SPAZIOULTIMA FRONTIERA

                                                                                                                 A cura del prof. A.Gianluca

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(La Galassia di Andromeda)I

SPACE FLIGHT  NEWS 79 ( history )

 

Mentre su Marte prosegue la straordinaria esplorazione dei due robot americani “Viking”, il 15 settembre 1976 dall’Unione Sovietica viene lanciata verso l’orbita del pianeta Terra la navicella spaziale Soyuz 22 con due cosmonauti a bordo. La missione di Valery Bykovsky, veterano dello spazio, e Vladimir Aksyonov, al suo primo volo cosmico, non prevede un aggancio al Salyut 5 ma un denso programma di ricerche scientifiche e fotografiche. Come riferisce Radio Mosca nel suo notiziario serale: << Lo scopo della missione, che si svolge nel quadro del programma di cooperazione tra i paesi socialisti nella esplorazione e nell’uso pacifico dello spazio cosmico è quello di provare e migliorare i metodi e i mezzi, scientifici e tecnici, di studio dallo spazio delle caratteristiche geologiche e geografiche della superficie della Terra nell’interesse dell’economia nazionale. Per portare a termine questo compito l’equipaggio a bordo dispone di una attrezzatura fotografica a più obiettivi ideata da specialisti della Repubblica Democratica tedesca e dell’Unione Sovietica. Tale apparecchiatura occupa una intera sezione della “nave spaziale”. In un breve saluto prima della partenza, i due cosmonauti Bykovsky e Aksyonov hanno precisato che per la prima volta viene usato a bordo di una cosmonave sovietica un “equipaggiamento straniero”. << Dobbiamo fotografare >>, ha detto Bykovsky, << i territori dei nostri Stati, non solo quelli dell’Unione Sovietica ma anche quelli della Repubblica Democratica tedesca in punti già prestabiliti, per aiutare i geologi, i geodeti, gli oceanografi e i cartografi nel loro lavoro >>. Il volo della Soyuz 22 e del suo equipaggio, si conclude il 23 settembre, dopo aver compiuto 127 orbite intorno alla Terra con un perfetto atterraggio nelle steppe della regione di Celinograd, a non molti chilometri di distanza dal luogo della partenza, il Cosmodromo di Baikonur.

La missione successiva, quella della Soyuz 23, ha di nuovo come obiettivo principale l’avvicinamento, l’aggancio e la permanenza di un equipaggio sul laboratorio spaziale Salyut 5. Il 14 ottobre, infatti, con un perfetto lancio la ventitreesima “nave cosmica” della serie Soyuz si stacca dalla rampa di lancio del Cosmodromo di Baikonur dirigendosi verso l’orbita terrestre. A bordo si trovano due cosmonauti, al loro primo volo extra-atmosferico: il tenente colonnello Vyacheslav Zudov e il pari grado Valery Rozhdestvensky. L’ingresso in orbita ancora una volta è perfetto, tutto sembra funzionare a dovere a bordo della Soyuz. Il giorno successivo al lancio però qualcosa si guasta: al momento di effettuare la delicata manovra del “docking” con la Salyut 5, un’improvvisa avaria al sistema di aggancio della Soyuz costringe i due cosmonauti a desistere da ogni ulteriore tentativo di contatto con il laboratorio cosmico, obbligandoli ad un anticipato rientro sulla Terra. Il ritorno sul pianeta si dimostra però alquanto avventuroso. Superati, infatti, gli strati densi dell’atmosfera e avvicinandosi sempre di più al suolo, il modulo di rientro della Soyuz con a bordo i due cosmonauti, viene trascinato improvvisamente fuori dalla rotta prevista a causa di una violenta bufera di neve finendo per ammarare, per la prima volta nella storia dei voli spaziali sovietici, nelle gelide acque del Lago di Tengiz, a 200 chilometri da Celinograd. Ancora immersi nel buio della notte, Zudov e Rozhdestvensky, grazie al controllo radar e a un trasmettitore installato a bordo della Soyuz che permette una rapida localizzazione, vengono fortunatamente salvati dopo qualche ora dalle squadre di recupero giunte sul posto.   

 

(continua)

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