SPAZIOULTIMA FRONTIERA

                                                                                                                 A cura del prof. A.Gianluca

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(Il lancio di Apollo 8)I

SPACE FLIGHT  NEWS  29 ( history )

 

Sabato 21 dicembre 1968: è sorta da poco l'alba a Capo Kennedy. Tre uomini, Frank Borman, James Lovell e William Anders, si stanno preparando ad affrontare il viaggio più rischioso ed esaltante che l'uomo abbia mai intrapreso da quando è stato creato: il volo verso la Luna! Il sogno, preconizzato già dagli scrittori di fantascienza, primo fra tutti Jules Verne, sta diventando realtà. Alle 7,51 ora della Florida, le 13,51 in Italia, mentre il terreno tutt'intorno alla rampa di lancio trema per un raggio di dieci chilometri sotto il tremendo boato dei suoi motori, il Saturno V si innalza da terra lanciando l'equipaggio di Apollo 8 verso l'ignoto. Dopo essersi liberato del primo e del secondo stadio, undici minuti e trentadue secondi dopo la partenza Apollo entra regolarmente nell'orbita di "parcheggio" intorno alla Terra. Possono così cominciare per gli astronauti e per la base di controllo di Houston, tutte le operazioni di verifica delle varie apparecchiature che condizionano il proseguimento della missione. Finalmente, durante la seconda orbita, da terra si comunica: << Apollo 8, tutto è Ok per la missione lunare >>. << Bene Houston, anche per noi è tutto Ok >>, risponde il comandante Borman. Due ore, cinquanta minuti, trentuno secondi dopo il liftoff dalla rampa di Cape Kennedy, il terzo stadio del Saturno V viene riacceso. Il potente motore funziona alla perfezione per cinque minuti e dodici secondi, fino all'esaurimento del suo propellente, spingendo l'astronave Apollo alla seconda fantastica "velocità cosmica": 39 600 chilometri orari! Per la prima volta nella storia del mondo tre uomini a bordo di un veicolo tecnicamente perfetto, ma che per ipotesi, potrebbe anche guastarsi, si apprestano a lasciare non solo il nostro pianeta, ma addirittura la sua sfera gravitazionale, per affrontare l'immensità, le incognite e i pericoli dello spazio interplanetario. << E' difficile dirvi quello che proviamo >> esclama Borman, gettando lo sguardo fuori dall'oblò dell'Apollo, << stiamo guardando fuori dal finestrino centrale e questo è più grande del nostro pianeta. Possiamo vedere chiaramente la Terra per metà illuminata e per metà avvolta nelle tenebre. Ragazzi, questa visione è fantastica! >>. Qualche ora dopo avviene la prima trasmissione televisiva in diretta dallo spazio "profondo"! Sui teleschermi di tutto il mondo appare il nostro pianeta come non lo si era mai visto: una sfera splendente nel nero buio dello spazio. Altri collegamenti seguiranno nei giorni successivi. Tutto il mondo sarà testimone di questa storica impresa! Al terzo giorno di viaggio Borman, Lovell e Anders si trovano ad affrontare un fenomeno inusuale nei loro collegamenti radio con la Terra: finché una navicella spaziale rimane in orbita intorno al nostro pianeta le conversazioni sono praticamente istantanee. Ma ora con la navicella a quasi 400 000 chilometri di distanza, deve trascorrere più di un secondo dal momento in cui la voce degli astronauti arriva alle basi di controllo a terra, e altrettanto prima che le parole dei tecnici di Houston arrivino all'Apollo. La Luna è sempre più vicina! Il 24 dicembre, vigilia di Natale, per l'equipaggio di Apollo 8 scatta l'ora "X". Sono passate 69 ore e 7 minuti dal momento della partenza da Capo Kennedy, è giunto ormai il momento di cambiare l'assetto di volo della capsula, disponendo così il proprio motore a razzo in una posizione tale che possa fungere da freno e consentire all'astronave l'entrata in orbita lunare. Se il potente razzo dell'Apollo non funzionasse alla perfezione per Borman, Lovell e Anders sarebbe la fine: l'astronave non catturata dall'attrazione gravitazionale lunare si perderebbe irrimediabilmente nell'immensità dello spazio! La delicata manovra viene effettuata quando il veicolo spaziale si trova dietro la faccia nascosta della Luna, quella non visibile da Terra e quindi fuori dal controllo radio del centro di Houston. L'ultima voce dall'Apollo ricevuta a terra prima del black-out è quella di James Lovell: << Houston, vediamo la Terra sempre più piccola. Tutti i sistemi a bordo funzionano perfettamente. Ragazzi, ci risentiamo tra poco dall'altra parte >>. A questo punto inizia un'interminabile silenzio radio. E' il punto più critico della missione di Apollo 8, il momento più angoscioso per gli astronauti nello spazio e per gli uomini del centro di controllo a terra. Quarantacinque lunghissimi minuti, poi finalmente un urlo di gioia, da 400 000 chilometri James Lovell annuncia: << Houston, ce l'abbiamo fatta, ce l'abbiamo fatta! Il motore ha funzionato benissimo. Apollo 8 è in orbita intorno alla Luna! >>.

                                                                                                                                                                         (continua)

                                                                                                                          

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