SPAZIOULTIMA FRONTIERA

                                                                                                                 A cura del prof. A.Gianluca

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(Gli astronauti-scienziati al lavoro sullo SPACELAB)I

SPACE FLIGHT  NEWS 116 ( history )

 

Durante i nove giorni programmati di volo, gli astronauti del Columbia ed in particolare i quattro scienziati dello SPACELAB, (Garriott, Parker, Lichtenberg e Merbold), completano con successo i numerosi esperimenti a bordo del laboratorio europeo, molti dei quali commissionati da scienziati e industrie italiane. L’unico inconveniente di questo nono viaggio di uno Shuttle nello spazio, già prolungato di ventiquattrore rispetto al piano originale, si registra al momento del rientro: l’8 dicembre 1983, giorno del ritorno sulla Terra, l’equipaggio del Columbia si vede costretto a ritardare l’atterraggio, previsto per le 16.59 ora italiana, a causa di un’ improvviso guasto ad uno dei cinque computer di bordo che regolano la navetta durante la terribile fase di discesa nell’atmosfera. Dopo alcune ore, che sembrano interminabili, di consultazione tra i vari tecnici che da terra controllano il volo, finalmente, poco dopo la mezzanotte ora italiana del 9 dicembre, da Houston viene dato l’”OK” per le operazioni di rientro. Sono le 00.47, ora italiana, quando lo Shuttle tocca splendidamente, con un perfetto atterraggio, la pista della Base di Edwards in California. Sono trascorsi dieci giorni, sette ore e 47 minuti da quando il Columbia con il suo equipaggio record di sei astronauti, ha lasciato la rampa 39-A di Cape Canaveral. Insieme hanno compiuto con successo 167 giri intorno al nostro pianeta, svolgendo con pieno successo il programma a loro affidato. Il corrispondente dagli Stati Uniti del quotidiano “La Repubblica”, così descrive la felice conclusione della sesta missione della navetta Columbia nello spazio: << Dopo una serie di rinvii, dovuti al cattivo funzionamento di uno dei cinque computer di bordo, il traghetto spaziale Columbia è atterrato, quando in Italia era già notte, alla Base aerea di Edwards in California, con il laboratorio spaziale europeo SPACELAB nella stiva, reduce dalla sua prima missione in orbita della durata-record di dieci giorni. La manovra di rientro è stata ancora una volta perfetta, con la consueta spettacolare planata senza motore, in completo silenzio, fino alla pista in terra battuta, meno di un’ora prima del tramonto. Diverse decine di migliaia di persone si sono affollate per salutare la conclusione della prima storica missione Shuttle-Spacelab, con otto ore di ritardo sull’orario previsto, ma già prolungata di un giorno rispetto al piano di volo originale. Il guasto al calcolatore non è stato ancora chiarito, ma i tecnici della NASA prima di dare il via libera al rientro si erano assicurati che l’inconveniente non rischiasse di coinvolgere altri impianti né di compromettere la guida elettronica delle manovre di atterraggio, per le quali, ricordiamo, sarebbe comunque bastato anche uno solo dei cinque computer installati sullo Shuttle. Come sempre, prima di poter scendere a terra, i sei astronauti del Columbia hanno dovuto attendere a lungo prima che le squadre tecniche provvedessero a disperdere le esalazioni tossiche rimaste nei motori e a dichiarare il via libera. Questa volta però, rispetto ai precedenti “ritorni a terra”, solo i due astronauti addetti al pilotaggio, il comandante John Young e il pilota Brewster Shaw, potranno festeggiare subito la riuscita della missione, che ha entusiasmato gli scienziati americani ed europei unitisi per la prima volta nell’impresa congiunta Shuttle-Spacelab. I quattro “specialisti di missione”, Robert Parker, Owen Garriott, Byron Lichtenberg e il tedesco Ulf Merbold, dovranno invece rimanere per un’altra settimana in isolamento, chiusi in un laboratorio per una serie di esami e controlli medici destinati a seguire il loro riadattamento alla gravità terrestre. Intanto alla Nasa già si pensa alla prossima missione della navetta, programmata per il 30 gennaio del prossimo anno, quando si utilizzerà di nuovo lo Shuttle Challenger. A bordo vi saranno cinque astronauti, ( Vance Brand, Robert Gibson, Bruce McCandless, Robert Stewart e Ronald McNair), due satelliti per telecomunicazione e due “zaini a razzo” con il quale due degli astronauti della navetta, McCandless e Stewart, potranno spostarsi al di fuori del Challenger in piena libertà, senza essere legati ad essa da fili o cordoni ombelicali  >>.

 (continua)

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