SPAZIO........ ULTIMA FRONTIERA

A cura del prof. A. Gianluca

Torna pagina indice

(Il primo equipaggio dello Shuttle)I

SPACE FLIGHT  NEWS 88 ( history )

 

<<… un’astronave progettata per innalzarsi nel cielo come un razzo, per orbitare come un vagone merci o un autobus passeggeri, e per atterrare come un aereo o come un aliante di ottanta tonnellate: andata e ritorno tra le stelle non una volta ma cento, forse con voli settimanali entro la fine degli anni ottanta. Ora che il primo “astroplano” della storia è lì, finalmente, sulla rampa di lancio pronto a spiccare il volo verso il cielo, anche i critici più accesi al nuovo rivoluzionario mezzo tecnologico spaziale americano tacciono. I costi della navetta hanno raggiunto la stratosfera prima ancora del lancio: 9 miliardi di dollari.

La struttura pesante oltre duemila tonnellate, e che vista in lontananza ricorda una cattedrale gotica, è un complesso formato da tre unità principali: l’Orbiter, la navetta vera e propria, che assomiglia a un DC-9 e può mettere in orbita fino a 30 tonnellate di carico; due razzi laterali a combustibile solido, che una volta esaurito il loro compito vengono recuperati, ed un serbatoio esterno con il propellente necessario ad alimentari i motori dell’Orbiter nella fase di ascesa fino al suo ingresso in orbita. Una volta lasciata la rampa di lancio, i due razzi laterali a combustibile solido portano l’intero complesso a 50 chilometri di altezza, si staccano e scendono in mare rallentati da paracadute, a circa trecento chilometri da Cape Canaveral. A otto minuti dall’inizio della missione la navetta raggiunge la velocità orbitale, da dieci a quindici secondi più tardi lo Shuttle si libera anche del serbatoio grande come un grattacielo e procede verso l’orbita stabilita viaggiando ad una velocità di 28 mila chilometri orari e sorvolando la Terra a circa trecento chilometri di altezza. Per gli astronauti a bordo il Sole sorge ogni 45 minuti e ogni 90 minuti ripassano sopra lo stesso continente. Una delle caratteristiche dello Space Shuttle è quello di avere i motori più potenti del mondo impegnati durante la fase del lancio in una accelerazione dolce e progressiva. I primi astronauti ricordiamo, sopportavano uno stress di 8 G, otto volte l’accelerazione di gravità. Con la navetta l’accelerazione sarà di 3 G, quanto quella che si può provare facendo in auto una curva molto stretta. La missione di una navetta Shuttle può durare poche ore o alcuni giorni poi si torna a casa. Al momento del rientro l’astronave si trasforma in un aereo, la velocità scende a 18 mila chilometri all’ora, poi a 12 mila poi a 8 mila infine a 4 mila: a motori spenti gli astronauti alla guida non possono permettersi il lusso di sbagliare l’atterraggio. Non si può ripetere il tentativo. E’ una lunga planata verso la pista di sicurezza nel deserto di Mojave, in California. Un volo assistito dai calcolatori di bordo, ma che non è mai stato tentato prima.

Quando i voli dello Shuttle diventeranno di routine e usciranno dalle prime pagine dei giornali, la fase di atterraggio darà inizio a tutte una serie di operazioni per far ripartire la navetta nel più breve tempo possibile: nella prima ora dopo il rientro a terra ci sarà una pulizia completa dei motori, l’apertura e la decontaminazione del vano di carico. Nelle novantasei ore successive la navetta viene completamente ricontrollata; a questo punto lo Shuttle viene preparato per un nuovo lancio e ruotato in posizione verticale, operazione che richiede cinque ore. Poi è la volta dell’assemblaggio ai razzi e al gigantesco serbatoio centrale, operazione che richiede trentaquattro ore. Nelle successive ventiquattro ore lo Space Shuttle viene trasportato sulla rampa di lancio e comincia la verifica di tutte le apparecchiature. Sono passate appena 160 ore da quando le ruote della navetta hanno toccato terra e il traghetto stellare può ripartire per un nuovo viaggio e dare il cambio ad un altro Shuttle in orbita …>>. Così scrive giovedì 9 aprile 1981 il corrispondente a Cape Canaveral del quotidiano New York Times. Siamo alla vigilia dell’invio in orbita del più rivoluzionario veicolo spaziale della storia.

Dopo sei anni di pausa, ed anche di lavoro di preparazione, l’America si ripresenta alla ribalta delle conquiste spaziali con un’impresa e un mezzo nuovo di eccezionale portata. John Young e Robert Crippen, i due astronauti scelti a pilotare per primi lo Space Shuttle Columbia sono fiduciosi.

Il sogno dei primi pionieri dell’astronautica degli inizi del novecento, sta diventando finalmente una realtà!

(continua)

Home page NewAtlantide