(Il primo
equipaggio dello Shuttle)I
<<…
un’astronave progettata per innalzarsi nel cielo come un razzo, per orbitare
come un vagone merci o un autobus passeggeri, e per atterrare come un aereo o
come un aliante di ottanta tonnellate: andata e
ritorno tra le stelle non una volta ma cento, forse con voli settimanali entro
la fine degli anni ottanta. Ora che il primo “astroplano”
della storia è lì, finalmente, sulla rampa di lancio pronto a spiccare il volo
verso il cielo, anche i critici più accesi al nuovo rivoluzionario mezzo
tecnologico spaziale americano tacciono. I costi della
navetta hanno raggiunto la stratosfera prima ancora del lancio: 9 miliardi di
dollari.
La
struttura pesante oltre duemila tonnellate, e che vista in lontananza ricorda
una cattedrale gotica, è un complesso formato da tre unità principali: l’Orbiter, la navetta vera e propria, che assomiglia a un DC-9 e può mettere in orbita fino a 30 tonnellate di
carico; due razzi laterali a combustibile solido, che una volta esaurito il
loro compito vengono recuperati, ed un serbatoio esterno con il propellente
necessario ad alimentari i motori dell’Orbiter nella
fase di ascesa fino al suo ingresso in orbita. Una volta lasciata la rampa di
lancio, i due razzi laterali a combustibile solido portano l’intero complesso a
Quando
i voli dello Shuttle diventeranno di routine e usciranno dalle prime pagine dei
giornali, la fase di atterraggio darà inizio a tutte
una serie di operazioni per far ripartire la navetta nel più breve tempo
possibile: nella prima ora dopo il rientro a terra ci sarà una pulizia completa
dei motori, l’apertura e la decontaminazione del vano di carico. Nelle
novantasei ore successive la navetta viene
completamente ricontrollata; a questo punto lo Shuttle viene preparato per un
nuovo lancio e ruotato in posizione verticale, operazione che richiede cinque
ore. Poi è la volta dell’assemblaggio ai razzi e al gigantesco serbatoio
centrale, operazione che richiede trentaquattro ore. Nelle successive
ventiquattro ore lo Space Shuttle viene trasportato
sulla rampa di lancio e comincia la verifica di tutte le apparecchiature. Sono
passate appena 160 ore da quando le ruote della navetta hanno toccato terra e
il traghetto stellare può ripartire per un nuovo viaggio e dare il cambio ad un
altro Shuttle in orbita …>>. Così scrive giovedì 9 aprile 1981 il
corrispondente a Cape Canaveral
del quotidiano New York Times. Siamo alla vigilia
dell’invio in orbita del più rivoluzionario veicolo spaziale della storia.
Dopo
sei anni di pausa, ed anche di lavoro di preparazione, l’America si ripresenta
alla ribalta delle conquiste spaziali con un’impresa e un mezzo nuovo di eccezionale portata. John Young e Robert Crippen, i due astronauti scelti a pilotare per primi lo
Space Shuttle Columbia sono fiduciosi.
Il
sogno dei primi pionieri dell’astronautica degli inizi
del novecento, sta diventando finalmente una realtà!
(continua)
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