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(La Soyuz in volo verso l'orbita terrestre)I
SPACE FLIGHT NEWS 80 ( history
)
Il 7 febbraio 1977 viene
lanciata dal Cosmodromo di Baikonur la navicella
spaziale sovietica Soyuz 24. A bordo si trovano i
cosmonauti Viktor Gorbatko
e Yuri Glazkov. Questa
volta l’avvicinamento e l’aggancio al laboratorio Salyut
5 avvengono senza problemi. Entrati nella Stazione, i
due nuovi “inquilini” della casa spaziale danno il via agli esperimenti in
programma. Nei quasi diciotto giorni di permanenza a bordo Gorbatko
e Glazkov compiono alcune riparazioni al laboratorio
ed effettuano un ricco programma di ricerche: dalle
fotografie della Terra a nuove tecniche sulla saldatura, la liquefazione e
solidificazione dei metalli; studiano la crescita dei cristalli ed effettuano
numerosi esperimenti biomedici. La missione dei due
cosmonauti sovietici termina il 25 febbraio con un perfetto rientro a terra, a
circa trenta chilometri dalla città di Arkalyk Con il ritorno della Soyuz
24 si chiude il programma Soyuz-Salyut 5. Le missioni
svolte sino ad ora sui laboratori cosmici hanno dato risultati soddisfacenti,
ma queste non erano altro che la preparazione al più importante programma
spaziale sovietico, che ha inizio il 29 settembre 1977 con il
lancio della Salyut 6. Il nuovo complesso
cosmico a differenza dei precedenti, oltre ad essere più ampio e più comodo, è dotato di due boccaporti per il “docking”:
permette dunque a due veicoli spaziali di attraccare contemporaneamente
alla Stazione. Le future missioni a bordo della Salyut
6 hanno così la possibilità di essere più lunghe e
ambiziose. L’inizio però non sembra essere dei più promettenti: la Soyuz
25 lanciata il
9 ottobre con a bordo i cosmonauti Vladimir Kovalenok
e Valery Ryumin, che
avrebbe dovuto per prima agganciarsi al laboratorio spaziale, fallisce la
manovra d’attracco per un improvviso problema tecnico durante la fase finale di
avvicinamento, costringendo i due cosmonauti ad un precipitoso rientro sulla
Terra.
L’11 dicembre però
Mosca ci riprova, a bordo della Soyuz 26 si trovano i
cosmonauti Yuri Romanenko e
Gheorgy Grechko. Ecco come
Il Resto del Carlino del 12 dicembre 1977 descrive l’inizio della nuova
avventura cosmica: << MOSCA- Ovviare agli inconvenienti tecnici che
provocarono il fallimento della missione spaziale del 9 ottobre scorso con il
mancato aggancio in orbita tra la
Soyuz 25 e la Salyut
6, è il compito affidato ai cosmonauti Yuri Romanenko e Gheorgy Grechko, lanciati alle 2.19 di stamani dal Cosmodromo di Baikonur. I due dovranno cercare di agganciare la loro Soyuz 26 al laboratorio orbitante e procedere a tutta una
serie di esperimenti, gli stessi che avrebbero dovuto
svolgere, se la missione non fosse fallita, Vladimir Kovalenok
e Valery Ryumin. Comandante
della nuova missione è il tenente colonnello dell’aeronautica Yuri Romanenko, un ufficiale di
33 anni al suo debutto nello spazio. Al suo fianco Gheorgy Grechko, un civile di 46
anni che ha al suo attivo già trenta giorni nello spazio a bordo della Salyut 4. Romanenko è
entrato nel “pool” dei cosmonauti sovietici nel 1970 dopo essere uscito nel
1966 dall’Accademia aeronautica e aver lavorato come istruttore di volo. Il suo
compagno Grechko è progettista meccanico. Fa parte
del programma spaziale sovietico dal 1966.
Subito dopo il lancio da Baikonur della Soyuz 26, la TASS ha comunicato che i due
astronauti stanno bene e che la navicella descrive un’orbita con un apogeo, il
punto di massima distanza dalla Terra, di 329 chilometri e un
perigeo, il punto più vicino al nostro pianeta, di 267 chilometri. La Salyut
6, la stazione che la Soyuz dovrà raggiungere, venne lanciata il 29 settembre scorso e da allora è in
attesa di “inquilini”. In una trasmissione radio seguita al lancio, Vladimir Shatalov, ex cosmonauta e portavoce del programma spaziale
sovietico, a così commentato gli scopi della missione: << I due
cosmonauti dovranno far fronte a un grosso, importante
e intenso lavoro… Entrambi si preparavano da tempo a questo compito…>>.
Quanto durerà il viaggio nello spazio di Romanenko e Grechko è impossibile prevederlo, i sovietici sono soliti a
non rendere mai noto la lunghezza delle loro missioni cosmiche… >>.
(continua)
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