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(Il lancio di
Skylab)I
SPACE FLIGHT NEWS 70 ( history
)
Il 14 maggio, puntuale alle 18.30 ora
italiana, lo Skylab si stacca dalla rampa di lancio 39A, la stessa che ha visto l'uomo partire per la Luna. La partenza è
perfetta e spettacolare. Inizialmente tutto sembra andare secondo i piani di
volo, solamente quando Skylab
raggiunge la sua orbita a 435 chilometri da terra, il Centro di Controllo
della missione comincia a rendersi conto che c'è un grave problema. Durante
l'ascesa in cielo, infatti, lo scudo antimeteoriti che avrebbe dovuto
proteggere Skylab una volta in orbita, è stato
strappato via dalla pressione aerodinamica, strappando
a sua volta una delle due ali di pannelli solari e bloccando l'apertura della
seconda. Nonostante si siano estesi invece, senza problemi i quattro pannelli
solari che garantiscono la funzione dei potenti telescopi installati a bordo, i
tecnici e gli scienziati della NASA capiscono subito che Skylab
è gravemente a corto di energia elettrica e in più la
mancanza dello schermo protettivo ha fatto salire vertiginosamente la
temperatura all'interno del "laboratorio del cielo". Il primo
bilancio a poche ore dal lancio è quindi disastroso, e per alcuni il programma
è già fallito sul nascere dati i problemi posti dagli
eventuali interventi di emergenza. La prima spedizione umana che sarebbe dovuta partire ventiquattrore dopo Skylab, viene rinviata di dieci giorni per approntare un
piano d'intervento. Come in una corsa contro il tempo la NASA e i tecnici delle varie
ditte che hanno costruito Skylab, lavorano
come forsennati per trovare o "inventare" diversi attrezzi e
"tendoni" da fare portare in orbita agli astronauti di Skylab 1 per tentare di raddrizzare la situazione.
Il 25 maggio, undici giorni dopo lo
sfortunato inizio, Charles Conrad,
Joseph Kerwin e Paul Weitz partono a bordo della
loro capsula Apollo con obiettivo il laboratorio spaziale americano. Ecco come
il quotidiano Il Resto del Carlino racconta l'inizio
della loro straordinaria avventura cosmica: << CAPE KENNEDY, (FLORIDA) -
Dalle 14 di oggi, (ora italiana), gli astronauti Charles
Conrad, Joseph Kerwin e Paul Weitz
stanno inseguendo intorno al mondo il laboratorio orbitale americano, lo "Skylab", per la prima operazione di "soccorso
spaziale" della storia dell'astronautica. I tre astronauti sono partiti
esattamente all'ora prevista a bordo di una navicella
Apollo modificata, mediante un razzo "Saturno 1B". Dieci minuti dopo
il lancio l'Apollo è entrato regolarmente in orbita e
il comandante Conrad ha segnalato che tutto procedeva
normalmente. I tre astronauti sperano di riuscire a schermare dal Sole lo
"Skylab" e di eliminare numerosi altri
inconvenienti che si sono verificati sul laboratorio orbitale, salvando così il
progetto che è costato al contribuente americano oltre 2.600 milioni di
dollari. Lo "Skylab" aveva un vantaggio di 4.000 chilometri
ed una quota superiore di 240 chilometri, quando gli astronauti
dell'Apollo sono entrati in orbita; dopo sette ore e mezzo di
inseguimento, una volta che lo "Skylab"
sarà stato raggiunto, gli astronauti effettueranno una prima perlustrazione,
dall'esterno, dei danni causati dall'asportazione del rivestimento antitermico,
11 giorni fa, durante il lancio dello "Skylab"
da Cape Kennedy, danni che
hanno esposto la Stazione
ai raggi solari, per cui la temperatura interna della struttura cosmica ha
superato i 50 gradi. Nella prima parte del volo, poco dopo il loro ingresso in
orbita, Conrad, Kerwin e Weitz sono stati impegnati a controllare i meccanismi della
navicella Apollo e gran parte delle conversazioni con la base di terra ha avuto
un carattere tecnico. Ma Conrad,
veterano di un viaggio sulla Luna (con Apollo 12) e due voli Gemini, ha fatto
alcune osservazioni volando sull'Europa. Conrad ha
esclamato: << Non ho mai visto tante scie >>, con evidente
riferimento alle strisce di nebbia lasciate ad alta quota dagli aerei a
reazione. Poi, passando sul Mississippi, l'astronauta ha detto di aver
riconosciuto le zone allagate dalle recenti inondazioni. Gli astronauti hanno
portato con sé sull'Apollo, tre schermi argentati e dorati, uno dei quali contano di stendere sullo "Skylab"
per proteggerlo dai raggi solari e consentire un raffreddamento del laboratorio
dove dovranno trasferirsi per un periodo record nello spazio di 28 giorni. I
"meccanici dello spazio" hanno anche strumenti per liberare un
pannello incagliato e pellicole e medicine sostitutive di quelle che si ritiene
siano avariate. Per compiere
l'operazione principale, i tre astronauti americani, dopo il
"rendez-vous" con la
Stazione orbitale, dovranno entrare nel laboratorio e domani
spingere attraverso un condotto lo schermo, affinché si apra all'esterno come
un parasole. Se questa operazione non dovesse
riuscire, Kerwin e Conrad
apriranno un portello il giorno dopo sul fianco del veicolo spaziale e
inalbereranno due aste della lunghezza di sedici metri con un raccordo a
"V" sul quale apriranno un velario. Come terza
alternativa è previsto lo sgancio dell'Apollo e una manovra in
prossimità del laboratorio orbitale, mentre Weitz si
sporgerà da un portello aperto per attaccare alla parete della Stazione
spaziale uno schermo a forma di vela. La decisione su quale dei tre tentativi effettuare per riparare lo "Skylab"
dal Sole e far diminuire la temperatura, sarà presa domani. Si dovrà anche
decidere se Weitz può affacciarsi al portello aperto
dell'Apollo e liberare il pannello solare rimasto bloccato, per fornire altra
energia elettrica al laboratorio orbitale. Senza questo pannello (uno è andato
perso) l'energia elettrica dello "Skylab"
si riduce alla metà. Per poter contare su un quantitativo
supplementare di energia, si pensa anche di utilizzare quella dell'Apollo.
Il capo degli astronauti Donald
Slayton ha detto che la
decisione circa la liberazione del pannello spetterà a Conrad.
<< Non vogliamo >>, ha detto Slayton,
<< compiere nessuna impresa eroica per liberare
i pannelli rimasti. Se sarà un'operazione facile la
tenteremo >>.
(continua)
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