(L'orma umana
sulla Luna)I
L'uomo è sulla Luna! Il più antico sogno
dell'umanità è stato realizzato. Da tutto il mondo giungono
a Houston messaggi di felicitazioni per
lo storico raggiungimento dell'impresa. Il presidente della Repubblica italiana
Giuseppe Saragat trasmette attraverso la televisione
un messaggio al popolo americano: << Il modulo lunare Aquila si è posato
sul suolo del nostro satellite e tra poche ore Armstrong
e Aldrin muoveranno i primi passi sulla Luna. Un grande silenzio scende sulla Terra, fatto di trepidazione
per i rischi che ancora attendono gli astronauti, e di indicibile emozione per
la realizzazione di un evento quasi sovrumano: la conquista della Luna da parte
dell'uomo. Su tutti i sentimenti che ci commuovono domina la gratitudine verso
il popolo americano, formato da diversi immigrati provenienti da tutti i continenti,
che ha dato all'umanità una così grande vittoria e che
ha democraticamente accettato, per la vittoria o per la sconfitta, la
testimonianza del mondo intero: e la gratitudine verso coloro che questa
vittoria nel corso dei tempi hanno reso possibile. Ricordo
tra questi "sommi" Galileo Galilei, che
sgombrò per primo le vie del firmamento. Possa questa vittoria essere di auspicio per una vittoria ancora più grande: la conquista
definitiva della pace, della giustizia, della libertà, per tutti i popoli della
Terra >>. 21 Luglio 1969, sono le 4.40 ora italiana: il
portellone del Modulo Lunare si apre, Armstrong
comincia a discendere lungo la scaletta: << Sono in fondo alla scala.
I piedi del LEM sono affondati nella superficie lunare soltanto di tre o quattro
centimetri circa. Il suolo, avvicinandosi, sembra cosparso di granelli
finissimi, come sabbia…è quasi come polvere. Sto per staccarmi dal LEM! E' un
piccolo passo per l'uomo, ma un salto gigantesco per l'umanità! >>. Sono le ore 4.57, il primo piede umano è sulla Luna! Sotto
lo sguardo di centinaia di milioni di uomini che,
attraverso la televisione, assistono, dal pianeta Terra, al grande
momento, Armstrong
riferisce: << La superficie è molto fine è polverosa, aderisce alla suola
dei miei stivali come polvere di carbone. Affondo solo per una frazione di
centimetro, ma posso vedere le mie impronte in queste sottili particelle di
sabbia. Non sembra che ci sia difficoltà nel muoversi qui intorno. E' forse
anche più facile delle prove a un sesto di gravità che
abbiamo eseguito nei simulatori a terra. Non c'è effettivamente alcun problema
nel camminare. Il razzo di discesa del LEM non ha scavato alcun cratere. E'
circa a trenta centimetri dal suolo. Siamo essenzialmente in un posto molto
piatto, qui >>. Alle 5.15 anche Aldrin è sulla Luna. I due astronauti mentre muovono i
primi passi sulla superficie selenica descrivono le
loro sensazioni. Armstrong: << La Luna ha una
sua selvaggia bellezza. E' molto simile al nostro deserto negli Stati Uniti
>>. Aldrin: <<Magnifica desolazione,
Houston >>. La telecamera piazzata nel Mare della Tranquillità trasmette
egregiamente la scena che si svolge a 400 000 chilometri dalla Terra. Aldrin: << Neil in questo
momento sta scoprendo la targa >>. Armstrong: <<
Per tutti coloro che non l'hanno letta leggerò la
targa che è sul supporto frontale della scaletta del LEM. C'è una carta
geografica che riproduce i due emisferi della Terra; sotto vi si trova scritto:
Qui gli uomini del pianeta Terra mossero i primi passi sulla Luna. Luglio 1969,
Anno Domini. Siamo venuti in pace a nome di tutto il
genere umano. Ci sono poi le firme dei membri dell'equipaggio dell'Apollo 11 e quella del presidente degli Stati Uniti
>>. Altre targhe vengono deposte sulla Luna:
ricordano gli astronauti americani Virgil Grissom, Edward White e Roger Chaffee,
tragicamente periti nell'incendio della capsula Apollo 1, e i cosmonauti
sovietici Vladimir Komarov, morto al rientro sulla Soyuz 1 e Yuri Gagarin, primo uomo nello spazio morto in un incidente
aereo. Armstrong e Aldrin
piantano poi la bandiera degli Stati Uniti, tenuta spiegata da un telaio
metallico, data la totale assenza di atmosfera e di
venti sulla superficie del nostro satellite. Poco dopo il Centro di controllo
di Houston comunica: << Neil e Buzz (Aldrin), il Presidente
degli Stati Uniti è adesso nel suo studio e vorrebbe dirvi qualche parola
>>. Armstrong: << Sarà un onore per noi
>>. Houston: << Prego signor Presidente >>. Nixon: << Neil e Buzz, vi parlo per telefono dalla sala Ovale della Casa
Bianca, e questa è veramente la telefonata più storica che mai sia stata fatta. Non so nemmeno dirvi quanto siamo fieri di
voi, per ogni americano questo è il giorno più glorioso nella storia del nostro
paese. E gli uomini di tutto il mondo, ne siamo sicuri, si uniscono agli
americani nel riconoscere la grandezza di questa impresa.
Grazie a quello che avete fatto, il cielo è diventato una parte del mondo
dell'uomo. E il fatto che ci parlate dal Mare della
Tranquillità ci ispira a raddoppiare i nostri sforzi per portare la pace e la
tranquillità sulla Terra. In questo momento impagabile dell'intera
storia dell'umanità tutti i popoli della Terra sono veramente uniti;
uniti nell'orgoglio per quello che avete fatto ed uniti nella preghiera che voi
possiate ritornare sani e salvi sulla Terra >>. Armstrong
risponde: << Grazie, signor Presidente. E' un grande onore per noi essere
qui a rappresentare, non solo gli Stati Uniti, ma gli uomini pacifici di tutte
le nazioni che guardano al futuro con interesse e curiosità. E' un grande onore
per noi partecipare a questa impresa >>. Nixon: << Vi ringrazio molto e arrivederci. Tutti noi
attendiamo di vedervi sulla portaerei Hornet giovedì
prossimo >>.
(continua)
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