SPAZIOULTIMA FRONTIERA

                                                                                                                 A cura del prof. A.Gianluca

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(Gli astronauti di Apollo 13 si avviano verso la rampa di lancio)I

SPACE FLIGHT  NEWS 44 ( history )

 

Il secondo straordinario sbarco sulla Luna mette definitivamente in ombra, per quanto riguarda l'opinione pubblica, tutte le altre imprese minori dell'astronautica. Ormai si attendono solo altre conquiste spettacolari, come nuovi sbarchi sulla Luna, scoperte sensazionali sulla struttura e sull'origine del nostro satellite, lanci di stazioni orbitali intorno alla Terra e l'esplorazione dello spazio interplanetario. A Cape Kennedy intanto, un nuovo razzo Saturno V si erge maestoso sulla rampa di lancio 39A: sono i primi giorni dell'aprile 1970, vigilia del lancio di Apollo 13, terza missione esplorativa umana sulla Luna. La zona d'allunaggio scelta questa volta dagli esperti, è un luogo ondulato posto ai piedi di una vasta regione montagnosa meglio conosciuta come formazione di Fra Mauro, dal nome di un famoso cartografo italiano del medioevo. In questa particolare zona della Luna è probabile, secondo gli scienziati di tutto il mondo, che siano celati i migliori e più chiari indizi utili per ricostruire le tappe dell'evoluzione del nostro satellite naturale e dell'intero sistema solare. Dalle rocce lunari che gli astronauti preleveranno, dalla zona di Fra Mauro, gli scienziati sperano di ricavare dati estremamente interessanti sull'origine e sullo sviluppo di quella regione dell'Universo nella quale si trova anche il pianeta Terra. L'incarico di portare a termine questa nuova difficile missione sulla Luna è affidato a tre valorosi astronauti: James Lovell, comandante di Apollo 13 e veterano dello spazio, Fred Haise, pilota del Modulo Lunare e Thomas Mattingly, pilota del Modulo di Comando. La nuova impresa spaziale americana non nasce però sotto i migliori auspici. I tre nuovi uomini "della Luna" sono già a Cape Kennedy per le esercitazioni finali, quando uno dei protagonisti della missione Thomas Mattingly, pilota del Modulo di Comando, viene colpito da strani sintomi di malattia, simili a quelli della rosolia. Fatti gli opportuni controlli da parte dei medici della NASA, risulta che Lovell e Haise hanno nel loro organismo gli anticorpi relativi a questa fastidiosa malattia, Mattingly invece no. Mai la vigilia di un lancio umano nello spazio fu tanto sofferta e così incerta! Dopo molte incertezze ed un'infinità di consulti fra i responsabili del volo, viene vietato al pilota del Modulo di Comando di partire. Al suo posto l'ente spaziale americano sceglie John Swigert, uno dei membri dell'equipaggio di riserva. Finalmente l'11 aprile le incertezze, i timori e il disappunto provocati dalla rosolia, si dissolvono come per incanto: sono le 20.13, ora italiana, quando il gigantesco razzo Saturno V in una voragine di fuoco e di fiamme  si stacca da terra lanciando nello spazio il comandante Lovell e i suoi due compagni. Il quotidiano nazionale Il Resto del Carlino del 12 aprile, così descrive l'inizio del terzo volo dell'uomo verso la Luna: << Alle 20.13, in perfetto orario a dispetto dell'incredibile numero di contrattempi delle ultime ore, Apollo 13 è partito questa sera per il viaggio verso la Luna, terza missione di esplorazione umana del satellite della Terra. Il capitano di marina James Lovell, di 42 anni, comandante della missione, e gli astronauti civili Fred Haise di 36, e John Swigert di 38 anni, hanno il compito di riportare sulla Terra campioni del suolo lunare prelevati in una zona che è la più difficile fra quelle finora esplorate. Il gigantesco Saturno V con in cima i due astronauti titolari della missione e la riserva Swigert, (costretto ad un vero tour de force per sostituire con un preavviso di poche ore il collega Thomas Mattingly contagiato dalla rosolia), si è staccato dalla rampa 39-A del complesso di Cape Kennedy di fronte ad una folle strabocchevole. Benché lo spettacolo meraviglioso sia ormai consueto, la folla presente al lancio non ha saputo trattenere un fragoroso applauso quando, dapprima lentamente e poi acquistando velocità il colossale vettore si è alzato verso il cielo. Avvenuto regolarmente il distacco del primo e del secondo stadio, esattamente 12 minuti e 31 secondi dopo il lancio, alle 20.25 ora italiana il terzo stadio del Saturno V agganciato alla navicella-comando con i tre astronauti e al modulo di atterraggio lunare, è entrato regolarmente in orbita di parcheggio. Due ore e 23 minuti dopo, alle 22.48 italiane, il via per la Luna. Questa volta la partenza è stata perfetta. Nessun drammatico momento come quelli vissuti dall'equipaggio di Apollo 12 e da tutto il mondo, nel novembre scorso. L'unico inconveniente è stato lo spegnimento anticipato di uno dei cinque motori del secondo stadio. Tuttavia la stessa voce del comandante, da una quota di 64 chilometri, riferiva che la spinta mancante era stata fornita dai rimanenti motori e che quindi il volo procedeva regolarmente. Fra le centinaia di migliaia di persone che affollavano le spiagge e le zone di osservazione migliori di Cape Kennedy e che hanno applaudito la felice partenza dell'Apollo 13, vi era il Cancelliere della Germania Occidentale Willy Brandt ospite del vicepresidente degli Stati Uniti Spiro Agnew. La lunga giornata degli astronauti, prologo di una missione spaziale di oltre dieci giorni che li impegnerà duramente, si era iniziata con il consueto largo anticipo. La sveglia era stata data alle 8.58 ora locale, corrispondenti alle 15 in Italia, oltre cinque ore prima del lancio. Dopo la tradizionale colazione a base di bistecche, uova, toast, caffè e succo d'arancio, i tre astronauti si erano sottoposti alla meticolosa visita medica. Nei 12 minuti e 34 secondi di volo a motori accesi, il dialogo tra Lovell e il centro di controllo è rimasto sul piano della normale routine. Niente battute, ma solo una serie di tranquilli "Roger", (ricevuto). Solo quando è avvenuto lo spegnimento prematuro di un motore del secondo stadio, Lovell ha mostrato una certa preoccupazione, chiedendo chiarimenti a Terra. La risposta è stata che le cause dell'inconveniente non erano note e che comunque non c'era motivo alcuno di preoccuparsi. << Grazie >>, ha risposto Lovell, << non niente di meglio di un lancio un po’ movimentato >>. 

 

                                                           (continua)    

                                                                                                                         

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