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(La Terra
dalla Salyut 7)I
SPACE FLIGHT NEWS 128 ( history
)
Il ritmo con cui
l’uomo lascia il proprio pianeta a bordo di moderne “navi spaziali” è sempre
più incalzante. Non si è ancora spento l’eco del successo della prima missione dello Shuttle Discovery, che già
il Challenger spicca maestoso sulla rampa di lancio di Cape
Canaveral. Data di lancio: 5 ottobre 1984. La grande novità del 13° mo volo del programma Space Shuttle e
che a bordo della navetta vi sarà per la prima volta un equipaggio record,
formato da ben sette astronauti, cinque uomini e due donne! Comandante della
missione sarà Robert Crippen,
al suo quarto volo su una navetta, il pilota Jon McBride, e gli “specialisti” del volo Kathrin
Sullivan, Sally Ride, David Leestma, , Paul Scully
Power e il primo astronauta canadese Marc Garneau.
Prima ancora che il
Challenger venga lanciato, dall’Unione Sovietica
giunge però la notizia di un nuovo primato cosmico! E’ il 2 ottobre 1984: i tre
cosmonauti Leonid Kizim,
Vladimir Solovyov e Oleg Atkov rientrano a terra dopo 237 giorni trascorsi a bordo del laboratorio scientifico Salyut 7.
Orbitando per ben 3748 volte intorno al nostro pianeta, hanno
così battuto il record di permanenza umana nello spazio, quello stesso primato
che apparteneva ad altri due cosmonauti sovietici, Anatoly
Berezovoy e Valentin Lebedev,
stabilito due anni prima, nel 1982, sempre a bordo della Salyut
7. Il corrispondente da Mosca de “Il Resto del Carlino”, così descrive
la felice conclusione della missione più lunga dell’uomo nello spazio: <<
Dopo un soggiorno record di 237 giorni, ulteriore
conferma che l’uomo può vivere e lavorare a lungo in assenza di gravità, i
cosmonauti sovietici Leonid Kizim,
Vladimir Solovyov e Oleg Atkov sono rientrati ieri dallo spazio. A bordo della
navicella Soyuz T 11, sono atterrati sani e salvi
nelle steppe dell’Asia centrale, in Kazakistan, a 160 chilometri a est dalla città di Sezkazkan. Il
modulo spaziale ha toccato il suolo alle 11.57 ora italiana. Subito dopo il
morbido atterraggio nella steppa i tre astronauti sono
stati raggiunti dai mezzi di soccorso, sottoposti ad un “check
up” medico e trovati in buone condizioni. Apparteneva all’Urss
anche il vecchio record di permanenza assoluta nello spazio, 211 giorni,
frantumato dal terzetto: l’avevano stabilito nel 1982 Valentin Lebedev e Anatoly Berezovoy, soggiornando su quella stessa stazione, Salyut 7, dove i neo-primatisti hanno vissuto per quasi
otto mesi. A bordo della Salyut 7, Kizim, Solovyov e Atkov hanno effettuato esperimenti
e ricerche in molteplici campi: dall’astrofisica alla geologia alla
bio-tecnologia. Il comandante Kizim, (diventato
padre, per la prima volta nella storia dell’astronautica, mentre era in orbita,
a luglio), e Solovyov hanno compiuto una serie-record
di “passeggiate spaziali”: per ben sei volte sono usciti dalla Salyut e per un totale di 22 ore e cinquanta minuti hanno
provveduto al montaggio di pannelli solari, a lavori di riparazione e
manutenzione. Durante il lungo soggiorno cosmico, i tre astronauti hanno anche
ricevuto in visita due equipaggi, ogni volta per circa una decina di giorni: ad
aprile la Soyuz
T 11 con l’indiano Rakesh Sharma ed i sovietici Yuri Malyshev e Ghennady Strekalov, a luglio la Soyuz T 12 con Vladimir
Zhanibekov, Svetlana Savitskaya e Igor Volk. Missioni
cosmiche di lunghi mesi come quella appena conclusa, rientrano nell’approccio
generale scelto dall’Unione Sovietica per l’esplorazione e conquista dello
spazio. A differenza degli Stati Uniti, che puntano le loro carte migliori
sulla navetta Shuttle in grado di andare e venire innumerevoli volte dallo
spazio, la superpotenza socialista mira alla costruzione di grandi stazioni
orbitali da cui partire per ulteriori trasferte
all’interno e all’esterno del Sistema Solare. La Salyut
7 è un prototipo di queste future “case spaziali” e non a caso uno dei tre
cosmonauti primatisti, Oleg Atkov,
è un medico e in questi mesi ha attentamente studiato dal vivo tutti gli
effetti che prolungati soggiorni in assenza di gravità hanno sull’organismo
umano ... >>.
Dunque l’uomo può
vivere e lavorare per lunghi periodi, mesi interi, nello spazio; un luogo
ritenuto fino a non molti anni fa sconosciuto e impenetrabile, freddo e
inospitale: è forse questo il momento della nascita di una nuova civiltà?… (continua)
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