Torna pagina indice
(La Soyuz 17 sulla rampa di lancio)I
SPACE FLIGHT NEWS 73 ( history
)
Durante il lungo volo nello spazio di Carr,
Gibson e Pogue, i tre
astronauti americani di Skylab 3, l’Unione Sovietica
lancia il 18 dicembre 1973 la Soyuz 13 con a
bordo i cosmonauti Piotr Klimuk
e Valentin Lebedev. Durante le 128 orbite compiute
intorno alla Terra, i due uomini effettuano
esperimenti di biologia, telerilevamento e
astrofisica. Rientrano a terra il giorno 26 nella regione di Karaganda, dopo 188 ore e 55 minuti di volo. Sei mesi più
tardi, il 25 giugno 1974, dopo il fallito ingresso in orbita della Salyut 2 (aprile 1973), viene
lanciato con successo il laboratorio scientifico Salyut
3. Radio Mosca nel suo notiziario oltre ad annunciare il regolare svolgimento
della missione, precisa che: << …la nuova “casa celeste” in orbita a
circa 300 chilometri
di altezza dal pianeta Terra e pesante complessivamente
19 tonnellate, ha come scopo quello di continuare gli studi bio-medici
sull’uomo nello spazio, ottenere dati utili sulle risorse terrestri e
verificare la validità di nuovi strumenti scientifici installati a bordo. Su Salyut 3 si trovano infatti oltre
ad alcuni importanti apparecchi per l’osservazione astronomica, anche uno
speciale “tapis-roulant”, che insieme ad una particolare tuta elastica
assicurerà ai futuri cosmonauti che abiteranno la Stazione, una migliore
resistenza allo stato di assenza di gravità. Sul complesso orbitale vi sono
anche una radio, un registratore ed una piccola biblioteca. La “cambusa” di
bordo inoltre contiene un vasto assortimento di cibi e bevande, che possono
essere riscaldate con un fornello… >>. Il 3 luglio dal Cosmodromo di Baikonur viene lanciata la Soyuz
14 con a bordo i cosmonauti Pavel Popovich
e Yuri Artyukin, che
portano a termine senza problemi il “docking” e
l’ingresso nella nuova Stazione spaziale. I due uomini restano sul complesso
cosmico per circa sedici giorni, poi il 19 luglio rientrano felicemente sulla
Terra nelle steppe del Kazakistan, dopo aver
disattivato solo una parte dei sistemi operativi della Salyut,
che continua a rimanere attiva grazie al controllo dei tecnici della base di terra. Il secondo laboratorio spaziale sovietico
“abitato” della storia, finisce però col rimanere senza occupanti più del
previsto: la navicella successiva, Soyuz 15, lanciata
il 26 agosto con a bordo Ghennady
Sarafanov e Lev Demin non riesce ad attraccare alla Salyut
3 per una avaria al sistema di controllo, costringendo i due cosmonauti ad un
anticipato rientro sulla Terra. Dopo il fallimento della Soyuz
15, nessun altro equipaggio raggiunge più la Salyut 3 che viene fatta rientrare e disintegrare nell’atmosfera al di
sopra dell’Oceano Pacifico il 24 gennaio 1975. Nel frattempo, il 2 dicembre
1974, parte da Baikonur il “vascello spaziale” Soyuz 16 con i cosmonauti Anatoly
Filipchenko e Nikolay Rukavishnikov, che effettuano una
serie di prove in orbita in vista della missione congiunta programmata per
l’anno successivo, tra una capsula spaziale americana e una sovietica. I due
astronauti, al loro secondo volo cosmico, provano in maniera particolare il
nuovo sistema di “docking” e di pressurizzazione
e compensazione dell’abitacolo. L’8 dicembre, dopo 142
ore 24 minuti di volo, la Soyuz atterra regolarmente nelle
“infreddolite” steppe del Kazakistan, a circa 150 chilometri dal
luogo della partenza. L’attività spaziale sovietica con lanci di razzi con
uomini a bordo, si fa sempre più intensa e spettacolare. Il 26 dicembre 1974, viene lanciato il quarto laboratorio Salyut
che viene visitato senza problemi l’11 gennaio 1975 dall’equipaggio della Soyuz 17, composto da Alexey Gubarev e Gheorgy Grechko. Il loro programma di volo è denso e molto
articolato e consiste in una complessa serie di esperimenti
tecnici e medico-scientifici. E’ infatti
indispensabile per gli studiosi di medicina spaziale sovietica, come per quelli
americani, scoprire appieno gli effetti che ha sull’organismo umano, la lunga
permanenza in un ambiente ancora così sconosciuto come quello cosmico. Si sa
per certo che i sistemi del corpo umano che denunciano i più vistosi
cambiamenti durante un volo spaziale sono quello cardiovascolare che interessa
il cuore e la circolazione sanguigna, l’insieme della struttura ossea con i
tessuti muscolari, il sistema endocrino, vale a dire quelle ghiandole che
secernano ormoni e il sistema vestibolare nell’orecchio interno, che secondo le
teorie più accreditate genera il famoso “mal di spazio”. I
due cosmonauti terminata con successo la loro missione rientrano a terra
il 9 febbraio, lasciando al sistema automatico interno e al Centro di controllo
del volo, il comando della Stazione. La prossima missione sulla Salyut è già stata pianificata dai responsabili del Centro
di controllo di Mosca, per i primi giorni di aprile
1975…
( Continua)
Home page
NewAtlantide