(Il laboratorio
spaziale Skylab)I
Anno 1973: l'America impegnata nella
conquista della Luna trascura, fino all'inizio degli anni settanta, il lavoro e
la sperimentazione tecnico-scientifica in orbita terrestre. La lacuna viene
però colmata la mattina del 14 maggio, quando un potente razzo vettore Saturno
V parte da Cape Kennedy
trasportando nello spazio, in orbita intorno alla Terra, lo Skylab,
il "laboratorio del cielo". Skylab è una stazione orbitante ricavata adattando il terzo
stadio del Saturno V, al quale sono stati tolti i motori e i grandi serbatoi
del propellente. La struttura pesa 76 tonnellate e ha una lunghezza complessiva
di 36 metri. Il suo interno è suddiviso in due comodi ambienti: la sezione
inferiore contiene la "zona" di lavoro e di riposo degli astronauti; quella superiore un ampio vano dove gli
"inquilini" spaziali possono "nuotare" in assenza di peso.
Sopra di essi è montato un importante strumento per
l'osservazione del Sole, l'Apollo Telescope Mount. Il volume interno totale di Skylab
è di circa 331 metri cubi, quasi lo stesso di una piccola casa di due stanze.
Le vettovaglie, l'acqua e il vestiario per i nove astronauti dei tre equipaggi
delle missioni programmate per Skylab, sono state
immagazzinati in speciali contenitori prima del lancio. Nulla è stato
tralasciato per assicurare il massimo comfort agli astronauti che si
avvicenderanno nel grande laboratorio. Respireranno
una miscela di ossigeno e azoto in un ambiente
mantenuto alla temperatura costante di 21° centigradi. Subito dopo l'immissione
in orbita a 435 chilometri di altezza, senza uomini a
bordo, il centro di controllo a terra si rende conto di un imprevisto che
rischia di mandare a monte l'intero programma Skylab:
lo scudo protettivo contro le micrometeoriti e il
surriscaldamento dovuto ai raggi del Sole si stacca, distruggendo uno dei due
grandi pannelli a celle solari per l'energia elettrica e danneggiando
seriamente l'altro. Alla NASA decidono comunque di
andare avanti e così, il 25 maggio, una capsula Apollo trasporta sul
laboratorio il primo terzetto di astronauti: il veterano Charles
Conrad, Paul Weitz e Joseph Kerwin. I tre si fermano a bordo per ventotto
giorni, inaugurando l'attività scientifica della stazione; con un'abile
attività extraveicolare riescono a stendere un parasole dorato e a riparare il
pannello solare danneggiato. Il rientro a terra dei primi "meccanici"
dello spazio avviene con successo il 22 giugno. Il 28 luglio altri tre
astronauti raggiungono lo Skylab, sono Alan Bean, Owen
Garriott e Jack Lousma, i
quali istallano un nuovo e più efficace parasole e avviano una proficua
attività di osservazione della Terra e delle
protuberanze solari. Il secondo equipaggio di Skylab
ritorna a casa il 25 settembre dopo cinquantanove giorni di permanenza nello
spazio. La terza e ultima missione verso il laboratorio celeste, inizia il 16
novembre 1973. A bordo della capsula Apollo vi sono gli astronauti Gerald Carr, Edward
Gibson e William Pogue. Il
loro impegno più gravoso consiste in una attività
extraveicolare di sette ore, nel giorno di Natale, durante le quali
sostituiscono le pellicole fotografiche negli strumenti astronomici e osservano
la splendida cometa di Kohoutek che sta transitando
vicino al nostro pianeta. Carr, Gibson
e Pogue soggiornano sullo Skylab
per ottantaquattro giorni, stabilendo il nuovo primato di permanenza umana nel
cosmo. Il loro rientro a terra avviene l'8 febbraio
1974. Dopo queste missioni la NASA decide di mettere a
riposo lo Skylab, bisognoso di troppe manutenzioni,
nella speranza di poterlo riparare durante uno dei primi voli dello Shuttle. La
stazione però non riesce a vivere così a lungo: entrata in contatto con gli
strati superiori dell'atmosfera, rallenta la sua velocità orbitale perdendo
progressivamente quota, fino al tuffo finale verso la Terra l'11
luglio 1979. Lo Skylab si disintegra in miriadi di
pezzi al di sopra dell'Oceano Indiano e in alcuni
territori desertici dell'Australia occidentale.
(fine)
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