SPAZIOULTIMA FRONTIERA

                                                                                                                 A cura del prof. A.Gianluca

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(La sonda americana Viking 1)I

SPACE FLIGHT  NEWS 77 ( history )

 

Se c’é un pianeta del Sistema Solare che da sempre ha monopolizzato l’attenzione degli astronomi, questo è senz’altro Marte. Detto anche “Pianeta Rosso“ per la caratteristica colorazione della sua superficie è, fra i pianeti più vicini alla Terra, quello che ha fatto più fantasticare nel tempo i numerosi scrittori di romanzi di fantascienza. Da quando, nel secolo XIX, fu possibile disporre di telescopi ottici di una certa potenza, il pianeta mostrò una serie di particolari che lo fecero apparire, all’osservazione degli astronomi di allora, un gemello della Terra: dalle calotte polari, al ciclo stagionale, dai fenomeni meteorologici alla durata del giorno: tutto sembrava congiurare a favore dell’ipotesi di un Marte abitabile e forse popolato da esseri intelligenti. Ipotesi fantasiose, che però hanno continuato ad alimentare le teorie più disparate per molti decenni: soltanto negli anni sessanta-settanta, infatti, le sonde spaziali “Mariner” e “Mars”, lanciate nell’orbita di Marte da russi e americani, hanno smentito clamorosamente l’esistenza di "abitanti marziani” sul pianeta. Tuttavia c’è da dire che, se queste sonde non hanno trovato tracce di una antica civiltà marziana, non hanno però escluso la possibilità di vita sul “Pianeta Rosso”, anche se a livello molto primitivo. Per questo  verso questo mondo così affascinante e misterioso, sono state lanciate le prime due sonde destinate a eseguire per la prima volta una ricerca diretta di organismi viventi su un pianeta diverso dalla Terra. Sono le sonde “Viking 1” e “Viking 2”, partite da Cape Canaveral rispettivamente il 20 agosto e il 9 settembre 1975. Si tratta senza ombra di dubbio, dei due oggetti più sofisticati mai scesi su un altro pianeta! Entrambe sono costituite da due parti: la prima, il cosiddetto “orbiter”, destinato a entrare e rimanere in orbita attorno a Marte; la seconda “lander”, destinato invece ad atterrare  ed eseguire riprese fotografiche ed analisi del suolo. Dopo un viaggio di oltre nove mesi, Viking 1 entra in orbita attorno a Marte il 19 giugno 1976; Viking 2 il 7 agosto. Il primo compito delle telecamere degli “orbiter” è quello di controllare se i siti prescelti per l’atterraggio dei “lander” siano sufficientemente piani e sicuri. La prudenza da parte degli scienziati e dei tecnici del Centro di controllo del volo di Pasadena si dimostra subito giustificata, perché entrambe le zone di “sbarco” si dimostrano all’occhio delle telecamere, assolutamente inadatte per la sicurezza dell’atterraggio. Costretti a scegliere nuove aree per l’atterraggio da terra si prende tempo e finalmente, il 20 luglio e il 3 settembre 1976 i due “lander” scendono con successo sulla superficie del “Pianeta Rosso”. E’ un grande successo scientifico e tecnologico, non solo per l’ente spaziale americano NASA ma per l’intero studio dell’astronomia. Saranno finalmente svelati ora i misteri di Marte?   

 

(continua)

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