SPAZIO........ ULTIMA FRONTIERA

A cura del prof. A. Gianluca

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(L'equipaggio della Soyuz 32)I

SPACE FLIGHT  NEWS 84 ( history )

 

Tutto il mondo, non solo quello scientifico, applaude la nuova straordinaria impresa dei due cosmonauti sovietici. Ecco come il quotidiano nazionale L’Unità nell’edizione del 3 novembre 1978, racconta il ritorno a terra dei due “pionieri cosmici”: << La più grande maratona dello spazio – il più lungo, il più importante e il più difficile volo pilotato nella storia della cosmonautica - si è conclusa felicemente dopo quasi 140 giorni. Gli astronauti sovietici, Vladimir Kovalenok e Alexander Ivanchenkov, protagonisti di questa incredibile “corsa”, sono tornati a terra, con la cosmonave Soyuz 31 dimostrando che nello spazio si può “vivere e lavorare”. In pratica con la loro missione hanno risposto a molti e complicati quesiti che da decenni tormentano scienziati, ingegneri, psicologi. Il volo in orbita, in condizioni di imponderabilità – questo il senso della esperienza compiuta nel corso della missione - può essere notevolmente prolungato senza arrecare danni all’uomo. Ma per ottenere questo straordinario risultato – lo abbiamo compreso seguendo giorno per giorno la missione della “Soyuz-Salyut” – è necessario uno sforzo incredibile di mezzi, tecnologie, ingegni. I sovietici ci sono riusciti. Hanno mantenuto per tutti questi mesi uno stretto contatto con i due dello spazio, seguendoli non solo nelle attività tecnico-scientifiche, ma anche e soprattutto “guidandoli” dal punto di vista umano. Fra la Terra e la Stazione orbitante si è così stabilito un “ponte” che a prima vista può avere il colore della fantascienza ma che, al contrario, è fatto di realtà tecnica, alta precisione, studi, ricerche compiute con passione a tutti i livelli. Kovalenok e Ivanchenkov, in pratica, non sono mai stati soli: nella loro base spaziale – rifornita di acqua, dotata di cucina elettrica, monitor e sistemi con videocassette – sono vissuti col ritmo della Terra, hanno perfino ricevuto la “posta” grazie alle cosmonavi-cargo della serie Progress. Il successo è notevole. Ed è soprattutto una vittoria dell’uomo-scienziato… >>.

Missione dopo missione, i cosmonauti sovietici scoprono, e con loro tecnici e scienziati, che dopo lunghe permanenze nello spazio, il riadattamento alle condizioni di gravità, una volta tornati sulla Terra, è molto più facile con l’uso delle nuove speciali apparecchiature che si trovano a bordo della Salyut, quali il veloergometro (una bicicletta da camera), il “tapis-roulant” e una speciale tuta aderente chiamata Chibis.

Questi straordinari risultati non si fermano però con il volo di Kovalenok e Ivanchenkov. Il 25 febbraio 1979 una nuova coppia di cosmonauti viene lanciata in direzione della Salyut 6: a bordo della Soyuz 32 si trovano Vladimir Lyakov e Valery Ryumin. Il loro viaggio intorno alla Terra dura ben 175 giorni, nuovo record spaziale umano. Rientrano il 19 agosto a bordo della Soyuz 34, lanciata dal cosmodromo di Baikonur il 6 giugno senza equipaggio, dopo che la navicella cosmica Soyuz 33 con a bordo il cosmonauta sovietico Nikolay Rukavishnikov e il primo astronauta bulgaro Gheorgy Ivanov aveva fallito il 12 aprile l’aggancio al laboratorio scientifico. Lyakov e Ryumin durante la lunga permanenza a bordo della Salyut, eseguono riparazioni ed attività di manutenzione, sostituendo tra l’altro alcune apparecchiature sulla stazione con altre di nuovo tipo inviate con le navette Progress insieme al solito rifornimento: cibo, vestiti, posta e ossigeno. I due cosmonauti inoltre, compiono numerose osservazioni e fotografie della superficie terrestre e portano a termine più di cinquanta esperimenti di microgravità con produzione di “monocristalli”, leghe e composti metallici

 

(continua)

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