SPAZIOULTIMA FRONTIERA

                                                                                                                 A cura del prof. A.Gianluca

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(McCandless volteggia al di sopra del Challenger)I

SPACE FLIGHT  NEWS 119 ( history )

 

Mentre i cinque astronauti del Challenger si godono in orbita il giusto e meritato riposo dopo la trionfale “passeggiata” di McCandless e Stewart, l’8 febbraio 1984 arriva da Mosca la notizia del lancio della Soyuz T 10B con tre uomini a bordo. << Scopo della missione dei tre cosmonauti, eroi dell’Unione Sovietica, Leonid Kizim, Vladimir Solovyov e Oleg Atkov >>, precisa nel suo primo comunicato ufficiale l’agenzia di stampa sovietica TASS, << è quello di portare a termine l’aggancio con il laboratorio orbitale Salyut 7 ed iniziare una vasta serie di attività scientifiche che comprendono ricerche astronomiche e medico-biologiche >>.

Il giorno successivo, a meno di ventiquattrore dal lancio dal cosmodromo di Baikonur e a più di trecento chilometri dalla superficie terrestre, la Soyuz “attracca” regolarmente il laboratorio orbitante, vero e proprio “gioiello” della cosmonautica sovietica, dando così inizio ad una nuova grande avventura, in quella che si preannuncia come una missione di lunga durata. A questo punto nello spazio, in orbita intorno alla Terra, si trovano per la prima volta contemporaneamente ben otto astronauti: ai cinque americani della navetta Challenger si aggiungono ora i tre sovietici della Soyuz. Un vero record!

Quello stesso giorno, 9 febbraio 1984, a non molti chilometri di distanza dal complesso orbitale sovietico, i due astronauti dello Shuttle, Bruce McCandless e Robert Stewart, escono per la seconda volta nello spazio per una nuova fantastica “passeggiata” con gli spettacolari “zaini” a razzo. Ancora una volta gli “scooter” dello spazio funzionano egregiamente. Attraverso le stupende immagini televisive che giungono a terra, si può osservare i due “rocket man” americani dare per l’ennesima volta una lampante dimostrazione della straordinaria libertà di movimento e di operatività degli MMU, (Manned Maneuvering Unit). Terminata con successo l’attività extraveicolare, durata più di sei ore, McCandless e Stewart rientrano a bordo dello Shuttle.

Ora ai cinque astronauti del Challenger non resta che iniziare i preparativi per il ritorno sulla Terra, previsto per il giorno 11. Per la prima volta nella storia dell’esplorazione cosmica, un veicolo spaziale abitato dall’uomo rientrerà nello stesso luogo che lo ha visto partire, in questo caso il Centro Spaziale Kennedy di Cape Canaveral. Ecco come il corrispondente dagli Stati Uniti de “Il Corriere della Sera”, Giovanni Caprara, nell’edizione del 12 febbraio descrive il felice termine del decimo volo del programma Space Shuttle: << La navetta spaziale americana Challenger con a bordo un equipaggio di cinque astronauti è atterrata ieri per la prima volta sulla nuova pista del Kennedy Space Center alle 7.16 locali, (13.16 ora italiana). Così si è conclusa la decima missione Shuttle iniziata venerdì 3 febbraio e durata quindi 7 giorni, 23 ore e 16 minuti. Il quarto viaggio di Challenger in orbita sarà ricordato nel bene e nel male. Si sono ottenuti risultati molto importanti come la passeggiata con gli “zaini a razzo” e senza cavi di sicurezza, ma nello stesso tempo si sono registrati i più gravi incidenti finora mai capitati ad un “carico utile” trasportato nella stiva dello Shuttle. E’ la prima volta che la navetta perde dei satelliti da spedire in orbita geostazionaria. Infatti, il guaio capitato al grande satellite per telecomunicazioni TDRS nell’aprile dell’anno scorso, quando finì fuori orbita, fu alla fine annullato con una brillante operazione di trasferimento orbitale durata quasi tre mesi. Ora invece, i due satelliti Westar 6, americano, e Palapa B-2, indonesiano, sono stati considerati ufficialmente persi e fino a questo momento la NASA non ha fatto sapere se intende studiare in futuro qualche manovra di recupero. Per il resto, se si esclude il pallone scoppiato e che doveva servire a prove di incontro in orbita, e le difficoltà di articolazione del “braccio robotizzato”, la missione ha registrato il buon successo degli “zaini a razzo” essenziali per i futuri lavori cosmici ed il perfetto rientro per la prima volta sulla nuova pista lunga quasi cinque chilometri del Kennedy Space Center. Settantacinquemila persone hanno assistito lungo le strade di Cape Canaveral al rientro di Challenger e per evitare che sulla lunga pista arrivasse qualche “ospite” inatteso, creando problemi di sicurezza, le squadre specializzate della commissione statale della Florida per la protezione della fauna hanno compiuto una battuta per scacciare eventuali animali come alligatori, cinghiali o volpi che fossero riusciti a penetrare attraverso le reti di protezione le quali separano il centro spaziale dall’ambiente circostante considerato una riserva naturale. Appena le ruote della navetta si sono bloccate sulla pista, un tecnico del centro di controllo del volo di Houston ha lanciato via radio un saluto ai cinque astronauti: << Benvenuti >>, ha esclamato, << il vostro atterraggio è stato fantastico! >>. Poi è stato disteso un tappeto rosso e l’equipaggio è uscito dalla navetta tra gli applausi dei presenti … >>.

 

 (continua)

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