SPAZIOULTIMA FRONTIERA

                                                                                                                 A cura del prof. A.Gianluca

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(La Sullivan e Leestma all'esterno dello Shuttle)I

SPACE FLIGHT  NEWS 130 ( history )

 

Il viaggio del Challenger nello spazio si svolge regolarmente: dopo il rilascio in orbita del satellite scientifico “ERBS” i sette astronauti protagonisti della centesima missione umana nel cosmo, iniziano una serie di attività scientifiche riguardanti l’osservazione e lo studio del nostro pianeta. Giovedì 11 ottobre 1984, durante il quinto giorno di navigazione, ecco, finalmente, la tanto attesa uscita nello spazio della prima donna americana: Kathrin Sullivan. Equipaggiata dalla speciale tuta per l’attività extraveicolare insieme all’altro astronauta David Leestma, la Sullivan rimane all’esterno del Challenger per circa tre ore e mezzo. Questa la cronaca, dall’inviato speciale negli Stati Uniti de il quotidiano “Il Giorno”, di una giornata storica per l’astronautica americana: << Kathrin Sullivan 32 anni, geologa planetaria, è diventata ieri la prima donna-astronauta americana protagonista di una “passeggiata spaziale”. Segue uno stuolo di “compatrioti ”, (tutti maschi), che negli ultimi diciannove anni avevano goduto l’ebbrezza dell’uscita nel vuoto, e stabilisce anche per l’America una “prima” che l’URSS ha conseguito l’estate scorsa con la “passeggiata spaziale” della cosmonauta Svetlana Savitskaya. Kathy è uscita ieri con il collega David Leestma dall’abitacolo del traghetto spaziale Challenger per svolgere un intenso programma di tre ore e mezzo nel vuoto. Con indosso le nuove tute spaziali realizzate dalla NASA al costo di due milioni di dollari ciascuna, quasi quattro miliardi delle nostre lire, la Sullivan e il collega Leestma si sono avventurati all’esterno rimanendo sempre collegati comunque allo Shuttle da sottili “cordoni ombelicali” di sicurezza. “Che bellezza!”, ha esclamato la prima donna-astronauta americana a passeggiare nello spazio, chiaramente entusiasta dell’esperienza. Non più del collega Leestma, che a un certo punto è stato udito canticchiare all’interno dell’elmetto spaziale facendo ridacchiare la Sullivan. Il loro lavoro si è svolto all’interno della gigantesca stiva del Challenger, con i portelloni aperti e quindi esposto al vuoto orbitale. Si è trattato innanzitutto di ripiegare e ancorare a mano l’antenna per le radiotrasmissioni con la terra che ha fatto le bizze fin dall’inizio della missione. Riuscita, non senza qualche difficoltà, con successo l’operazione si è passati alla parte più spettacolare della “passeggiata spaziale”: il collaudo delle future operazioni per il rifornimento dei satelliti in orbita a corto di carburante >>.

Il Challenger conclude felicemente la sua missione sabato 13 ottobre 1984, con un perfetto atterraggio sulla pista del Centro spaziale Kennedy, dopo aver compiuto 133 orbite intorno alla terra in otto giorni, 5 ore e 23 minuti. << Il più numeroso equipaggio nella storia dei voli spaziali è tornato a casa! >>, annuncia entusiasta il direttore del centro di controllo del volo a Houston.

Ora alla NASA si guarda con maggiore fiducia alla nuova, prossima missione in programma per novembre: protagonista sarà la navetta Discovery al suo secondo viaggio nello spazio, a bordo vi saranno cinque astronauti con obiettivi durante il volo sempre più vicini alla fantascienza …

 (continua)

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