SPAZIOULTIMA FRONTIERA

                                                                                                                 A cura del prof. A.Gianluca

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(Il Modulo di Servizio danneggiato dall'esplosione)I

SPACE FLIGHT  NEWS 45 ( history )

 

Dopo le emozioni e la fatica della partenza, gli astronauti di Apollo 13, James Lovell, Fred Haise e John Swigert sono in viaggio verso la Luna. Le prime due giornate della missione trascorrono normalmente: tutto è regolare, tutto è perfetto, tutto si svolge secondo il piano di volo. Poi, d'improvviso, alle 21.13 ora di Houston del 13 aprile, (in Italia è già l'alba del 14), una voce proveniente dal cosmo risuona nelle cuffie dei tecnici e negli altoparlanti del centro spaziale in Texas: << Houston, Houston >>, annuncia Lovell, << qui abbiamo un problema! C'è stato un scoppio. I segnali d'allarme stanno lampeggiando. I manometri della pressione dell'ossigeno di due delle tre pile a combustibile segnano zero… Stiamo perdendo gas all'esterno e questo fa rollare e beccheggiare la capsula. Probabilmente il gas che sta fuoriuscendo  è…ossigeno >>. Al Centro di Controllo di Houston cala un gelo mortale, una paura indescrivibile. Subito entrano in azione le procedure di emergenza. Nessuno a terra sa cosa sia successo, nessuno può dire che cosa potrebbe accadere ora! << Houston, la pressione dell'ossigeno all'interno della cabina di Apollo sta diminuendo rapidamente. Vedo, guardando fuori dal finestrino, anche pezzi di lamiera e oggetti metallici allontanarsi nello spazio >>, aggiunge poco dopo il comandante Lovell. << Aprite il portello di accesso al Modulo Lunare, così potrete continuare a respirare e proseguire nelle manovre di emergenza >>, è la risposta dal centro spaziale. Si intuisce presto che l'avaria è avvenuta nel Modulo di Servizio. Mentre Lovell e Haise si trasferiscono all'interno del LEM, Swigert rimane solo nel Modulo di Comando, dove tutti i circuiti vengono spenti per ridurre al minimo il consumo di energia. Da questo momento in poi si va avanti utilizzando i soli generatori di "Acquario"; così è stato chiamato il LEM di questa missione. E' il veicolo lunare che fa da scialuppa di salvataggio! Al momento dell'incidente, Apollo 13 si trovava ad oltre 370 000 Km dalla Terra, molto più vicino alla Luna che al nostro pianeta. E' impossibile perciò qualsiasi riparazione del guasto, impensabile il recupero dell'ossigeno disperso nel vuoto cosmico. Le comunicazioni radio "Spazio-Terra" sono ridotte al minimo per risparmiare energia. La missione lunare è fallita, annuncia la NASA, ma non è questo che conta; quello che importa è far tornare sani e salvi sulla Terra questi tre valorosi uomini, protagonisti dell'avventura più drammatica nella storia dei voli spaziali.  Le ore passano interminabili. In una conferenza stampa, l'ente spaziale americano annuncia di avere per il momento la situazione sotto controllo: << …l'ossigeno a bordo del complesso spaziale può essere più che sufficiente fino al momento del rientro. Se le cose si manterranno come ora, siamo certi di riportare a casa, integri, i nostri ragazzi >>. Tutto il mondo è percorso da un brivido di commozione. L'intero pianeta segue con trepidazione la drammatica odissea degli astronauti di Apollo 13, tre "pionieri" nel pieno svolgimento di quello che avrebbe dovuto essere il terzo sicuro viaggio umano sulla Luna, diventati improvvisamente tre naufraghi nel buio, nel vuoto, nel gelido spazio cosmico. Tutto ora sulla Terra passa in seconda linea: la politica, le guerre, le vicende economiche, la cronaca nera. Lo stesso Papa Paolo VI invita i fedeli di tutto il mondo a pregare per << quegli uomini audaci ora in pericolo, e perciò nostri cari fratelli più che mai >>.  Nella notte tra il 14 e il 15 aprile, ora italiana, la NASA ordina agli astronauti l'accensione del motore del LEM. E' una manovra indispensabile per il proseguimento della missione: Apollo 13 deve porsi su una traiettoria detta "di libero ritorno", che lo riporterà automaticamente sulla Terra, dopo aver aggirato la Luna. L'astro della notte, quel "piccolo mondo" che Lovell, Haise e Swigert avrebbero dovuto esplorare, ormai gigantesco davanti all'oblò dell'astronave, viene aggirato come un'isola battuta dalle tempeste e inattraccabile.

 

                                                                                                                                         (continua)  

                                                                                                                         

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