(L'equipaggio del
dodicesimo volo Shuttle)I
A inizio estate 1984
Sono le 14.15 ora italiana, l’equipaggio del Discovery si trova ormai da più di due ore all’interno della
navetta in attesa del “go”, quando a circa trenta
minuti dal lancio, previsto per le 14.45, un guasto rilevato ad uno calcolatori
elettronici di bordo blocca il “countdown”. Così riferisce “Il Corriere della
Sera” sul mancato lancio del Discovery: << Un
problema sorto tra i computer della navetta trenta minuti
prima del lancio ha costretto il direttore del volo della dodicesima
missione Shuttle, la prima del nuovo traghetto spaziale Discovery,
a rinviare di almeno ventiquattro ore la partenza. Durante le ultime battute
del conteggio alla rovescia un computer di controllo a terra non riusciva a
“dialogare” con il computer di riserva della navetta. Lo Shuttle per tutte le
operazioni di navigazione e lavoro in orbita dispone di
cinque computer IBM: quattro sono effettivi ed uno rimane di riserva ma con il
ruolo di controllore dell’attività degli altri. I responsabili della missione
hanno quindi deciso di sostituire l’apparato che non funziona con il gemello
imbarcato sulla navetta Challenger anch’essa a Capo Canaveral
dove sta per essere preparata per una prossima missione. Un guasto simile a
quello di oggi, si era già presentato nel primo volo
della navetta Columbia avvenuto nell’aprile 1981. Ma allora si trattava di un
difetto di sincronizzazione tra i cinque computer di bordo, mentre ora sembra si tratti di un guasto “fisico” allo strumento. E per questo, infatti, è stata decisa la sua sostituzione ed
il rinvio del lancio del Discovery >>. Tutto,
dunque, è rimandato al giorno successivo.
Il 26 giugno la scena è la stessa, sui
teleschermi delle maggiori reti televisive americane spicca la bianca
figura del Discovery pronto a spiccare il suo primo fantastico
volo, il dodicesimo dell’era Shuttle. Le condizioni del tempo sembrano più che
favorevoli al lancio. Il conto alla rovescia, ripreso dopo lo stop del giorno
precedente, fila via “liscio come l’olio”. << Meno un minuto >>, comunica il
direttore del volo da Cape Canaveral,
sono le 14.44 ora italiana. Poi: << Dieci, nove, otto, sette >>, i
sei astronauti all’interno del Discovery sentono già
il possente rombo dei motori sotto di loro, << sei, cinque >>,
tutto vibra, pronti a partire! Quando, però, i motori principali della navetta sono
già accesi improvvisamente tutto si ferma!
I computer di bordo, a 240 secondi dal lancio, hanno
individuato un difetto nel motore numero 3 della
navetta, quello di destra, che deve accendersi con l’1, centrale, e il 2, posto
a sinistra, per portare in orbita lo Shuttle insieme ai due booster
a propellente solido. A Cape Canaveral,
nella base spaziale americana, si vivono momenti di tensione: i sei astronauti
sul Discovery sono praticamente
seduti sopra due milioni di litri di miscela potenzialmente esplosiva, in più
c’è stato anche un principio d’incendio nel vano motori, spento prontamente
anche se a fatica dagli uomini della sicurezza. Ecco la cronaca di una
possibile tragedia sfiorata nell’articolo del corrispondente dagli Stati Uniti
de “Il Resto del Carlino”: << Momenti drammatici si sono vissuti ieri
sulla rampa di lancio di Cape Canaveral
e nell’intera base spaziale americana. L’atteso lancio inaugurale del Discovery, terzo esemplare di traghetto spaziale, è
“abortito” per un inconveniente ad uno dei tre motori subito dopo la loro
accensione e a quattro secondi dal distacco da terra della navetta. Un piccolo
incendio provocato dall’idrogeno si è sviluppato nel
compartimento motori, ma è stato spento a distanza dopo tre tentativi
dalle squadre di emergenza. Per trentotto lunghissimi minuti l’equipaggio,
formato da cinque uomini e una donna, ha atteso di essere tirato fuori dalla cabina che posava su due milioni di litri di
miscela altamente esplosiva. Quando hanno toccato nuovamente il suolo, quattro
dei sei apparivano “assai tesi”, gli unici in condizioni più
o meno normali erano il comandante Hartsfield
e il pilota Coats. Tutti hanno avuto una incredibile fortuna: ancora una frazione di secondo e si
sarebbero accesi i giganteschi “booster” a carburante
solido che non possono essere spenti una volta avviati. E nessuno, allo stato
delle cose, sa come sarebbe finita quella che è la
dodicesima missione di un programma spaziale che ha rivoluzionato la storia
dell’astronautica. La prontezza del computer nello scoprire il guasto e fermare
fulmineamente la partenza è certo un successo della tecnologia spaziale.
L’arresto di un motore in un momento decisivo è un insuccesso forse più grave.
Il volo di Discovery è stato rinviato a data da
destinarsi. Era già in ritardo di un giorno sul programma previsto dalla NASA
per un guasto, anche questo registrato quasi all’ultimo momento, di un computer.
Questa volta il disastro è stato questione di frazioni
di secondo. Nonostante le tranquillizzanti dichiarazioni
dell’ente spaziale americano, la direzione del lancio ha passato lunghi minuti
di “grave agitazione e preoccupazione” dopo l’incidente, mentre l’equipaggio
era ancora a bordo. Mai una sequenza di lancio era stata fermata dopo
che aveva avuto inizio in tempi recenti. Per trovare qualcosa di simile bisogna
risalire a quasi venti anni fa, nel dicembre 1965, durante il conteggio alla
rovescia nella missione Gemini 6. Discovery avrebbe
dovuto mettere in orbita in questa missione tre satelliti per
telecomunicazioni, dispiegare in orbita una enorme
batteria solare, e condurre esperimenti di alta tecnologia farmaceutica
>>. (continua)
Home page
NewAtlantide