inventio – latino – “ritrovamento” o invenire “trovare”; significa trovare attraverso adeguati studi ed accorgimenti cose nuovo di interesse pratico. In merito abbiamo una definizione di A.REY che è questa: “la funzione sistematica della vita mentale, grazie alla quale si elaborano e sorgono nella coscienza i processi dove si incatenano e sono confusi immagini e rappresentazioni; idee e concetti, giudizi e ragionamenti, processi che tuttavia appaiono essenzialmente come nuovi, come creati e prodotti dalla nostra attività”.

Per avere un’idea di che cosa è un’invenzione e della rivoluzione che questa può apportare, pensiamo all’invenzione della ruota, della stampa e dell’energia elettrica.

Per portare un’invenzione a buon fine, necessita la conoscenza della scienza. A tal proposito faccio presente che i più grandi inventori – pensiamo ad Archimede e a Leonardo da Vinci- avevano una grande preparazione tecnica e scientifica, sempre rapportata al tempo in cui sono vissuti.

Per essere più completi non basta, da parte degli inventori, solo la conoscenza scientifica, bensì una conoscenza filosofica. Quest’ultima evita di far cadere l’uomo in uno sterile processo di conoscenza. A tal proposito questo è l’invito che faccio a tutti gli inventori che leggono l’articolo: siate dei buoni filosofi. Un’altra realtà che desidero prendere in considerazione e affrontare è questa: come la società si comporti di fronte alle invenzioni.

Un mio modesto parere è che la società non collabora a livello economico per far costruire nuovi ritrovati. Per essere più precisi, voglio dire che forse collabora, ma per invenzioni di morte: carri armati, fucili, ecc… ecc.. Per concludere come in altri tempi vi è una cultura del bene del male anche in quello dell’invenzione alberga. Per quanto mi è possibile cercherò, a livello personale, di costruire in avvenire oggetti per una cultura dell’amore e non dell’odio.