(Gli astronauti di
Apollo 13 si avviano verso la rampa di lancio)I
Il secondo straordinario sbarco sulla Luna
mette definitivamente in ombra, per quanto riguarda l'opinione
pubblica, tutte le altre imprese minori dell'astronautica. Ormai si
attendono solo altre conquiste spettacolari, come nuovi sbarchi sulla Luna,
scoperte sensazionali sulla struttura e sull'origine del nostro satellite,
lanci di stazioni orbitali intorno alla Terra e l'esplorazione dello spazio
interplanetario. A Cape Kennedy
intanto, un nuovo razzo Saturno V si erge maestoso sulla rampa di lancio 39A:
sono i primi giorni dell'aprile 1970, vigilia del lancio di Apollo
13, terza missione esplorativa umana sulla Luna. La zona d'allunaggio scelta
questa volta dagli esperti, è un luogo ondulato posto ai piedi di una vasta
regione montagnosa meglio conosciuta come formazione di Fra
Mauro, dal nome di un famoso cartografo italiano del medioevo. In questa
particolare zona della Luna è probabile, secondo gli scienziati di tutto il
mondo, che siano celati i migliori e più chiari indizi
utili per ricostruire le tappe dell'evoluzione del nostro satellite naturale e
dell'intero sistema solare. Dalle rocce lunari che gli astronauti preleveranno,
dalla zona di Fra Mauro, gli scienziati sperano di
ricavare dati estremamente interessanti sull'origine e sullo sviluppo di quella
regione dell'Universo nella quale si trova anche il pianeta Terra. L'incarico
di portare a termine questa nuova difficile missione sulla Luna è affidato a
tre valorosi astronauti: James Lovell,
comandante di Apollo 13 e veterano dello spazio, Fred Haise, pilota del Modulo
Lunare e Thomas Mattingly,
pilota del Modulo di Comando. La nuova impresa spaziale americana non nasce
però sotto i migliori auspici. I tre nuovi uomini "della Luna" sono
già a Cape Kennedy per le
esercitazioni finali, quando uno dei protagonisti della missione Thomas Mattingly, pilota del
Modulo di Comando, viene colpito da strani sintomi di
malattia, simili a quelli della rosolia. Fatti gli opportuni controlli da parte
dei medici della NASA, risulta che Lovell
e Haise hanno nel loro organismo gli anticorpi
relativi a questa fastidiosa malattia, Mattingly
invece no. Mai la vigilia di un lancio umano nello
spazio fu tanto sofferta e così incerta! Dopo molte incertezze ed un'infinità
di consulti fra i responsabili del volo, viene vietato
al pilota del Modulo di Comando di partire. Al suo posto l'ente spaziale
americano sceglie John Swigert,
uno dei membri dell'equipaggio di riserva. Finalmente
l'11 aprile le incertezze, i timori e il disappunto provocati dalla rosolia, si
dissolvono come per incanto: sono le 20.13, ora italiana, quando il gigantesco
razzo Saturno V in una voragine di fuoco e di fiamme si stacca da terra lanciando nello
spazio il comandante Lovell e i suoi due compagni. Il
quotidiano nazionale Il Resto del Carlino del 12 aprile,
così descrive l'inizio del terzo volo dell'uomo verso
(continua)
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