SPAZIOULTIMA FRONTIERA

                                                                                                                 A cura del prof. A.Gianluca

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(Il lancio del Discovery (agosto 1984))I

SPACE FLIGHT  NEWS 127 ( history )

 

Il 30 agosto 1984, finalmente, dopo un ulteriore rinvio del lancio il giorno precedente dovuto ad un nuovo problema ad uno dei cinque computer, il Discovery si stacca dalla rampa di lancio 39-A di Cape Canaveral portando nello spazio un equipaggio di sei astronauti, un carico di tre satelliti e in più un gigantesco pannello solare racchiuso in uno speciale contenitore che una volta dispiegato in orbita raggiungerà la fantastica dimensione di trenta metri di lunghezza per quattro metri di larghezza. In Italia sono le 14.42, le 8.42 ora della Florida. A bordo della nuova navetta spaziale riutilizzabile, la terza della storia, gli astronauti Henry Hartsfield, Michael Coats, Richard Mullane, Judith Resnik, Steven Hawley e Charles Walker.

Nei quasi sette giorni di volo, la missione del Discovery si rivela come una delle più riuscite nella storia della NASA, l’agenzia spaziale americana. Nelle ore e nei giorni successivi al lancio, vengono regolarmente rilasciati in orbita, con destinazione un’altezza geostazionaria, i tre satelliti per telecomunicazione, (SBS-4, LEASAT 2, TELSTAR 3). Ha pieno successo anche l’esperimento del gigantesco pannello solare posto all’interno della stiva dello Shuttle: una volta dispiegato e raggiunta l’altezza di trenta metri per quattro, le celle solari che lo compongono forniscono un’energia a bordo della navetta mai avuta prima d’ora, indispensabile per gli importanti e delicati esperimenti medico-biologici svolti dal primo “passeggero pagante”, Charles Walker. L’unico vero problema registrato durante il dodicesimo volo del programma Shuttle, è la scoperta, grazie alle telecamere di bordo, di un blocco di ghiaccio formatosi all’imboccatura esterna della valvola di scarico della navetta. L’incrostazione dovuta probabilmente al congelamento delle acque di scarico, non sembra molto spessa vista attraverso le immagini che giungono dallo spazio, una trentina di centimetri circa, ma oltre a rendere impossibile l’uso della “toilette” da parte degli astronauti negli ultimi giorni di missione, la sua presenza preoccupa fortemente la NASA: se non viene eliminato prima del rientro nell’atmosfera del Discovery, il blocco di ghiaccio potrebbe, staccandosi brutalmente, colpire il traghetto spaziale provocando seri danni al rivestimento. Il problema viene fortunatamente risolto in breve tempo grazie a potenti colpi inferti dal “braccio meccanico” di costruzione canadese “Canadarm” guidato dalla seconda astronauta americana della storia, Judith Resnik. Il blocco di ghiaccio viene rimosso, l’operazione è riuscita brillantemente: ora ai sei astronauti del Discovery non resta che prepararsi per il rientro sulla Terra.

Il 5 settembre, dopo 97 orbite intorno al nostro pianeta, il “bang” supersonico sul cielo della California annuncia il ritorno a casa del terzo Shuttle della storia al termine della sua prima missione. Alle 15.39 ora italiana, le ruote della navetta toccano in maniera dolce e allo stesso tempo spettacolare la pista di atterraggio della Base di Edwards.

Dal centro di controllo del volo a Houston, nel Texas, arrivano insieme agli applausi le prime felicitazioni da parte dei tecnici ai sei astronauti a bordo: << Bel lavoro, ragazzi! Avete realizzato tutti gli obiettivi prestabiliti. Il tempo ufficiale della vostra missione è di 6 giorni, 56 minuti e quattro secondi >>. Più tardi, sempre a Houston, al termine della consueta conferenza stampa di fine volo il direttore della Nasa annuncia una importante novità: << Il prossimo appuntamento con un nuovo lancio dello Shuttle sarà fra un mese esatto, il 5 ottobre, con la navetta Challenger, che porterà in orbita un equipaggio record di sette astronauti, cinque uomini e due donne, una delle quali, Kathrin Sullivan, diventerà la prima astronauta donna americana a “passeggiare” nello spazio. Gli altri importanti obiettivi della  missione riguardano il rilascio in orbita di un satellite per lo studio della Terra e il dispiegamento di uno speciale radar per una serie di rilevamenti che consentiranno una mappa  più completa del nostro pianeta >>..

 (continua)

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