SPAZIOULTIMA FRONTIERA

                                                                                                                 A cura del prof. A.Gianluca

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(Apollo 11 in volo verso la Luna)I

SPACE FLIGHT  NEWS 35 ( history )

 

Florida, mattina del 16 luglio 1969. Un milione di americani accampati da giorni nei dintorni di Cape Kennedy, escono dalle loro tende, dalle roulotte, dalle macchine, si stropicciano gli occhi ancora assonnati, i bambini sbadigliano. Nel settore destinato alla stampa sono sistemati circa tremila giornalisti provenienti da ogni parte del mondo. Tutti rivolgono lo sguardo verso la rampa di lancio 39-A dove è issato il gigantesco razzo Saturno V. Più di un miliardo di persone in tutto il pianeta è davanti agli schermi televisivi: sta per scoccare la grande ora. Apollo 11 sta per partire e la sua destinazione è la…Luna! Siamo all'inizio della più grande avventura nella storia dell'uomo. E tutto ciò che ci ha portato a questo momento è stato deciso esattamente otto anni prima, quando l'allora presidente John Kennedy annunciava al Congresso degli Stati Uniti, che l'uomo avrebbe messo piede sulla Luna entro il 1970: << E' giunto il momento che questa nazione compia un passo fondamentale e decisivo nell'esplorazione dello spazio. Ritengo perciò che il nostro paese debba impegnarsi a raggiungere, prima della fine di questo decennio, l'obiettivo di far atterrare un uomo sulla Luna e di riportarlo sano e salvo a terra. Nessun altro progetto spaziale sarà più emozionante, sensazionale ed importante per la futura esplorazione umana del cosmo >>. Alle 9.32 ora della Florida, le 15.32 in Italia, una voragine di fiamme e di fumo si sprigiona dai cinque motori del primo stadio del Saturno V, che lentamente sollevano il gigantesco missile lanciando i tre astronauti Neil Armstrong, Edwin Aldrin e Michael Collins al di fuori dell'atmosfera terrestre. Il grande viaggio ha inizio! Per superare la struttura più alta della "torre di lancio", il razzo impiega tre secondi. Poi, dopo altri ottanta secondi, raggiunge l'altezza di 4.900 metri. In questo brevissimo periodo la sua velocità è salita da zero a 2.800 chilometri all'ora: un'accelerazione tremenda che schiaccia i tre astronauti all'interno della cabina ad una forza pari a 4,5 "G", vale a dire che il corpo di Armstrong, Aldrin e Collins pesa ora quattro volte e mezzo di più che sulla Terra. Passa un altro minuto e ormai il primo stadio del missile, che consuma tredici tonnellate e mezzo di propellente al secondo, ha quasi esaurito il suo compito: esattamente dopo due minuti e quarantun secondi dal lancio si separa dal Saturno V per andare a cadere nell'Oceano Atlantico. Quasi contemporaneamente entra in funzione il secondo stadio, che ha la durata di circa sei minuti e mezzo, successivamente viene acceso il terzo ed ultimo stadio. Dodici minuti dopo aver lasciato la rampa di lancio, Apollo 11 è già in orbita intorno alla Terra. Alle ore 12.16, le 18.16 in Italia, il terzo stadio del Saturno V viene riacceso. In breve gli astronauti raggiungono la fantastica velocità di 39.600 chilometri orari. E' la seconda "velocità cosmica", la cosiddetta velocità di fuga, quella accelerazione che permette di fuggire dal laccio gravitazionale del nostro pianeta. << Ci siamo Houston >>, annuncia il comandante Armstrong al centro di controllo, << Siamo sulla strada che ci porta alla Luna >>. A questo punto il Modulo di Comando, ribattezzato Columbia, si stacca dal terzo stadio. In esso è rimasto il Modulo Lunare, che da questo momento prende il nome di Aquila. Columbia compie alla perfezione la delicata manovra: si allontana, gira su se stessa, si riavvicina di nuovo ad Aquila estraendola dal suo contenitore. Poi con dei piccoli razzi si rimette in normale assetto di volo, con il Modulo Lunare infilato al vertice, in direzione della Luna. L'intera opinione pubblica mondiale segue con passione ed emozione la straordinaria impresa, il Corriere della Sera del 17 luglio titola a caratteri cubitali in prima pagina: << LUNA: UNA CONQUISTA PER L'UMANITA' >>. Scrive Giancarlo Masini, inviato speciale del quotidiano milanese a Cape Kennedy: << Armstrong, Aldrin e Collins sono ora tranquilli nella loro astronave. Possono riposare mentre sono in viaggio verso la Luna. L'Apollo viaggia a velocità pazzesca: ma i tre uomini, se non fosse per le indicazioni degli strumenti e per le comunicazioni da Houston, se non guardassero dagli oblò la Terra allontanarsi inesorabilmente alle loro spalle, diventando sempre più piccola di minuto in minuto, non potrebbero rendersi conto della corsa vertiginosa verso il nostro satellite >>. Tre uomini, tre rappresentanti del genere umano stanno volando verso la Luna. La spedizione dell'Apollo 11 è un'avventura per la quale, virtualmente, tutte le nazioni della Terra possono vantare una porzione di credito, perché essa è basata sulla montagna di conoscenze accumulate dall'umanità attraverso centinaia di anni. Trecentosessanta anni dopo che Galileo Galilei osservò per la prima volta la tormentata superficie lunare, gli uomini stanno raggiungendo questo corpo celeste così distante da noi, per iniziare un'esplorazione che ci porterà ancora tanto lontano nel cammino della conoscenza.

                                                                                                                                        (continua)

                                                                                                                          

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